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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali |
26-01-2006, 21.21.40 | #1 | |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
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immaginazione e realtà
Citazione:
Mi stuzzicava troppo... ma si andava fuori tema nella discussione Silenzio... qualità spirituale? Che differenza c'è? |
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27-01-2006, 20.31.06 | #8 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
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27-01-2006, 20.54.20 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
"In realtà non ci sono persone, ma fasci di memorie e abitudini..." (Nisargadatta Maharaji) Tu non puoi sperimentare niente a meno che non abbia la conoscenza di quello che stai sperimentando. Ciò che non conosci non puoi sperimentarlo e tutto quello che conosci è tutto ciò che è stato immesso in te dalla cultura; tutto ciò che gli altri hanno detto e pensato, indipendentemente da chi siano gli altri. (U.G. Krishanamurti) |
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27-01-2006, 21.40.33 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
Prendiamo un esempio banale: - Immaginare una rosa e trovarsi davanti ad una rosa – Personalmente se immagino una rosa, attingo alla memoria sensazioni che ho vissuto, per me questa attività è meno vivida dell’esperienza reale, ma posso facilmente credere che altri riescano richiamare la stessa gamma di sensazioni sensoriali, (la cacofonia è inevitabile), che rende l’immaginare un’esperienza di grande pregio, come e più dell’esperienza di trovarsi davanti in tempo reale a quella stessa cosa. Quando invece mi trovo davanti ad una rosa la percepisco, (fase 1) e la riconosco (fase 2), cioè la metto in relazione al mio vissuto. Il riconoscimento o interpretazione è un qualche cosa del tipo: - questa è una rossa, devo quindi sentire il profumo, guardare ci colori etc – Questo processo di riconoscimento per noi è diventato così automatico, tanto da non riuscire più a separarlo nelle sue due componenti. Il perché di questo automatismo, va cercato, secondo me, nel fatto che siamo abituati a sfruttare tutto per il nostro beneficio. La rosa deve darci qualche cosa… nella fattispecie deve darci, emozioni, bellezza, benessere, gioia di vivere etc. In questo processo di interpretazione inibiamo quella parte di realtà che non è conforme alle aspettative, ad esempio non sentiamo l’odore, perché non è conforme al profumo soave che ci aspettavamo, inibiamo altre cose, ne distorciamo altre e lasciamo subito la contemplazione della rosa perché non è psicologicamente remunerativa. D'altro canto qual è l’adulto che nel ventesimo secolo ha tempo da perdere con un fiore? Se ci fossimo fermati alla pura percezione, la rosa ci avrebbe detto una cifra di cose sulla realtà, ma sfortunatamente, in quel momento, la sua esistenza sarebbe stata una minaccia al nostro senso di identità, da lì il nostro bisogno di parcellizzare l’esperienza interpretandola. |
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