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02-03-2005, 13.53.43 | #1 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Per chi ha visto
Savitri
Si spinse oltre, cercando la mistica caverna dell’anima. Per prima cosa entrò in una notte di Dio. Era spenta la luce che sostiene il mondo e il suo travaglio, il potere che nella nostra vita lotta ed inciampa; la mente inefficace rinunciò ai suoi pensieri, il cuore in lotta abbandonò le proprie inutili speranze. Vennero meno ogni conoscenza e le forme dell'Idea, la Saggezza velò, in soggezione, il suo umile capo nel percepire una Verità troppo grande per pensiero o parola, senza forma, ineffabile, in eterno la stessa. Un'ignoranza santa ed innocente era in adorazione, come chi veneri un Dio oltre le forme, della Luce non vista che a lei non era dato pretendere né avere. In una semplice purità di vuoto, la sua mente s’inginocchiò davanti l'inconoscibile. Ogni cosa abolita tranne il suo nudo sé ed il prostrato anelito del cuore che si era consegnato: nessuna resistenza era in lei, nessuna presunzione di forza, estinta l'alta fiamma del desiderio per vergogna, vanità di un sé separato, si era dileguata la speranza di grandezza spirituale, salvezza non chiedeva né corona celeste: l’umiltà sembrava ora uno stato di eccessiva superbia. Il suo sé era nulla, Dio soltanto era tutto, e tuttavia non conosceva Dio, ma conosceva solo che lui era. Dentro incombeva ora un'oscurità sacra, il mondo era una tenebra profonda, vasta e nuda. Questo vuoto conteneva di più di tutti i mondi in schiera, questo nulla percepiva più che tutto ciò che il Tempo ha generato, in modo ottuso, immenso, questa tenebra conosceva l'Ignoto. Ma tutto era informe, senza voce, infinito. Come ombra che si muova in una scena d’ombra, come piccolo nulla che si perda in un Nulla più grande, notte di una persona appena delineata che traversi una Notte impersonale, e insondabile, si muoveva in silenzio, vuota ed assoluta. Nel Tempo illimitato la sua anima raggiunse un vasto limite, la Vastità priva di spazio divenne il luogo del suo spirito. Si avvicinò, alla fine, un mutamento, il vuoto si ruppe; dentro si increspò un onda, il mondo si era mosso; una volta di più il sé profondo ridivenne il suo spazio. E là si percepiva la vicinanza estatica alla meta, il cielo si chinò fino a baciare la collina sacra e l’aria trepidò di passione e delizia. Come una rosa di splendore posta su un albero di sogni, il lunare crepuscolo si tramutò nel volto dell’Aurora. Venne il giorno, officiante un sacrificio di gioia, nel silenzio adorante del mondo di lei; aveva come veste il fulgore immortale, si avvolgeva del cielo come sciarpa purpurea portava un sole rosso come segno vermiglio della casta. Come un sogno da tempo ricordato che diventi reale, riconobbe nella propria mente profetica lo splendore immortale di quel cielo, la dolcezza vibrante di quell’aria felice e, celata alla vista della mente e al tocco della vita, la mistica caverna nella collina sacra e della propria anima segreta conobbe la dimora. Come in un'occulta profondità di Elisi, ritiro estremo della Verità dal tocco, che profana, del pensiero, come nascosta nella solitudine di un tempio di roccia, rifugio che Dio ha da un mondo che adora, ma ignorante, dimorava in disparte anche dal senso interiore del vivere, ritraendosi dal desiderare del cuore irretito. Venne incontro ai suoi occhi un crepuscolo di meraviglia e meditazione ed una calma sacra occupò quello spazio senza voci. Si spinse oltre, cercando la mistica caverna dell’anima. Era spenta la luce che sostiene il mondo e il suo travaglio, il potere che nella nostra vita lotta ed inciampa; la mente inefficace rinunciò ai suoi pensieri, il cuore in lotta abbandonò le proprie inutili speranze. Vennero meno ogni conoscenza e le forme dell'Idea, la Saggezza velò, in soggezione, il suo umile capo nel percepire una Verità troppo grande per pensiero o parola, senza forma, ineffabile, in eterno la stessa. Sri Aurobindo http://www.savitra.it/materiali-test...e-notte-io.htm Ultima modifica di Yam : 02-03-2005 alle ore 13.58.50. |