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01-12-2005, 21.18.08 | #13 |
like nonsoche in rain...
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Re: Re: non vorrei fare il guastafeste...
Il tutto sta, cara Sunday, nel credere o no ad una intelligenza creatrice: se ci credi è chiaro che puoi sostenere pure il principio antropico forte (che implica, a mio parere, un eccessivo e fastidioso antropocentrismo).
Siamo come siamo solo per fortunate combinazioni? Beh... pensa che se i tuoi genitori non si fossero incontrati, se i tuoi nonni non si fossero incontrati, se i tuoi bisnonni non si fossero incontrati, se i tuoi trisnonni non si fossero incontrati....... allontanandoci fino ai primi batteri nella brodaglia primordiale... tu non saresti mai nata... Dunque mi vorresti dire che, siccome la tua nascita era altamente improbabile, essa non sia casuale..., ma al superenalotto qualcuno che vince c'è sempre, pure se la probabilità è 0,00...001! Comunque può darsi pure che la comparsa della vita (intelligente) fosse necessaria, chi lo sa...; l'universo è regolato da leggi e noi siamo regolati dalle stesse leggi... no? Ultima modifica di nexus6 : 01-12-2005 alle ore 21.19.13. |
01-12-2005, 21.47.38 | #14 |
like nonsoche in rain...
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Per chiarezza cito John Barrow, uno dei proponitori del principio antropico; da qui.
---"Provando a immaginare un'intera raccolta di ipotetici "altri universi" in cui tutte le grandezze che definiscono la struttura del nostro universo assumono tutte le possibili permutazioni di valori, scopriremmo che quasi tutti questi possibili universi da noi creati sulla carta sono nati morti, incapaci di generare quel tipo di complessità chimica che chiamiamo "vita". Questa scoperta ha indotto Brandon Carter a suggerire che possa esistere, nell'universo, qualche aspetto metafisico più speculativo, che egli ha denominato principio antropico forte, per distinguerlo dal poco controverso principio antropico debole visto in precedenza. Il principio antropico forte afferma che, dal momento che sembra esistere un così gran numero di "coincidenze" notevoli e apparentemente sconnesse, cospiranti per permettere che la vita sia possibile, nell'universo, questo deve dar luogo a osservatori, a un certo stadio della sua storia." "Heinz Pagels ritiene che alcuni scienziati vedono il principio antropico come una specie di sostituto della religione [...]. Non può esistere una prova logica ineluttabile dell'esistenza o della non esistenza di Dio. Resterà sempre una scelta sulla credibilità delle assunzioni. [...] Il principio antropico non fa che identificare le coincidenze necessarie per l'evoluzione della chimica complessa che i biochimici ritengono essenziale per l'evoluzione spontanea della vita mediante selezione naturale. Il fatto che si scopra che tali "coincidenze" sono numerose e sorprendenti non autorizza a trarre la conclusione che esse garantiscano anche la presenza di osservatori consapevoli, nell'universo."--- Dunque il principio antropico, di per sè, NON implica l'esistenza di un'intelligenza divina, ma suggerisce solo che, dietro le incredibili coincidenze che hanno portato all'essere umano, vi possa essere una qualche sorta di necessità intrinseca alla natura e su questo, con le dovute cautele, potrei pure discutere. Un'altra cosa: il principio antropico forte NON afferma che l'universo è così PER permettere la vita dell'uomo, ma ci suggerisce che essa potrebbe essere un'evoluzione naturale necessaria dell'universo stesso... il che è molto diverso! Ultima modifica di nexus6 : 01-12-2005 alle ore 22.03.33. |
02-12-2005, 09.57.01 | #15 |
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La logica non è la via per scoprire il mondo spirituale.
Ciò deve essere compreso profondamente, altrimenti si disperde tempo ed energie a raffrontare conclusioni provenienti da processi sviluppati su piani diversi. Per rendere l’idea della impossibilità al confronto, si immagini un mondo a due dimensioni (escludendo il tempo) in cui transita una sfera (tridimensionale). L’osservatore “logico” del mondo a due dimensioni registrerà prima un punto, e poi via via un cerchio che si allarga per poi gradualmente tornare punto e quindi sparire. Non comprenderà mai la sfera. La scoperta dello spirito può essere attuata col metodo del postulato (usato anche dalla scienza empirica), si accoglie preliminarmente la proposta spirituale per rendere possibile la sua dimostrazione. Attraverso gli “effetti” o le conseguenze viene dimostrato il presupposto. I ricercatori che hanno registrato effetti strabilianti, santi e spiritualisti elevati, non mancano. |
02-12-2005, 11.27.13 | #16 |
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Penso che la spiritualità con il principio antropico abbia ben poco a che vedere; il principio suddetto NON afferma che l'uomo è il motivo e fine dell'esistenza dell'universo...; questa considerazione va comunemente sotto il nome di antropocentrismo.
Non c'è nessun valido motivo per ritenere che l'uomo sia il fine dell'esistenza dell'universo; può darsi pure che lo sviluppo di forme di vita complesse sia stato necessario (anche se i biologi evoluzionisti avrebbero qualcosa da ridire...), ma questo non ci può certo autorizzare a dire che la specie homo sapiens sia il fine dell'intero universo. Per "valido motivo" intendo una prova tangibile, di carattere scientifico, ma anche semplicemente ragionevole; a questo punto si potrebbe aprire la vecchia diatriba, per la quale vengono sprecati fiumi di parole, sui limiti della scienza, sui limiti della logica, sui limiti della ragione speculativa ecc... ecc...; ebbene sono dell'idea che ognuno, riguardo a questi argomenti, la possa pensare come vuole. Se una persona, in base al suo credo dogmatico, vuol pensare che l'universo sia uno spettacolino messo in piedi per compiacerlo, è libero di farlo e non sarò certo io a svegliarlo dal sonno in cui è caduto. x Tattva: Gli "spiritualisti" pensano che i "razionali" non riescano a cogliere la profondità dell'esistenza ed i "razionali" pensano che gli "spiritualisti" colgano solo quello che essi stessi hanno abilmente creato; entrambi si considerano degli illuminati e vedono gli altri come degli illusi e, secondo me, hanno un pò ragione entrambi. |
02-12-2005, 11.42.26 | #17 |
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sunday01 scrive: "Tu pensi che l'universo esiste per noi, o esisterebbe comunque anche senza di noi?"
Esisterebbe comunque senza di noi, visto che lo ha gia fatto!! Infatti l'universo ha 14 miliardi di anni. Ho sentito dire che se paragonassimo la vita dell'universo ad una vita umana l'uomo avrebbe questa parte di tempo: Il battido di un ciglio. Non molto direi Inoltre in un futuro la terra sarà distrutta dallo stesso sole e noi non esisteremo piu (anche se sicuramente non arriveremo a quel punto ma ci estingueremo molto prima) A che serve un universo intero se nessuno ne ha la consapevolezza??? Serve ha creare Molti tentativi. Più è grande più tentativi compie. Esisterebbe per esistere??? Certo. Ma in particolare per avere la consapevolezza di esistere e per agire concretamente su se stesso. |
02-12-2005, 14.07.08 | #18 | |
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Citazione:
Il razionalismo non tiene conto delle proprie origini, paradossalmente sperimenta e verifica tutto tranne il sentimento che è la sua origine. C’è sempre un errore marchiano in ciò che promuove l’uomo, come un colosso dai piedi d’argilla. L’uomo è ciò che sente, non ciò che percepisce sensorialmente. Dice Nietsche: non esistono fatti ma interpretazioni di fatti. L’area razionale è delegata alla difesa ed al sostentamento, ora si è scientificizzata, ma la sua delega funzionale è sempre la medesima. Il sentimento (l’"interpretazione" Nietschiana) ne è l’origine. |
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02-12-2005, 17.20.28 | #20 |
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nexus6 Di grazia, che c'entra tutto ciò con il principio antropico, qui dibattuto?
La discussione mi ha stimolato questa riflessione, a volte le discussioni prendono pieghe diverse dal tema originale. Comunque hai formalmente ragione, chiedo scusa. |