M.c.escher
l'esposizione a Roma di M.C.Escher, che doveva terminare intorno ai primi giorni di febbraio, probabilmente verrà prolungata fino alla fine del mese.
sono stata tra i fortunati a poter visitare la mostra, ricchissima di opere [c'è tutto quello che conosco e mi piace e anche di più], tra xilografie e litografie, con un'ampia sezione dedicata alle incisioni basate sugli schizzi romani raccolti durante gli anni di permanenza dell'artista in Italia.
Finalmente poi ho chiarito uno dei miei più grandi dubbi ed equivoci:Escher non è un matematico, o almeno non voleva essere considerato tale. Ossia, sicuramente la maggior parte delle sue rappresentazioni è riconducibile ad algoritmi,ma i suoi studi numerici erano essenzialmente un mezzo per rincorrere le sue passioni, manie ossessive di analisi di figure ed associazioni di idee; doveva esprimere al meglio un concetto, e per fare questo nel modo più preciso possibile aveva bisogno di strumenti adeguati. La prospettiva, la geometria, e la matematica, appunto.
Un visionario che soffriva delle sue stesse visioni. Inseguito dalle complessità delle rappresentazioni che affollavano la sua mente. Malato? Forse. Ma di genialità.
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