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Vecchio 11-07-2006, 13.46.59   #1
rezan
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lo stranamore di Gelinda Brown

voi sapete cos'è una jellofora? no, probabilmente non lo sapete perchè è un termine coniato da una mente pazza non molto tempo fa, counque cercherò di farvi un preciso quadro, anche se dovrò descrivere molti particolari perchè non si possa fare confusione.
Dunque... la Jellofora è prevalentemente di sesso femminile (salvo eccezioni), di solito vedova da poco tempo, però frequentemente anche vedova dalla nascita. Veste quasi sempre di nero con abiti sobri non appariscenti, porta una borsetta di pelle nera di dimensioni piuttosto appariscenti al cui interno vi sono alcuni rorsari. Indossa scarpe nere con tacchi alti abbastanza rumorose, ma che lei usa con una maestria fenomenale camminando sulle punte, evitando i rumori molesti in modo che si noti il suo grande rispetto per il luogo, specialmente se si tratta di corridoi degli ospedali, chiese o cimiteri. La sua casa ha una salotto con un tavolo, qualche sedia un paio di poltrone e una credenza. Lo stile dei mobili è indefinito, ma talmente sobrio ed insignificante che una volta usciti da lì non si è più certi di quello che si è visto. Nella camera da letto ovviamente è seduta la bambola a due piazze vestita di rosa, unica nota colorata decisamente stonata di tutta la casa. La cosa che subito colpisce gli ospiti è il quadro nella parete di fronte all'ingresso principale. E' un Gesù con la mano su un grosso cuore rosso che ti guarda con il suo amorevole sguardo. E' un quadro, come giustamente dev'essere per coerenza all'immagine rappresentata che si trova in ogni luogo; in qualsiasi supermercato anche nei discount della Lidl oppure nelle bancarelle dei mercati di paese. Poi, a seconda del suo vissuto, ci sarà l'immagine di Don Giovanni Bosco nel caso abbia dei figli o nipoti, e l'immagine di Padre Pio con il lumicino sotto. Bene credo che il quadro della jellofora sia completato.
Come agisce la Jellofora. Dunque ho potuto vederne una in azione durante la mia permanenza di un annetto in ospedale. Nel bel mezzo del sonnellino pomeridiano si sentava un leggero rumore di passi, poi un leggerissimo bussare alla porta susseguito da un ssssssssss. questo sibilo era il vocabolo "permesso" che veniva pronunciato in modo da non disturbare nessuno e si sentiva appunto soltanto la "s" prolungata. La jellofora quindi compariva così. Aveva un sorriso accennato in volto ed uno sguardo indagatore che passava in rassegna tutti i letti per vedere chi stava soffrendo più degli altri. Si recava al letto del suo parente o conoscente, scambiava qualche chiacchera, ma poi attaccava bottone con quello che il suo sguarda aveva già individuato al suo ingresso e che secondo lei aveva bisogno di una parola di conforto o di un'azione caritatevole da parte sua.
Quando uscii dall'ospedale, ebbi modo di vederla in altre occasioni. Sempre, in uscita o in entrata dalle chiese, nei corridoi degli ospedali quando andavo a fare le visite di controllo, e nei cimiteri. In questo luogo credo passasse tutto il suo tempo libero.
Un bel giorno l'USLL decise di chiudere l'ospedale perchè avevano aperto un policlinico centralizzato ad una ventina di chilometri. Haimè! La jellofora era sprovvista di patente. Seppi che poco dopo morì. Purtroppo quei mascalzoni dell'USLL le avevano tolto l'unica fonte del suo godimento, la sofferenza altrui.
rezan is offline  
Vecchio 11-07-2006, 14.08.28   #2
turaz
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penso di conoscere la fattispecie descritta.
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Vecchio 11-07-2006, 14.09.57   #3
atisha
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il bicchiere mezzo vuoto...

simpaticissima rappresentazione... basta andare in meridione e ne vedi a kili..

nella tua dettagliata descrizione ho avuto l'apparizione della Signora in nero, una mia lontana parente..
unica particolarità mancante: la foto del marito o figlio morto nella credenza.. foto chiaramente scattata dopo morto...

sì.. la sofferenza altrui è l'unico godimento..
ma più che godimento è una consolazione.. ed un continuo richiamo al dolore...che nel tempo diviene succulenta bevanda..

uno stimolo strettamente collegato al proprio stato di salute, che, in fare quasi rituale di donazione, cerca conferme del proprio stato di salute, tenendo lontane le proprie malattie...
fino a che il circuito, aimè, s'interrompe...
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Vecchio 11-07-2006, 14.13.47   #4
turaz
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Re: il bicchiere mezzo vuoto...

Citazione:
Messaggio originale inviato da atisha
simpaticissima rappresentazione... basta andare in meridione e ne vedi a kili..

nella tua dettagliata descrizione ho avuto l'apparizione della Signora in nero, una mia lontana parente..
unica particolarità mancante: la foto del marito o figlio morto nella credenza.. foto chiaramente scattata dopo morto...

sì.. la sofferenza altrui è l'unico godimento..
ma più che godimento è una consolazione.. ed un continuo richiamo al dolore...che nel tempo diviene succulenta bevanda..

uno stimolo strettamente collegato al proprio stato di salute, che, in fare quasi rituale di donazione, cerca conferme del proprio stato di salute, tenendo lontane le proprie malattie...
fino a che il circuito, aimè, s'interrompe...

io la chiamo "crogiolazione nel proprio dolore"...

in pratica non si esce dal circolo vizioso causato da un trauma.
cosa fa l'ego distorto?.

ci fa pensare per "re-azione" che tutti debbano soffrire e che nessuno possa comprendere il dolore che si prova. (visione separatoria)

perchè ci si "crogiola"?
E' un modo che ha l'ego distorto di tenerci fermi a quel trauma senza comprenderlo ne superarlo.

quella situazione di dolore così conosciuta... diventa uno "scudo" per non cambiare...è una difesa egoica all'apertura amorevole prima di tutto di se stessi.

mi viene in mente anche la figura di quelle persone che di ogni cosa parlano di "tragedie"...
turaz is offline  
Vecchio 11-07-2006, 14.22.35   #5
rezan
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Re: Re: il bicchiere mezzo vuoto...

Citazione:
Messaggio originale inviato da turaz
io la chiamo "crogiolazione nel proprio dolore"...

in pratica non si esce dal circolo vizioso causato da un trauma.
cosa fa l'ego distorto?.

ci fa pensare per "re-azione" che tutti debbano soffrire e che nessuno possa comprendere il dolore che si prova. (visione separatoria)

perchè ci si "crogiola"?
E' un modo che ha l'ego distorto di tenerci fermi a quel trauma senza comprenderlo ne superarlo.

quella situazione di dolore così conosciuta... diventa uno "scudo" per non cambiare...è una difesa egoica all'apertura amorevole prima di tutto di se stessi.

mi viene in mente anche la figura di quelle persone che di ogni cosa parlano di "tragedie"...

quello appena postato da Yam di Eckhart Tolle è la seria motivazione delle jellofore purtroppo. Sono una realtà, ed è appunto per questo motivo che mi chiedo se, le persone che sono state santificate perchè gli sono comparse miracolosamente le stigmate alle mani quando in realtà sarebbero dovute comparire ai polsi, siano in realtà dei veri santi che hanno dedicato loro vita agli altri, o molto egoisticamente hanno semplicemente dedicato la vita a sè stessi approfittando del dolore altrui. Voi non pensate che possa accadere anche questo?
rezan is offline  
Vecchio 11-07-2006, 14.27.03   #6
turaz
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sicuramente si.
ego distorto accentuato all'estremo.
il meccanismo che si origina a mio sentire ho provato a descriverlo
turaz is offline  
Vecchio 11-07-2006, 14.28.44   #7
atisha
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eccome!!
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Vecchio 11-07-2006, 14.30.07   #8
atisha
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Re: Re: il bicchiere mezzo vuoto...

Citazione:
Messaggio originale inviato da turaz
io la chiamo "crogiolazione nel proprio dolore"...

in pratica non si esce dal circolo vizioso causato da un trauma.
cosa fa l'ego distorto?.

ci fa pensare per "re-azione" che tutti debbano soffrire e che nessuno possa comprendere il dolore che si prova. (visione separatoria)

perchè ci si "crogiola"?
E' un modo che ha l'ego distorto di tenerci fermi a quel trauma senza comprenderlo ne superarlo.

quella situazione di dolore così conosciuta... diventa uno "scudo" per non cambiare...è una difesa egoica all'apertura amorevole prima di tutto di se stessi.

mi viene in mente anche la figura di quelle persone che di ogni cosa parlano di "tragedie"...

il "succo" è quello..mi pare ci siamo tutti capiti...
atisha is offline  
Vecchio 11-07-2006, 14.32.36   #9
turaz
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dalle risposte mi par di capire che a volte è difficile "ammettere" che si stanno dicendo le stesse cose.
l'IO ha voce unica anche se si manifesta in infiniti "modi"

ogni tanto noto la propensione a "giocare" mentalmente a chi "arriva" primo o dice in maniera "migliore".

nn ti pare?
se così deve essere che sia così
turaz is offline  
Vecchio 11-07-2006, 15.08.46   #10
atisha
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dalle risposte mi par di capire che a volte è difficile "ammettere" che si stanno dicendo le stesse cose.
l'IO ha voce unica anche se si manifesta in infiniti "modi"

ogni tanto noto la propensione a "giocare" mentalmente a chi "arriva" primo o dice in maniera "migliore".

nn ti pare?
se così deve essere che sia così

questo è vero..

ma sto imparando ultimamente, per fenomeno naturale, a tralasciare la "propensione" altrui...
atisha is offline  

 



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