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18-03-2005, 13.37.23 | #12 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Citazione:
Sia ogni mio passo verso di Te Amata Vita mia Celebrazione del Tuo continuo rinnovarti Come il fiore che fiorendo già appassisce nell'eterno mutare del Tuo divino gioco possa fermarsi il tempo! La morte la vita porta in sé come la Luce genera l’Ombra del mio corpo mortale. Nel mio corpo divino la gioia mi unisce a Te E la tua Luce sfolgorante e' un Lampo di calda certezza nella caverna del mio cuore. |
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18-03-2005, 14.02.45 | #13 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Morale:
"Mentre Yam Tzu pescava con la lenza sulla riva del P'ou, il re di Chou gli inviò due alti funzionari per fargli delle offerte. 'Il nostro principe', gli dissero 'desidererebbe affidarvi la responsabilità del suo territorio'. Senza sollevare la lenza, senza neanche volgere la testa, Yam Tzu disse loro: 'Ho sentito dire che c'è a Chou una tartaruga morta da più di tremila anni. Il vostro re ne conserva il carapace in un paniere avvolto in un panno nella parte alta del tempio dei suoi avi. Ditemi se quella tartaruga non avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango'. 'Avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango', dissero i funzionari. 'Andatevene dunque', disse Yam Tzu, 'anch'io preferisco trascinare la coda nel fango'.
Yam Tzu (maestro Taoista) |
18-03-2005, 14.16.36 | #14 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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L'"Io sono" stesso è Dio. La ricerca stessa è Dio. Mentre cerchi scopri che non sei nè il corpo nè la mente, ma l'amore del sè in te per il sè in tutto.
Le due cose sono una sola. La coscienza in te e la coscienza in me, apparentemente due, sono in realtà una sola, cercano l'unità e questo è amore. Nisargadatta |
18-03-2005, 14.38.45 | #15 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
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Corolle d'amore per la vita
Citazione:
Tu Sei l'Amata Vita... in ogni passo celebro Te e come tuo fiore mi rinnovo ad ogni istante, ad ogni respiro... fino allo sparir contento nella terra, tuo oscuro e vitale materno grembo creatore. Quel dolore...che segnò lo sbocciar del mio cammino mi servì a ritrovare traccia per risalir dal buio che come seme la tua Luce Immensa potevo scorgere filtrata da ignaro, solo immaginando... Ora ti dico grazie, grazie... Vita! Ultima modifica di Mirror : 18-03-2005 alle ore 14.57.45. |
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18-03-2005, 15.17.52 | #16 |
Sii cio' che Sei....
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Quali sono le caratteristiche dell'insegnamento (upadesa)?
La parola "upadesa" significa: "vicino al posto o sedile" (upa=vicino, desa=posto o sedile). Il Guru che è l'incarnazione di ciò che è indicato dai termini sat, chit e ananda (essenza, coscienza e beatitudine), previene il discepolo, che a causa della sua accettazione delle forme degli oggetti dei sensi, si è allontanato dal suo vero stato ed è conseguentemente afflitto e tormentato da gioie e dolori, dal continuare così e lo stabilisce nella sua stessa reale natura senza differenziazioni. Upadesa significa anche il mostrare un oggetto distante come se fosse vicino. Viene cioè fatto comprendere al discepolo che il Brahman che egli crede essere distante e diverso da lui, è vicino e per nulla diverso da lui stesso. Ramana Maharshi |
18-03-2005, 15.18.40 | #17 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Amata Vita mia Celebrazione del Tuo continuo rinnovarti Come il fiore che fiorendo già appassisce nell’eterno mutare del tuo assurdo gioco Mai indugi il tempo! Ma che sia esso perenne scorrimento La vita la morte porta in sé come la Luce genera l’Ombra del mio corpo mortale. Nel mio corpo supino la brama di Vita a Te mi unisce E la tua Luce abbagliante e' un Lampo che lusinga la speranza nella caverna del mio cuore. |
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18-03-2005, 15.20.37 | #18 | |
Ospite abituale
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Re: Corolle d'amore per la vita
Citazione:
Tu Sei l'Amata Vita... in ogni Tuo passo celebrI Te stessa e nel mio sfiorire Ti rinnovi Vituperando me ad ogni istante, ad ogni respiro... fino al mio sparir inebetito nella terra, tuo oscuro e vitale materno grembo creatore. Quel dolore...che marchiò il mio cammino Recava seco una labile fiammella A cui mi saldai per ritrovare la traccia per risalir dal buio che come seme la tua Luce Effimera è possibile scorgere filtrata solo immaginando... Ora ti dico grazie, grazie... Vita! |
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18-03-2005, 15.32.21 | #19 | |
Sii cio' che Sei....
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Re: Re: Corolle d'amore per la vita
Citazione:
Che tristezza, Visechi perche' sei cosi triste? Ma che s'aprisse quel grande cuore e che manifesti la bellezza della terra Tua! Delle incantate scogliere del Golfo di Orosei nelle cui enormi caverne il Dio dei mari riposa nella notte quando esce dagli abissi regno dell'anima Sua. Psiche', il tridente e' il suo simbolo lo stesso di Shiva! Quale terra e' vuota di Te perche' ci si slanci a cercare Te nel cielo? Tu li vedi coloro che Ti guardano alla Luce del Sole ma ciechi non ti vedono. Tu sei Shiva Shiva e' il Se' Illuminato da sempre Senza nascita, senza morte L'universo e' il gioco della Sua coscienza. |
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18-03-2005, 16.03.50 | #20 | |
Ospite abituale
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O.T. - Terra di tradizioni
Citazione:
Triste io? Gulp, chi mi conosce non lo direbbe mai.... sono un rompiballe congenito, che rompe le scatole sorridendo. Però, forse, qualcosa di nostalgico c'è, ma è tipico della mia terra che pare tu conosca. Per te ----> un Off Topic che mi sarà perdonato Una terra di tradizioni Terra impregnata di miti e leggende, canta una nenia leggera il vento che spira lambendo le cime dei colli, accarezza le coste il liquido blu che Lui volle cingerti attorno, solo i pastori, nei romiti angoli del sacro tuo corpo riarso dal sole, conoscono le storie condotte da nubi ovattate per valli e per monti, fra paesi e villaggi. Terra avara, terra amara, terra di gioie da Madre Natura sparse con prodiga mano, resto inchiodato al sacro tuo suolo, osservo gli spazi inondati del silenzio ancestrale, odo estasiato i canti del picchio e del cuculo, il frinire dei grilli; sacra e selvaggia terra, nel tuo seno si sono forgiati caratteri di uomini indomiti, di donne fiere e mai prone. Sei Isola, lontana da tutti, oasi remota di genti un po’ schive, tanti ti vollero avere, piegando col ferro e col fuoco la fiera tua indole; ho udito narrare leggende dal vento soffiate con voce suadente, più dolce di quella di mitici esseri dal corpo di donna e coda di pesce, ho udito che chi ti volle impiantare nel mezzo di un mare incantato, dal colore smeraldo, volle anche lasciare del suo sandalo sacro l’impronta, a mò di sigillo regale: Sandalia è il tuo nome, nessuno lo sa, e richiama alla mente dell’uomo la Sua orma celeste. Nelle notti d’estate, le feste paesane, allegrate dal canto e dal ballo di belle ragazze, dai bianchi sorrisi che spiccan lucenti fra turgide labbra rischiarando la notte, allietano l’aria donando a ciascuno un sogno fatato, che né il buio o il torpor della notte indotto dal vino che sgorga vermiglio da botti di rovere, mai potranno sfumare. I tuoi poveri boschi non ancora bruciati dal fuoco, son chiome leggere che il vento impetuoso incessante scompiglia; le tue roccie scavate da Madre Natura, sono piccoli chicchi di riso su un corpo riarso dal sole, ed assumon le vesti più insolite in sembianza di fiere feroci, o di dolci ammiccanti discinte signore fra i marosi marini. Isola dagli angusti percorsi montani, dalle fresche acque sorgive, dalle misere case di pietra, dalle valli romite, dalle coste più belle del mondo e dal vino verace, sei terra di olii e profumi, sei terra di sole e di sale; nei recessi più bui ed antichi si annidano strane leggende, di uomini duri, di ladri, briganti, assassini, di fieri ‘balentes’ che hanno fatto del furto di mandrie la propria cultura, che han voluto tingere del rosso del sangue questa terra già dura, che del cuore di madri e di mogli annerite da un funereo velo hanno fatto gran scempio, inventando un termine triste che un poeta venuto da Genova dolcemente cantò: Disamistade è il funereo nome di una forza che spariglia destini e fortune di povera gente; terra di tradizioni lontane nel tempo, tu conosci una tua propria giustizia, che non è di coloro che vengon dal mare, porti inciso nel cuore più antico tante ingiurie insinuate da fuori, introdotte da uomini che vennero da oltre quel mare smeraldo che cinge i tuoi fianchi. Terra che dal tuo diafano mare vedi sorgere il sole lucente, per vederlo, arrossato, spegnersi dietro il declivio di monti e di colli addolciti dal tempo. Noi sardi siamo un pò come la nostra terra... vivi e nostalgici. |
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