L’attesa di un tempo di pace sulla terra è un’
utopia che ha sempre accompagnato l’umanità nel suo cammino. In realtà la storia dell’uomo è segnata fin dalle origini dall’odio fratricida e della violenza.
Si usa dire che è la “prostituzione” il mestiere più antico del mondo, ma come possiamo vedere è constatare il mestiere più antico è la
guerra, infatti fin dall’inizio gli esseri umani non hanno fatto altro che uccidersi tra loro dai tempi in cui Caino uccise Abele, aprendo un dramma che è ben lontano dal vedere la parola fine. Quando è venuto il Figlio di Dio sulla terra, hanno ucciso anche Lui.
Il nostro pianeta è intriso di sangue e la storia degli uomini è quella delle loro guerre, sempre più frequenti e sempre più crudeli. Non dobbiamo meravigliarci perciò, che affiori nelle culture più diverse la nostalgia della pace, fino a diventare, nella Sacra Scrittura, una profezia divina che illumina il futuro dell’umanità: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Isaia 2, 4-5)
La nostra generazione è tuttavia giunta a un punto cruciale.
Le armi sempre più sofisticate hanno portato l’umanità sull’orlo dell’autodistruzione. Possedute da Nazioni grandi o piccole, ma non solo, anche le persone private sono in grado di approntare e di usare armi per una distruzione di massa. Questo è il fatto su cui assolutamente bisogna riflettere. Quello che oggi è forse solo una possibilità, molto presto potrebbe essere una realtà. Se si verificasse un attentato terroristico con
armi nucleari, tutto potrebbe accadere in poco tempo, anche la distruzione del pianeta o di una parte di esso.
La realtà supera di gran lunga la fantasia. Gli uomini stolti, senza un Dio e senza speranza presi dal demone dell’autodissolvimento, facciano pure l’ultimo brindisi e danzino la danza dei morti sulla nave in fiamme.
Ma chi si preoccupa della sorte del genere umano che cosa può fare in questa situazione?