Buio, silenzio, tutto cancellato, nessun passato, un futuro da costruire. Un uomo solo. Vive!
Cammina nel mondo, solo con se stesso. Un acuto dolore, una profonda malinconia s'impossessa di lui. Avverte il dolore in fondo all'anima. La necessità di parlare con qualcuno, di qualcosa. Non sa con chi, non sa di che. Eppure la necessità è per lui impellente, si fa strada in modo sempre più incalzante; l'apatia e il senso di vuoto crescono, lo assediano … non ha di che consolarsi, non riesce ad esternare le proprie dolorose sensazioni ad altri suoi simili … non capirebbero.
La necessità di trovare se stesso, di fermarsi e guardarsi intorno, di comprendere cosa lo attornia; l'esigenza di trovare un luogo fisico e una persona, anche ipotetica, che lo possa ascoltare … solo ascoltare … e da questo rapporto intimo trarne le ragioni per sentirsi sollevato dal gravame che lo atterra.
Un simbolo, un'immagine, anche vituperata, che stia lì e rappresenti per lui un interlocutore che ascolti e non giudichi. Un gran bisogno di sfogarsi, anche piangere.
Un crocifisso, un'icona. Ci parla, si confida, chiede sostegno … l'ottiene … sarà immaginazione, sarà stupido, ottuso, insulso credo, ma da quell'immagine ottiene conforto.
Cosa è successo? A quell'immagine ha trasferito i suoi dolori, glieli ha consegnati, ottenendone in cambio risposte confortanti … ha confidato in esso, e per fede - forse anche solo indotta dalla necessità - ha ricevuto risposte (forse ha immaginato risposte). Quel simbolo, quell'immagine ha operato come catalizzatore; un pezzo di legno che assurge a simbolo di sofferenza riscattata e posta al servizio dell'uomo, che racchiude al suo interno una storia millenaria d'umanità (che piaccia o meno è così), si è fatto carico del dolore dell'uomo solo. Gli ha concesso un attimo - solo un attimo, ma qalitativamente molto intenso - di requie, di pausa dal dolore.
Una storia inventata? Immaginazione che corre a briglia sciolta?
Può darsi. Io, di storie come questa, incredibili, ingenue, forse anche stupide, ne ho sentite decine e decine. Persone sofferenti che nel dialogo con il Crocifisso, ricolmo dei significati a noi ben noti, ottengono risposte assolutamente confortanti e sufficientemente funzionali per 'tirare avanti'. Diverso è il risultato che presumibilmente si potrebbe ottenere se a quel simbolo associassimo sempre e comunque l'immagine delle tante, troppe fredde Chiese delle nostre città. Credo corrisponda al vero, il simbolo lo si riempie dei significati che ciascuno di noi vuol trovarci dentro. Chi ha necessità di pace e conforto, ci trova dentro Cristo e la sua passione, chi, viceversa, cerca motivi di feroce ed accesa polemica (peraltro, a parer mio, anche meritata) nei confronti dell'Istituzione ecclesiastica, lo associa agli 'impiegati del culto' - vescovi, preti, alte sfere del clero - in sintesi, ognuno ci trova quel che cerca … io, per quel che mi riguarda, ci trovo troppe ragioni di critica, poco altro, purtroppo.
Citazione:
"… il Crocifisso è l'icona suprema dell'Uomo...nel suo impervio, doloroso, e ineludibile cammino verso la (propria) Verità...
E, tutto questo, a prescindere dal fatto che Gesù di Nazareth sia esistito o meno...e fosse, o non fosse, figlio di Dio..."
|
Condivido