Estetica del Cristianesimo
Mi sembra che nessuno,tra gli addetti ai lavori (alte gerarchie ecclesiali..)si dia la pena di comprendere come la progressiva e generale disaffezione verso il Cristianesimo non possa non essere dovuta anche al graduale e ormai quasi definitivo smantellarsi di quelli che erano i pilastri formali,e direi fondanti,della bellezza della sua liturgia.
La Messa in Latino,sostituita dal rito in lingua italiana,esprimeva ben altra ieratica prossimità al Mistero dell'Eucaristia...e altrettanto dicasi per le pagine musicali (Bach,Handel...)che ne sottolinevano lo svolgersi.Non ho davvero parole per esprimere l'imperdonabile banalità e carenza di forza espressiva dei "canti" che oggi si intonano in chiesa (e che vorrebbero presumibilmente ispirarsi-senza riuscirci affatto-all'immediatezza comunicativa del Rock).
Una religione,che nella sua liturgia,mortifica la Bellezza,non può essere la mia religione.Anche senza scomodare la celebre equazione dei Greci "kalòs kaì agathòs"(bello e buono-dove bello e buono sono sinonimi),intendo la Bellezza come armonica pacificazione di polarità opposte;quindi,con una forte accezione "metafisica"(oltre la natura).Capacità di imprimere ordine -ordine estetico-al caos universale.
La Bellezza,almeno da Platone in poi,è stata sempre intesa e vissuta come veicolo privilegiato per l'ascesa al Divino;e la Chiesa,che un tempo traeva la propria (immeritata) grandezza anche dal respiro cosmico delle opere che commissionava a Michelangelo...a Bernini...a Mozart...,sta commettendo un errore epocale,nel dimenticarselo.
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