Oh Ricerca,
il punto chiave è che tutte le religioni conosciute hanno sfruttato la paura della morte per dominare il popolo e farlo lavorare e tacere.
Ma ciò non vale per i saggi tibetani e gli Egiziani di 15000 anni fa:lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo non esisteva ancora.
E allora loro ti parlano della morte non per sfruttarti ma per aiutarti a capire e liberarti dalla paura.
Il Maestro tibetano Padma Sambhava ti spiega le cose in modo chiaro e semplice:
dopo morto tu esci dal corpo fisico e vivi nel corpo astrale-mentale. bene,ma anche il mondo che tu vedi è astrale e mentale e pertanto non c'è nulla da aver paura.
Sambhava dice che in quel mondo succede tutto ciò che tu pensi e pertanto devi semplicemente star attento ai tuoi pensieri.
Comunque,dice il Saggio,se tu pensi che sta arrivando un mostro per mangiarti vivo e quel mostro appare davvero,tu devi essere consapevole di essere morto e pertanto come fa il mostro a ucciderti?.......se sei già morto?
In sintesi l'insegnamento è: impara già in questa vita a essere consapevole e distaccato rispetto agli avvenimenti e così sarai consapevole dopo morto,consapevole che vivi in una specie di filmato dove tu sei il protagonista.E dove tutto cambia a tuo piacimento.
E che senso ha tutto questo?
Che tu stesso sei il creatore della tua realtà e quella realtà che creerai nell'aldilà,la vivrai fisicamente nell'aldiquà alla prossima incarnazione.
Pertanto devi essere sempre molto attento a ciò che fai e a ciò che pensi,ma non in senso moralistico ma in senso pratico.
Il Saggio ti spiega che tu non puoi uccidere in modo consapevole ma solo se sei rimbambito e ti dice anche di fare la prova:
"Prendi in mano,con estrema attenzione,un pugnale e poi vai a casa di qualcuno (ma con gran attenzione) con l'intenzione di ammazzarlo:vedrai che ti è impossibile !"
Pertanto non si tratta di obbedire al comandamento:non uccidere,
ma di capire che l'uomo consapevole e attento non solo non potrebbe mai uccidere ma gli è possibile solo fare il bene.
Ecc.ecc.
Kant-Ay.