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16-03-2003, 20.54.12 | #25 |
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E a proposito dei rituali di iniziazione...
Secondo la teoria che Propp espone (nel testo celeberrimo "Le radici storiche dei racconti di fate")il nucleo più antico delle fiabe deriva proprio dai rituali di iniziazione in uso presso le società primitive.
In cui i ragazzi,a una certa età,venivano sottratti alla famiglia e condotti nel bosco (come Hansel e Gretel...Pollicino...Biancanev e...),dove gli stregoni della loro tribù,orribilmente mascherati (cfr.streghe e maghi delle fiabe),li sottoponevano a prove difficili e spesso mortali,dopo averli forniti di armi adeguate (cfr.i doni magici distribuiti dai donatori soprannaturali,nelle fiabe). La teoria di Propp istituisce dunque un legame profondo tra il ragazzo preistorico che visse i riti di iniziazione,ed il bambino storico che vive,attraverso la fiaba,la sua prima iniziazione al mondo... La funzione cosmopoietica dei giochi di ruolo,di cui parla Gwydjon,dà una nuova veste (habitus cyberneticus..?... ) a quelli che sono i contenuti profondamente radicati a livello di inconscio collettivo....e quindi penso che si possa tranquillamente parlare al riguardo di novellistica della nuova era... P.S.Non ho idea di cosa sia AD&D...Ce lo spieghi? Ciao. Ultima modifica di irene : 16-03-2003 alle ore 20.58.21. |
16-03-2003, 23.23.14 | #26 |
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Ciao Irene:
ho letto il libro di Propp moltissimi anni fa e non lo ricordo benissimo ma alla luce delle mie conoscenze attuali non sono molto d'accordo nell'interpretare le fiabe come "surrogato" dei riti di iniziazione. Non si spiegherebbe in questo caso la presenza di fiabe similissime alle nostre in culture dove i riti di iniziazione sono ancora praticati. Secondo me rappresentano molto di più. Anche la dove il riferimento alla prova iniziatica è chiarissimo essa è solamente una fase della fiaba. un bacione Paola |
17-03-2003, 12.25.01 | #27 |
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Le favole...sì, sì le favole... poeticissime, sognanti, colorate, musicali, crudeli. Le mie preferite... Il mago di Oz con Dorothy e le sue scarpette rosse su quel sentiero...alla ricerca di se stessa, alla ricerca di qualcosa che ha perduto. La regina delle nevi..con l'austera donna (fondamentalmente sola) e quella lacrima di Gerda che caduta sul cuore d Kay...lo "trasforma"... Nevina e fiordaprile...creatura condannata a vivere in luoghi freddi per non sciogliersi sotto i raggi solari... Le favole incantano, ma sono crudeli, richiamano spesso e volentieri alla mente il noir della realtà. Fiabeschi Saluti...Ossidiana |
17-03-2003, 12.54.52 | #28 | |
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Re: E a proposito dei rituali di iniziazione...
Citazione:
Beh... la sigla sta per Advanced Dungeons & Dragons, e raggruppa una serie quasi illimitata di giochi di ruolo da tavolo, diffusissimi tra i ragazzini statunitensi. Si crea una storia comune, seguendo un pattern prestabilito e impersonando alcuni personaggi con stili, caratteri, caratteristiche diverse. Il gioco comprende la figura di un Master (una sorta di dio, o super-personaggio) che funge da motore della narrazione, determina gli eventi decisivi e ri-orienta la storia in caso di insabbiamento. Gli elementi di casualità sono affidati al lancio dei dadi (sono dadi particolari, spesso con più di sei facce). Le regole generali, le statistiche di gioco, le modalità di interazione e quant'altro sono codificate in un manualone ciclopico. La preparazione stessa di una seduta di gioco richiede a volte una giornata intera... Recentemente le cose sono state semplificate grazie all'uso dei computer. Esiste il "porting" di molte avventure AD&D anche in versione PC (è famosa la serie di The Eye of Beholder), tanto che spesso gioco di ruolo su schermo (RPG) e AD&D sono diventati sinonimi. Molte avventure grafiche, poi, utilizzano il sistema di determinazione di casualità di AD&D o si ispirano ad esso: si veda, per esempio, la serie di Ultima, arrivata alla nona uscita (se non sbaglio). In Italia, a parte le versioni informatiche, non c'è molta risonanza di questo fenomeno. Ho saputo però che da qualche parte, a Roma, si giochicchia ancora con il vecchio sistema dei dadi e il tabellone... è quasi commovente vedere che c'è ancora qualcuno che al piattume delle partite di calcio domenicali (absit iniuria verbis) preferisce un'immersione full time nella fiction di un mondo di sogno e fantasia. |
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18-03-2003, 20.02.36 | #29 |
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Ciao Fragola,ciao Gwydjon,ciao Ossidiana...E ciao a tutti.
E' vero,le fiabe non sono solo un "precipitato" letterario di riti iniziatici ancestrali.
Sono anche relazione,rapporto,comunicazio ne,gioco,terapia,educazione alla Bellezza e alla Creatività...Che,per dirla con Gianni Rodari,è sinonimo di "pensiero divergente",cioè capace di rompere continuamente gli schemi dell'esperienza.L'immaginazion e del bambino,attivata dalle fiabe "applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell'esperienza che sfideranno il suo intervento creativo.Le fiabe servono alla matematica...alla poesia...alla musica...all'utopia...all'impe gno politico...Servono all'uomo completo,non solo al fantasticatore.Servono proprio perchè,in apparenza,non servono a niente."(G.Rodari-Grammatica della Fantasia) La Regina delle Nevi. Una delle fiabe che più amo. Sono sempre stata perfettamente a mio agio nel mondo lunare e opalescente di Andersen...Che peraltro,oggi -leggo da varie parti-è molto controverso.Le sue fiabe indurrebbero depressione infantile e altre patologie dell'anima,in quanto riconducibili a una personalità dai tratti marcatamente sadici...Non so che dire,in effetti se ripenso alla Sirenetta,o alla Piccola Fiammiferaia ...forse qualcosa di vero in queste teorie c'è... Ultima modifica di irene : 18-03-2003 alle ore 20.05.21. |
25-04-2003, 19.43.13 | #30 |
Ospite abituale
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A Gwydjon. E Irene
Dubito che una favola non abbia una necessità: probabilmente è piú nascosta di quel che sembra. E servono a crescere molto piú e piú velocemente di quel che si crede: ma, paradosso, piú agli adulti che ai bambini, piú a noi che ai nostri (vostri) figli. Credo sia proprio una crescita nel senso piú comune, ma anche "tornare a casa", come giustamente dice Irene. Le fiabe sono i miti, la stessa cosa: è cambiato l'atteggiamento della società nei loro confronti (almeno della nostra). Cosa c'è fuori a volte e cattivo e a volte è buono, tu hai gli strumenti e se ti comporti bene vieni premiato: è sempre il tentativo di insegnare che ad una determinata azione corrisponde una conseguenza: è l'uomo della pietra che cerca di metter in relazione le pietre a punta e il mammuth morto. Ma tutto questo non vogliamo saperlo troppo: siamo qui per le fiabe. Non per spiegarcele. Ho passato gli ultimi dodici anni a giocare ad AD&D (con la & che sembra un drago), e il post di Gwidjon mi ha fatto venire un'idea: scriviamo una fiaba? Mi basta l'appoggio di una sola persona e si inizia. Dite di sí (già sono tornato bambino). Se non siete d'accordo almeno trascrivetene qualcuna come ha fatto Fragola (grande idea, ma non mi è piaciuta la fiaba). Un seuggerimento: leggete Sandman, è un fumetto, ma non per questo è per bambini (mi sa che queste precisazioni proprio a voi non dovrei farle); specialmente i numeri e le saghe verso la fine. A presto!! |