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Spunti di Riflessione

di Marco Biagioli


Parlare di soldi per confrontarsi sulla vita

 

L'aumento della ricchezza fa crescere anche la potenza del nostro “motore”: serve un corso di “guida sicura” per percorrere la bella strada della felicità.

 

“Cimentatevi nel definire il denaro e vi troverete in mezzo a mille difficoltà. Volete consultare chi si occupa di economia? Auguri. Chi lo ha fatto ha capito che anche loro, soprattutto i più bravi e intelligenti, sono oggi in serie difficoltà teoriche” C. Sini. Dice Keynes: “l'importanza dei soldi deriva essenzialmente dall'essere un legame fra il presente e il futuro”. Per Simmel il denaro è: ” il valore della cosa senza la cosa stessa”. Può parlare del tema un uomo che se ne intende: ”probabilmente voi penserete che essere ricchi come me è una gran bella cosa, e vi dirò la verità? Non è poi così brutto. Ma il fatto è che... mangiare gli stessi hamburger che mangiate voi..... io magari vado a mangiare da McDonald's un po’ più spesso perchè ne sono il proprietario e quando esco... torno a casa in jet privato” W. Buffet.

Denarius, la più celebre moneta romana d 'argento, è il termine da cui deriva denaro, vi è presente la radice decem – dieci - che esprime un valore di dieci volte un asse, da cui asse ereditario. In Grecia troviamo cheremata, dalla radice del verbo chraomai, che indica ciò di cui si ha bisogno; non a caso “niente di troppo” recita il saggio oracolo di Delfi.

Parlare di moneta significa riferirsi al tempio di Iuno Moneta, luogo sacro in cui era situata la zecca romana. Pagare deriva invece da pacare, che ha origine da pax e vuol dire “pacificare”, calmare il creditore. La parola patrimonio, inteso come beni e valore della ricchezza, contiene la radice di pater. Matrimonio, il legame con cui si stabilisce una famiglia, contiene invece la radice mater. Due termini, due figure, due ruoli. In alcune tribù africane il matrimonio avviene dopo che il padre della sposa ha dato un patrimonio al marito. Sovente di tratta di una mucca, talora di pecore. Dunque di pecunia.

In Lidia compare la prima moneta con il suo gemello: il mercato. Quindi fanno la loro apparizione la filosofia, la scienza, l'economia, la polis, la democrazia, la personalità, il lavoro individuale, la povertà individuale: la solitudine dell'uomo. “Nella situazione tribale la sorte economica era stata collettiva non individuale... la produzione e la distribuzione dei beni materiali erano incorporate in relazioni sociali che non avevano natura economica” Polanyi. Ancora ai tempi di Omero appartenere al gruppo significava non doversi preoccupare per il mangiare e il non appartenere il suo contrario. Quest'ultima doveva essere una cosa vergognosa che riguardava esclusivamente il forestiero, l'esule. Adesso poteva essere di tutti.

“L'antecedente del commercio non è stato il baratto ma il potlach” Mauss. Per tantissimo tempo l'umanità ha speso totalmente la ricchezza, non ha concepito l'accumulo; l'esatto contrario del nostro sistema economico. “Il potlach... distrugge quel sovrappiù che, se aumentasse, finirebbe col pesare in maniera fatale sulla società perché tradurrebbe le disuguaglianze naturali in privilegi sociali e quindi in potenza...” a parlare è Galimberti, che prosegue citando di nuovo Mauss: “per i primitivi le merci non sono cose , ma - fatti sociali totali -”.

“Non è il denaro ad essere diabolico, ma l'uso che ne facciamo quando lo usiamo per conquistare la vita dell'altro” C. Sini. La ricerca per realizzare denaro, infatti, mette in moto il nostro talento e le nostre risorse. Nell'antichità il talento designava una moneta greca ma finì per significare “dote naturale”, abilità personale. Il denaro arrivò ad essere il simbolo archetipico del “valore”; nella conquista per il denaro, l'individuo realizza i propri “talenti” e realizza se stesso come persona di valore. Ma oggi il denaro, secondo lo psichiatra Andreoli, condiziona la salute della mente che invece dipende dalle relazioni, dagli incontri, dalle esperienze. Ricorda il ruolo di una madre per un bambino, con quel legame continuo, presente anche nella sua assenza, che permea la fantasia e i sogni. Così il denaro deve essere un risolutore di problemi e non deve indurre esigenze che fanno saltare l'equilibrio della mente, disturbando le relazioni fra gli uomini e la vita della società. “L'universalità della sua qualità è l'onnipotenza del suo essere” Marx. J Sareendel ha dimostrato che le cattive condizioni economiche rischiano di far “ammalare mentalmente” la persona, ribaltando un noto paradigma dello psichiatra. Sono le pressioni sociali legate al denaro a portare spesso la persona alla delusione, all'ansia. È A. Giannini, uno dei fondatori di Bank of America, a parlare della necessità di non andare in cura dallo psichiatra, per cui una persona non doveva possedere più di mezzo milione di dollari. Anche Keynes nomina lo psichiatra nelle sue prospettive economiche per i nostri nipoti: “l'amore per il denaro come possesso - da distinguere dall'amore per il denaro come mezzo per ottenere le gioie e sperimentare la realtà della vita - sarà riconosciuto per ciò che è: un fatto morboso leggermente ripugnante, una di quelle propensioni per metà criminali, per metà patologiche di cui si affida la cura agli specialisti di malattie mentali”. La ricchezza non impediva a Seneca di affermare l'indipendenza morale ed intellettuale del saggio che lo rende signore anche del denaro. Il saggio possiede il denaro, gli altri sono posseduti dal denaro. “Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai... tutto ciò che l'economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza...” Marx. Ecco come ne parla Osho: “Coloro che non riescono ad amare la persona, cominciano ad amare il denaro, perché il denaro è un mezzo per possedere le cose. Più denaro hai, più cose puoi possedere... più sei in grado di dimenticare la persona... La gente che ama gli oggetti diventa simile a un oggetto spento, chiuso. In loro non vibra nulla, niente danza né canta in loro... vivono una vita meccanica. Si trascinano stancamente... appesantiti da molti oggetti, ma non hanno nessuna libertà...”. “Sono un milionario. Questa è la mia religione” GB Shaw.

In diverse zone del mondo ed in diversi momenti alcuni individui hanno deciso di vivere senza soldi, essere, una filosofia di vita che ricorda le parole di Kant: ”non siamo ricchi in base a ciò che possediamo, ma in base a ciò che possiamo fare senza possedere nulla”. “L'avversità restituisce agli uomini tutte le virtù che la prosperità toglie loro” E. Delacroix. Cosa faresti della tua vita se non avessi problemi di denaro? Introduciamo allora con A. Camus un tema: “sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comincia l'eccesso dei beni”. Ecco che la partita si allarga verso la nostra libertà di scelta e l'uso del nostro tempo. Già Saffo avvisava: “la ricchezza senza virtù è un vicino pericoloso”. Emerge con potenza quanto sia importante l'educazione ed il valore della consapevolezza; “tutto ciò che ha un prezzo, ha poco valore” Nietzsche. La virtù non nasce dalla ricchezza, disse Socrate, ma dalla virtù nasce la ricchezza e tutti gli altri beni per l'uomo. I famosi salvadanai per i bambini sono cose che in potenza possono essere pericolose secondo la Ginzburg perché: “non dovremmo insegnare a risparmiare ai bambini...dare loro spesso un po’ di denaro ...sollecitandoli a spendere subito... seguendo un momentaneo capriccio. Compreranno qualche minutaglia, che dimenticheranno subito, come dimenticheranno subito il denaro speso così in fretta senza riflettere e al quale non si sono affezionati... rimarranno un po’ delusi, ma dimenticheranno rapidamente sia quella delusione e le minutaglie, sia il denaro; anzi assoceranno il denaro a qualcosa di momentaneo e stupido; e penseranno che il denaro è stupido, com’è giusto nell’infanzia pensare... Più tardi si parlerà del denaro familiare... il segreto dell’educazione sta nell’indovinare i tempi …la vera difesa dalla ricchezza è l’indifferenza al denaro.”

La potenza dell'informazione moderna ha assunto un ruolo, importante rispetto al tempo in cui: “... le vecchie generazioni giungevano a mettere da parte denaro solo per le disgrazie ... vivevano sempre al minimo” V. Andreoli. Oggi, con Keynes citato da Latuoche: “la pubblicità è un mezzo studiato par rendervi scontenti di ciò che avete e farvi desiderare ciò che non avete”. Ecco che la creazione di bisogni indotti attraverso modelli e spot e l'impossibilità per molti di soddisfarli, genera spesso reazioni violente di frustrazione: un debito di violenza.

Le relazioni tra reddito e felicità non sono lineari bensì curvilinee: ad un aumento del reddito corrisponde un aumento della felicità solo nelle fasce più povere della popolazione. In economia, ad elevati livelli di entrate, le relazioni tendono ad essere deboli o nulle. I soldi fanno una grande differenza quando vengono spesi per mangiare o ripararsi ma non quando vengono utilizzati per una seconda macchina o gioielli. L'effetto piacevole di uno stimolo è meno importante se questo stimolo viene ripetuto in modo frequente e costante. Tale processo di adattamento porta la persona ad aumentare le proprie aspirazioni. M. Tatzel ha verificato che oltre 56.000 euro di reddito si comincia a fare i conti con lo stress, preoccupazioni e debiti. Si sprecano tempo, risorse ambientali ed energie per diventare ancora più ricchi, sacrificando aspetti più appaganti della vita come le relazioni familiari, le amicizie e gli interessi personali oltre il lavoro. La persona è più soddisfatta nel fare le cose piuttosto che possederle.

Il paradosso di Easterlin, l'idea cioè che l'egoismo e l'avidità non siano i moventi principali delle scelte in economia, ci induce a riflettere sul nostro stile di vita: se raggiungere il benessere in economia non garantisce una vita “felice” - da uno studio di Nikerson, Schwarz, Diener, Kaneman - quali obiettivi è bene perseguire? Se il consumismo è una minaccia per il “benessere psicologico”, come è possibile essere felici in una società consumistica? Se “star bene” è inteso solo come stare meglio di qualcun altro in che modo si può essere felici senza danneggiare la felicità dell'altra persona?

Mai in passato è stata così importante la differenza di potenza della finanza sull'economia. “Tutte le perplessità...sorgono non tanto dai difetti della costituzione...quanto dall'assoluta ignoranza della natura della moneta, del credito e della circolazione” J. Adams padre fondatore degli stati uniti d’America. E. Pound ben sintetizza alcuni concetti: “... il denaro non è una merce, ma una convenzione sociale. Il lavoro non è una merce, ma fondamento della ricchezza ed il modo più logico di distribuire ricchezza è distribuire lavoro. Lo stato dispone del credito, non è quindi necessario che si indebiti”. “L'attività bancaria fu fecondata con l'ingiustizia e nacque nel peccato. I banchieri posseggono il mondo...” Sir J. S. Stamp, direttore della banca d 'Inghilterra negli anni venti, considerato a quel tempo la seconda persona più ricca d’Inghilterra.

Qualcosa però si sta muovendo come afferma il Kaneman:” la chiesa dell'economia ha ammesso nelle sue fila e persino premiato alcuni studiosi che in passato sarebbero stati bollati come eretici”. Tale eresia si chiama “economia della felicità” basata sullo studio attento di emozioni, relazioni, speranze: consapevolezza. E' positivo che i giovani, soprattutto se sono stati carenti di tempo a loro dedicato, di affetto continuativo e non saltuario mescolato con ansia, siano più sensibili al valore del tempo libero; quel tempo per sé che è una richiesta importante ed in crescita nei colloqui di lavoro.

Le neuroscienze hanno dimostrato che coltivare la felicità, come uno stato di gratitudine, di condivisione, di unità, di consapevolezza, come fosse un giardino interno, fa bene. Ecco le parole del filosofo M. Ferraris: ”la felicità richiede un oggetto, una persona, una speranza o anche un'idea ...non può essere un fatto puramente individuale ...la ricerca ossessiva della felicità è da annoverarsi fra le cause maggiori di infelicità”. Non ha senso provare a misurarla ma si possono riconoscere con precisione gli ostacoli che si frappongono fra noi e lei. Allora: +Soldi –Relazioni = Infelicità al quadrato?

Ogni persona ha un proprio modello di denaro e di intelligenza finanziaria nella mente. Questa è legata all'intelligenza emotiva, cioè alla consapevolezza e gestione delle emozioni nelle scelte riguardanti l'economia. Ci piaccia o no i soldi sono un argomento emotivo e molti di noi, in una civiltà del denaro sempre più virtuale, non riescono a pensarvi razionalmente. Invece è proprio questa importante qualità della mente che va ad influire enormemente sulla nostra vita. Il denaro è potenza, comprenderlo e capire come gestirlo è capire sé stessi; per viaggiare con consapevolezza sulla via che porta ad avere per essere.

 

Marco Biagioli - Dicembre 2016


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