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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 11-04-2005, 22.17.04   #11
VanLag
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L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Mi inserisco anche se OT

Visto che il 3d langue e visto che si è parlato di Sumeri o Sumèri e di origini della civiltà, vi chiedo se sapete darmi qualche indicazione seria su qualche buon libro (o anche sito), che abbia documentazione storica seria ed attendibile appunto sulle origini della civiltà umana.
Stò inseguendo, disperatamente, le origini degli invasori “ariani”, che qualcuno chiama Indo Europei, che invasero l’India dravidica portando il Vedismo. Ho letto di loro le ipotesi più disparate, qualcuno li fa provenire dal Caucaso, qualcuno dice che erano Iranici, insomma tutti sanno che hanno invaso l'India ma nessuno sa da dove venissero.

Grazie per eventuali ed auspicabili suggerimenti e "dritte" e scusate la divagazione.

VanLag is offline  
Vecchio 12-04-2005, 10.18.02   #12
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Kanta... Kanta...
Citazione:
Per saperne di più devi cliccare :"Zecharia Sitchin" e leggerti
un pò di tutto e così capirai che i Sumeri erano extraterrestri.


Dove sta scritto che leggendo questo capirò che i Sumeri erano extraterrestri? Lo hai capito tu... forse potrei capirlo anche io... forse giustamente.. forse sbagliando...

Comunque il Wu Wei è precedente al Taoismo... anche se con altri nomi... e visto che a me non interessa sfoggiare... non ti dico neanche altro



Van... purtroppo non ho indicazione di testi che presumo potresti considerare seri... anzi per dire la verità neanche non seri
Uno is offline  
Vecchio 12-04-2005, 19.45.13   #13
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
X KRI.

Carissima,
domenica scorsa un mio amico è ritornato dal Brasile.
450.000 anni fa gli abitanti di Nibiru sono arrivati per la prima volta sulla terra.
Sono 2 discorsi identici.
O non credi che il mio amico è tornato dal Brasile?
Come dici? Il Brasile non esiste?
Ma io non lo sapevo!
Ora telefono al mio amico e gli spiego che domenica scorsa lui non è affatto tornato dal Brasile.
Confondere scienza con credenza vuol dire impazzire.

Saluti.

Kantai.
kantaishi is offline  
Vecchio 13-04-2005, 09.41.07   #14
Paolo77
Ospite abituale
 
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Messaggi: 480
X Kantaishi

Conosci Ramtha?
Paolo77 is offline  
Vecchio 13-04-2005, 12.10.42   #15
gyta
______
 
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Re: Re: WU-WEI

Citazione:
Messaggio originale inviato da SonoGiorgio
..e poichè non credo che la Verità sia di esclusiva competenza del taoismo, saresti così gentile da indicarmi qualche testo che dica le medesime cose e che sia di "matrice" occidentale, più comprensibile al sottoscritto?..



La tua è una richiesta ch'io non penso possa essere soddisfabile..
Il tao-te-ching, ad esempio è osservazione della natura, osservazione della natura umana, deduzioni ed implicazioni.. il tutto simbolicamente sintetizzato.. al fine di dar vita ad una complessiva fotografia globale tangibile, sonora ed a colori. Nessun testo al completo -ch'io sappia!- è giunto qui in occidente interamente alle medesime modalità di 'conclusioni'.. Perché le conclusioni le trai tu.. Poiché le fondamenta delle stesse conclusioni sono da ricercarsi proprio nella modalità descrittiva, simbolica e sintetica del testo.. Noi abbiamo 'sprecato' molte parole in più, e molte da scartare per giungere alla medesima conclusione d'insieme mai così emulatrice come può esserlo il suo ritmo sintetico, fotografico e sviscerante ..
Principalmente è una chiave di lettura del nostro animo, del "dentro" e del "fuori"..
E' qualcosa che va ulteriormente sviscerato, meditato, fatto nostro per poter prendere la 'forma' compiuta..E' analisi ed auto-analisi..

Non so, magari qualcuno più ferrato di me in materia di filosofie può esserti certo più d'aiuto di quanto non possa fare io..
Mi viene in mente primo fra tutti Giordano Bruno ( De la causa; De l'infinito: De immenso; De gli eroici furori); Albert Hofmannn (Percezioni di realtà); Spinoza (Ethica); Schopenhauer (Il mondo come volontà e rappresentazione).
Ma anche Fromm (Psicanalisi dell'amore; La rivoluzione della speranza; Avere o essere) e (solo dopo ! ) Nietzsche (Al di là del bene e del male; Così parlò Zaratustra; Umano troppo umano)..


Quando alla fine avrai letto tutto questo
e la tua testa sarà piena di immagini finite,
cancella tutto.. Ma proprio tutto.. perché ormai la testa non contiene più nulla,
nemmeno direttamente il cielo stellato.. poiché un corso di filosofia
non è fare interagendo con un personale vissuto di analisi..
Ed ora.. sedendo sotto un bel cielo stellato sulla sponda di un lago
potremmo buttar giù poche parole.. magari col titolo proprio di..: "Al di là delle parole"

Oppure.. evitando tutto questo, rilassarci con "Perché dovrei affliggermi ora" di Osho Rajneesh
libretto 12cm x 15cm edizione Millelire-Stampalternativa pagine 60.

Si sa mai che anche a te venga la bieca ispirazione di sbirciare "oltre frontiera"..


*Lao-tzu >"Tao te ching" <
(Philastre -ed mediteranee) >"I ching"<
Lieh-tzu "Ciung hu cienn ching" ('racconti')
Chuang-tzu "Nan hoa cienn ching" (idem)

(ed a tal punto magari un po' di grammatica Frommiana e Nietzschiana
non sfigurerà da complemento alla tua nuova 'grammatica')


Chissà poi non si abbia voglia ulteriormente di tentare una riscrittura di .. "Al di là del bene e del male"
portante la firma del fu SonoGiorgioGollum divenuto Sono..



Gyta
gyta is offline  
Vecchio 13-04-2005, 13.41.38   #16
SonoGiorgio
Ospite abituale
 
L'avatar di SonoGiorgio
 
Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
Re: Re: Re: WU-WEI

Si..si...proprio un bel discorsetto...ma purtroppo per mie limitazioni, non ho capito nulla......tendo all'accessiva semplificazione. Provo a riformulare la domanda, chissà che qualcuno risponda:
A tutti quelli che con un bel getto di spugna rinnegano le proprie matrici occidentali, sedotti dall'avvenente spiritualità orientale, a tutti coloro che pur tuttavia affermano con estrema risolutezza che la Verità è Una e che ogni filosofia-religione-sistema di pensiero, non è che in realtà una manifestazione dell'Unica Verità........ecco a tutti questi Uomini e Donne dalle chiarissime idee chiedo: potete indicarmi un testo occidentale, sia "strictu sensu" esoterico o sia semplicemente religioso-riflessivo, nel quale si accenna, almeno, a questa famigerata dottrina del Non-Agire? Oppure devo pensare che gli unici detentori della Verità risiedano oltre gli Urali?
Grazie
Giorgio
SonoGiorgio is offline  
Vecchio 13-04-2005, 14.08.30   #17
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Fate conto che non esistano "filosofie-religioni-sistemi di pensiero", ne' occidentali, ne' orientali.

Fate conto che non esistano libri su queste cose e che anche se li trovaste fossero dei falsi, fogli legati assieme con una copertina e riempiti di parole sensa significato.

Ora voi state parlando di niente. Più non andate daccordo tra di voi, meno senso hanno i vostri discorsi.

Voi, così, avete lo stesso senso del caos: I vostri significati si annullano vicendevolmente.

Ora il vostro senso è inesistente.
Mistico is offline  
Vecchio 13-04-2005, 14.16.19   #18
SonoGiorgio
Ospite abituale
 
L'avatar di SonoGiorgio
 
Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
Citazione:
Messaggio originale inviato da Mistico
Non esistono filosofie-religioni-sistemi di pensiero, ne' occidentali, ne' orientali. Non esistono libri su queste cose e se li trovate sono dei falsi, dei fogli di materiale organico legati assieme con una copertina e riempiti di parole in contrasto.

State parlando di niente, e piu non andate daccordo e di meno state parlando.

Incredibile.....anche la Bibbia? il Talmud? Il Corano, le lettere di San Paolo?
Mi vuoi dire che, ad esempio, la "De Imitatione Christi", le "Confessioni di Sant'Agostino", i testi di Boezio, di Gregorio Magno, i vangeli apocrifi, le riflessioni di San Francesco, la Pistis Sofia, il De Rerum Natura è tutta roba falsa?
Mi vuoi dire che anche Fabre d'Olivet, Eliphas Levi, Kremmerz, Spartacus, Stanislao De Guaita, Wirth, Dante, tutti gli Stilnovisti, Virgilio, Carducci, Cardano, Raimondo Lullo, Lutero, Giordano Bruno, Platone, De Pasqually, John Dee, Browning, Guenon, Capra, Chanseliet, Fulcanelli, Omero, Campanella, Goethe, Charpentier, Borges, Pessoa, Mircea Eliade, Steiner, Foscolo, hanno tutti scritto delle idiozie prive di valore esoterico e spirituale?
Accidenti......ma allora farò come fai sicuramente tu....mi compro Topolino e il Lando.....magari mi si apre la mente.
Giorgio
SonoGiorgio is offline  
Vecchio 13-04-2005, 14.27.33   #19
Essence
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Data registrazione: 12-03-2005
Messaggi: 7
Re: Re: Re: Re: WU-WEI

Citazione:
Messaggio originale inviato da SonoGiorgio
A tutti quelli che con un bel getto di spugna rinnegano le proprie matrici occidentali, sedotti dall'avvenente spiritualità orientale, a tutti coloro che pur tuttavia affermano con estrema risolutezza che la Verità è Una e che ogni filosofia-religione-sistema di pensiero, non è che in realtà una manifestazione dell'Unica Verità........ecco a tutti questi Uomini e Donne dalle chiarissime idee chiedo: potete indicarmi un testo occidentale, sia "strictu sensu" esoterico o sia semplicemente religioso-riflessivo, nel quale si accenna, almeno, a questa famigerata dottrina del Non-Agire? Oppure devo pensare che gli unici detentori della Verità risiedano oltre gli Urali?
Grazie
Giorgio

mah, un esempio che mi viene in mente è quello di Bernadette Roberts, ex monaca cristiana (quindi con un background totalmente occidentale), che nel suo cammino spirituale si è imbattuta in conseguimenti simili a quelli indicati dalle discipline orientali. Nel brano che segue (tratto da "L'esperienza del non-sé"), lei però definisce 'fare' quello che gli orientali definiscono 'non-fare' (wu-wei), e viceversa; e per 'sé' lei intende quello che i 'filo-orientali' definirebbero 'ego'. Tenuto presente questo, la sostanza non cambia.

La scoperta chiave è quello che io chiamo ‘fare’: un’attività non riflessiva, priva di sforzo, che va distinta dal tipo di attività deliberato e consapevole, per cui occorre costante sforzo e controllo. Per questa ragione, il fare non ha niente a che vedere con quello che possiamo produrre coi nostri sforzi e con le nostre energie personali; al contrario, è quello che segue automaticamente quando ogni sforzo ed energia personale è cessato. L’espressione ‘privo di sforzo’ si riferisce al fatto che nell’azione non è coinvolta alcuna energia del sé, per quanto a livello fisico ci si possa ammazzare di fatica.

Per capire la differenza tra il fare e i precedenti modi di attività occorre rifarsi al processo di condizionamento cui ogni bambino è sottoposto dai propri genitori. In questo caso l’attività investita nel sé sfocia nel vuoto perché lì non c’è nulla; mentre con l’attività in cui non c’è autoinvestimento o autoconsapevolezza c’è qualcosa: questa attività non è vuota ed è quel che io chiamo ‘fare’. Il motivo per cui uso questo termine è che chi fa, così come l’oggetto del fare, appartengono al regno dello sconosciuto; soltanto l’atto del fare rientra nell’ambito del noto.[...]

Inizialmente il processo di apprendimento della differenza esistente tra il fare e l’attività centrata sul sé può essere paragonato al camminare su un asse d’equilibrio, in cui il fare significa avere i piedi direttamente piantati sull’obiettivo, così che si cammina sul solido. Il non-fare, ossia l’attività investita nel sé, significa non trovare una presa, non avere nulla sotto i piedi. All’inizio si procede lungo l’asse per tentativi ed errori, ma alla fine camminare sull’asse diventa una seconda natura: o meglio, si comincia a scoprire che fa parte della nostra vera natura ed è il modo in cui dovremo camminare per il resto della nostra vita. Di conseguenza quando, per così dire, sentiamo sotto i piedi la presenza di qualcosa, sappiamo di stare sull’asse, di vivere e agire alla maniera giusta e naturale; quando viceversa sotto i piedi abbiamo il vuoto, siamo fuori dall’asse e non c’è più un vero fare. Si può dunque dire che il fare è la manifestazione di qualcosa, o di ciò che È, mentre il non-fare, l’attività investita nel sé, è la manifestazione del nulla in assoluto. Quando durante il viaggio l’accento era caduto sull’assenza del sé, quell’esistenza priva di sé era stata vista come sempre più vacua, vuota e del tutto inservibile. Ma quando l’esistenza priva di sé scompare del tutto, quello che resta è il fare, che è come un asse, una guida e quel qualcosa che coincide con ciò che È.

Il contenuto del fare, vale a dire ciò che facciamo, è tracciato via via dall’inconoscibile direzione dell’asse, che è stretta e diritta e non tollera giri tortuosi. Una volta sull’asse noi non siamo più liberi di andare e venire, in quanto è solo il sé che gode di questa libertà. Una condizione priva di scelta non conosce i comuni attributi della libertà; qui c’è soltanto la libertà dal sé, che si scopre non essere affatto libertà. Chi c’è, a essere libero? Chi c’è a scegliere e provare, a porre i traguardi e tracciare il sentiero? Chi era libero ormai è svanito e quello che resta cammina ora sull’asse, al pari di un albero che, privo di pensiero, deve crescere e vegetare secondo una direzione predisposta dalla sua natura, una natura tanto intelligente da restare per sempre totalmente inconoscibile alla mente umana. Così, sapere cosa fare o dove mettere i piedi è un problema che non esiste: quello che si deve sapere semplicemente c’è e quello che non si sa non c’è. In altre parole il ‘che fare’ è strutturato nell’asse stesso, così che il fare è identico al suo contenuto, a ciò che esso fa. Ed ecco che conoscere, vedere, fare sono uno e un solo atto senza alcuna frattura che li divida.

Ciò che un tempo creava la divisione tra il fare e il suo contenuto era il sé con tutte le sue scelte, i valori, i giudizi, le idee e tutto il resto, il sé che non salirà mai sull’asse né potrà mai trovarlo, poiché è bloccato da tutte le sue cosiddette libertà. Non sapere cosa fare, cosa pensare, cosa dire, come vivere è infatti, per contrasto, uno stato di perpetua confusione. Mentre su quest’asse ciò che È procede secondo una sicura, irrevocabile, inconoscibile direzione, col risultato che il conoscere e il fare coincidono. E tuttavia questo modo di conoscere è assolutamente insolito, in quanto non proviene da una mente pensante e riflettente: accade invece che ogni cosa che ci si trova davanti è nota o ignota, e in questa condizione molte cose che in passato non si sarebbero potute conoscere e neppure vedere appaiono evidenti e chiare. Come questo possa accadere non so, ma che in assoluto accada è fonte di grande stupore e fa parte integrante della chiarezza di mente che diviene possibile una volta sull’asse: una volta che si diventa tutt’uno con ciò che È.


Ovviamente, perché sia un po' più chiaro il percorso che l'ha condotta a questo punto bisognerebbe leggere il libro per intero; se ti interessa, posso inviarti in privato i capitoli principali.

ciao



Essence is offline  
Vecchio 13-04-2005, 14.32.01   #20
SonoGiorgio
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Grazie a Dio qualcuno di buon senso ancora esiste.
Proverò a cercare il libro......se non lo trovo, ti disturbo per avere i file.
Grazie ancora.
Giorgio
SonoGiorgio is offline  

 



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