Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
La medicina dimensionale
ottobre 2011
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Quella che segue è la prima parte di un articolo che vedrà come tema il motivo - e l’ipotesi del suo superamento - per cui l’Ayurveda, come la maggior parte dei sistemi medici e conoscitivi orientali, non gode della giusta ufficialità a livello clinico.
L’ho fatto per lo Yoga, ho continuato con l’Agopuntura e l’IChing e adesso, come per completare una parentesi che, credo, rimarrà aperta per sempre, ho voluto, quasi dovuto, avvicinarmi all’Ayurveda.
Ho letto e appreso i suoi fondamentali e da questo primo approccio ho capito di essere al cospetto di un paradigma conoscitivo che, pur mantenendo al centro delle sue priorità un sistema medico curativo millenario, eco-compatibile e perfettamente integrato nella fisiologia umana, terrestre e universale, è in grado di trasformarsi in una vera filosofia di vita, capace di spiegare non solo la nascita del corpo umano ed il suo funzionamento, ma persino la nascita dell’Universo e del suo divenire. Un cosmo nel quale l’uomo è visto come l’inevitabile figlio frattale di una fisiologia chiaramente speculare.
E’, quindi, questo aspetto “cosmico” la vera matrice sulla quale verterà il mio scrivere, poiché, esattamente come per i sopra citati sistemi conoscitivi orientali, anche in questo caso io sostengo che ci sono gli estremi per poter dichiarare quel che segue:
“l’Ayurveda è uno dei tanti figli millenari sparsi ovunque nel tempo e nelle civiltà appartenenti ad un'unica matrice conoscitiva omnicomprensiva, che da alcuni anni ho definito: OTTAVA”.
Infatti, da tempo io scrivo e affermo che ogni forma di antico sapere, presente sul nostro pianeta, è solo formalmente differente, ma sostanzialmente si tratta di un’interpretazione della stessa matrice.
Per quanto riguarda il sistema curante dell’Ayurveda, infatti, come negli altri casi che ho affrontato, la mancata accettazione da parte della medicina ufficiale, è dovuta principalmente alla presunta mancata corrispondenza psico-fisica fra anatomia vedica ed anatomia occidentale.
Quindi, la domanda che mi pongo ed alla quale voglio dare risposta è:
"Perché esistono sulla Terra più anatomie umane e conseguenti interpretazioni?"
La risposta che fin da ora propongo, impegnandomi ad argomentarla, è la seguente:
”esiste un’anatomia dimensionalmente “altra”, dotata di una conseguente fisiologia emozionale, in grado di presiedere, allo stesso modo, sia i processi universali che quelli umani“.
Inoltre, le matrice sistemica alla quale mi riferisco, in occidente - lo stesso occidente che accetta con diffidenza le innumerevoli applicazioni Ayurvediche, pur utilizzandole sempre più - per millenni, è stata l’ispiratrice nascosta di un’enorme mole di capolavori pittorici, matematici, musicali, tecnici e costruttivi, nonché base simbolica-spirituale e matrice filosofica, dalle caratteristiche immanentiste e panpsichiche.
Ciò premesso, credo sia il caso di iniziare.
Struttura Creante
Non credo di sbagliare se dico che la terminologia AYURVEDA possa essere suddivisa in:
“AYUS = VITA e VEDA = CONOSCENZA”
In tale contesto, secondo il Charaka Samhita, (il primo testo, millenario, che si occupa dell’Ayurveda), Ayus è una combinazione di Panchamahabhuta e Jiva.
Secondo il testo suddetto, l’Ayurveda è sostanzialmente una filosofia omnicomprensiva in grado di trattare non solo la nascita del corpo e dell’”anima umana”, ma la tecnologia attraverso la quale l’Universo ha avuto modo di concretizzarsi.
Ci troviamo di fronte ad una scienza dalle caratteristiche spirituali e la cosa sostanzialmente innovativa, è rappresentata dal fatto che, per la prima volta, la “scienza” in questione si occupa - attraverso il Karma ed il relativo Samskara - dell’uomo, non dalla sua nascita fisica, ma dal primo momento in cui il suo “soffio vitale“ appare in questa realtà terrestre.
Senza dilungarmi sulle conseguenze karmiche di alcune malattie umane e del modo con cui esse vengono trattate in tale contesto, secondo il quale, alla morte, i Prana rientrano nei Panchamahabutha. Successivamente, il Jiva entrerà in un nuovo corpo, generando una nuova esistenza, che sarà la somma di Panchamahabutha, Atman e dei Samskara delle vite precedenti.
Ho appreso inoltre che per Jiva, si intende: l’Essere Vivente Individuale (qualsiasi esso sia) e contestualmente la sua Essenza Immortale, che contiene:
-
l’Atman (o Soffio Vitale presente in ogni essere,
-
il Samskara, inteso come somma di tutti i karma o azioni delle passate vite ed infine
-
il Panchamahabutha dalla quintuplice composizione rappresentata da:
-
Akasha (etere),
-
Vayu ( aria),
-
Teya ( fuoco)
-
Jala o Apas (acqua ) e
-
Prithivi (terra).
-
Sempre secondo l’antica conoscenza Vedica, tutto l’Universo è creato e costituito dai summenzionati 5 elementi, ed ogni attività della creazione dipende completamente da essi e dalle loro permutazioni. Permutazioni responsabili del conseguente Karma e Samskara galattico.
Uomo e Cosmo verteranno, quindi, la loro esistenza e creazione sugli stessi principi plasmanti.
A questo punto, vorrei proporre un parallelismo vedico-mesopotamico mai tentato, ma sicuramente necessario alla luce dei miei studi.
La Lista Vedica
Poche parole per descrivere un ritrovamento archeologico del secolo scorso ad opera di una missione inglese presso l’attuale zona di Bassora in Iraq. Missione durante la quale venne ritrovato un prisma in pietra che oggi porta il nome del suo scopritore, Weld Blundell, che è passato alla storia per gli eccezionali ed inspiegati periodi regnanti di re mesopotamici, raccolti in una lista. Ciò che segue è la traduzione dei caratteri cuneiformi, incisi sul “Prisma di Blundell”.
Lista sumera dei re
Dopo la discesa della regalità dai cieli,
La regalità fu a Eridu,
In Eridu Alulim divenne re,
Egli regnò per 28800 anni.
Alalgar regnò per 36000 anni.
"Due" re;
Essi regnarono per 64800 anni.
Poi Eridu cadde
E la regalità fu spostata a Bad-Tibira
Divenne re a Bad-Tibira Enmenluanna;
Egli regnò per 43200 anni.
Enmengalanna regnò per 28800 anni.
Dumuzi il pastore regnò per 36000 anni.
"Tre" re essi regnarono 108000 anni.
Bad-ti-bira cadde
E la regalità fu spostata a Larak.
A Larak, Ensipadzidanna regnò 28800 anni.
"Un" re ……. Egli regnò per 28800 anni.
Larak cadde
E la regalità fu spostata a Sippar.
A Sippar Enmeduranna divenne re
E governò per 21000 anni
Poi Sippar cadde
E la regalità fu spostata a Shuruppak.
Ubaratutu divenne re, egli governò per 18600 anni
"Un" re …….. egli governò per 18600 anni.
In "Cinque" città “Otto”re,
essi regnarono per” 241200” anni,
Poi il Diluvio “travolse tutto”.
Ora, seguendo il filo analogico che da sempre accompagna i miei studi, vorrei sostituire alcuni termini presenti nella lista, con altri, utilizzati dal sapere vedico.
Quindi:
la regalità diviene: l’Ayus;
le 5 Città: la quintuplice composizione del Panchamahabutha;
gli Otto Re: il soffio vitale o Atman;
la somma dei periodi regnanti: il Samskara;
l’insieme dei Tre aspetti mesopotamici (città, re e regni): il Jiva.
Le sostituzioni, che a questo punto potrebbero apparire piuttosto arbitrarie, vorrei fossero esaminate e giudicate alla luce dei prossimi capitoli.
Il primo di essi tratta il sistema dei Panchamahabutha attraverso una luce piuttosto… platonica.
Cinque e Basta
Spero vi chiederete perché, due testimonianze millenarie come i Veda e la Lista, condividono un riferimento numerico ben preciso come il 5 e, soprattutto, spero vi chiediate perché lo stesso riferimento sia allo stesso tempo costituito da “Elementi”, nei Veda e da “Città”, nella Lista.
Per rispondere a questa domanda devo fare riferimento ad un insieme di solidi, in occidente definiti Platonici, i quali erano sostanzialmente conosciuti da ogni tipo di antica civiltà, compresa quella Vedica.
Per motivare il mio riferimento devo ricorrere ad una scienza semiufficiale chiamata Cimatica, la quale si è avvalsa, nel tempo, delle capacità di valentissimi studiosi - a partire da Leonardo da Vinci, per arrivare al famoso Hans Jenny - per poter stabilire quale sia il rapporto esistente fra Suono e Forma.
Ebbene, oggi sappiamo che, in qualche modo, il Suono è in grado di interagire sulla materia modificandola spesso attraverso forme geometriche ben precise. All’uopo vorrei citare un esperimento molto semplice eseguito dal benemerito professore universitario, nonché architetto, filososfo e scopritore, Richard Buckminster Fuller. (Le cupole geodetiche composte da tanti triangoli rettangoli sono una sua scoperta ed a lui è stata intitolata la composita molecola di carbonio: il Fullerene).
Ebbene, Mr. Fuller, per spiegare alle sue “matricole” il potere del Suono sulla materia, faceva una piccola dimostrazione. Prendeva un semplicissimo palloncino bianco lo gonfiava e lo intingeva in una vernice piuttosto densa, quindi lo poneva all’interno di uno spazio dove delle “casse” musicali emanavano una frequenza sonora ben precisa.
Faceva quindi notare che sulla superficie del piccolo oggetto sferico, prima apparivano dei puntini e, nel giro di pochi secondi, delle linee in grado di unirli.
La summa di tale composizione spesso era costituita da un insieme di forme geometriche che potremmo definire: platoniche.
Ebbene i 5 elementi vedici secondo me, non solo altro che l’emanazione ultima dei 5 solidi platonici.
A questo punto nella Lista Sumera dei Re i periodi regnanti potrebbero rappresentare, passatemi il termine, delle frequenze ben precise, destinate a diventare le 5 città o i solidi platonicidove governarono i re.
Di conseguenza, il Prisma di Blundell contiene, sostanzialmente, la descrizione di un evento Cimatico, che definirei dimensionale, le cui “conseguenze”, vanno a ripercuotersi sulla nascita della materia, attraverso le sue forme.
La triplice sostituzione rappresentata da: Panchamahabutha, Atman e Samskara, permette di apprezzare le “conseguenze” di cui sopra, anche sotto il punto di vista Vedico, ma nel caso specifico, la vera differenza è costituita dal fatto che ai numeri della Lista, gli OTTO re, le loro frequenze ed i 241200 anni della somma regnante, vengono contrapposti concetti filosofici come: Atman, Karma ed il conseguente Samskara ed aggiungerei…… a ragione!
Le vite degli OTTO Re, infatti, non potrebbero intendersi come la presenza di un Karma, inizialmente numerico, che si consuma sommandosi in Città, Solidi o Panchamahabutha ben precisi?
In tal caso l’evento Cimatico da me ipotizzato nella Lista, trova, nella descrizione Vedica, un ulteriore spiegazione, poiché viene arricchita da un aspetto psico-emozionale.
Pertanto, avremo che il tipo di creazione di cui stiamo parlando è un connubio karmico di emozioni–eventi, in grado di diventare materia attraverso le forme dell’Universo.
Ciò vorrebbe dire che, non solo la materia ha un’anima o Atman, ma addirittura una storia emozionale e di conseguenza, l’Universo deve essere considerato come un insieme di Forma, Materia, Emozioni ed Eventi, esattamente come un essere umano.
E non dicono forse questo i Veda?
A conferma di ciò vorrei spiegare perché, secondo me, nulla nell’Universo come nell’uomo, può muoversi o avvenire, se non attraverso le permutazioni dei Panchamahabutha e vorrei farlo sfruttando un particolare sempre appartenente alla Lista.
Essa, infatti, somma le varie frequenze ed un processo simile riguarda chiaramente anche i corrispettivi Panchamahabutha platonici, i quali devono essere immaginati fusi, o uniti, in un unico apparato geometrico tenuto insieme da quei 241200 anni, che, chiaramente, nulla hanno a che fare con il tempo.
Ora, penso sia il caso di immaginare un evento dimensionale molto simile al nostro Big Bang, in grado di polverizzare tale momento geometrico e trasformarlo in miliardi di galassie, relative stelle e pianeti.
In tal caso, considerando l’iniziale matrice mesopotamico-vedica, a quale legge, schema o sistema, dovrebbe obbedire il Creato?
Per rispondere a questa domanda è necessario uno zodiaco famoso in tutto il mondo con il nome di: Zodiaco di Dendera.
La Precessione Karmica
Quella che osservate è una visione cosmologica egizia di 2000 anni fa.
Tralasciando la storia piuttosto affascinante del reperto, custodito oggi al Louvre, vorrei sottolineare come, in questa immagine, la somma della Lista …..prende vita.
Osserviamo gli Esseri posti all’esterno della sfera celeste che contiene un numero ben preciso di corpi stellari e non: sono 12 ed attraverso le loro 24 braccia - 1\3 e 2\3 di 36 - come enormi atlanti, sostengono, o sarebbe meglio dire, propizieranno il contenuto.
Un contenuto numericamente costituito da 72 corpi celesti piuttosto animici.
Ora, se sommiamo la somma mesopotamica, otteniamo 36 unità che, moltiplicate per le 72 presenze stellari ci permettono di intuire il motivo per cui nulla, nell’universo, accade se non grazie alle permutazioni geometriche dei 5 Panchamahabutha.
Il risultato di tale moltiplicazione è infatti: 2592 e, come molti sapranno, si tratta di un chiaro riferimento ad un fenomeno assiale che la scienza ritiene essere …solo terrestre.
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