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Vecchio 18-09-2006, 18.05.01   #11
Yam
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Originalmente inviato da Mirror
Scusami, ma questi sono giudizi, proiezioni, valutazioni ed interpretazioni del tutto personali, e fondamentalmente egoiche , sulla passività o meno delle qualità umane che altri esprimono.
Trovo che sia importante osservare soprattuto noi stessi... giudicare gli altri non porta lontano... sicuramente non avvicina alla Comprensione profonda.
Forse quei Maestri il cui operato o "distacco" oggi giudichi negativamente non li hai ben compresi. Chi lo sa? Perchè no?


Credo che tu su alcune cose sia ancora molto confuso, e mi riferisco proprio al nucleo della visione spirituale.
Se veramente qualcosa si e' compreso, allora si comprende anche che e' evidente che di spirituale non c'e' nulla in un Rimpoce o in un Guru che vive in una sontuosa dimora mentre fuori c'e' chi muore di fame.
E' tanto difficile capire questo? O ancora separi relativo da assoluto, pensando che tanto tutto e' sogno e illusione? Dato che so, per esperienza diretta dove quegli insegnamenti falliscono e che ho dovuto operare una correzione non da poco sulla pratica, so quello che dico.
Illusione magica si dice nel tantra e questa e' la manifestazione divina, per cui, e' sacra e dobbiamo rispondere ad ogni istanza della Vita, compresa la fame nel mondo....proprio perche' e' reale tanto quanto e' irreale, ossia non solo irreale, ma e' anche reale, tu stai li in mezzo, non di la nelle nuvole.
Una lettura attenta di insegnamenti come l'Advaita, il Buddismo e la discriminazione tra quei maestri che ne hanno realizzato il senso e quelli no, e' d'obbligo.
Li si vede qualcosa di interessante, ossia che quegli stati alterati di coscienza, che troppo facilmente vengono definiti illuminazione, siano in realta' molto diversi l'uno dall'altro e che qualcosa non funziona in molti casi.

(Quello che ancora non hai compreso e' come si arrivi ad uno stato in cui tutto scivola addosso.....ossia quando il Rig Pa o Consapevolezza diviene oggetto di concentrazione, di fissazione ....)

Ultima modifica di Yam : 18-09-2006 alle ore 18.23.57.
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Vecchio 18-09-2006, 20.31.30   #12
joannes
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Mary scusami ma denoto da OGNI tuo intervento, che si parli di ricchezza o povertà, di bel tempo o di come si paga una bolletta di giudizi, condanne , attacchi piu o meno sottili alla Chiesa, i preti e chi ne fa la veci. Mary mi spiace che tutto ciò ti abbia traumatizzato ma invece di continuare questa tua guerra che non libra il tuo spirito ma lo rende schiavo del proprio livore guarda bene dentro te stessa e quel che tu hai da dare. Poi forse scoprirai che la Chiesa è qualcosa che con la carità ha molto a che fare; quella carità che non chiede nulla in cambio ma solo per amore sussiste. Continuare in questo modo non fa altro che impoverire. Il povero ha bisogno di chiunque, dunque se vuoi sai cosa fare, seza dire, senza giudicare.
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Vecchio 19-09-2006, 00.02.57   #13
Elijah
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Originalmente inviato da Yam
E' evidente che di spirituale non c'e' nulla in un Rimpoce o in un Guru che vive in una sontuosa dimora mentre fuori c'e' chi muore di fame.
E' tanto difficile capire questo?

Giovanni credo che ti segua piuttosto bene:

Se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Da questo conosceremo che siamo della verità...

(1 Giovanni 3:17-19)

E anche le prime comunità cristiane credo che avrebbero compreso quanto dici:

Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
(Atti 2:44-47)

E Paolo rivolgeva queste parole alle persone di Corinto, per quanto riguarda la colletta per i santi di Gerusalemme che si ritrovavano in uno stato di povertà (materiale):

Non si tratta di mettere voi nel bisogno per dare sollievo agli altri, ma di seguire un principio di uguaglianza; nelle attuali circostanze, la vostra abbondanza serve a supplire al loro bisogno, perché la loro abbondanza supplisca altresì al vostro bisogno, affinché ci sia uguaglianza, secondo quel che è scritto: «Chi aveva raccolto molto non ne ebbe di troppo, e chi aveva raccolto poco, non ne ebbe troppo poco».
(Paolo in 2 Corinzi 8:13-15; citazione di Esodo 16:18)

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Originalmente inviato da fagir
“Semplicità” e “piccolezza” sono altrettante attitudini equivalenti di quella “povertà” di cui si parla cosi spesso nel Vangelo, e che in genere è cosi mal compresa: “Beati i poveri in spirito, perché ad essi appartiene il Regno dei Cieli”. Questa “povertà”, in arabo el-faqru, conduce, secondo l’esoterismo musulmano, a el-fanà, cioè all’estinzione dell’ “io”.

Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà.
(Gesù in Matteo 16:24-25)

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Vecchio 19-09-2006, 00.28.56   #14
Lucio Musto
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Originalmente inviato da joannes
Rudello con questo modo di pensare dovremo fare l'albero genealogico del termine "illusione". La povertà non è illusione almeno quanto non lo sia la ricchezza; non lo è certo ...!

Povertà

Hai ragione, amico Joannes, e ti ringrazio del tuo rimprovero.

Dopo aver letto tuo intervento sono andato a rileggere anche il mio e mi sono reso conto di quanto fosse per lo meno zoppo ed incompleto.
Avrei dovuto premettere a tutte le mie chiacchiere il concetto di indigenza.
Troppo evidente che se si muore di fame non è il momento di fare un discorso concettuale o astratto ma meglio andare a cercare pane.
Ma, ingenuamente lo ammetto, pensavo che in una sezione di spiritualità questo fosse scontato. Come scontato lo è certo anche per me quel che sollecita il bravo sacerdote cui ti riferisci sulla disponibilità verso il prossimo, sulla carità e sull’amore.

In questa sede, pensavo si approfondisse il “concetto” di povertà, il modo di intenderla, il modo di valutarla. Il tuo bravo sacerdote direbbe l’ “attaccamento alle cose di quaggiù”.
Ecco perché citavo S. Francesco d’Assisi, danaroso di famiglia e povero di spirito, Teresa di Calcutta che parlava da pari ai grandi del mondo ma umile di cuore; se avesse voluto non le sarebbe mancato il dolce e l’aragosta!... o di Gandhi, che volle vestire di un simbolico straccio bianco; un vestito di lino, se l’avesse chiesto, l’avrebbe avuto subito!

In quest’ottica di pensiero la povertà non è fame, e la ricchezza non è denaro.

E il mio Caposervizio col suo lauto stipendio era veramente povero, perché non riusciva ad usare le trecento lire necessarie per il caffè al bar!... poverino! ed io ero contento di offrirglielo, per toglierlo dal suo imbarazzo di vuoto nell’animo!

Ecco, amico Joannes, cosa intendevo esprimendo i miei dubbi. Ma l’ho fatto male e tu mi hai ripreso. Grazie.

Voglio aggiungere per te una mia piccola riflessione sul “superfluo”.
Vedo che ti intendi di queste cose.

Negli “Atti degli Apostoli” verso il capitolo IV si parla della prima comunità cristiana e si dice che nessuno era bisognoso perché i beni erano messi in comune e ridistribuiti secondo il bisogno di ciascuno.
Ora, viene spontaneo il dirsi: «Se “nessuno” era indigente vuol dire che questi avevano un sacco di soldi da spartirsi!...».
Ma non era così! In effetti si trattava di gente non ricca, anzi mediamente molto povera!...
Semplicemente, io penso, si sforzavano di applicare concretamente il dettame del loro Maestro, e consideravano “prima” le esigenze degli altri e “poi” le proprie. Ed ecco che aumentava a dismisura il “superfluo” mentre si sviliva il “necessario”, ed i soldi… come se lievitassero.

Miracolo?... no, Semplice umanità quotidiana. Perché i concetti sono elastici, nella valutazione individuale.
Come la mamma, ogni mamma del mondo che antepone il suo bambino a se stessa, e le si moltiplicano energia e pazienza, fantasia e disponibilità. E trova energie che sembrerebbero impossibili.

Per amore, solo per amore.

Lucio Musto 19 settembre 2006 parole 457
…. ….. ….. … FR “Povertà”
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Vecchio 19-09-2006, 01.29.16   #15
Elijah
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Originalmente inviato da Rudello scrive
In quest’ottica di pensiero la povertà non è fame, e la ricchezza non è denaro.


Il tesoro in effetti non consiste nell'abbondanza che uno possiede dei beni terreni. Ma in qualcosa d'altro...

Ciò non toglie che la povertà materiale sia una cosa che non si può ignorare.

Notte...
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Vecchio 19-09-2006, 01.46.18   #16
joannes
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caro Rudello allora abbiam tirato un sospiro di sollievo.
Vedi in effetti Gesù non condannava la ricchezza di per se ma l'uso improprio che se ne fa. Guardiamo a Zaccheo, uomo ricco , dapprima usuraio ma poi alla vista del signore, ravveduto; e il Signore entrando nella sua casa e sentendo da Zaccheo il suo ravvedimento, la sua volontà di restituire e di render giustizia a chi da lui ne aveva subita di ingiustizia, da renderla non in egual misura ma raddoppiandola, disse:"la salvezza è entrata in questa casa". E' il cuore che conta per il Signore, è questo il suo messaggio per la salvezza:"Convertitevi e credete al Vangelo......perchè a chi ha (in amore) sarà dato, ma a chi non ha(in amore) sarà tolto anche quello che ha". In pratica non come degli stagni dobbiamo essere, che proprio perchè non hanno sbocco ne in un lago ne nel mare a lungo andare imputridiscono rimanendo chiusi in se stessi, ma come un fiume che vede il bisognoso e se ne prende cura nelle proprie possibilità; e il fiume non imputridisce, ma va a finire al mare sconfinato.

Dalla lettera di Giacomo apostolo (2,14-18)

"Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede."
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Vecchio 19-09-2006, 09.38.30   #17
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Originalmente inviato da Mary

Posso impedire che gli alberi del mio terreno vengano abbattuti, ma non posso fare niente altro.


In India nel Garwal, Valle del Gangotri, dove nasce il Gange, uno dei luoghi piu' belli e Sacri dell'India, verso la fine degli anni 70 (!!!) un gruppo di donne iniziarono ad incatenarsi agli alberi, abbracciandoli, per impedire la indiscriminata deforestazione. La Terra non ci appartiene, o meglio e' Sacra ed appartiene a tutti.
Domani a TorinoSpiritualita' ci sara' un intervento di Vandana Shiva che di quelle donne e' divenuta la voce che parla all'intero pianeta.
(Scienziata e filosofa indiana, Vandana Shiva è anche esponente di primo piano del movimento ecofemminista. Quasi fosse la dea Durga, combatte molto energicamente la distruzione dell’ambiente e della società indigena e l’ingegneria genetica.)


http://www.torinospiritualita.org/

http://www.rtsi.ch/trasm/mondivicini...?idg=0&ids=895
Yam is offline  
Vecchio 19-09-2006, 12.05.40   #18
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Originalmente inviato da Elijah


Il tesoro in effetti non consiste nell'abbondanza che uno possiede dei beni terreni. Ma in qualcosa d'altro...

Ciò non toglie che la povertà materiale sia una cosa che non si può ignorare.

Notte...

certamente occorre ed è giusto aiutare gli indigenti e i bisognosi
ma il vero aiuto passato il momento del vero e proprio bisogno(fame. malattia, mancanza di vestiario etc) non è dar loro il pesce ma la rete per imparare a pescare..........così più daremo istruzione, cultura, e possibilità di crescita e di autogestirsi più avremo giovato.
paperapersa is offline  

 



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