...e di globali inganni
Due milioni e ottocentomila morti in Congo (Zaire), 30anni di guerra civile in Angola, 30mila morti per fame ogni anno, un miliardo e settecentomila persone che vivono al di là di ogni soglia di dignità umana, 520mila bambini uccisi dall'embargo all'irak. Investendo un dollaro nei paesi poveri vi è un ritorno di 13, in 5 anni suddetti paesi hanno dato 50mila miliardi di dollari di interessi sul debito (dati forniti dalla BM). Forse è il caso che il futuro cominciamo almeno a pensarlo in maniera diversa. Più che continuare a sbandierare che ci vogliono proposte, bisogna conoscere e applicare quelle che ci sono. Certo bisogna fare fatica, perchè bisogna impegnarci, e all'impegno in molti,troppi, non sono abituati. Bisogna farsi un po' di ****, per comprendere per andare al di là della notizia, al di là della patina del Mac Donald e della Coca Cola, ma forse stavolta il prezzo vale lo sforzo. Ha un potere strano "il villaggio", dilata le distanze, fa sentire vicino ciò che ci aggrada e lontanissimo quello che ci disgusta. Il terzo mondo, è una categoria di pensiero superata, in quanto terzo,andrebbe messo in relazione a qualcosa e questo qualcosa è una visione mondiale che non esiste più. Non è quindi negli arnesi ideologici di un terzomondismo di maniera, nella vacuita della teologia dellla liberazione che troveremo delle vie di uscita, ma solo nella partecipazione consapevole. Lasciare tutto nelle mani dell'economia, è assistere all'aumento delle disuguaglianze e alla crescita del fondamentalismo più radicale. La grandezza di una civiltà ( come ha sottolineato il cardinal Martini) si misura anche con la capacità di condivisione delle proprie risorse.
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