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Arte - Commenti, recensioni, raccolte di... >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Riflessioni sull'Arte |
12-03-2003, 11.23.24 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Quando ero bambina nessuno mi raccontava le fiabe, perchè a loro volta nessuno le aveva raccontate a chi avrebbe dovuto tramandarle ... un giorno mio padre comprò una raccolta di tutte le fiabe del mondo ... sono ancora a casa dei miei genitori quei libri .... e da lì cominciai a sognare ...
io penso che le fiabe siano la "verità" più bella da raccontare ... mancando quel tipo di "sogno" tutta la "realtà" diventa difficile. |
12-03-2003, 13.16.00 | #4 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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voglio torna' bambino!!!
Io credo che inconsciamente devo molto alle favole...mi ricordo quando da piccolo mio padre me le raccontava,quelle dei fratelli Grimm,se non sbaglio...o anche DeLaFontaine...credo abbiano contribuito notevolmente allo sviluppo dlla mia fantasia nei primi anni di vita...
Oppure i mii si inventavano storie anche a partire dai personaggi dei cartoni animati...snorky,puffi....aaah ...che bello... |
12-03-2003, 22.37.00 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 41
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Mai smesso di leggere favole, di credere nelle favole, ne conosco moltissime e tante ne ho raccontate a mio figlio che ne era sempre affascinato.
Credo non si sia mai grandi abbastanza per amare le favole, che non considero affatto letteratura per bambini, anzi quelle storie impossibili e ricche di mille trucchi aiutano ad affrontare meglio i vari momenti della vita. |
13-03-2003, 03.18.11 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-06-2002
Messaggi: 54
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negli ultimi anni mi sono un po allontanato dalle fiabe; non so perchè, non so quando.
forse per il fatto che ritenevo non mi avrrebbero più potuto dare nulla, o semplicemente, perchè non ho più qualcuno che me le legga. comunque sono daccordissimo con ciò che dite, e non potrei essere altrimenti, dato che proprio in questi giorni sto studiando un libbro di Bruno Bettelheim: "Il mondo incantato". Libbro che mi sta facendo riavvicinare a questo meraviglioso mondo. ciao. |
13-03-2003, 12.35.52 | #7 | |
Ospite
Data registrazione: 02-03-2003
Messaggi: 18
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Il Sogno del Possibile
Citazione:
Ho sempre pensato che le favole siano l'espressione più emblematica del Sogno. Non credo che realtà e finzione, una volta che ci si immerga nella lettura di un buon libro, siano poi così distanti. Ciò che conta veramente è il mondo che si crea davanti a noi, che ci ricrea nel momento stesso in cui cediamo alle sue lusinghe. Ecco, credo che l' "inganno" della fiaba sia la parentesi più dolce del nostro essere e farci uomini. Nessun mondo è vero senza le favole: il nostro vivere è pur sempre un quadro sbiadito tracciato attorno all'unica, vera realtà che desideriamo, attendiamo, perseguiamo, supponiamo: il Sogno, l'universo dell'etereo e del Possibile. Non mi sono mai piaciute le distinzioni tra fantastico e reale, tra sognato e vissuto. Se pensassimo per un attimo a quanta parte della nostra vita dedichiamo ad attimi stellati di speranza, forse ci penseremmo due volte prima di accantonare un racconto di fiction come "sovrastrutturale". A questo punto suona veramente triste il fatto che spesso le favole siano state considerate come uno strumento allegorico per comunicare con un mondo più adulto, per rivelargli e denunciare significati più reali (irene cita Apuleio, Andersen, e potremmo aggiungere Tolkien e altri ancora). Sotto sotto, a pensarci bene, potrebbe significare che le fiabe abbiano un valore "solo come rimando al nostro mondo concreto". Eppure lo stesso Tolkien dichiara, nella prefazione a "Il Medioevo e l'immaginario", di andare su tutte le furie quando qualche buontempone sfoggia la sua saccenza negando l'esistenza dei draghi. C'è da pensare... Io sono dell'idea che le favole abbiano piena dignità in sé, in quanto espressioni dell'universo Possibile davanti al quale il reale non è che una briciola, un sottoparagrafo limitato all'oggi, parziale e destinato alla deturpazione. Vivere i sogni del proprio presente - è il caso di dirlo - significa sempre sognare la vita del proprio futuro. Gwydjon Ultima modifica di Gwydjon : 13-03-2003 alle ore 12.39.13. |
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13-03-2003, 12.50.37 | #8 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Ho sempre amato le fiabe, hanno il potere di trascinarmi in mondi fantastici, di farmi sognare...presa dall'immaginazione e dalla voglia di fantasticare (è uno dei maggiori passatempi che ho) ... mi addentro in mondi sconosciuti, tra cavalieri del medioevo, damigelle danzanti e scenari da film...
Talvolta mi capita di buttare giù qualche racconto fantastico, inventare un mondo ove i miei personaggi possano vivere e creare tutto ciò che la realtà nega. Non perdete mai la fantasia, è l'unico elemento che può salvarci da questa squallida realtà.... da bambina mi entusiasmavano tutti i generi e tipi di fiabe... ora adori i romanzi Horror/Gotico..amo Anne Rice, sublime autrice, posso di fantasia... donna stupenda. Amo tutti i suoi libri da Intervista col vampiro ...a pandora, dallo Schiavo del Tempo alla Mummia... per finire con la saga delle Streghe Mayfair... non a caso il mio nick è un trributo a questa saga...deirdre la dodicesima strega, la più sfortunata...la più dolce e sola, fanciulla abbandonata al suo destino, ed il suo angelo demoniaco...Lasher.... quanti voli, quanti sogni su quelle parole.... Quante volte ho sognato un Lestat de Lioncourt, cosi bello, spregiudicato..indomabile...no n si può non amare Anne Rice ed i suoi personaggi. |
13-03-2003, 22.21.00 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
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Ciao Gwydjon,
bello il tuo intervento! Tra l'altro le tue parole sul Possibile mi hanno immediatamente riportato ai versi di Emily Dickinson: "Io vivo nella Possibilità, una casa più bella della Prosa di finestre più adorna e più superba nelle sue porte." Le Fiabe,così come il Sogno,così come la Speranza...sono espressione ed esplorazione delle infinite potenzialità che si celano nel Presente.O meglio,per dirla con Emily...nella "prosa" del Presente. I bambini questo lo comprendono istintivamente ed intuitivamente,perchè per loro non esiste soluzione di continuità tra realtà fattuale e realtà fantasticata/sognata/immaginata. Riabituarsi,da adulti,all'ascolto del tempo "senza tempo" su cui si cadenzano le favole (che l'ottusa frenesia della Modernità tende a rendere muto,ed insignificante),significa appunto riappropriarsi dei propri "tempi" e dei propri "contenuti" interiori...In mancanza dei quali non si vive,ma si vegeta;assumendo per proprio il "sentire" inoffensivo,e omologato,impostoci strumentalmente dai mass-media. Ultima modifica di irene : 13-03-2003 alle ore 22.25.46. |
13-03-2003, 23.21.27 | #10 | |
Ospite
Data registrazione: 02-03-2003
Messaggi: 18
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Citazione:
Concordo pienamente, anzi... io calcherei anche un po' di più la mano, dicendo che in senso stretto non esiste affatto una "prosa" del Presente. Il Presente è tutto Poesia, e la Poesia è il Tutto del presente. Altrove, su qualche altro thread, ho scritto qualcosa sulla coestensione tra vita e poesia, tra vita e arte. Io ho sempre evitato di assumere un'accezione troppo ristretta di poesia, di arte, di esperienza estetica (limitata, per capirci, alla techné, al lavoro di pennello, scalpello, pennino, e così via). Questo perché credo fermamente che la Vita ci parli attraverso la poesia di cui è intrisa la storia. TUTTA la storia, nulla escluso. Anche le esperienze più stridenti e scomode. Anche l'esperienza del buio, del paradosso e dell'assurdo. Beh, la differenza tra noi e i bambini è esattamente quella che dicevi, Irene. Aggiungo: noi, a differenza loro, non siamo più in grado di "sintonizzarci" con la Poesia, di ricevere il suo segnale che ci avvolge e ci chiama. Siamo sordi, e pretendiamo di coprire con le parole di una prosa troppo goffa l'imbarazzo di un Silenzio di cui non udiamo più il canto. |
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