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08-06-2006, 22.27.07 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 212
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Una piccola notizia per Odissea:
Parli di russi e di slavi .... Russi sono i slavi i più importanti, hanno cominciato il movimento di panslavismo. Che cosa significa "slavo" ? I slavi si chiamano gli stessi slavi e vogliono dire: gente della lingua comune o della parola comune, e anche: gente che parla, perché i tedeschi non parlano (la stessa lingua) e si chiamano nelle lingue dei slavi: i non-parlanti (Niemcy). I slavi hanno amato troppo il canto e non abbastanza la guerra e allora la gente ha cominciata a chiamare i "servi" (nome latino per i schiavi) slavi, che è diventato più tardi schiavi. Spero di essere stata chiara. |
09-06-2006, 00.08.13 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-01-2006
Messaggi: 72
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per bomber:
L'unica differenza è che i romani conquistavano il mondo con la spada e tenevano uniti i popoli con le leggi.I barbari invece,popolazioni nomadi prive di qualunque nozione di agricoltura,si muovevano come branchi di cavallette e dopo aver rapinato e rubato tutto il possibile,si spostavano nuovamente senza aver nulla costruito e tutto distrutto. |
09-06-2006, 00.53.07 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
mah anche i barbari che era poi il siginficato di persona non di cittadinanza Romana erano anche loro agricoltori, in modo il popolo germanico coltivava diversi frutti e verdure, anche se non conoscevano bene processi raffinati come la rotazione dei campi ecc... Anzi nell'epoca romana le popolazioni nomade non erano la maggioranza. anche i galli, visigoti vandali avevano lavorazioni agricole, tessili ecc.... Certamente Roma aveva una marcia in più rispetto a tutti gli altri popoli assai meno impostati. Per il resto è abbastanza vero quello che dici ... |
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09-06-2006, 09.37.26 | #16 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-01-2006
Messaggi: 72
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per bomber:
Ciò che interessa è il fatto che non conoscendo le tecniche necessarie per sfruttare i campi , anche se poi li coltivavano come dici, essi finivano per inaridirli e deteriorarli,rendendoli improduttivi.Per questo non erano un popolo di agricoltori e per questo erano ''costretti'' a cambiare sempre la loro dimora. La loro attività principale era la caccia e la rapina,le loro dimore erano gli stessi cavalli sui quali dormivano,mangiavano(scaldando la carne tra la coscia e il dorso del cavallo),officiavano le loro ''Messe'',e dai quali si allontanavano solo per andare a trovare le loro mogli e figli nei carrozzoni che si tiravano dietro. Essi cominciarono ad essere ''sedentari'' quando giunti nel cuore dell'impero ed esaurita la loro sete di rapina (esigenza perfettamente naturale),iniziarono ad integrarsi con le popolazioni indigene civilizzate.Furono loro stessi a rendersi conto dell'inadeguatezza della loro struttura sociale e iniziarono,pur sempre in maniera sincopata,ad adottare quella romana. Tuttavia anche loro hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia di Roma:dalle desolate lande della svezia essi portarono nell'Impero ormai in agonia qualcosa che i Romani,ed in particolare gli antichi abitanti dell'urbe,avevano ormai dimenticato:l'arte della guerra.Il Romano,da Tiberio in poi,non è più il legionario brutalmente ignorante e analfabeta, anzi:afflosciato nei suoi salotti,abbandonandosi in pantagruelici banchetti,egli preferisce la disputa filosofica a quella sul campo di battaglia...e questo di fatto fu la sua rovina. |
09-06-2006, 13.52.51 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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State cadendo in una antichissima trappola: roma cadde per problemi interni o per la pressione esterna? O tutte e due? E se tutte e due, quale prevalente?
Stiamo ai fatti. Roma parte da un territorio limitatissimo (una città) e una popolazione risicata. Sottomette tutto il mondo allora consciuto. E crea la prima civiltà globale altamente integrata: le leggi erano quelle romane ma la cultura era il frutto dell'integrazione di tanti popoli diversi. Il risultato fu eccezionale e sorprendente, una vera "fuga in avanti" rispetto alle possibilità del tempo. Bsognerà attendere la rivoluzione industriale per vedere una ciiltà più avanzata. L'impero romano ebbe lunga vita (dal 146 a.c. al 476 d.c.) ma alla fine crollò abbastanza rapidamente (era ancora integro nel 400 d.c.). La civiltà fece molti passi indietro. Questa è l'apparenza. La sostanza è che Roma aveva creato una civiltà di dubbia vivibiltà soprattutto a causa di un vuoto spirituale spaventoso. L'accettare qualsiasi religione aveva significato rinunciare alla religione. L'impero romano era solo formalmente religioso ma nella sostanza era laico e materialista (un pò come accade ai nostri giorni con il cattolicesimo). L'egoismo dominava, al punto che l'esistenza scorreva in solitudine e alienazione in ateesa della morte. A Roma i prezzi delle case erano diventati insostenibili e la microcriminalità diffusissima. In questo scenario irrompe il cristianesimo con le sue promesse di vita comunitaria e le sue speranze di sopravvivvenza dopo la morte corporale. Le classi colte e cittadine voltano le spalle allo stato romano e abbracciano la nuova religione e con essa la speranza... |
09-06-2006, 15.32.51 | #19 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Citazione:
assolutamente io ci vedo una brutta somiglianza, non solo per ciò che riguarda l'attuale impoverimento di valori e fede. Attualmente si dice che il fenomeno dell'immigrazione non ha mai assunto dimensioni così rilevante, come oggi;mi domando se sia vero. Le invasioni barbariche furone diverse per modalità e caratteristiche (almeno, non ho mai visto orde di Pakistani girare per la città a cavallo, muniti di lance e spadoni) però forse qualcosa di simile c'è. Il fatto che l'impero d'oriente, più aperto ad affidare cariche pubbliche e ad integrare i popoli stranieri nelle strutture sociali, sia durato molti secoli di più....forse è qualcosa che dovrebbe farci riflettere. |
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09-06-2006, 16.15.26 | #20 |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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d'altronde ogni civilta(se la nostra la vogliamo chiamare tale) segue il suo corso e da un certo momento storico in poi discende fino a scomparire o meglio a trasformarsi in una "nuova"..per la come la vedo io il nostro medioevo si chiama globalizzazione
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