Eccovi qui, le "armi" che combattono il mio esistere...
Vi temo e vi amo, gomma è il nome che mi venne dato, la mia pelle è bianca e candida come la luna, il mio tocco lieve ma deciso.
Ad ogni mio passaggio consumo la mia essenza per ovviare e correggere ogni tuo errore matita e rendere a foglio la sua candida essenza.
Da tempo vi inseguo per allontanare ciò che di sbagliato, errato e falsato esiste nell' immenso candore di questo foglio.
Con il mio tocco vellutato assorbo ogni singola traccia, rapisco ogni punto, seduco ogni virgola e mi nutro avidamente di ogni piccolo segno. Respiro parole...ma haimè, a me solo "abbagli" sono stati destinati...
Il nettare e l'ambrosia del poeta non sono a me designate, sono nata sotto una cattiva stella.
L'infausto destino mi ha condannato a donare e concedere i mie servigi a colui che, solingo, nelle notti di luna calante, perso negli anfratti dell'anima, tinge di "colori ed immagini" la vergine pergamena.
Consumarmi lentamente ma inesorabilmente per la passione di colui che eletto e predestinato al coro degli angeli che presiedono al dono, un dono che temo...che m'inebria la mente, ma distrugge il mio corpo.
Cantate o muse per il poeta, cantate e suonate musiche antiche. Melodie perse nelle insenature del tempo.
E tu mia adorata matita, prendimi, fammi volteggiare, fammi danzare, fammi sentire viva come quel tempo in cui tu donasti al mondo i tuoi segreti.... e risvegliasti la fatasia sopita di coloro che leggendo le tue tracce, mille languide immagini partorirono.
Il mio destino è questo, consumare e distruggere la mia essenza per voi, solo a voi il mio fato è legato, solo a voi dono il mio dolore quando parte di me si perde....si distrugge...
Di me non resterà altro che il ricordo... e la mia devozione.