Riflessioni dal web Indice
Animismo e società
(prima parte)
di Antoine Fratini
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Dobbiamo tenere d’occhio questo insieme di forze negative che albergano dentro di noi per poter eventualmente combatterle e gestire al meglio. Questo non significa, ovviamente, fare l'elogio del Male, ma, come Freud ebbe a scrivere più volte ricorrendo ad altri termini, accettare i propri limiti, non commettere più il grave errore di vivere al di sopra delle proprie capacità morali. Essere consapevoli della propria Ombra significa trovare un modo per vivere queste forze negative al proprio interno, affrontandone e superandone il conflitto con l’apporto di soluzioni personali. Un numero molto elevato di persone di ogni ceto sociale rifugge ancora da tale confronto e preferisce vivere all'oscuro di queste problematiche. Ma l’Ombra trama sempre per prendere la propria rivincita.
Noi moderni nutriamo la convinzione quasi assoluta di vivere nel migliore mondo possibile, che il nostro tipo di società improntata al capitalismo e quindi allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sull'ambiente, sia tutto sommato il migliore e l'unico possibile. Diversamente, ogni altra alternativa non farebbe che portarci a regredire verso le atrocità sociali del passato con le sue schiavitù, le sue disproporzioni sociali, le sue incessanti guerre, le sue inquisizioni, le sue ingiustizie, la sua debolezza strutturale e tecnologica… Ma proprio l'assolutismo di questa nostra convinzione dovrebbe farci riflettere. Appare evidente la difficoltà (per non dire l’impossibilità) di tale autocritica. Se la nostra società fosse un individuo, a questo punto scatterebbero i sintomi a cercare di attirare la sua attenzione verso il problema. Per questo sostengo che il terrorismo da una parte, in quanto "guerra di nemici invisibili", e i disastri ecologici dall'altra, formano il contrappunto allo specchio dell'Occidente. Anzi, possono essere propriamente considerati come due dei maggiori elementi costitutivi attuali dell'Ombra dell'Occidente. Qualcuno affermerà che si tratta di mere divagazioni da psicanalista, di reazioni emotive di paura imputabili alla drammaticità dei fatti del presente, tutt’al più di una semplice interpretazione vanificata alla base dal fatto che la società non è un individuo, ma una realtà più complessa ecc. E queste critiche non sarebbero che alcune delle tante possibili negazioni del Reale. In realtà la società non è semplicemente una nostra astrazione, è costituita da individui che mediante la cultura si influenzano e contagiano a vicenda. In questa nostra società moderna, l’economia (che non corrisponde sinceramente al danaro, essendo quel fattore che influenza ogni nostro pensiero e comportamento, il che è perfettamente dimostrabile) si pone al di sopra di tutti gli altri fattori, i quali rimangono nei suoi confronti in un rapporto di subordinazione. Persino i film del genere catastrofico, come per esempio il recente "The day after tomorrow", sono da un certo punto di vista una dimostrazione del fatto che persino l'imminente disastro ambientale non sfugge alle leggi del mercato, alla logica dei botteghini: se ne può parlare a patto che renda!
L'immaginazione di scrittori e artisti in questo secolo è stata molto ricca e mai come prima in passato i loro prodotti creativi hanno dato luce ad anticipazioni sociali così negative o addirittura catastrofiche. Mentre nell'Ottocento un Jule Verne anticipava a suo modo le straordinarie conquiste dell'uomo, siamo arrivati ora alle anticipazioni catastrofiche "alla Blade runner". Come non ricordare a tale proposito il libro "1984" dello scrittore Georges Orwell e il film "THX 1138" del regista Georges Lucas che narrano di una società ambientata in un prossimo futuro, dove l'uomo è prigioniero di macchine-robot e schiavizzato dalla chimica e dai mezzi di informazione. Tali prodotti vengono giustamente definiti "di anticipazione" in quanto contengono molte intuizioni realistiche su di un possibile futuro e risultano solo in parte fantasiosi. Non c'è assolutamente da sottovalutare il significato prospettico legato a queste produzioni dell'immaginazione umana in quanto si basano in alto grado su segnali consci ed inconsci percepiti dai loro autori. Se è vero che, come non mancava di sottolineare Jung, l'inconscio è sempre un po' più avanti rispetto alla coscienza, in quanto non condizionato dai limiti spazio temporali che formano il dominio della ragione, allora dovrebbe essere per tutti noi doveroso preoccuparci di questi segnali e attivarci in tempo onde evitare la concretizzazione di tali catastrofi. Prendere sul serio questi segnali significherebbe però rimetterci profondamente in questione e questo, come si sa, lo si fa in genere solo quando si è obbligati dagli eventi. Di nuovo, risulterà particolarmente utile e illuminante pensare alla società come ad un individuo nevrotico. Oggi gli psicofarmaci e le tecniche psicoterapeutiche permettono ai nevrotici di evitare di rimettersi profondamente in questione e di proseguire con il loro solito stile di vita. Viene da chiedersi allora, proseguendo il nostro paragone, quali siano i farmaci e le tecniche che permettono alla nostra società di proseguire nel proprio atteggiamento autodistruttivo globale. A mio avviso è fin troppo chiaro che l’unilateralità patogena maggiore è la credenza nel dio Economia, nell'idea che i soldi e la ricchezza materiale siano il bene supremo, la panacea di ogni male, la meta superiore da raggiungere per ottenere finalmente la felicità. Se pensate che io stia esagerando e che in realtà nessuno ragiona in quel modo, vi lascio fare il conteggio delle ore che dedicate quotidianamente alla ricerca del guadagno. L'operazione è piuttosto facile: lavoro, straordinari, risparmio, investimenti finanziari...
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