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05-04-2007, 18.37.14 | #32 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
Se c'e' paura c'e' paura non e' un problema, ma puo' anche non esserci, oltre la paura c'e' qualcosa che non ha paura. Il panico e il dolore fisico sono stati i miei piu' grandi Maestri, accentandoli, quando erano insostenibili sono sbucato dall'altra parte. Si sono insensibile alle patetiche manifestazioni di dolore dell'ego. Posso sentire compassione ed esercitarla, ma quella compassione indica solo che stai scambiando una corda per un serpente. |
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05-04-2007, 18.49.04 | #33 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
vi sono paure istintuali e paure psicologiche.. per far chiarezza.. avere paura di un cane che azzanna.. paura di volare o di maneggiare un'arma fanno parte delle paure che salvaguardano l'individuo.. se non avessimo quelle paure, nella nostra inconsapevolezza esistenziale rischieremo la vita ogni momento.. la paura di morire ha un'altra radice.. è in sostanza paura di vivere.. che lo si voglia vedere o meno.. ma si sa.. se lo dice un UG o un Nisargadatta ciò ha il suo effetto.. se lo dicono altri imbecilli non certificati, non è possibile si possa averlo realizzato.. e si etichetta tutto come pura illusione.. fantasia.. si sa.. così E'.. |
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05-04-2007, 18.51.05 | #34 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
certamente! però accettare significa anche trasformare la paura in comprensione.. |
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05-04-2007, 22.04.06 | #36 | |||
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
Quindi paura della morte. L'individuo contiene in se dei meccanismi che lo proteggono da una inutile morte prematura, ma llora che la vita abbia un senso? L'organismo e' attaccato alla vita. Perche'? ......e ci mancherebbe...se no che saremmo nati a fare? Anche l'attaccamento quindi, ha una sua funzione. Come fa Maxim a dire che parliamo solo di morte se parliamo solo di Vita che non finisce mai? Tuttavia tutto appare e scompare, e' da quando sono nato che e' cosi...ma sicuramente anche da prima. C'e' memoria che chiamiamo storia....Appare da dove? E scompare dove? E chi assiste al comparire e scomparire? Citazione:
Vedo che anche tu a paradossi stai bene, ma allora la vita e la morte sono la stessa cosa? Cioe' chi ha paura di vivere ha paura di morire e viceversa? Forse si. Citazione:
Brava, sono daccordo e mi ritengo uno di quegli imbecilli. |
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06-04-2007, 07.40.52 | #37 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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L'uomo non vive.. viene vissuto..
Citazione:
facciamo chiarezza sulla parola illusione, dunque non potremo mai incontrarci neanche a parole.. la comprensione è l'aver abolito ogni illusione... o immaginazione. L'immaginazione è anche una funzione creativa, qui sarai daccordo.. ma solo quando l'uomo è sotto la direttiva delle Forze vitali.. cioè quando agisce nel presente.. al contrario, cioè quando non agisce nel presente essa corrisponde ad uno stato ipnotico (falso) che vive nel suo stato di coscienza... Se un individuo sogna ed agisce in accordo con i suoi sogni.. e li trasforma in reali è un artefice.. un creativo.. in sostanza crea.. ma se un individuo sogna e non agisce ma gode solo di ciò che immagina, gode solo della propria illusione, allora è sotto l'azione della forza dell'illusione.. in sostanza s'illude. se comprendi tecnicamente queste due differenze sei a Cavallo... |
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06-04-2007, 12.04.02 | #38 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L'uomo non vive.. viene vissuto..
Citazione:
Condivido il senso dell'intervento. Sulla vita vegetativa, permettimi di segnalarti Ramana Maharshi discorsi vol 1 e Nisargadatta (cio' che continuamente dice sul cibo). |
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06-04-2007, 12.36.22 | #39 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
Trovo sempre bellissimi i tuoi interventi, ci vedo dentro della saggezza e grande tolleranza...il che forse è la stessa cosa. Anch'io penso che il dolore che proviamo davanti alla morte di chi ci è caro abbia in sè una certa autereferenzialità: soffriamo non solo per il defunto, ma soffriamo anche per il nostro distacco e la nostra perdita, la nostra nostalgia e la nostra paura. La campana suona davvero per noi. Esiste però anche un sentimento lievemente diverso che può essere definito "commozione"; succede ad esempio quando leggiamo una triste notizia sul giornale, per cui non siamo davanti ad un distacco che ci tocca da vicino ma, per empatia e forse per solidarietà, stiamo male per quello sconosciuto che ha fatto una fine così triste o ingiusta. Ci sentiamo "vicini" a quella vittima, perchè dentro di noi sappiamo che siamo tutti sulla stessa barca. Oggi a te, domani forse a me..... Io non ho idea se tutto ciò che ho descritto sopra appartenga ad un mal sano ego, oppure all'io più vero: in un certo senso poco mi importa. Trovo però, rubandoti un pochino le parole, sia anche giusto essere indulgenti e rispettosi di queste sofferenze così umane, e di queste fragilità. Perchè non essere indulgenti davanti ad una lacrima,o ad un bisogno di raccoglimento e di auto-rassicurazione....quello che credo normalmente si cerchi in un cimitero? Sono sentimenti che ci appartengono e che in un certo senso ci rendono nobili. Con questo non intendo promuovere il senso di disperazione davanti alla morte; ma l'incertezza di non sapere esattamente che cosa siamo, da dove veniamo, a cosa siamo destinati (se non siamo solo una manciata di atomi casualmente composta in un organismo vivente) questo sì: l'incertezza non come abbandono alla cieca disperazione, ma come consapevolezza che siamo piccoli e che non siamo in grado di conoscere i segreti del creato e dell'aldilà. L'essere coscenti che non sapremo mai fino in fondo, almeno non fintanto che saremo su questa terra, credo sia anche semplice e sana umiltà...da non confondersi con rassegnazione, mi raccomando un saluto a tutti |
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06-04-2007, 22.15.10 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Cimiteri
Citazione:
bellissimo, condivido pienamente. Quanta dolcezza su di un argomento così duro e difficile. Il guaio, o è proprio questa la nostra prova e quindi va bene lo stesso, è quello di identificarci totalmente con il nostro corpo. Qualche volta mi chiedo dove sto io? dove sta quella parte di me che dice "io sono" non in una gamba, eppure è la mia, no nello stomaco, eppure è il mio. Forse nel cervello? eppure, aperto, non è che un ammasso molliccio. Forse "io sono" una serie di puri e semplici impulsi elettrici? Che cosa sono, io? dove sono, io? chi sono, io? Non lo so, e l'ultima arrivata non può certo pretendere di trovare risposte che cervelloni si sono già posti invano. Per questo un cimitero serve per chi ne sente il bisogno, i vivi naturalmente. Per i morti non credo possa riguardarli molto. Loro hanno abbandonato quell'involucro ormai inservibile. A me una volta è capitato di uscire fuori dal corpo, e vi posso assicurare che non si prova proprio niente a guardarsi dal di fuori, è come una vestaglia che non ci appartiene più. Una "cosa" che non è più nostra. |
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