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26-06-2003, 21.40.46 | #33 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Visir
concordo pienamente con te. La mia personale esperienza mi ha portato da un estremo all'altro. Solo quando ho capito che non c'è niente da combattere, non c'è niente da ottenre il mondo si è trasformato davanti ai miei occhi. Possiamo cambiare la realtà solo quando la vediamo per quella che è, non un istante prima. E forse quando la vediamo realmente perdiamo anche il desiderio di cambiarla perché va benissimo così come è. Quel che è da cambiare siamo soltanto noi. Ma non il cambiamento attraverso la lotta, bensì attraverso la conoscenza, la consapevolezza. Non è facile, lo so bene. Ma neppure impossibile. Oggi vedo il mio ego che ogni tanto si gonfia e si pavoneggia. Vedo negli altri quel che io stessa ho vissuto e non giudico più nessuno come un tempo. Non giudico più neppure la sofferenza degli altri, pur vedendo chiaramente che è solo un paletto a cui si sono aggrappati perché hanno paura di vivere se stessi. Paura, malattia, sofferenza (mia personale esperienza) sono solo scudi dietro cui ci nascondiamo. Facciamo di tutto per non vedere la realtà, per non vedere noi stessi. Sprechiamo imemnse energie per restare nascosti. Oggi pensavo: io sono il peggior nemico di me stessa. Lo sono sempre stata. Ho sofferto tantissimo. Ho odiato, ho provato rancore, mi sono crogiolata nei sensi di colpa, ho ritenuto il mondo intero responsabile delle mie sofferenze. Ed oggi sorrido, perché il solo vero e unico nemico ero io. Era dentro di me. Oggi non lotto più contro me stessa: mi amo. Guardo il mio ego che si gonfia di presunzione e gli sorrido, perché lo riconosco. Non cerco più di combatterlo, non cerco più di divenire un modello esemplare di bontà. Quando penso o mi dicono che sono buona provo una certa apprensione. Perchè so che l'ego comincia a far capolino e la cattiveria lo segue come un'ombra. Quando vedi la realtà e te stesso per quello che sei niente può farti più paura, niente può farti più del male, niente può farti più soffrire. Ciao Mary |
27-06-2003, 00.40.14 | #34 |
raggiodicielo
Data registrazione: 24-03-2003
Messaggi: 6
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Non ho letto tutti gli interventi...
e mi limito a rispondere a Chievo, sperando di non ripetere ciò che è già stato detto.
Credo che dovresti distinguere tra la sofferenza dovuta ad un problema di salute e quella dovuta alla separazione. In entrambi i casi si tratta di esperienze pur se dolorose molto importanti e che possono portare ad una notevole elevazione spirituale. Ma più che l'accettazione è necessaria la comprensione. Accettare senza comprensione serve a poco, prima o poi ciò che non è stato capito riemerge e l'accettazione che sembrava essere stata raggiunta va a farsi benedire. Spesso ci si ritrova in crisi profonde nella vita perchè si pensa di aver accettato quello che si è soltanto represso perchè in realtà non era stato compreso. Mentre per la malattia, pur se ci sono fior di studi e di libri che spiegano la predestinazione e le motivazioni karmiche dei nostri malanni, la comprensione vera è sempre molto difficile... nei rapporti interpersonali e sentimentali invece è più accessibile, impegnativa, ma alla portata di chi sta vivendo l'esperienza... Mi fermo su questo punto, per non rischiare di andare fuori tema non avendo letto il resto. Però ti invito a considerare la riflessione che ti propongo: cerca, dove puoi, di comprendere... e poi se deve l'accettazione arriverà. Quando si è compreso allora si possono vedere quelle che sono le origini delle nostre personali sofferenze e si può agire nei giorni a venire per *seminare* un futuro migliore. Il dolore può aiutare l'evoluzione ma non è indispensabile. Indica un errore che possiamo trascurare finchè non *sentiamo male* ma quando sentiamo male una volta dopo l'altra alla fine lo prendiamo in considerazione. La comprensione può portare la sofferenza ad essere uno strumento si nella vita ma senza che noi ne siamo succubi, qualunque sia la giustificazione che gli si voglia dare. un abbraccio e l'augurio che il tuo cuore si liberi presto dal peso del dolore. raggiodicielo |
30-06-2003, 10.17.20 | #36 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Concordanze
A Mary: a costo di "pompare" il tuo ego devo ammettere di essere anch'io in sintonia con te, ma non so....le tue parole hanno un sapore diverso (non voglio dire migliore di quanto scritto dagli altri, per carità!), ma direi sofferto, vissuto, chissà!
Non dici niente di speciale ma... Parlando di cose amene, ma non troppo, a tutti consiglio una capatina alla nuova sezione incontri del forum...può interessare a chi desidera comunicare "da un'altro punto di vista" Ciao |
01-07-2003, 12.28.07 | #37 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-02-2003
Messaggi: 53
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e se le malattie e le sofferenze della vita, le delusioni fossero la diretta conseguenza dei nostri comportamenti, fossero insomma la risposta al nostro modo di vivere nei confronti della vita, dei valori, degli altri.
Se cosi' fosse saremmo noi stessi a scavarci con le nostre stesse mani, il male o la sofferenza che viviamo... La sofferenza che sto vivendo in questi mesi me la sono cercata ? me la sono creata io ? |
01-07-2003, 13.01.11 | #38 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Nessuno può rispondere a questo meglio di te stesso.
Ti regalo una storia. Zengetsu, un maestro cinese della dinastia T’ang, scrisse per i suoi allievi i seguenti consigli: Vivere nel mondo e tuttavia non stringere legami con la polvere del mondo è la linea di condotta di un vero studente di Zen. Quando assisti alla buona azione di un altro, esortati a seguire il suo esempio. Nell’aver notizia dell’errore di un altro, raccomandati di non imitarlo. Anche da solo in una stanza buia comportati come se avessi di fronte un nobile ospite. Esprimi i tuoi sentimenti, ma non diventare più espansivo di quanto la tua vera natura ti detti. La povertà è il tuo tesoro. Non barattarla mai con una vita agiata. Una persona può sembrare sciocca e tuttavia non esserlo. Può darsi che stia solo proteggendo con cura il suo discernimento. Le virtù sono i frutti dell’autodisciplina e non cadono dal cielo da sole come la pioggia o la neve. La modestia è il fondamento di tutte le virtù. Lascia che i tuoi vicini ti scoprano prima che tu ti sia rivelato. Un cuore nobile non si mette mai in mostra. Le sue parole sono come gemme preziose, sfoggiate raramente e di grande valore. Per uno studente sincero, ogni giorno è un giorno fortunato. Il tempo passa ma lui non resta mai indietro. Né la gloria né l’infamia possono commuoverlo. Critica te stesso, non criticare mai gli altri. Non discutere di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Alcune cose, benché giuste, furono considerate sbagliate per intere generazioni. Poiché è possibile che il valore del giusto sia riconosciuto dopo molti secoli, non c’è alcun bisogno di pretendere un riconoscimento immediato. Vivi con un fine e lascia i risultati alla grande legge dell’universo. Trascorri ogni giorno in serena contemplazione. |
01-07-2003, 15.08.33 | #39 |
Ospite abituale
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x visir
Purtroppo mi sono reso conto in questi mesi di aver contribuito non poco alla mia sofferenza....... capendo gli errori commessi anche a fin di bene, nel matrimonio, pensavo troppo alla casa. al lavoro, ai soldi e ho trascurato mia moglie, l' ho data per scontata ecc. ... ora queste cose sono limpide trasparenti... cosa posso fare per tornare con mia moglie.... cosa posso fare per farle capire che realmente non solo a parole ho capito cosa vuol dire amare ed essere contenti di avere una famiglia come avevo ?
Forse sembro ma lo so disperato perche' ho capito di amare mia moglie e prima forse non sapevo quanto l' amavo e quanto era importante ... ciao visir .... sei sempre forte nei tuoi commenti e ti ringrazio sinceramente |
02-07-2003, 23.51.02 | #40 |
Ospite abituale
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Caro Visir
vedere il mio ego gonfiarsi è un rischio che ora so di correre, per questo è meno pericoloso di un tempo. E' come voler accarezzare una rosa e cercare di non pungersi. Io non so che cosa suscitano le mie parole in chi le legge, posso solo dire che sono il frutto di una intera vita. Parlo solo di quel che ho vissuto, e di quel che ho appreso. Ed è per me non solo fonte di gioia ma quasi doveroso condividerlo con chi lo desidera. Per sapere cosa c'è dietro una parola bisogna sperimentarla. Se parlo ad un amico di uno splendido fiore che ho trovato sulle Ande, è certo che lui comprenderà le mie parole solo dopo aver visto quello stesso fiore. Io posso pargli di quel fiore ma dovrà lui stesso andare sulle Ande a cercarlo. E probabilmente racconterà di quel fiore in modo diverso dal mio, ma l'importante è che l'abbia visto, toccato, apprezzato il profumo. Se io vi dico che la sofferenza è generata da noi stessi, quanti saranno a credere che sia così?! Solo chi ha compreso cosa sia la sofferenza e come viene generata. Le parole senza la pratica sono solo parole. Ciao Mary |