Vi segnalo che sul sito di Isabella di Soragna è disponibile per download gratuito l'ultimo lavoro di traduzione di Isabella di Soragna di un nuovo libro sui dialoghi con Sri Nisargadatta Maharaj.
Il titolo: "Io Sono Il Non-Nato".
Semplicemente splendido!!!
www.isabelladisoragna.eu

A tutti, buona lettura!!

Shanti

Swa

E’ sempre un piacere leggere cose che riguardano Nisargadatta Maharaji. Proprio ieri pensavo alle coincidenze della vita ed a come tutto sia fondamentalmente legato da sottili vincoli di cause ed effetti.

In questi giorni si parla tanto di Tibet e del dramma del popolo tibetano, si aprono post, si inveisce contro la Cina, si manifesta, si sensibilizza l’opinione pubblica etc.
Ai margini di questa vicenda, forse non tutti sanno che, dietro all’accoglienza che il governo Indiano riservò al popolo tibetano ci fu l’influenza di Maurice Frydman che “spinse” l’allora primo ministro indiano, il Pandit Nehru, affinché desse direttive ai governatori dei vari stati indiani, incitandoli a garantire luoghi di accoglienza per i tibetani.

Mi direte che ho sbagliato post e sono completamente fuori tema. No! Non sono fuori tema. Ne parlo qui perché Maurice Frydman fu, fra le altre cose, anche l’interprete di Nisargadatta ed il fautore della pubblicazione del primo libro coi dialoghi del maestro.

Se non fosse stato per Frydman forse Dharamsala non sarebbe la capitale del governo tibetano in esilio, se non fosse stato per Frydman oggi non conosceremmo Nisargadatta e questa traduzione di Isabella non ci sarebbe.

Ciao swa,non riesco a vedere il link del libro,mi appare una pagina bianca,peccato.
Qualcuno puo' magari postarlo...ciao

http://www.isabelladisoragna.eu/eboo...l_non_nato.pdf

Per leggere il file è necessario il seguente software http://www.adobe.com/it/products/acrobat/readstep2.html

Una ferita

19 dicembre 1979

Maharaj: Puoi forse portare a termine qualcosa in una vita? Vari studi, pratiche spirituali come il

essere, l’Assoluto, che la faccenda avvenne in una frazione di secondo. Il corpo-cibo è l’essenza del

senso di essere, quando questo se ne va, il senso di essere se ne va, ma tu non sei quel senso di
essere. Per colui che ne è convinto non c’è bisogno di meditazione. Finché c’è il senso di essere c’è
meditazione. Nel libro “Io sono Quello” (

vivo lo esporrei (in un nuovo libro). Ora il libro “Io sono Quello” è stato trasceso, ora non ho più ne

forma né nome.

Mi piace molto questo libro.
Fa piazza pulita.
Dopo rimane solo il Vuoto e l'Amore che da esso scaturisce.
Quel Vuoto e' il vasto spazio interiore del cuore, capace di accogliere tutti gli universi, tutte le manifestazioni della Vita.
E' paradossale: una allucinazione amorosa.
Se lasci che Nisarga, lo spontaneo e Datta, il dono, ti avvolgano, il gioco e' fatto.

Dattatreya

Sì, insiste sempre su questa Fiducia donata al proprio maestro ,Nisargadatta ,(parola fin troppo incompresa anche qui nel forum,ma che è in fondo una Qualità di quell' Amore).
Amore che tutto avviluppa e che lascia tutto il resto sullo sfondo,come inutile,secondario,come superflui suppellettili dell'essere.
Anzi l'essere stesso scompare,increspatura di un onda nel Mare e nel Silenzio
dell'Amore.

per me è ancora uno sconosciuto. l'altro giorno, visti i frequenti riferimenti in questo forum, ho cercato nel web e ho scaricato una sua breve biografia e alcune sue conversazioni. che mi hanno catturato subito, per la chiarezza comunicativa senza fronzoli. i suoi libri saranno i miei prossimi acquisti.

Come dicevo in altro post ho scaricato il pdf sperando che un giorno riesca a leggerlo, ma intanto nella mia vita molte cose sono cambiate e mi sembra che quello che è scritto in quel libro sia affine alla mia esperienza.
Quello che vivo è L'ACCORGERSI della realtà, parola infalzionata che indica
l'essenzialità ovvero l'Amore e il constatare che tutti noi siamo UNO, attraverso un moto spontaneo dell'anima (o altro termine analogo).
E poi la piacevole riflessione o se vogliamo meditazione sul motivo della nostra ricerca spasmodica che si riassume in un pensiero liberato da tutti i vincoli mentali quotidiani per spaziare nell'infinito.
Quindi poi la vita non è che cambi all'improvviso e diventi una favoletta, semplicemente per magia ma la magia diventa la sostanza di quello che vivo e i punti di vista cambiano e ci si trova sintonizzati con altre realtà, facenti parte della vita e che allo stesso momento non si aveva l'opportunità di vedere.

Ben ricordato, Van.
Avevo letto questa notizia su Maurice Frydman qualche tempo fa da qualche parte. La vita di quest'uomo è stata eccezionale e trovo strano che, malgrado tutto, sia rimasto un personaggio quasi anonimo. Se non sbaglio aveva frequentato Ramana, Krishnamurti, il Dalai Lama, Gandhi e tutta la sua grande famiglia, U.G, Muktananda.... insomma, è stato uno di quei protagonisti anonimi di una levatura incredibile (Nisargadatta lo venerava nei suoi puja assieme ad altri grandi Maestri di cui manteneva una photo nel suo magico tempietto sopra al negozio di beedes).
Sarebbe interessante sapere se qualcuno abbia mai documentato la vita di quest'uomo fantastico...
Ciao,

un abbraccio

E’ tutto vero quanto dici eppure pare che Frydman rimase sempre un personaggio, diciamo, "dietro le quinte". Ho cercato un po’ in internet se qualcuno ne parlava ma mi sa che la biografia più completa su Maurice Frydman l’abbia ancora riflessioni:

Maurice Frydman, (1900 - 1976), ebreo Polacco convertitosi prima al cristianesimo poi all’induismo, col nome di Swami Bharatananda, fu un disincantato ed efficace uomo d’azione ed anche un ricercatore spirituale straordinario. Frequentò molte personalità tra cui tutti i maestri a lui contemporanei più famosi, spesso riuscendo a stabilire con loro delle solide relazioni personali. Da Ramana Maharishi, a Jiddu Krishnamurti, dal Mahatma Gandhi al Dalai Lama. Incontrò diverse volte U.G. Krishnamurti e si fermò, da ultimo, presso Nisargadatta Maharaj di cui divenne ben presto l’interprete personale.
Tra il 1958 e il 1959 Frydman, colpito dal dramma dei profughi tibetani, si adoperò con l’allora primo ministro indiano Nehru, affinché scrivesse una lettera ai governatori dei vari stati indiani, incitandoli a garantire luoghi di accoglienza per i tibetani. Il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, nel libro “La libertà nell’esilio” riserva una mezza pagina di ringraziamento personale a Frydman, per la collaborazione col popolo tibetano e soprattutto, si legge nel libro per la sua iniziativa di costruire asili per i bambini. A Frydman si deve la prima pubblicazione del libro: “Io sono quello”.

Che poi è presa da qui: https://www.riflessioni.it/esperienze/nisarga_yoga.htm