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25-08-2005, 18.22.03 | #13 |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Questo enunciato è falso
sono in gita (chi?)
Se credere vuol dire avere un riferimento immutabilmente costante e permanente (principio), allora illudersi vuol dire +o- credere nei manifesti pubblicitari (...) L'illusione è reale come nevealsole |
25-08-2005, 18.37.43 | #14 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Help, Zeta4!!! Non ci ho capito na nazza
number one: non "credo"! number due nada riferiment number three.. nessun number three.. riguardo all'essere in gita te credo!! Semo in gita!! Gyta Ah, dimenticavo: illusione è come neve al sole: yeeeesss!! Ultima modifica di gyta : 25-08-2005 alle ore 18.39.51. |
25-08-2005, 18.43.33 | #15 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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For Gyta e tutti.
Divina" Star Borne",
conosci un pò la Cabala? Sì? bene,allora facciamo un esempio con la Cabala Indo-ebraica. Quando tu dormi come un angioletto e senza sognare,ti trovi nel mondo di Malkut,cioè della materia . Quando l'angioletto comincia a sognare,sale nel mondo di Yesod e cioè nel mondo dei sogni. Domanda:questo mondo di sogni è reale? Se riferito solo a se stesso diremmo di sì,ma se lo riferiamo allo stato di veglia diremmo di no. Poi l'angioletto si sveglia e va in ufficio dove,invece di lavorare,gioca con i videogiochi oppure manda messaggi a vari forums: si trova nel mondo di Tipheret e cioè nello stato di veglia. E' reale questo stato se,sopra di lui c'è la quarta dimensione ovvero lo stato di "Keter" o Turija? Lo stato di veglia è reale se considerato in se stesso,irreale se riferito a Keter. E lo stato di Keter è reale? E' reale se considerato in assoluto,irreale se considerato con lo stato superiore di EN SOPH. E,finalmente,dopo En Soph(Brahman)non c'è nulla. Ora fa attenzione: eè possibile per te partire da Malkut e arrivare a En Sofh in un battito di ciglia?O devi aspettare molte vite? Santa Teresa di Lisieux ti dice di sì: "Io ho scelto la via breve, la via dell'Amore." (Teresa del Gesù B.) Teresina(per gli amici) non è un clown come la maggior parte dei santi ma una vera Santa,una Illuminata. Kantai. |
25-08-2005, 18.59.13 | #16 |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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non ci hai capito una tazza?
ovvio, infatti...
"L'enunciato che segue è falso. L'enunciato precedente è vero". ...tuttavia considerando l'unità immaginaria nei numeri complessi comunque nessuno è tenuto a creder-ti Se, come dici, non credi |
26-08-2005, 08.19.00 | #18 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Zeta.. non so cosa vuol dire "credere" ! (giuro!)
Solitamente cerco di condividere certe mie considerazioni e (quando le comprendo ) le altrui.. Non è nuovo ciò che scrivo, e solitamente è solo espressione di ciò che solitamente sperimento in prima persona. Come m'ha fatto notare Cat s'era già aperta una discussione sull'universo olografico ma ciò che desideravo porre in attenzione era quanto lo stesso portasse a galla il classico nodo principale d'ogni percorso interiore ovvero la scoperta di una nuova e diversa coscienza, un percepire se stessi ed il mondo con una modalità totalmente differente dalle classiche schematizzazioni che di norma pensieri e sensi ci fanno supporre.. ci fanno sentire.. Forse sotto quest'ottica "fisica" della "materia" la mente ordinaria dell'uomo ha migliore possibilità di scalfire quelle irremovibili "sicurezze" sulle quali arpiona ogni suo senso.. E finalmente magari dar modo alla suo sentire di prendere la strada che più gli è consone senza doversi trovare a lottare con quella valanga di mappa ingombrante che se si cerca di sondare sul serio nel proprio intimo pur apparendo come certezza "confortante" diviene peso-certezza affondante!! Questo più o meno intendevo introdurre.. Riguardo all'amore, Kantaishi sono completamente in accordo.. Ma per.. arrivarci si dovrebbe far piazza pulita d'ogni "bagaglio acquisito": questo -a mio avviso- è il primo passo da fare per incontrare i propri sensi al "pulito" per incontrarli laddove la loro strada sta sul medesimo piano di quella che alcuni uomini definiscono "coscienza percettiva" "mente intuitiva" pulita quindi dei classici condizionamenti ormai stratificati che spesso ostruiscono un libero percepire, un diretto e proprio sentire.. Gyta |
26-08-2005, 09.39.52 | #19 | |||
Utente bannato
Data registrazione: 03-06-2003
Messaggi: 58
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Citazione:
Il condizionamento è bidirezionale… funziona in entrambi i sensi. Se da un lato noi siamo sottoposti ad interferenze che forgiano il nostro ‘essere’, condizionandolo anche nelle ‘scelte autonome’ (‘volitive’), dall’altro noi agiamo come coattori in questo processo che implica un costante interscambio fra il ‘dentro’ e il ‘fuori’. Noi siamo, così, a nostra volta, elementi che in una certa misura, condizionano. Per quello la coscienza non è e non potrà mai essere totalmente libera di ‘scegliere’ cosa far entrare e cosa tenere al di fuori oltre la porta dischiusa. Non siamo noi, in definitiva, il nostro Sé, a concedere il benestare di cui parli. O meglio, non siamo completamente e pienamente noi. Questo benestare lo si concede anche inconsapevolmente, o totalmente, o parzialmente. Siamo dei recettori, delle antenne poste in ascolto, e riceviamo e memorizziamo tantissime cose di cui neppure, al momento della percezione, ci rendiamo conto; cose di cui non siamo e non potremo essere consapevoli. Le depositiamo in un fondo per rievocarle anche in maniera inconsulta, anche in evenienze inopportune. Siamo così attori agiti dalla/della/nell’azione, che non è mai pienamente nostra coscienza. Questo deposito è stratiforme, costituito da sedimentazioni dovute alle esperienze, ma non solo. Assume anche i colori che la vita, sapientemente o casualmente, tratteggia su di noi…. Siamo anche ‘esseri’ (animali) che soggiacciono alla cultura del tempo che viviamo (costituita dalla reminiscenza del passato), e all’ambiente in cui siamo immersi. Opporre, o pretendere di opporre a questo stato di cose uno sbarramento dovuto alla coscienza attentiva di cui parli, sarebbe oltremisura sconveniente. Le condizioni di attenzione cosciente (piena coscienza, ammesso che sia in qualche caso possibile), assorbono una quantità considerevole della nostra energia vitale; protrarre o mantenere costante questo stato di attenzione ne richiederebbe una quantità spropositata: saremmo assolutamente inadatti alla vita. Ma quel che affermo è facilmente verificabile nelle situazioni in cui è richiesta una risposta immediata (non mediata quindi dalla nostra coscienza), in cui la nostra reazione deve essere pronta, scattante: la reazione ad un pericolo esige uno scavalcamento della nostra capacità di analizzare e rendere presente il fenomeno in cui siamo coinvolti. La coscienza subentrerebbe in una fase successiva, solo allora è possibile rendersi conto di quanto spropositata o adeguata sia stata la nostra reazione di fuga. Questo meccanismo, facilmente rilevabile nel mondo animale (ma non è l’unico esempio possibile), è filogeneticamente programmato e funzionale alla vita (io direi sopravvivenza). Ciò di cui ti parlo è afasia, apofasia, una teologia negativa della vita, l’impossibilità di conoscere… così può parlarti un mortale: <… A noi resta solo stare in timore e tremore> Citazione:
Ma mi rendo conto che probabilmente stiamo ragionando intorno a due diversi concetti di coscienza. Infatti affermi: < il classico nodo principale d'ogni percorso interiore ovvero la scoperta di una nuova e diversa coscienza, un percepire se stessi ed il mondo con una modalità totalmente differente> Citazione:
Questa domanda ne trascina appresso mille altre, e determina mille diverse risposte: cosa è reale? Una volta risposi che è reale tutto ciò che percepiamo con i sensi, e tutto ciò che in noi determina reazioni, quindi che sia capace di ingenerare emozioni. Ma un albero che cade in un deserto privo totalmente di vita, produce un rumore quando si schianta al suolo se nessun essere vivente è in condizione di percepire quel rumore? Ma se è reale tutto ciò che è in condizione di determinare in noi una reazione, far nascere o alimentare un’emozione, come si può affermare che Don Chiquote non sia reale, che Biancaneve non lo sia, che il mondo della fantasia, ancella dell’anima, non sia reale? Ma allora è tutto reale… un pensiero non espresso ma che ingenera in noi una profonda emozione è reale? I sogni sono reali? Sì, è tutto reale, nella misura e nell’ambito descritto da Kantaishi, cioè soggettivamente reali, oggettivamente tutto questo andrà a comporre, per frazioni, per sue infinitesime parti, il substrato della realtà collettiva. Rispetto a lui io so arrivare però solo al livello di Tipheret (Keter non spiega cosa sia). Vedo il suo mondo, sento il suo mondo, ma poi percepisco che essendo ridondanti in me le ‘assenze’, anch’esso, in una certa misura (non so quantificare), è irreale, è illusione, è costruzione, è riempimento schematico dovuto all’obbrobrio che il nostro ‘essere’ avverte al cospetto del vuoto, delle ‘assenze’, dell’incompiuto, dell’impercetto insito nel percetto stesso. Noi siamo dei gran costruttori di realtà, siamo così anche dei gran visionari e architetti surreali del nostro ‘essere’. Un saluto |
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26-08-2005, 11.36.59 | #20 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
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opinione
Ma un albero che cade in un deserto privo totalmente di vita, produce un rumore quando si schianta al suolo se nessun essere vivente è in condizione di percepire quel rumore?
lo è perchè cadendo produce "vibrazioni" che noi quantifichiamo in Herz (si scrive cosi'?) con una certa di frequenze da noi percepibili.....altri non percepibili con i senso dell'udito ma di cui non ne conosciamo la portata. claudio |