Lenti ed inesorabili si susseguono i giorni, lui scrive parole d'amore e di disperazione, scrive e rilegge, osserva e pensa.
Che destino crudele.... vorrei poter dire ciò che penso, vorrei donargli il mio cuore perchè metta in frasi e consegni al destino il testamento di questa ormai inesistente.... gomma.
Da bianca e pura quale ero, per dare a lui la possibilità di esprimere i suoi sentimenti, son divenuta nera e colma di mille errori.
Fato crudele che m'hai donato la vita, breve e solinga, amicizie non ho, destino è consumare le mie vesti in languidi strofinii.
Ad ogni passaggio il mio cuore s'infiamma, i miei sensi si svegliano ed in un brivido dolce e violento, ingoio, ingoio ogni lettera, ogni parola...ogni tuo pensiero.
E tu matita..tu che mi guardi da quel contenitore rosso, dimmi, dimmi perchè dev'essere cosi.
Dimmi che la mia vita non finirà tra milioni di parole inutili..dimmi che a qualcosa è servito il donare me stessa a lui..lui che neppure sa che il mio cuore vorrebbe urlare la voglia di vivere mentre lentamente il mio corpo si consuma.
Matita, perchè cosi tanto dolore devo patire per lui, il poeta, lo scrittore, il genio che usa il mio essere, il mio esitere... e getta via ogni scaglia con la mano rugosa.
Osservo quei piccoli pezzi di ciò che un dì fu il mio corpo, e le lacrime interiori scendono. Non avrò degna sepoltura, semplicemente mi dissolverò, sparirò tra sogni infranti e parole mai dette... e neppure lui, ricorderà i miei servigi.
Ma se da questo immenso dolore nascerà l'opera, allora sarò felice in eterno e continuerò a vivere nei pensieri di lui, il solo a cui ho donato tutta me stessa.