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06-04-2005, 09.26.23 | #62 | |
Utente bannato
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Citazione:
Speriamo che adesso sia chiaro, allora! |
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06-04-2005, 09.29.02 | #63 | |
Utente bannato
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Citazione:
Non mi interessa discutere a questo livello e su queste stupidaggini. Se vuoi dialogare con me fai interventi con contenuti di interesse, e non dispute sterili sullo psicologo o lo pscichiatra. Fregatene di quello che dico io, allora. Ciao. |
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06-04-2005, 09.33.34 | #64 | |
Utente bannato
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Citazione:
Questo atteggiamento nel rispondere non va bene in una discussione, e non mi interessa perderci tempo. Le droghe fanno tutte male, e quando uno afferma una cosa del genere è chiaro che si riferisce alle droghe come quelle leggere (canne e altro) fino a quelle pesanti (cocaina, eroina e altro). Se parli di caffè o cioccolata è chiaro che vuoi ridicolizzare la discussione perchè sappiamo tutti che non centra niente con la droga in senso stretto , cioè nel senso che si intende in un qualsiasi discorso. Infine: hai detto che la coca fa male, quindi, lo vedi che la droga fa male, visto che la coca, è una droga, e di queste si sta parlando. Ciao. Ultima modifica di Kannon : 06-04-2005 alle ore 09.37.42. |
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06-04-2005, 09.44.01 | #65 | |
Utente bannato
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Citazione:
Le droghe, gli allucinogeni, sono cibo per la emnte che li utilizza per dettare la sua presenza, anche e specialmente negli stati alterati. Significa che lo stato alterato di coscienza, causato dall'uso di droghe di vario tipo, non porta ad una maggiore conoscenza e consapevolezza di se, ma in realtà è gioco della mente che lo gestisce (gestendo l'essere, come sempre fa) e ne inventa qualsiasi cosa! Ciao. |
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06-04-2005, 17.34.29 | #66 |
Utente bannato
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Amato e stimato pensiero,
sono veramente contento di vederti invischiato in cotanta discussione che, in questi meandri del WEB, risulta sistematicamente impercorribile. Le citazioni che porti le trovo difficilmente interpretabili. Il Jail Killer in questione è dotato di grande abilità nella comunicazione, ma talvolta risulta oggettivamente ostico. Questo è il caso, riferendomi alle tue citazioni, in cui pare voler dissuadere dall'ascoltarlo.... Per comprendere e liberarsi da ogni problema...... Questo è quindi il contesto entro cui vanno ricondotte le affermazioni che seguono. Questo è l'obiettivo, l'aspettativa che ci muove in un terreno in cui il JK vuole darci alcune indicazioni.... Se dipendiamo da uno stimolo questo rende la mente ottusa e insensibile.... Ma "comprendere e liberarsi da ogni problema" non è forse un stimolo? e non è da questo che dipendiamo nel volerci liberare dagli stimoli ci annebbiano la mente? Così ogni forma di stimolo, sia esso chiesa o alcool o droghe o parole scritte e dette, inevitabilmente ci metterebbe in una situazione di dipendenza.. Di questo ne capisco il senso e lo condivido. Ma il JK che mi dice questo, mi mette in guardia da "parole scritte", mi dice che ascoltarlo mi renderà dipendente da lui dopo avermi detto che la dipendenza annebbia la mente. Trovo senso in ciò che dice ma, il fatto stesso che lo dica, il portarlo alla mia attenzione è in contradizione con i contenuti di quanto dice, mi sta consigliando di non accettare consigli. Mi fa sentire come ci si sente dopo aver fatto un grandissimo sforzo nel leggere una scrittina piccola piccola ed aver scoperto che dice "scemo chi legge". Poi ci illustra che.. Sfortunatamente tutti dipendiamo psicologicamente da qualcosa. E con questo, io interpreto quanto dice, come un invito a considerare la dipendenza qualcosa che annebbia la mente, ma anche qualcosa di cui non ci si può liberare. Mi sarebbe piaciuto leggere l'immediato seguito dopo la parte "Perché dipendiamo? Cos'è che ci spinge tanto a dipendere?", mi chiedo se chiuda il suo discorso con qualche mucchietto di parole che esorti a riconoscere questa dipendenza piuttosto che a combatterla come qualcosa di cui ci si possa liberare. Mi piacerebbe parlarne ancora, tutto ciò che ho letto del JK è attraversato da questo "invito a non ascoltarlo" e contemporaneamente mi sembra un'ottima rappresentazione di "verità oggettiva", ma vorrei continuare la discussione del tema iniziale.... riprendo ancora questa affermazione: Così ogni forma di stimolo, sia esso chiesa o alcool o droghe o parole scritte e dette, inevitabilmente ci metterebbe in una situazione di dipendenza.. Devo forse considerare le "droghe" allo stesso modo delle parole del JK o del praticare una religione? Ritengo che qui il JK metta in guardia dalla "situazione di dipendenza" e citi "chiesa", "droghe" e "parole" unicamente come esempi di ciò che ci può rendere dipendenti. Ovviamente non si riferisce certo alla tossico-dipendenza, ma ad una dipendenza di altro tipo. [i]Prendendo droghe potremmo temporaneamente trovare abbastanza energia per vedere le cose con grande chiarezza, ma finiremmo per ritornare allo stato precedente e di conseguenza dipenderemmo sempre più dalla droga.[/b] Ti dirò che non credo che le "droghe" possano far "vedere le cose con grande chiarezza", ma se quella è l'aspettativa riconosco plausibile il seguito dell'affermazione. ? Forse è perché non sapete come guardare tutte le cose che vi circondano che ricorrete alle droghe che vi stimolino a vedere meglio. anche qui non trovo che le droghe possano stimolarmi a "vedere meglio". Trovo che in questa frase si possa sostituire la parte "alle droghe" con qualsiasi altra possibile causa di "dipendenza" come "la religione" o "le parole di JK". Ciò da cui mi sento messo in guardia è il diventare dipendente di.... e non l'oggetto in se' che può darmi dipendenza (intesa come sopra e non tossico-dipendenza). a presto |
06-04-2005, 17.40.45 | #67 | |
Utente bannato
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Citazione:
Egregio ilnulla, Trovo altrettanto vero e comunque più efficace affermare che... Nello stato di coscienza ordinaria, capire come stiano realmente le cose, è tutto ciò che si può fare. ed integro dicendo che le droghe non sono certo indispensabili per dare una sbirciatina da uno stato di coscienza non ordinario. |
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06-04-2005, 23.43.09 | #68 |
Utente bannato
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Per comprendere e liberarsi da ogni problema c'è bisogno di una gran quantità di intensa e prolungata energia, non solamente energia psicologica o fisica ma una energia che non dipenda da alcuna causa, da alcun stimolo psicologico o dalla droga. Se dipendiamo da uno stimolo questo rende la mente ottusa e insensibile. Prendendo droghe potremmo temporaneamente trovare abbastanza energia per vedere le cose con grande chiarezza ma finiremmo per ritornare allo stato precedente e di conseguenza dipenderemmo sempre più dalla droga. Così ogni forma di stimolo, sia esso chiesa o alcool o droghe o parole scritte e dette, inevitabilmente ci metterebbe in una situazione di dipendenza, e questo ci impedirebbe di vedere chiaramente da noi stessi e quindi ci impedirebbe di avere energia vitale.
Sfortunatamente tutti dipendiamo psicologicamente da qualcosa. Perché dipendiamo? Cos'è che ci spinge tanto a dipendere? Noi facciamo insieme questo viaggio; non vi aspettate che io vi dica i motivi della vostra dipendenza. Se cerchiamo insieme scopriremo, e quindi quella scoperta sarebbe tutta vostra, e, essendo vostra, vi darebbe vitalità. Scopro da me stesso che dipendo da qualcosa — un pubblico, diciamo, che mi stimoli. Da quel pubblico, dal fatto di rivolgermi a un vasto gruppo di persone, me ne viene una forma di energia. E di conseguenza io dipendo da questo pubblico, da queste persone, siano esse d'accordo o no. Quanto più dissentono tanta più vitalità risvegliano in me. Se invece esse sono d'accordo diventa qualcosa di superficiale e vuoto. Scopro così di aver bisogno di un pubblico perché è molto stimolante il fatto di rivolgersi ad altre persone. E perché? Perché dipendo? Perché dentro sono superficiale, non ho niente, non ho alcuna fonte che sia sempre piena e ricca, vitale, in movimento, viva. E così dipendo. Ne ho scoperto la causa. Rapporto, conflitto, società 47 Ma la scoperta della causa mi libererà dalla dipendenza? La scoperta è puramente intellettuale, e naturalmente non libera la mente dalla dipendenza. La semplice accettazione intellettuale di una idea, o l'acquiescenza emotiva ad una ideologia, non può liberare la mente da quello che le fornisce uno stimolo. Ciò che può liberarla è la visione dell'intera struttura e natura dello stimolo e della dipendenza e di come questa renda la mente stupida, ottusa e inattiva. Solo la visione della sua totalità può liberarne la mente. Così bisogna che io cerchi di capire che cosa voglia dire vedere in modo totale. Finché guarderò la vita da un particolare punto di vista o da una particolare esperienza che ho tenuto in gran conto, o da qualche particolare conoscenza che ho accumulato, che è il mio bagaglio personale, cioè l"'io", non potrò vedere in modo totale. Ho scoperto intellettualmente, verbalmente, con delle analisi, la causa della mia dipendenza, ma qualsiasi cosa il pensiero analizzi deve necessariamente essere frammentario, potrò quindi vedere la totalità di qualcosa solo quando il pensiero non interverrà. Allora vedrò il fatto reale della mia dipendenza; vedrò realmente ciò che è. Vedrò senza provare piacere o avversione; non voglio sbarazzarmi della dipendenza o liberarmi della sua causa. La osservo, e quando c'è osservazione di questo tipo vedo l'intera immagine, non un solo frammento, e quando la mente vede l'intera immagine raggiunge la libertà. Ora ho scoperto che c'è uno spreco di energia quando c'è frammentazione. Ho trovato la vera fonte dello spreco dell'energia. Potreste pensare che non ci sarebbe spreco di energia se imitaste, accettaste l'autorità, se dipendeste dai preti, dal rituale, dal dogma, dal partito o da qualche ideologia, ma seguire e accettare una ideologia, sia essa buona o cattiva, sacra o profana, è un'attività frammentaria e quindi causa di conflitto, e il conflitto sorgerà inevitabilmente fin quando ci sarà divisione tra "ciò che dovrebbe essere" e "ciò che è", e ogni conflitto è spreco di energia. Se vi ponete la domanda, "Come devo fare per liberarmi del conflitto?", create un altro problema e di conseguenza rafforzate il conflitto, mentre se lo guardaste solamente come un fatto reale — come guardereste un oggetto concreto — con chiarezza, direttamente — allora comprendereste nell'essenza la verità di una vita in cui non esiste affatto il conflitto. da LIBERTà DAL CONOSCIUTO Ubaldini Editore |
07-04-2005, 17.21.43 | #69 |
Utente bannato
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Ecco, bene....
Probabilmente hai condizionato le mie futere iterazioni in libreria.... questo killer mi ha dato uno "stimolo" ad incrementare coi sui mucchietti di lettere il "conosciuto" del quale sono schiavo.... non è una critica, tutt'altro. Riconosco in questo controsenso l'impossibilità della dialettica di uscire dall'inghippo. Intellettualmente sono consapevole dell'insostenibilità della realtà così come la vedo, ma solo dall'intelletto vedo e non riesco ad applicare quell'atto di autodeterminazione che ritengo verosimile essere ciò a cui il killer ci invita.... Temo che siamo finiti decisamente OT, ma ti ringrazio per i "deleteri stimoli" di cui mi hai reso vittima. a presto |
07-04-2005, 20.01.40 | #70 | |
Utente bannato
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Sai io credo di aver seguito il Killer-pensiero solo a naso e non nei particolari...
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avrei bisogno di “intendere” e “localizzare” la forma di energia che è originata dagli stimoli, mi puoi aiutare? |
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