dici di non pensare di privare la visione di un dipinto


ma poi dici che la visione si può poi non condividerla


e cioè? Non è privare la visione?....

Tutto dipende dall'artista, non possiamo obbligarlo a separsi da una sua opera, sarebbe come privarlo di una parte essenziale di sé; se lui vuole può condividere l'opera altrimenti no. Non possiamo noi spettatori (magari anche se siamo anche noi degli artisti) prendere la decisione a proposito anziché lasciar decidere all'artista (o collega) interessato.

e perchè mai un artista dovrebbe essere attaccato ad una sua opera?...

Forse si arriva a pensare questo perchè nella società di oggi si assiste sempre più ad un egoismo dilagante! Ahimè.....

Non necessariamente, quando una cosa è cara a qualcuno egli la protegge e la custodisce, senza pensare ad un valore oggettivo, essa ha per lui un valore morale-affettivo che non è necessariamente dovuto ad un dono, ma come nel caso di ad un opera d'arte un particolare ricordo o momento caro all'artista, oppure per includere così tutti i casi, esso lega alla sua opera un momento triste, un brutto ricordo, una sciagura che non vuole dimenticare; semplicemente magari è feticista e gli pesa separsi dalle sue creazioni.
Fare arte può dare un senso di onnipotenza, può anche quindi dispiacere ad un'artista separarsi dalle sue creazioni.

Un momento, se è vero che dare la definizione di arte è quasi impossibile senza riferimenti, bisogna anche sapere a quali tipi di arte ci si riferisce.
E' evidente che l'arte cosiddetta da pennello, se si va a visitare la Biennale, è superata da almeno un ventennio.

Ma questo non vuol dire che non sia un'arte parallela a quella del tipo concettuale, e sia, quella pittorica, comunque riconosciuta.

Prendiamo ad esempio l'artista osannata alla Biennale, e corteggiata dai galleristi di tutto il mondo, Sophie Calle.
Lei non solo non ha una preparazione di tipo artistico, ma non usa nessuno dei metodi tradizionali dell'arte chiamiamola classica.
La sua arte consiste in operazioni di tipo concettuale: video in cui si fa riprendere da un investigatore privato con relativi appunti nei quali si confronta con le impressioni dell'uomo dal quale si fa seguire.

Le tendenze artistiche degli ultimi anni sono esclusivamente basate sul rapporto con lo spettatore, poichè performances e installazioni interattive non sarebbero che semplici gesti se non avessero come fine quello di provocare reazioni.

io non dico che non dispiaccia.....ma che non va fatto.....perchè anche se dispiace separarsene....al tempo stesso gratifica il farlo.....non credo che sentire il nome biennale di Venezia dobbiamo ossequiarci tanto.....i grandi nomi sono costruiti dalle grandi opere e non dai grandi talenti....

oggi ci sono tanti tipi di Arte appunto....

una buona giornata!

Appunto come ci sono tante forme di Arte ci sono anche diversi modi di viverla e pensarla, perciò spazio all'Arte e alle sue interpretazioni.

io non capisco perchè un artista "non" dovrebbe essere attaccato ad una sua opera.????
io ne sono gelossima, mi disturba persino farle vedere, figurati separarmene...

forse perchè non dipingo per cercare approvazione e o per sentirmi dire che i miei quadri sono belli, lo faccio solo per me. il resto del mondo può pensare quello che vuole, i miei quadri sono il mio mondo.

Giusto!
L'opera d'arte è una parte dell'artista stesso e come ho già detto separarsene non è facile, e come tu stessa provi non tutti vogliono separarsene.
Alla faccia di chi dice che l'arte è per tutti e deve essere condivisa.

Un giorno di tantissimi anni fa, un Romano si svegliò ispirato, ed inventò una nuova parola: arte. Con quella parola voleva indicare quello che oggi chiameremmo “mestiere”. Ma se oggi quel significato lo indichiamo con “mestiere”, per noi “arte” cosa significa? Forse continua a significare “mestiere”, ma con un’accezione più ampia, ben rendibile con l’espressione “qualcosa che si sa fare”, ma qualunque cosa. Perché il quadro di un qualunque pittore dovrebbe essere arte, ed un fantastico goal di un ragazzino che gioca a calcio no? Pensandola in questo modo, si può dire che prima ancora che nascesse la parola arte, l’uomo era in grado di “saper fare qualcosa”, quindi, per paradosso lessicale, l’arte esisteva già prima di nascere! Perché, come ha detto Gombrich, anche il tracciare le forme di un bisonte è opera di un seppur arcaico artista e quindi “arte”. Questa parola, e forse non ce ne rendiamo conto, è una delle più vaste, e forse anche astratte, che il nostro già notevole repertorio lessicale possiede. Perché l’arte non rappresenta qualcosa di limitato, eletto, eccelso e, anche SNOB; no! Quello che la parola “arte” indica è presente in tutto il mondo che ci circonda. Indubbiamente vi furono artisti, uomini prima che artisti, che fecero delle cose notevoli, da quadri a sculture a… edifici! Chiese! Forse una delle maggiori meraviglie che il mondo possiede è proprio costituita dai luoghi di culto, di qualunque religione; ma un ateo come me può apprezzarne solo il valore estetico. E queste opere d’arte condizionano la nostra mentalità, e di conseguenza la nostra accezione di arte. Per l’uomo di oggi, riuscire a costruirsi una baracca di legno per sopravvivere, come fanno molti africani, non è arte, perché quegli africani sono dei perdenti. L’uomo di oggi vede l’arte nella gloria, un qualcosa di raro, eletto, snob. E censura un grande esempio di coraggio, come lo scrivere versi “maledetti” (che poi è esercitare libertà di pensiero), come fece il grande Baudelaire, accusato di “immoralità”. Ma quale morale, scusate?! Attenzione, perché se qualcuno dice che Satana Trismegisto è tra noi ed è la noia, allora è immorale. No! Prima di censurare, bisogna vedere l’arte che c’è in quei versi, e capirla. Perché lo stesso pensiero umano è arte. Forse l’unica Arte con la “a” maiuscola. E si capisce come l’Arte sia veramente cosa astratta. Come tante cose. Gombrich dice: l’Arte non esiste, gli artisti sì. Vero. Così come forse l’amore non esiste, gli amanti sì. Dio non esiste, i credenti sì. Forse anche amare e credere sono Arti…