Mi scrivi mezza pagina di rispetto e comprensione del punto di vista e termini con 'abbi fiducia nella vita'!?!? Per me è l'incomprensione più grande. Ma come, sto imperversando nel forum sgolandomi sul fatto di confidare nella spettacolare natura della VITA, dove appunto neanche c'è possibilità che sorgano domande sulla morte, e mi si spaccia per il contrario...Mi sembra che sei tu che scindi i punti di vista materiali e 'di anima', cosa assurda dopotutto. Il corpo è il vero immortale, non conosce neanche l'espressione vita-morte in quanto fa parte del ritmo della trasformazione di ogni cosa i cui atomi si riciclano senza sosta (senza introdurre espressione equivoche sull'anti-tempo etc.). Le utlime frasi poi sui distici complementari sono le peggiori e controverse che potevo sentire: bene-male, pace-guerra..in che senso le intendi? Se è solo nel senso biologico, potrei darti ragione, nel senso che il ritmo quiete-tempesta è una pace-guerra in natura, ma ci sarebbe da fare altro che attenzione qui! Se poi sei come quelli che per raggiungere la pace giustificano la guerra, ahimé. Dopotutto si nota nel tuo non mollare la ricerca (e potresti anche tirarci il calzino 'per il tuo spirito', in this case, auguri!, io dormo uguale) che stai mettendo in pratica l'errore fondamentale: A che serve andare a fare la guerra per la pace in un luogo che è già in pace? = Stai torturando il tuo corpo al quale non gliene frega niente delle congetture fatte da altri riguardo lo spirito. Comunque, OK, OK, mi dai spunto, visto che sennò si gira a vuoto, per inserirti direttamente le parole di questo tipo che è la naturalezza della VITA fatta persona: Dal "Coraggio di stare da soli" di U.G.: - Interlocutore: Come andiamo avanti? Non le vado a domandare su quale sia il proposito della vita, perché ovviamente, come giusto lei diceva, questa non è in realtà una domanda rilevante. UG: No. È si una domanda rilevante, ma nasce dalla supposizione che sappiamo qualcosa sulla vita. Nessuno sa nulla sulla vita. Abbiamo solo concetti, ideazioni e pensieri circa la vita. Persino gli scienziati che cercano di comprendere la vita e la sua origine vengono fuori solamente con teorie e definizioni della vita. Può darsi che non sia d’accordo con me, ma tutto il pensiero, tutta la modalità del pensare, è cosa morta. Il pensiero nasce da idee morte. Il pensiero o il meccanismo del pensare che prova a toccare la vita, sperimentarla, catturarla e darle espressione..., è un compito impossibile. Quello che ci interessa è vivere. Vivere è la nostra relazione con i nostri vicini, con la vita che ci circonda. Quando abbiamo tutto quello che ragionevolmente possiamo chiedere, tutte le comodità materiali che abbiamo in occidente, la domanda sorge naturalmente: “Questo è tutto?” Nel momento in cui vi fate codesta domanda, avete creato un problema. Se questo è tutto ciò che c’è, allora qual è il passo successivo? No vediamo nessuno scopo nella nostra vita, e allora ci facciamo la domanda, e la giriamo a tutto quello che pensiamo abbia una risposta. Qual è il significato della vita? Qual è lo scopo della vita? Può essere che abbia il suo proprio senso, il suo proprio scopo. Mentre siamo intenti a comprendere il senso della vita e lo scopo della vita non andiamo a migliorare, cambiare, modificare o alterare i nostri modelli di comportamento in nessun modo. Eppure esiste la speranza che comprendendo il senso della vita, potremo produrre un cambio. Può darsi che la vita non abbia nessuno scopo. Se lo ha, è già in operazione qui. Voler comprendere il senso della vita sembra un intento futile da parte nostra. Andiamo avanti chiedendo queste cose. Una volta un signore molto anziano, di 95 anni, che era considerato un grand’uomo spirituale e che insegnava tutto il tempo le grandi scritture ai suoi seguaci, venne a vedermi. Sentì che mi trovavo in codesta città. Venne a farmi visita e mi fece due domande. Disse, “Qual’ è il significato della vita? Ho scritto cento libri raccontando alle persone circa il significato e lo scopo della vita, citando tutte le scritture e interpretandole. Non ho compreso il significato della vita. Tu sei l’unico che mi può dare una risposta”. Gli dissi, “Guarda, hai 95 anni e non hai inteso lo scopo della vita. Quando andrai a intenderlo? Potrebbe essere che non c’è nessuno scopo nella vita”. La seguente domanda che mi fece fu, “Ho vissuto 95 anni e uno di questi giorni morirò. Vorrei sapere cosa succederà dopo di ciò”. E io gli dissi, “Forse non dovrai vivere molto di più per sapere sulla morte. Hai da morire ora. Sei pronto per morire?” Nel frattempo che chiedi, “Cos’è la morte?” o “Che c’è dopo la morte?” sei già morto. Queste sono domande morte. un uomo vivo non farebbe mai queste domande. I: Mi permetta di farle allora un'altra domanda, che non è molto intellettuale. Che dovremmo fare? UG: (Ride) Ci è stato detto che fare durante migliaia di anni. Perché continuiamo con la stessa domanda, “Che fare?” Che fare in relazione con che? Quello che sto enfatizzando è che la domanda per produrre un cambio in noi è la causa della nostra sofferenza. Potrei dire che non c’è niente da cambiare. Però i maestri rivoluzionari vengono e ci dicono che c’è qualcosa lì dentro che richiede una rivoluzione radicale. Quindi assumiamo che esiste qualcosa come l’anima, lo spirito, o l’ ‘io’. Quello che affermo tutto il tempo è che non ho trovato nessun io né anima lì. Codesta domanda mi ossessionò per tutta la vita, e d’improvviso, ciò mi colpì: “Non c’è io da realizzare. Che diavolo sono andato facendo tutto questo tempo?” Vedrà, questo lo colpisce come un lampo. Una volta che lo colpisce, tutto il meccanismo del corpo che è controllato dal pensiero (dall’ ‘io’) è distrutto. Quello che rimane è il tremendo organismo vivente con una intelligenza propria. Quello che rimane è il pulsare, il colpo, e il battito della vita. “Ci deve essere qualcosa di più, e dobbiamo fare qualcosa per essere parte di quello”. Tali domande sono sorte perché diamo per scontato che fummo creati per uno scopo maggiore rispetto a quello delle altre specie. Questo è l’errore fondamentale che commettiamo. La cultura è la responsabile del fatto che abbiamo assunto questo. In questo modo finiamo credendo che la totalità della natura è per il beneficio dell’uomo. E la richiesta per utilizzare la natura per i nostri propositi ha creato tutti i problemi ecologici. -