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24-11-2007, 20.49.47 | #1 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
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Il telescopio spaziale... direte voi: che c'entra?
Era da un po' che volevo aprire questa discussione qui, ma evidentemente gli eventi si sono disposti in modo tale che solo ora è opportuno ch'io la apra, in effetti anche "ispirato" dalla parallela discussione di Freedom, "passato e futuro coesistono!"
°°° Il telescopio spaziale Hubble, nel 1996 e poi successivamente, ha puntato le sue ottiche verso zone di cielo apparentemente “normali”, quasi irrilevanti sino ad allora, poche stelle, proprio affinché non disturbassero più di tanto le osservazioni; nel 2004 un’osservazione dello stesso tipo (in alta risoluzione) è stata ripetuta in modo più avanzato in un’altra zona di cielo scelta accuratamente alla stessa maniera; ebbene ha registrato delle immagini, che forse avrete già visto, che credo siano tra le più belle che mai mente umana abbia potuto immaginare. Quasi ogni punto luminoso, ogni corpo celeste che è possibile osservare è sorprendentemente una galassia, le più lontane mai osservate, ognuna con la propria peculiare forma, dimensione, distanza, inclinazione rispetto a noi, ognuna con decine o centinaia di miliardi di stelle al proprio interno, come se un contadino avesse colto dalla sua sacca migliaia e migliaia di galassie e le avesse sparse un po’ così, come si spargono i semi in un campo, nella fiducia che la natura faccia il proprio corso. Ebbene dov’erano quelle migliaia di galassie, prima della loro scoperta? Esistevano? La domanda sembra soffra d’un pesante antropocentrismo e se l’imposto così, ragionando mentalmente con il “prima” ed il “dopo”, con gli “oggetti” ed i “soggetti”, bene ne posso uscire affermando che quelle galassie semplicemente esistevano, svolgevano la loro vita, pur se i nostri occhi non si erano nutriti ancora della loro straordinaria bellezza, niente di più chiaro e cristallino, perfino banale, dunque. Ma se ho sentito, anche solo per un attimo, la danza del tempo e la coesistenza d’ogni cosa qui ed ora, senza alcun benedetto qui ed ora, senza limiti, né confini, come in un dipinto abbagliante e presente, allora queste stesse domande cadono, poiché cadono i riferimenti del “prima” e del “dopo”, non esistono, non ci sono, ma non è neanche molto buono dire che non esistono e non ci sono, non è così anche se è così, posso solo balbettare qualcosa con la razionalità, qualcosa che non è qualcosa, ma la devo rendere tale per comunicarla, prima di tutto a me stesso, essere anche temporale e mentale. Il filtro delle parole è mente, è convenzione di linguaggio, ma è possibile andare oltre, è possibile sentire oltre questo filtro, questo velo. Con la mia stessa mente posso confutare ogni parola che sto dicendo e riderci su, ma rimane un gioco, solo un puro gioco di filosofia e di dialettica, posso trastullarmici, se interessa e lo posso fare anche bene, ma niente di più, poiché non va minimamente a scalfire ciò che ho sentito, che è fuori dialettica; posso riportarlo, il sentire, nella piazza filosofica e posso pure con il ragionamento costruire un edificio che stia in piedi, affermando per esempio che in realtà la percezione e l’osservazione sono propri anche di corpi “inanimati”, anche loro “sperimentano” e dunque forniscono realtà a quelle galassie che dunque sono, nonostante non sapessimo della loro esistenza, perché sperimentate e percepite da una sorta di coscienza pregnante ogni cosa; potrei pensare che quel contadino è proprio questa coscienza cosmica, potrei pensare sia Dio, che nel tempo libero, sta continuando la sua opera di creazione poiché per lui il settimo giorno ancora non è arrivato oppure sta dormendo e questi solo alcuni dei suoi sogni, come tutto il resto, potrei pensare tutto ciò e portarlo nella piazza della dialettica, per condividere, per ricevere pareri, impressioni, riflessioni, affinché mi forniscano, ancora una volta, identità, quella che pare occorra per vivere. Ma il tempo a volte è estenuante e ragionare dentro il tempo intorno al tempo mi ha sempre privato d’ogni energia, come tentassi d’urlare eppure non riuscissi ad emettere suono oppure tentare di correre e non riuscire a farlo (questo fu uno dei miei pochi incubi ricorrenti da bambino); ed allora le cadute, ancora ed ancora, il tentativo di conciliare quanto avveniva con la mia vita e le successive arrese e riprese, come una marea mai paga. Perché bramavo quelle “galassie” e conoscere e sapere e penetrare il loro segreto, come se anche lì vi fosse stata la chiave per accedere al mio, eppure se tutto era sogno, illusione, nomi e parole, mente e razionalità, quale posto stavo relegando per loro? Semplici pensieri? Vaniloqui inutili per trascorrere un po’ di tempo? Equivalevano ormai al nulla, al nichilismo e nulla di morale da dire su di esso, anzi ogni sorta di bene, per la sua modalità di rottura, ma si stava estendendo a macchia d’olio in ogni cosa, proprio in ogni cosa, lentamente e ciò mi spaventava; ma ora sembra si stia nuovamente aprendo il cuore... Però questo non è il mio diario, poiché sono interessato a voi ed a quello che sentite sinceramente a proposito di queste riflessioni; vi vorrei chiedere, secondo ciò che naturalmente vorrete scrivere di voi, come percepite queste immagini, nel vostro intimo, che corde toccano, quali emozioni, pensieri, se vi interessano o vi sono indifferenti, se vi appassionano o non più di tanto le “meccaniche celesti”, e “scientifiche” in generale, e soprattutto come le interpretate e le conciliate con la vostra vita, alla luce delle “vostre meccaniche”, della religione in cui credete, della filosofia con cui ragionate, dell’ateismo che professate, delle esperienze di ricerca “spirituale” che vivete e delle “illuminazioni” che vi hanno colto lungo il vostro cammino. °°° Galleria ufficiale di immagini del telescopio spaziale Hubble: http://hubblesite.org/gallery/ da qui è possibile scaricare l'immagine del 2004 a risoluzione massima (in formato .tiff, ma è enorme, già quella .jpeg è incredibile). °°° Buona visione... ed un saluto... |
26-11-2007, 01.46.16 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-06-2007
Messaggi: 213
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Riferimento: Il telescopio spaziale... direte voi: che c'entra?
Bellezza, armonia, amore, poesia, vita: signori! anche qui io ci vedo Dio. Se ogni uomo si sentisse realmente parte di questa realtà e consapevole che oltre il suo naso ci sia tanta magnifica creazione, se alzasse il suo sguardo verso l'alto e verso ... l'Alto, riconoscerebbe i suoi limiti e le sue vere priorità. Ho scaricato questa stupenda immagine (ringrazio l'amico nexus6 per il riferimento) dal seguente sito:
http://hubblesite.org/newscenter/arc.../image/b/warn/ dal quale si può scaricare l'immagine sia in formato JPG (13.86 MB), (http://imgsrc.hubblesite.org/hu/db/2...s/full_jpg.jpg) che nel formato TIF (141.26 MB - sì avete letto bene: + di 141 MB); (http://imgsrc.hubblesite.org/hu/db/2...s/full_tif.tif) L'immagine ha un formato di 6672x6340 pixel ed anche se nel formato compresso JPG si perde un po' di risoluzione, devo dire che è ugualmente spettacolare: è difficile trovare uno spazio dove non ci siano delle stelle e, dove si trova, è solo per la limitatezza della strumentazione del telescopio. Ecco: secondo me, questa immagine rappresenta ciò che Dio può fare Invece in quest'altra immagine, vi è rappresentato ciò che può fare l'uomo nella sua peggiore espressione: http://www.noaanews.noaa.gov/stories...to-cropped.jpg Questa è una immagine di 3.5 MB, e rende bene l'idea di cosa è anche capace l'uomo, come ho detto, nella sua peggiore espressione. Una bella differenza con la prima immagine! Saluti e buona notte. |
26-11-2007, 05.15.36 | #6 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: Il telescopio spaziale... direte voi: che c'entra?
Citazione:
Non posso che risponderti con tutte le parole (insufficienti) che seguiranno..: " Tutto, nasconde intorno a noi un mistero. E tutto, nell' universo, rassomiglia ad un velario che nasconde il volto di Dio." (Pascal) Il Dio in cui non credo È il Dio-nulla degli atei, che senza esistere produce l'universo; senza essere vita crea la vita; senza avere l'intelligenza produce l'intelligenza. È il Dio-materia cieca e stupida dei marxisti, capace di organizzare le galassie e questa terra meravigliosa, di programmare l'esistenza di tutti i viventi e di fare spuntare dal non essere l'essere, dalla non vita la vita, dalla non intelligenza l'intelligenza; siamo all'assurdo di un programma senza programmatore. È il Dio-tutto dei panteisti, confuso con la materia, che fa brillare per un momento il pensiero dell'uomo per riassorbirlo e farlo scomparire con la morte. È il Dio-statua dei pagani, insensibile alle necessità degli uomini, incapace di vedere, di ascoltare, di commuoversi, di intervenire, di apprezzare gli sforzi e i sacrifici degli uomini, di rallegrarsi; uno di quegli dei pagani di cui dice la Bibbia: « Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Con le loro mani non palpano, con i loro piedi non camminano, non danno suono con la loro gola » (Ps. 115, 5-17). È il Dio-uomo dei greco-romani, fatto con gli stessi istinti, con le stesse debolezze, con le stesse passioni, con la stessa maniera di ragionare degli uomini. È il Dio-fato, inferiore alle leggi da lui stesso create, che non può piú modificare quanto ha fatto, perché non è libero, ma schiavo di se stesso. È il Dio-architetto dei liberali e dei massoni, disinteressato delle vicende di questi piccoli uomini, perché occupato a guidare le stelle. È il Dio-tabú dei feticisti, che dà ordini capricciosi per esercitare la sua potestà; castiga e uccide chi osa toccarlo o anche solo avvicinarglisi. È il Dio-moloch dei cananei e degli altri popoli medio-orientali che comandava agli uomini di sacrificargli i loro nemici, gli schiavi e perfino i loro figli. È il Dio menefreghista dei pessimisti che abbandona gli uomini alla loro sorte: lavorare, soffrire, morire. È il Dio dei peccatori che condanna la felicità degli uomini e gode della loro infelicità. È il Dio dei manichei che considera il matrimonio un peccato. È il Dio altissimo dei deisti con il quale è impossibile allacciare un qualsiasi rapporto, perché troppo superiore e lontano da noi. È il Dio di Zarathustra, limitato dal principio del male. È il Dio ragione dei razionalisti, fatto a misura di uomo, capace di essere capito e compreso dagli uomini. È il Dio dei satanisti capace di essere condizionato, sottomesso agli uomini e ai demoni. È il Dio dei giansenisti che aspetta al varco questi poveri disgraziati di uomini peccatori, per avere il piacere di vendicarsi e di mandarli all'inferno. È il Dio vecchio maestoso degli indifferenti verso cui sentono rispetto ma nessuna attrattiva. È il Dio-tappabuchi di tanti pseudo-religiosi, intento a riparare, dietro segnalazione dei suoi clienti, tutti i difetti commessi seguenti l'opera della creazione e la vita e il cattivo uso della libertà degli uomini. È il Dio principio dei sadducei (che negano la resurrezione) secondo i quali egli ha esaurito tutte le sue possibilità nella creazione di questo mondo, e quindi dà ricchezze e felicità a quelli che ama; miseria e malattie ai peccatori. Giustamente dice Tolstoi:« Se vi capita di pensare che tutte le vostre credenze concernenti Dio sono false e che non esiste nessun Dio, non scoraggiatevi. È una cosa che capita a molte persone. Non crediate però che la ragione della vostra incredulità sia nel fatto che Dio non esiste. Il fatto di non credere piú nel Dio nel quale credevate prima, proviene dal fatto che la vostra credenza precedente era sbagliata; dovete fare ancora uno sforzo per comprendere meglio quello che voi chiamate Dio. Quando un selvaggio cessa di credere nel suo dio di legno, non significa che Dio non esiste; significa solo che il vero Dio non è il dio di legno » . ( da http://www.cittacattolica.com/index....n=pagdx&idx=40 ) ..continua.. |
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