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14-04-2014, 21.19.34 | #22 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: La lotta tra bene e male
** scritto da Namas:
Citazione:
Ma nessuno ha la forza d'animo se non gli viene concessa, altrimenti in che modo entrerebbe Dio nella nostra esistenza? Se io potevo da solo, ma quando mi sarei genuflesso a chiedere forza d'animo? Comprendo quello che esprimono i tuoi pensieri (La sofferenza esiste eccome, e colpisce molti esseri che non la meritano affatto. Parlo di dolore fisico ma anche morale.), ma non condivido il tuo pessimismo. Citazione:
Il non credente soffre per la sua decisione, per avere fede in altro, i neonati, come ogni essere umano compiono una loro missione, fosse anche vivendo 5 minuti, non tocca a noi decidere (per i disabili mentali e gli animali dovresti spiegarti meglio). Citazione:
Io non mi distacco dalla sofferenza, né mia né degli altri, che facciamo la carne sotto e i maccheroni sopra?!?! Le concedo il senso insegnatomi dal Cristo in croce. Spesso la gioia del credente è una gioia crocifissa, ma nella fede è anche vero che il credente è crocifisso alla gioia. (Benedetto XVI) Citazione:
Guarda che io non ho parlato di Paradiso, ma di una serenità ed allegria che abitano nel quotidiano trascorrere dell'esistenza, ossia, in vita. L'etica del cristiano non è fondata sulla ricompensa nell'aldilà. E' fondata sul comandamento dell'amore riconosciuto come il miglior modo di vivere la propria esistenza. Citazione:
Impossibile che il bene prevalga prima del ritorno di Gesù Cristo (parlo sempre da cattolico, eh!), basta leggere e discernere il libro dell'Apocalisse, evento che già è in atto. Il male in esso viene identificato e chiamato come il "principe di questo mondo", cioè il padrone del pianeta terra, e come tu ben dici è strutturato, è vivo, nel mondo, ma Cristo l'ha già sconfitto e con lui la sofferenza e la morte che esso produce, questa è a lotta tra bene e male. Citazione:
Sbagliando s'impara, morte permettendo. |
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15-04-2014, 07.18.29 | #23 | |
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Riferimento: La lotta tra bene e male
Non so.. Non c’è a mio avviso lotta tra bene e male
ci sono visioni e finalità, c’è una storia (personale) e una coscienza, ci sono valori e priorità.. ci sono pesi e misure.. Seppure è vero che ciò che non è -in linea di massima- bene è tale (ad un vedere non troppo offuscato) è altrettanto vero che il campo di lotta –se così vogliamo chiamarla- è fondamentalmente fra miopi, astigmatici e presbiti.. un semplice conflitto dovuto alla messa a fuoco e riportato in ambito di vite e valori.. Sempre a mio avviso il bene non è che la capacità di una visione non troppo viziata da prospettiche troppo limitate in entrambi i sensi, verso l’infinitamente piccolo o viceversa l’infinitamente lontano.. E fondamentalmente il nostro benessere individuale è proprio il risultato di tale quasi perfetto connubio.. cosicché ci è possibile 'perderci' eppur essere.. La cosiddetta ( ?) centralità spirituale non è che la visione profonda dell’essere dove egocentrismo o altruismo non stanno che ad indicare quella superficie del sentire e dell’essere di fatto insussistente.. Non ci sono ragioni del bene e del male.. ci sono uomini e menti e storie e credi di storie e di menti e persino di uomini.. ci sono ragioni di menti e di storie e di credo e di visioni e di buio.. La mente.. che immensa intelligenza.. che potente motore.. agito da logiche ferree che da una manciata di fenomeni parte e mai esaurisce il carburante.. e pronto ad incendiarsi con nuova linfa a ripartire ad azzerare talvolta.. Il bene? Il male? Il conflitto –se così vogliamo chiamarlo- è tra il vivere ed il lasciarsi vivere.. tutto, troppo in queste due parole.. Forse il mio carburante mi dice, anzi mi suggerisce (dipinge/ dispone) un mondo dove la mente è fondamentalmente pura come sorgente d’acqua viva, quella che sgorga dall’alta montagna ancora prima di giungere a raccogliere spuri detriti sparsi.. eppure talvolta necessari anche quelli.. Nulla impedisce [l'accedere] alla profonda visione, nulla impedisce alla vita di sgorgare pura e inestinguibile ed a nessuno è impedito il berne a piene mani.. questo la rende impareggiabile, questo la rende sacra.. (sempre a mio avviso).. Tutto è relativo.. tutto è assoluto.. solo ed ancora visioni.. Citazione:
allora siamo anche in grado di rispondere (a quella e oltre a quella) tenendo conto non semplicemente di ciò che sembra da un determinato unico punto di visione.. Allora la re-azione è sempre meno inconsapevole, diventamo in un certo senso sempre più vivi.. veri.. e qualunque sia la nostra risposta sarà la nostra stessa vita.. e non più marginale (così sembra) accidente.. “Beati gli ultimi” “beati i primi”.. non è per sminuire ma per davvero.. “beati” i “puri” cioè tradotta a mio modo “gli interi” quelli cioè che possono dirlo e quindi averne coscienza di essere.. Primi, di mezzo o ultimi giunti.. Siamo sul piano “della dualità”? Oppure siamo su qualunque piano immaginiamo di essere? Al di là della pura dialettica in cui il distinguo è un io non-io.. ! Non esiste che il senso di alienazione questo è fondamentalmente ciò che poi in grande chiamiamo “male”.. [segue..] Ultima modifica di gyta : 15-04-2014 alle ore 12.15.45. |
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15-04-2014, 07.18.57 | #24 | |||||
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Ma c’è qualcosa che può alienare una mente, un essere..? Chi/cosa?
Quel virus letale che prelevato da visioni parziali (e pure ereditate) ti spinge a pensare e ad immaginare tutta la realtà e la stessa mente come un assemblamento [=> assemblaggio + assembramento] di scorie più o meno audacemente auto-dichiarate.. Citazione:
Questo penso talvolta io.. [[Siamo in grado di sostenere ciò che vediamo? E se no, siamo in grado di comprendere ciò che vediamo? E se si, cosa ci esime dal sostenerlo?]] Eppure quanto sarebbe più facile restare a sentire ed esprimere ciò che sentiamo con quel diritto e quella direttudine.. (diretto e non “retto”) dei bambini.. Allora tutto ciò che non ha realtà autentica si sgonfierebbe presto come una bolla di sapone.. E ci resterebbe tanto ma tanto tempo per amare .. e questa parola avrebbe ben altri significati.. il piacere il puro piacere di essere e di rispettarci.. Ah.. troppo distante ancora il tempo del cogliere.. sembra quasi che una sorta di peccato punizione antica ci si sia insinuata nella mente-cuore così da passare la maggior parte della vita ad attendere di darsi il diritto finalmente e semplicemente di coglierci.. magari sfiorarsi senza ingombrarci reciprocamente senza comandarci reciprocamente.. Buffo ‘sta “mente” sta sempre dappertutto e ci si impiega però una vita ad accorgerci che non conosce alcun significato -né punto- limite.. Citazione:
Questa è la 'sofistica' differenza.. Responsabili.. di ciò che siamo.. che ci piaccia o meno talvolta.. C’è un passo dell’ ching che recita più o meno così “Se si potessero unire tutti gli infiniti moti dei cuori degli uomini.. etc.. “ ecco quando senza ipocrisia al di sopra dei dissensi e delle acerrime liti ci si potesse incontrare al fondo di uno sguardo nel punto preciso dove l'identità si svela e si sveste.. (dei sontuosi ed inutili orpelli).. rammenteremmo tutto il tempo dimenticato al di fuori del diritto di essere noi.. Questo io lo chiamo amore.. l'essere, il migliore afrodisiaco del tempo e dei viaggi attraverso gli universi.. nessuna colla nessun alieno nessuna proprietà nessun distacco.. Per ora però viaggiamo come a coppie come nel gioco degli elettroni.. e la chiamiamo dualità.. o in altri modi a giudicare dalle 'amorevoli' (in-vasate?)parole di catullo a clodia.. meno male che c’è la quantistica.. mi dà tanta speranza.. Poter occupare miliardi di posti contemporaneamente.. Ho serie manie di grandezza.. “sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe" dico io.. eccolo rintanato anche lui a mirare i vasti orizzonti.. da lontano.. a spizzichi.. che sennò ci si perde e poi.. (o sarà l'incontenibile necessità del riferimento?) ..sarà che la nostra vista si deve abituare agli spazi aperti.. ed a luci enormemente indiscrete o al buio enormemente imperante.. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Forse allora è proprio la parola all’origine e implicita in ogni dove ad animare ogni possibile immagine del reale.. quella parola, quel senso (quel verso, quella direzione, quell’intelligenza dunque) che molti si ostinano a mirare dal solo volto di persona-divina.. Ed in quel senso ed in quelle ed attraverso quelle immagini ecco il bene ed il male personificate come entità e non come manifestazione di una direzione ancora priva di prospettiva pluridimensionale (o significato).. Forse con Namas posso dire “forse smetteremo di soffrire; il nostro intelletto []un giorno ci darà la possibilità di sconfiggere il dolore”, il dolore dell’anima senz’altro.. il dolore di non riuscire a comprendere.. se è vero che com-prendere è essere.. Ultima modifica di gyta : 15-04-2014 alle ore 12.27.56. |
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15-04-2014, 10.05.56 | #25 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: La lotta tra bene e male
** scritto da gyta:
Citazione:
Infatti Gesù propone e non impone. Ma il solo scoprirlo non risolve un bel niente, perché in tanti anche dopo averlo individuato non vivono in virtù d'esso. Citazione:
Ma questo dolore è dovuto al fatto che c'illudiamo d'essere autosufficienti, anche per comprendere l'incomprensibile: il Mistero. |
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15-04-2014, 13.11.05 | #26 | ||
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Riferimento: La lotta tra bene e male
Citazione:
Oh, sì che risolve.. scoprire per davvero è emergere alla luce.. allora in emersione è quella realtà che siamo per davvero e nel profondo.. la nostra logica impeccabile seppure talvolta contorta per seguire pensieri apparenti.. mai portati sino in fondo alla luce.. non si può stabilire un sentire si può a mio avviso solo illuminare, portare luce là dove quel sentire esiste magari seppellito da pesanti macigni di pensieri stipati assemblati parziali.. pensieri come pesanti ferma carte privi di capacità di interazione, semplici dinamiche reattive, privi di una reale struttura di indagine.. di quella autentica anima capace di essere e generare comunicazione.. capace di autentica relazione.. Cosa è il male se non ripeto alienazione di sé a sé medesimi? E laddove non v'è per davvero alienazione è possibile un'identità capace di usurpare identità? Allora da dove mai scaturirebbero i conflitti se non da relazioni apparenti? Non è forse questa apparente inesistente inautentica relazione a causa di quegli stessi presunti disastri di sistemi politici economici che accecano la vista alla maggior parte degli umani del pianeta con la scusa che le alternative sono difficili se non impossibili? Citazione:
Ma è proprio il risaltare relazionale della nostra identità a restituirci paradossalmente quell’autosufficienza verso la quale ci sentivamo mancanti e non protetti.. non “a casa”.. Conoscere –la riscoperta, o meglio ancora la scoperta- è molto più di un mero processo di informazione è accorgersi d’essere ciò che si è.. un essere integro però ovvero (ri)portato alla coscienza.. |
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15-04-2014, 23.49.39 | #27 |
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Riferimento: La lotta tra bene e male
Gyta
“sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe" dico io.. eccolo rintanato anche lui a mirare i vasti orizzonti.. da lontano.. a spizzichi.. che sennò ci si perde e poi.. (o sarà l'incontenibile necessità del riferimento?) ..sarà che la nostra vista si deve abituare agli spazi aperti.. ed a luci enormemente indiscrete o al buio enormemente imperante.. INFINITO
Giacomo Leopardi 1. Sempre caro mi fu quest’ermo colle, 2. e questa siepe che da tanta parte 3. dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. 4. Ma sedendo e mirando, interminati 5. Spazi di là da quella, e sovrumani 6. Silenzi, e profondissima quiete 7. Io nel pensier mi fingo, ove per poco 8. Il cor non si spaura.E come il vento 9. odo stormir tra queste piante io quello 10. Infinito silenzio e questa voce 11. Vo’ comparando: e mi sovvien l’eterno, 12. e le morte stagioni e la presente 13. e viva e il suon di lei. Così tra questa 14. Immensità s’annega il pensier mio: 15. e il naufragar m’è dolce in questo mare. Questa collina (colle = il monte Tabor, non lontano da casa Leopardi) solitaria (ermo = solitario aggettivo molto poetico e ricercato della tradizione letteraria) mi fu da sempre cara (anastrofe) ed anche questa siepe (siepe = per il poeta rappresenta la divisione fra i suoi pensieri e l’eternità) che impedisce la vista (il guardo esclude) dell’orizzonte più lontano (ultimo = estremo secondo l’accezione latina). Ma (avversativa, si contrappone a ‘esclude’ del verso precedente: la siepe cioè esclude lo sguardo, non l’immaginazione) sedendo e guardando (mirando = è un guardare fantasticando) gli sterminati (interminati ) spazi al di là della siepe (di là da quella), nella mente (nel pensier) mi raffiguro (fingo = immagino), silenzi che non si trovano della dimensione umana (sovrumani silenzi - iperbole) e profondissima quiete (anastrofe), in modo tale che in quegli spazi e in quel silenzio (ove) per poco il cuore (cor = sinonimo di “sentimento, animo”) non si turba e si smarrisce (sispaura - nel percepire l’infinito vi è una sorta di smarrimento). E non appena (come) odo stormire (onomatopea) il vento tra queste piante paragono (vo’ comparando) l’infinito silenzio di quegli spazi a questo rumore (voce – il frusciare del vento fra le piante): e mi viene in mente (mi sovvien) l’idea dell’eternità [dell’infinito nel tempo], ed il passato (le morte stagioni = le età passate) e il presente che si fa sentire nelle sue manifestazioni reali (viva e il suon di lei). In questo modo (Così = comparando l’effimero con l’eterno) in questo infinito (immensità) il mio pensiero sprofonda (s’annega = si smarrisce fino ad annullarsi): ed è dolce naufragare in questo mare (naufragar…mare = la metafora del naufragio rende l’idea di un annichilimento che è però uno smarrimento piacevole. Per il poeta è fonte di dolcezza annullare la sua coscienza nella vastità dell’infinito- naufragar m’è dolce = ossimoro). http://www.parafrasando.it/POESIE/LE.../Infinito.html Che abbiamo di più caro della nostra identità se non quell’io che si erge solitario nel nostro spazio interiore anelando a riconoscere ed essere riconosciuto qual essere reale e perenne, pur avvertendo che la sua origine scaturisce dal movimento del pensiero nel serbatoio della conoscenza, attraverso il linguaggio? I due fiumi dell’uomo, quello dei pensieri e dell’io e quello dell’eternità o del ricordo senza passato son separati tra loro… ma non da uno spazio vuoto, da qualcos’altro… una siepe, un diaframma, un velo… una vibrazione diversa che agisce anche sul piano organico, materiale. Il nostro io è irresistibilmente attratto verso quell’unica direzione da cui spera gli possa giungere quello che gli manca, il senso ultimo del suo esistere. Non potendo rinunciar a sé stesso impiega un altro suo potente strumento per penetrar oltre la siepe: l’immaginazione… spronandola a raffigurarsi spazi e ambiti (silenzi) che gli sono preclusi, dove lo stesso pensiero incontrando i suoi limiti non può far altro per procedere che concepire in astratto, con ciò allontanandosi ancor più da quel confine. L’immaginazione e la fantasia, ancelle dell’ispirazione, producono anche nell’organismo uno stato diverso dall’usuale… il tempo infinitesimamente rallenta e in quella condizione qualcosa dall’al di là di quella siepe, a volte, senza garanzia, lambisce la sponda del nostro fiume. Sino a mescolarsi, poco o tanto che sia, con la nostra stessa acqua, infondendole contenuti senza tempo e senza memoria, altri che quelli che possiam pensare. In quel mescolamento d’acque l’una non prevale sull’altra, è un fondersi al limite, al confine tra i due fiumi, appena per una porzione. E tuttavia abbastanza per render vita, percezione e sentire tutt’altro dal conosciuto, dove ogni cosa riacquista il senso perduto e anche l’io (il pensiero-pilota) in una dimensione dai confini indefiniti non riesce a mantener in stretto contatto i due flussi (del passato e del futuro) che scorrendo nell’uomo ne causano il senso di presenza. La memoria ordinaria allenta la sua immanenza e un'altra forma di memoria non riconducibile al solo essere umano, se si è fortunati, si affaccia. Il ricordo dell’io incontra un ricordo senza passato… quello che era… e che alla fine vuol ritornar a essere. |
16-04-2014, 22.09.11 | #28 | |
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Riferimento: La lotta tra bene e male
Citazione:
Per l' ebraismo ( matrice del monoteismo ) Dio è " solo " Bonta' ( infinita ! ) - bene Supremo - Sommo bene Per chi ha scritto i testi sacri ebraici, ma io parlo dell'Uno, parlo di tutto quello che È. Se è Tutto è anche male che è il bene non ancora rivelato, se non fosse Tutto sarebbe limitato ed allora non sarebbe più il Dio onnipresente che conosci. L'Uno è ogni cosa, il Donatore ed il Creatore, ma potrebbe anche essere il Distruttore per una causa superiore e questo non si può chiamare Male perché è il punto di vista di chi osserva che cambia la visione di quell'azione, che per chi non è nella dualità della materia è solo un'azione che è movimento che crea mutamento! Ciao |
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17-04-2014, 02.04.19 | #29 |
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Riferimento: La lotta tra bene e male
Bene e male.
Non credo che ci sia una lotta in corso. Sono due fenomeni della stessa medaglia: senza l'uno non esisterebbe l'altro. Sono entrambi necessari. E sono concetti relativi se associati ad una visione antropologica, ma divengono assoluti se riferiti a Dio. Si perché credo che si debba, in ogni caso, considerare che ciò che per noi potrebbe sembrare "bene", potrebbe non esserlo per Dio e viceversa. Credo, inoltre, che il "male" creato dall'uomo, Dio, nella sua infinita onnipotenza, lo trasformi in "bene", ma spesso l'uomo rende questo processo irreversibile. A questo punto, però, manca una definizione assoluta del concetto di "bene" e di "male". Provo a darne una: "bene" è tutto ciò che è in armonia e/o compatibile con la volontà di Dio; "male" sarà, ovviamente, tutto il resto. Rising Star. |
17-04-2014, 10.45.01 | #30 |
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Propongo una domanda provocazione:
e se Dio nella Sua infinita giustizia abbia inventato il male per permettere all'uomo di dirigersi verso di Lui? Abbiamo detto che male e bene sono aspetti della stessa medaglia, non esisterebbe il mondo dove siamo se non esistessero il bene ed il male, sono gli equilibri universali : Yin e Yang, i principi Maschile e Femmnile, Positivo e Negativo, notte e giorno. Il male non va inteso per forza come il Demonio ma come una energia che tende a contrapporsi ad un'altra e mentre arriva al suo culmine incontra l'altra che la prevarica e di nuovo danzano. Sono i poli magnetici che tengono unita la materia. Se non ci fossero ci dissolveremmo. Esistono per permetterci la vita così come la conosciamo, per permetterci di avere esperienza. In diverse culture è noto che al momento della morte interviene una terza energia che distrugge i poli attivi e negativi nel corpo, distruggendo il corpo stesso. Quindi se non avessimo opposizioni interiori non potremmo sentire, percepire, intuire dove direzionarci. |