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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
30-12-2006, 18.48.07 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Stato di Diritto
Citazione:
Una picconata imponente in questo senso l’ha data il precedente premier di governo, cioè Berlusconi, con le sue leggi per depenalizzare il falso in bilancio, con l’incoraggiamento al "lavoro nero" nella storica frase ai dipendenti della Fiat: “ troveranno certamente un secondo lavoro, magari non ufficiale ”, http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=29895 con i suoi attacchi alla magistratura di cui si ricorda, ad emblema, l'altrettanto storica frase: "Fare i giudici è da disturbati mentali" http://www.repubblica.it/2003/i/sezi...lugiudici.html Solo per dire i casi più eclatanti. Cioè, per la verità tutto il passato governo mi è sembrato che facesse un gioco allo sfascio delle istituzioni ed anche della parte necessaria dello stato sociale, ma questa potrebbe essere un’interpretazione mia, per cui lascio solo quelle note sopra, con tanto di siti di riferimento delle fonti, nel caso qualcuno pensasse che invento e che manipolo le notizie per fare prevalere la mia tesi. Qualcuno dice che la verità non esiste, ma la verità esiste, cavoli se esiste! E sta nell'oggettività dei fatti. Ora un esempio che viene così dall’alto non può che ripercuotersi amplificato nel cuore e nelle menti delle persone, che culturalmente già mal tolleravano la legge e questo non ha fatto altro che indebolire la legge ed il diritto che sono il cardine della democrazia. Ma io confido che la sinistra tipicamente più rispettosa della legge e del diritto, sappia ripristinare un po’ le cose, anche se, come dicevo per intraprendere una via realmente democratica e liberale occorre un cambio culturale che coinvolga tutti i cittadini, cosa non facile. Magari si potrebbe partie dalle scuole, ma le scuole vedo che sono usate per propagare e difendere altri valori.... haimè! Ultima modifica di VanLag : 31-12-2006 alle ore 00.30.29. |
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01-01-2007, 21.09.57 | #4 | |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
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Riferimento: Stato senza Diritto
Citazione:
Caro Van Lag, puoi immaginare che condivido quanto hai scritto, pienamente. Ma non sono affatto d' accordo colla tua conclusione, qui su riportata. Che la sinistra ripristini la legalità, è pura illusione. Si, ce lo hanno nel programma, e Prodi ci crede.. Prodi ha anche detto che la finanziaria permetterà la ripresa economica. E' la fiera delle illusioni... Mettetevi in testa (alcuni sannno che ho paragonato l' Italia all' Europa per un decennio) che non esistono in Italia: - né le condizioni per gestire il Paese, per cui le deriva peggiorerà, o resterà tale nel migliore dei casi; - né la ripresa dell' economia ci sarà. Perch" l' economia puo' ripartire se il Paese funziona. Noi un abbiamo un sistema Italia che, per inefficienze paurosamente aumentate, per incapacità sociali decennali, per pessimo livello del lavoro in ambito sociale, per testa nelle nuvole dei politici che fanno solo il gioco di clan e non hanno professionalità....non puo' funzionare. Per tutti questi motivi il deragliamento continua. Infatti Prodi che, come tanti politici italiani ha la testa nelle nuvole o nei litigi fra clans, non ha capito la cosa eveidente agli espatriati: - il sistema Italia si allontana dall' Europa. E' sottosviluppo, col rischio Magreb.. - gli augurii di Napolitano non si avvereranno. Egli ha detto solo cose giuste, vere , da sottoscrivere. Ma ha omesso la cosa più importante: gli Italiani, incapaci socialmente, anche per mancata educazio sociale, non sanno affatto gestire un Paese. Hanno dato innumerevoli esempi di questo, con numerosi fallimenti negli ultimi anni. L' unica cosa seria da fare è: - un' ISPEZIONE SUL SISTEMA ITALIA, CON CONFRONTI COLL' EUROPA, per scoprire le ns 30 inefficienze, le ns incapacità; - discussione seria, fra esperti, senza politici per capire cosa ci vuole per gestire un Paese... Si, noi abbiamo sulla carta uno stato di diritto e la democrazia..... Ma la pratica è: plutocrazia. IL diritto si rispetta se hai un padrino potente, senno', zitto e mosca... Due le categorie di cittadini: a) quelli che fanno i mazzi; b) quelli che si fan mettere nel mazzo... L' Espatriato Antonio Greco angrema@wanadoo.fr (disponibile per presentare le cause del degrado) |
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02-01-2007, 14.47.48 | #6 |
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Data registrazione: 03-07-2006
Messaggi: 250
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Riferimento: Stato senza Diritto
[quote=antonio greco]Caro Van Lag,
puoi immaginare che condivido quanto hai scritto, pienamente. vi apprezzo perche' siete degli idealisti, che credono ancora a prodi ed ai comunisti, alla difesa delle categorie sociali, ed al primato della legge. Io penso che l'attuale societa' si divida in due categorie sociali, chi fa la legge (i politici) e gli altri. Chi fa le leggi, le fa per i loro interessi, (compresi i v\amati comunisti per.es. avevano proposto le liste vip,inguardabili dalla guardia di finanza o simili se non con particolari autorizzazioni...o l'indulto che non fa neanche entrare in galera chi e' accusato di reati finanziari contro lo Stato) e gli altri, tartassati perche' i soldi che vengono loro presi si traducono in uno sperpero di soldi pubblici.Guardate per es. i vari appalti, anche un semplice rifacimento di palestra scolastica (che deve essere pagata dalla provincia) Meditate gente, meditate.... |
02-01-2007, 18.03.29 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Noi siamo gli artefici del nostro destino
Le cose vanno guardate nella loro globalità analizzando cause ed effetti se si vuole veramente capire il gioco sordido che stiamo facendo a noi stessi.
Alla fine del secolo scorso, ingenti cambiamenti hanno mutato il nostro modo di vivere di relazionarci. Grandi masse di popolazione sono migrate dalla campagna alle città. L’elettricità ha trasformato la notte in giorno. Il vapore ed il petrolio hanno messo in moto le macchine e le macchine hanno aiutato l’uomo a costruire, ponti, viadotti, autostrade, grattacieli, ferrovie, porti, centri commerciali, etc. Navi, aerei, treni ed automobili, hanno reso possibili in poche ore spostamenti che precedentemente richiedevano mesi se non anni. La carta stampata, la radio e la televisione ci hanno portato in casa mondi lontani ed i computer ed i cellulari ci hanno aperto la strada ad una pluralità di comunicazioni che i nostri avi neppure potevano immaginare. Prima di questo la società contadina è stata la nostra realtà. Chi di noi ha più di cinquanta anni facilmente ricorderà i cortili col pozzo, gli animali nell’aia, ed i carri che tornavano carichi di fieno dai campi oltre la semplicità delle relazioni del paese o anche della città non ancora industrializzata. Ma oggi più nulla è più come prima. Per millenni le città sono state piene di carrozze lente, di gente cortese che si muoveva pigra scambiandosi i saluti dopo la messa la domenica mattina. Le città oggi sono gente che si sposta nervosamente sulle auto o sulle metropolitane andando spesso verso un “nessun dove”. Sono occhi a mandorla, pelle scura, idiomi diversi di gente che non si conosce e non si parla. Per millenni il lavoro è stata la fatica ed il sudore che cadeva dalla fronte del contadino a fecondare la nuda terra, o le mani spellate nelle botteghe artigiane in una realtà dove, se una mattina avevi voglia di fare l’amore, potevi ritardare ad aprire bottega. Oggi il lavoro sono routine e ruote, chiusi in capannoni o in uffici, legati dai vincoli di un orologio che ti misura i tempi, supervisionato da responsabili ed in continua competizione con chi lavora con te. Per millenni la nostra istruzione sono state le informazioni dei “maestri” ed i pochi scambi con amici e conoscenti. Oggi la nostra istruzione è un bombardamento mediatico senza precedenti, dove gli schermi delle TV e dei computer ci riversano addosso, a getto interrotto, ogni tipo di informazioni. Per millenni la guerra è stata lo scontro faccia a faccia di eserciti più o meno cavallereschi. Oggi la guerra arriva senza volto, con gli aerei ed i missili, che superano ogni sbarramento e lanciano bombe “intelligenti” ed il terrorismo è andato persino oltre questa concezione avveniristica della guerra. Il terrorismo il nemico lo costruisce in casa. Queste considerazioni portano con se un’implicazione importante da capire. Cioè laddove i nostri nonni avevano migliaia di anni di back-ground per gestire il loro tipo di società, noi non abbiamo nel nostro back-ground, o nel nostro DNA, o nella nostra memoria collettiva, informazioni analoghe, cioè viviamo in un mondo nel quale il nostro inconscio non può aiutarci. Questi cambiamenti così repentini, (e non il laicismo o il comunismo), provocano la frantumazione di quei valori condivisi che prima aggregavano la società. Nella società contadina tutto gravitava attorno al bene materiale, perché non solo esso conteneva in se la fatica ed il sangue dell’uomo, ma era legato addirittura alla sopravvivenza dell’uomo stesso. Ma ora che la produzione è fatta in serie e la capacità produttiva è garantita dalle macchine, valori come senso del dovere, serietà, impegno, affidabilità, non sono più interessanti, perché le macchine producono beni in esubero e quello che interessa oggi è la capacità persuasiva per vendere il bene prodotto, sono cioè le strategie di marketing. E questo porta ad un altro paradosso dell’era moderna: oggi invece che creare beni per colmare delle necessità siamo costretti a creare necessità per vendere i beni prodotti. Di fronte ai cambi indotti dalla società industriale ci sono state nel secolo scorso reazioni profondamente diverse. Nella vecchia Europa c’è stato l’esperimento comunista sovietico con la sua reazione fascista e nazista. Mentre l’America tentò un approccio di tipo illuministico che per un certo periodo ha gestito ed ammortizzare i cambiamenti. Riporto da miei appunti liberamente tratti dal libro "Lila" di Robert M. Pirsig. In America a gestire questi enormi cambiamenti c’erano fino ad allora solo gli schemi statici della società vittoriana. Una società chiusa nei suoi valori ormai stagnanti che esaltavano la forma negando l’essenza. Proprio per i suoi valori rigidi e stantii la società vittoriana con la sua cultura fatta di pruderie e di ipocriti moralismi si trovò incapace di gestire questo enorme cambiamento e sotto l’inesorabile spinta del nuovo che avanzava, delle guide “illuminate” scelsero di chiedere l’aiuto dell’intelligenza. E gli intellettuali risposero alla sfida. Colti e brillanti accademici presero il posto dei ricchi aristocratici ed iniziarono a sprimacciare gli schemi rigidi della società vittoriana dando vita a mille iniziative culturali. Seminari e dibattiti, scuole ed università iniziarono a prosperare. La scritta Dott. davanti al nome divenne più ambita del blasone di vittoriana memoria e tutto il paese divenne una fucina di idee nuove a caccia del “valore”. L’intelligenza e la conoscenza passavano da fattori subordinati al valore sociale a fattori dominanti. L’antropologia balzò improvvisamente agli onori della cronaca, ed andò a riscoprire i valori della gente semplice. Orde di antropologi si riversarono nelle riserve degli indiani pellerossa, gli stessi indiani che la cultura vittoriana avrebbero voluto sterminare perché il "libero e selvaggio" era l’esatto opposto del loro conservatorismo. La nuova intellettualità cercava la fonte dei valori culturali nella "gente semplice", anziché nei vecchi modelli europei. Artisti e scrittori degli anni Trenta, come Grant Wood, Thomas Hart Bentos, James Farrel, Faulkner, Steinbeck e decine di altri scavarono il terreno della cultura americana dei bianchi non istruiti alla ricerca della nuova moralità, senza tuttavia rendersi conto di come proprio quella cultura fosse la più affine ai valori degli indiani. Perfino la lingua stava diventando più simile a quella degli indiani. La lingua vittoriana era iperdecorata, come le loro tappezzerie: piena di volute e di riccioli e di motivi floreali che non avevano alcuna funzione pratica, anzi distraevano l’attenzione degli eventuali contenuti. Ma il nuovo stile del ventesimo secolo era indiano nella sua semplicità e immediatezza. Hemingway, Sherwood, Anderson, Dos Passos, e molti altri scrivevano in uno stile che in passato si sarebbe definito rozzo ma che adesso incarnava l’immediatezza e la franchezza dell’uomo semplice. Un altro esempio è il cinema western, dove venivano rappresentati i valori degli indiani diventati i valori dei cowboy, diventati infine valori americani per eccellenza. Tutti sapevano che i cowboy dello schermo non assomigliavano ai loro corrispettivi della realtà, ma che importanza aveva? Ciò che contava erano i valori, non la fedeltà storica". I valori morali che stavano sostituendo quelli vittoriani mutuati dall’Europa erano i valori degli indiani d’America: indulgenza e tenerezza verso i bambini, libertà, franchezza nel parlare, amore per la semplicità, affinità con la natura. (Robert M. Pirsig – Lila - edizioni Adelphi) Quindi quello che occorre, secondo me è un rilancio dell’intelletto. Occorre la valorizzazione, nelle scuole e nelle università, delle discipline umanistiche come l’antropologia, la psicologia, la letteratura, la storia, la filosofia etc. Si devono creare gruppi di analisi per dibattere possibili soluzioni. Si deve fare spazio ai pensatori nuovi, nuove idee, nuove filosofie. Occorre valorizzare l’integrazione tra le etnie diverse favorendo gli scambi inter-culturali, incoraggiando la curiosità verso il diverso, come successe miracolosamente durante l’illuminismo: Occorre che i media si mettano al servizio dell’intelletto. I media sono i riflettori che possono accendere o spegnere il valore. Sono loro che possono favorire la transizione oppure ostacolarla, per fare questo devono smettere di sciorinare la lista delle disgrazie: guerre, malattie, alluvioni, stupri, rapine, aviaria e quant’altro, perché fa audience e devono interessarsi a diffondere e promuovere gli slanci culturali che evidenzino “il valore”. Loro possono dire: - tu promuovi il fiorire della cultura, promuovi la comprensione, lo sviluppo della ragione, quindi sei bravo, tu sei contro le nuove idee, contro la comprensione, contro l’integrazione razziale, quindi non vai bene - Loro possono premiare chi produce qualità e oscurare chi invece produce malessere. Sta al potere mediatico, aprire la strada all’intelligenza e dischiudere un nuovo “secolo dei lumi” per tutta l’umanità. Il nuovo mondo è già qui….. se non riusciamo a beneficiarne è perché qualcuno osteggia un evoluzione benefica e lascio al lettore indovinare chi sia questo qualcuno, anche perché stò finendo i 10.000 caratteri a disposizione per il post. (Magari provate a prendere il trafiletto in neretto e sostituire "America" con "Europa" e "società vittoriana" con "società cristiana".... fuochino... fuochino.... fuocherello.....) Ultima modifica di VanLag : 02-01-2007 alle ore 22.03.00. |
02-01-2007, 18.41.13 | #8 |
L' Emigrato
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Riferimento: Stato di Diritto
Dopo la bella elucubrazione di Van Lag, veniamo ai fatti nostri, dello Stivale.
Cambiamenti ne avemmo molti, non solo il passaggio dalla campagna alla città. Ma i cambiamenti recenti, il degrado, il disatro, la dimostrazione di non saper gestirsi a livello europeo, quelli sono colpa degli Italiani. SE accetti una cultura da sottosviluppo, la usi , ci guazzi dentro; se non ti accorgi che cio" genera inefficienze e calo di economia, calo di occupazione, perché non siamo serii.... La colpa allora è NOSTRA, di tutti gli abitan. dello Stivale. Perché intorno a noi ci sono tanti Paesi che, seri, sanno gestirsi e epplicare la costituz e le leggi sempre.... E noi invece..... IL PROBLEMA E’ SOCIALE ….. (quello politico ne é la conseguenza) Cerco di condensare il problema sociale, come é visto da un emigrato. E mi chiedo: “se ne accorgeranno gli Italiani, che preferiscono concentrarsi sulle lotte tra Guelfi (dstr) e Ghibellini (snst) ?” La scelte della società italiana, degli ultimi 20 anni (le più evidenti). Nel Paese ove la tradizione della flessibilità totale, dell’ adattamento facile, non é equilibrata dal necessario rigore, da chiari interessi nazionali, dal lavoro efficiente; ove non esiste più la riflessione attenta (anche per le troppe emergenze) né l’ onestà nella vita sociale (ci puo’ essere l’ onestà, in un Paese ove la giustizia é vicina al bloccaggio ?), il ruzzolone verso il terzo mondo é scontato. Ma anche rapido, visto che l’ assenza di riflessione non permette di definire le contromisure necessarie ed urgenti, visto che chi ha un ruolo nelle istituzioni ha tutta la latitudine per considerarlo un impegno o ....... uno sport...... In un Paese ove la corruzione viene diffusa nelle istituzioni o nelle imprese come un condimento necessario ad insaporire meccanismi arrugginiti (lo sono per incapacità), le evoluzioni degli ultimi 20 anni sono state rapide e negative. Eccone i contorni: - si nota spesso una diversa mentalità, ma anche una diversa valutazione dei fatti italiani, fra emigrati e residenti. Possibili ragioni per cio': a) il fatto che gli emigrati vivono spesso in strutture sociali che funzionano; b) essi sono spesso abituati a vedere, nella società in cui si trovano, i fatti e non le chiacchiere della Commedia dell' Arte Politica Italiana. - la tradizione italiana "adattati a tutto, anche al peggio; non cercare di aggiustare nel sociale quello che non funziona, chissene.." ha fatto si che si siano accumulati nei decenni quintali di problemi; - a causa del punto precedente, ma anche perché gli interessi nazionali non esistono più (degrado aiutando), sostituiti dagli interessi di bottega o di clans, si é persa l' abitudine, da decenni, di riflessioni lucide, obiettive, per cercare le soluzioni a problemi sociali. Si preferiscono piuttosto le lotte tra Guelfi (dstr) e Ghibellini (snst). Più interessanti....... - si vorrebbe che fosse creata occupazione, giusto. Ma quale imprenditore inizierebbe un' attività in una società che non funziona ? nella società dell' incerto e del confuso, ove la verità e la certezza sono state seppellite, dopo l' aggressione subita ? Gli aggressori, mai combattuti, sono tanti, ma i più pericolosi sembrano: a) la cappa di menzogne, false verità, improvvisazioni, irresponsabilità, incapacità, doppio o triplo linguaggio, ipocrisia, nella vita sociale; b) lo sparito interesse per l' impegno ed il lavoro di qualità in tanti contesti che sono stati lottizzati.... c) il seppellimento dei valori di riferimento (in altri Paesi) nella vita sociale, ben rimpiazzati dagli interessi di parte. I quali sono in genere ben conosciuti, salvo che possono cambiare ad ogni giro di vento... - il gran numero di problemi irrisolti, e i tentativi di clans e cordate di risolverli solo con un taglio privato, ma non per tutti, ha portato allo scenario attuale: una ex-società, sostituita da clans e parrocchie, sotto l' imperio dei quattro dittatori; Confusione, Rassegnazione, Irresponsabilità e Allegra Gestione. Cio' che non si dice, sembrerebbe: una società scassata non puo' sostenere un economia vigorosa, ma gli mette il piombo sulle ali... Inoltre : una società lottizzata ammazza l' impegno e il lavoro di qualità... La somma di tanto andare, in Europa, si chiama INEFFICIENZA. In Italia, IL SISTEMA...... I GAPs della società italiana rispetto alla U.E.. Sono tanti, oggi; e sono andati aumentando negli ultimi 20 o trent’anni. Fra gli aspetti spiacevoli della società italiana, c’é anche: - il menefreghismo dei cittadini, abituati, nel sociale, a non approfondire, non prendere iniziative, lasciar correre; - la diffusione dei N.C.I (nuovi comport. italiani) porta alla incapacità della valutazione sociali lucide. Ci si é abituati all’ immobilismo, cioé ad accettare tutto, anche il peggio. - l’ inpossibilità in tale scenario di individuare le misure correttive necessarie e urgenti, in pratica spinge il Paese a........ accettare il bloccaggio del sistema Italia, con il rischio di entrare nel III mondo, senza fare alcunché per combattere la tendenza. Come conclusione, direi, ci sono oggi due sviluppi possibili: - non trattare il gigantesco problema sociale e le sopravvenute incapacità sociali. In tal caso, tempo alcuni anni, faremo parte del club "America Latina"; a causa di tanti GAPs rispetto ai Paesi competitivi e funzionanti; - fare una valutazione seria delle cause sociali, al di fuori del contesto politico e colla testimonianza degli espatriati. Per definire le misure urgenti e iniziare la catarsi e la europeizzazione della società. In cinque anni, se il processo fosse in mano a gente capace (quindi escluso i politici) e determinata, la società inizierebbe a funzionare e l' economia potrebbe ripartire. Come punti di base, mi sembra che non ci sia altro, eccetto un fatto visibile; in una grande città come Roma, vedere tanta gente rassegnata, ignava, fa pensare ad una di queste due cose: a) la gente é cresciuta come un gregge; b) oppure alcune reti TV diffondono onde subliminali, che avrebbero lo scopo di non far pensare la gente, rendendola, appunto, simile ad un gregge. Io per fortuna, non guardo Mediaset, quindi conservo una certa capacità di pensare, almeno per quello che é possibile quando si é superati i ..anta. La mia conclusione, pesante, ma sicura: - gli Italiani non hanno la capacità di uscire dai loro guai; infatti non sanno quali ne sono le cause primarie (la loro mentalità); - le nuove abitudini fan si che gli Italiani abbiano VISIONI DISTORTE SU UNA GRAN PARTE DEI PROBLEMI SOCIALI. NON HANNO la VISIONE LUCIDA....; si limitano alle verità di parte, che sono cangianti a seconda del clan... - tali condizioni sono perfette per un viaggio sicuro e rapido verso il terzo mondo. - una via di uscita esisterebbe: consultare gli emigrati in Paesi avanzati.....Essi conoscono sia le sviluppo economico, che le condizioni necessarie a permetterlo. Antonio Greco angrema@wanadoo.fr (disponibile per una presentazione delle cause del degrado) P.S. Il nuovo governo parla di “colpo di reni”, di rilancio dell’economia. Solite illusioni di un popolo che preferisce fermarsi alle apparenze, rifiutando di approfondire la realtà effettiva... SENZA AFFRONTARE IL PROBLEMA SOCIALE, NESSUNA SPERANZA PER UN PAESE IN VIA DI SOTTOSVILUPPO ... |
02-01-2007, 19.35.06 | #9 |
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Riferimento: Noi siamo gli artefici del nostro destino
[quote=VanLag]oggi invece che creare beni per colmare delle necessità siamo costretti a creare necessità per vendere i beni prodotti.
L'hai presa un po' da lontanuccio, dalla prima rivoluzione industriale. Il problema che siamo legati a stereotipi che non esistono piu' nella societa' odierna:la figura dell'operaio contrapposta all'imprenditore e' un non sense, perche' l'imprenditore(come noi lo concepiamo ovvero come padrone) non esiste piu'. esiste la multinazionale, ovvero una marea di soldi (divisi tra milioni di piccoli risparmiatori)gestiti da amministratori (anche loro dipendenti).Quindi i soldi comandano gli uomini, non metaforicamente parlando ma nella realta'!! Sono daccordo con te sulla tua affermazione sopra riportata. Sta al potere mediatico, aprire la strada all’intelligenza e dischiudere un nuovo “secolo dei lumi” per tutta l’umanità. La tele e' anch'essa una multinazionale e non ha nessun interesse a diffondere la conoscenza. Dovrebbe nascere qulche grande uomo come Adam Smith, Marx o keynes che abbiano una visione globale dei problemi, "un'illuminazione" per modificare attraverso le leggi la societa' moderna. Io penso che tre siano i grandi problemi. Siamo in tanti, non si muore piu' non possiamo piu' pensare in termini nazionali, ma mondiali dobbiamo avere l'esatta conoscenza e trasmetterla di come funzionano le multinazionali |
02-01-2007, 20.09.35 | #10 | |
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Riferimento: Noi siamo gli artefici del nostro destino
Citazione:
L’ho presa dalla fine ella società contadina, quella cioè che ha retto il mondo per millenni. Tu ci credi che il battito d’ali di una farfalla si unisce a mille e mille altre correnti e forma un uragano nel centro del pacifico? Io ci credo e sbatto le ali….. (beh nel mio caso più che una farfalla trattasi di “scarafone” alato ma l’effetto è uguale)….. Forse ci sono i Keynes, gli Adam Smith, ed iMarx ma non gli lasciamo lo spazio per parlare, o forse non sappiamo ascoltarli. I russi non hanno capito che se Marx nasceva in unione Sovietica sarebbe finito in un gulag..... Ultima modifica di VanLag : 03-01-2007 alle ore 00.04.01. |
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