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Marcel Mauss
Biografia
Marcel Mauss (1872 - 1950).
Nipote di Émile Durkheim, e suo allievo, Mauss con la sua vasta produzione ha toccato i punti più disparati della riflessione etnologica e sociologica. Pur essendo uno studioso da tavolino, al suo insegnamento si ispirarono direttamente alcuni tra i maggiori antropologi francesi della generazione successiva, come Marcel Griaule (1898-1956). Ma della sua opera sono debitori, oltre che l'antropologia economica e l'antropologia strutturale di Lévi-Strauss, una intera generazione di studiosi di varie discipline, da Marc Bloch a Georges Dumézil, da Roger Bastide a Lucien Fevre. Nel "Saggio sul sacrificio" e nella "Teoria generale della magia", ma soprattutto in "Essai sur le don" ("Saggio sul dono", comparso nella "Année sociologique", la prestigiosa rivista fondata da Durkheim, tra il 1923 e il 1924") Mauss sviluppò una teoria che servì a spiegare la ragione di alcuni fenomeni descritti e analizzati da Malinowski (in "Argonauts in Western Pacific", 1922). Malinowski aveva descritto una complessa pratica cerimoniale in uso nelle isole Trobriand, il "kula", una forma di scambio praticata da comunità stanziate su una trentina di isole disposte su un cerchio. Tra le isole partecipanti al "kula" circolavano due tipi di oggetti: collane di conchiglie rosse e braccialetti di conchiglie bianche. Le prime circolavano solo in senso orario, i secondi solo in senso contrario. Ne seguiva che gli oggtti appartenenti ad una categoria potevano essere scambiati solo con oggetti dell'altra categoria. Gli oggetti circolavano in continuazione, restando nelle mani del loro possessore solo per un periodo limitato di tempo. Gli oggetti venivano barattati nel corso di visite che gli abitanti delle isole si scambiavano periodicamente. Sia i preparativi per la partenza che le trattative e gli scambi avvenivano secondo rituali precisi. Il dono era un atto dovuto, così come dovuto era quello di accettarlo, e, in un tempo successivo prestabilito, quello di restituirlo, in una proporzione almeno eguale a quella del dono ricevuto.
Mauss "riconobbe alla base di quella operazione una struttura per la quale l'obbligo di dare, di ricevere e di restituire si fonda sopra la presenza supposta di una forza magica, il "mana", nell'oggetto donato" (Tullio-Altan, 1985).
La nozione di "Mana" risulta particolarmente complessa, poiché essa si riferisce ad una forza, ad un essere, ad un'azione, ad una qualità, ad uno stato. Sostanzialmente il "mana" è reinterpretato da Mauss come categoria del pensiero collettivo e come fondamento del pensiero magico. Nel caso della pratica cerimoniale "kula", il "mana" è una forza che ha un carattere benefico solo a condizione di venire nuovamente trasferita, direttamente o indirettamente, attraverso passaggi intermedi, al donatore originario. Se questa operazione viene interrotta, quella stessa forza magica, invece di esercitare una funzione benefica, si converte agli occhi degli operatori in una potente carica distruttiva nei confronti dell'inadempiente che l'ha trattenuta presso di sé assieme al dono. Tale complessa pratica possiede così un significato magico e al tempo stesso sociale, in quanto istituisce legami pacifici tra gruppi differenti, ma anche economico, poiché durante le visite gli scambi di tipo "kula" sono accompagnati da un commercio di tipo profano, mediante il quale vengono scambiati oggetti in possesso di un valore d'uso.
Questo articolato rapporto venne chiamato da Mauss "prestazione totale", e cioè un'operazione nella quale entrava in gioco l'insieme dei fattori costituenti la realtà di un gruppo umano nella sua organizzazione sociale. L'esempio "kula", rilevato nel Pacifico da Malinowski, venne comparato da Mauss ad altri fenomeni simili. Mauss riprese così il "potlàc", già descritto da Boas, in uso tra le tribù amerindiane del Nord-ovest. Il "potlàc" era una vera e propria gara tra esponenti di varie tribù che si sostanziava nell'offrire ai rappresentanti degli altri gruppi cibi pregiati e oggetti di valore, ostentando una generosità senza limiti, allo scopo di affermare il proprio prestigio sociale e stabilire una graduatoria nella distribuzione del potere politico e sociale fra i vari lignaggi. Il potlàc, secondo Mauss, rientrava tra le "prestazioni totali di tipo agonistico".
La comparazione tra diverse "prestazioni totali" indusse Mauss a formulare il concetto di "fatto sociale totale", intendendo con ciò quei momenti cruciali della realtà umana che, nel loro accadere, coinvolgevano la pluralità complessiva dei livelli sociali. Come ebbe modo di affermare Lévi-Strauss, che di Mauss si dichiarò apertamente discepolo, ciò che animava l'opera di Mauss, e il "Saggio sul dono" in modo particolare, era lo sforzo di comprendere la vita sociale come sistema di relazioni.
fonte: www.studioantropologico.it
Articoli presenti sul sito riguardanti Marcel Mauss:
Nella rubrica "Riflessioni in forma di conversazioni" di Doriano Fasoli: conversazione con la studiosa Mariapaola Fimiani (che insegna Filosofia morale all'Università di Salerno) sul suo libro: "L'arcaico e l'attuale. Lévy-Bruhl Mauss Foucault".
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