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02-04-2007, 00.22.57 | #44 |
Utente bannato
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Riferimento: non se ne parla, ma l'inferno esiste...
Torino, 31/03/07
Ciao Cavallo Bianco, mi sembra ovvio da quanto affermi che sia proprio inutile confrontarsi su testi biblici a sostegno di dottrine e pensieri in esse contenuti. Dal momento che della Scrittura si prende solo ciò che si vuole e si rigetta altresì ciò che si ritiene non appoggiare il proprio credo, che senso ha continuare quando in realtà vi siete fatti un’altro Vangelo e in esso credete? I testimoni di Geova hanno fatto la medesima cosa. Se vuoi confrontarti su argomentazioni bibliche devi per forza di cose accettarne l’intero contenuto. Gli insegnamenti, le dottrine principali (compreso l’inferno), e su quelle basi, semmai, trarre le dovute conclusioni. Quindi, se tu affermi di non credere, nella fattispecie sul tema di cui si sta discutendo “ma questo discorso è valido per qualunque dottrina si voglia esaminare” (inferno compreso), e dici di non accettare tale insegnamento perché così ti va di credere, mi spieghi che senso ha discuterne il significato escludendone le fonti scritturali? Addirittura indichi un libro fatto apposta per voi reperibile a questo sito http://www.das-wort.com/it/dimw/dimw.html (Questa è la Mia parola Alfa e Omega) che a vostro detto è “l’Evangelo originario. Ma su quali basi, di coloro che ve lo hanno inculcato? Scusa ma ti rendi conto di quanto dici, noi Cristiani dovremmo rigettare tutta l’intera Bibbia, l’intera storia, e quindi credere in questo libro ed altri fatti su misura per voi? Ma tutto questo è coerente o razionale? Capisco che è difficile accettare l’insegnamento sull’inferno ma a quanto sembra non è solo questo il nodo da scogliere: Reincarnazione, vegetarianesimo e animali etc. ma su questi argomenti è stato discusso sufficientemente. Citazione dal sito: http://www.incontraregesu.it/l'inferno%20esiste.html E' Dio così crudele da desiderare che le anime soffrono per l'eternità nell'inferno? Il fatto che Dio condannerà delle anime a soffrire nell'inferno è una dimostrazione della giustizia di Dio, che va di pari passo con l'amore di Dio. Giustizia ed amore sono raffigurate come le due braccia di Dio. Infatti se non ci sarà condanna non ci può essere salvezza; che bisogno ha l'uomo di salvezza se non ci sarà una condanna da cui scampare? Se non vi era bisogno della salvezza, perché allora è venuto nel mondo, sofferto e morto sulla croce il Figlio di Dio? La resurrezione stessa di Gesù testimonia la giustizia di Dio, il quale ha costituito come giudice proprio suo Figlio. Solo lui è in grado di giudicare rettamente perché oltre ad essere Figlio di Dio è anche il Salvatore degli uomini. Dio ha gia manifestato la sua bontà ed il suo amore verso tutti gli uomini, perché ha programmato e permesso la morte del suo unico Figlio, per dare la possibilità a tutti gli uomini di ricevere la salvezza. Venendo meno la giustizia, viene meno anche l'amore. Due attributi fondamentali della personalità di Dio: Dio è Amore; Dio è Giusto. La condanna degli empi, oltre a dimostrare la giustizia di Dio, conferma e rafforza l'amore di Dio. La Giustizia di Dio si manifesterà con la stessa intensità con cui si è manifestato l'amore che Dio ha ed ha avuto per l'uomo, che ha permesso la morte di suo Figlio. Alla fine l'amore di Dio si concretizzerà col la giusta ricompensa per coloro che lo hanno amato ed hanno posto in Lui la loro fiducia con obbedienza. BREVE DESCRIZIONE DELL'INFERNO SECONDO LA BIBBIA Anche se è ragionevole credere che la descrizione dell'inferno fatta da Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, è frutto della sua fantasia, non possiamo però ignorare che Dio stesso, prima tramite i profeti e poi tramite Suo Figlio Gesù e gli apostoli, ci parla dell'esistenza di quel luogo e condizione di tormento, che Lui stesso ha destinato a durare per l'eternità. Sembra essere scontato che, come membri di chiesa e credenti di fede cristiana, accettiamo, tra l'altro, uno degli insegnamenti basilari di Cristo, che è l'esistenza dell'inferno. Purtroppo molti "credenti" rifiutano di accettare tale realtà come voluta da Dio e proclamata dalla Chiesa. Per qualcuno la questione dell'inferno viene aggirata con l'accettazione di ragionamenti e filosofie che alla fine pongono Dio in una posizione di impotenza (alla fine non è capace di perdonare tutti), o di troppa magnanimità (alla fine Dio perdona tutti) o, nel peggiore dei casi, nella posizione dell'ingannatore (Dio ha parlato sì dell'inferno, però non voleva dire che le persone debbono soffrire, etc., etc.). Quando Dio ha voluto creare tutte le cose che esistono non ha chiesto conto a nessuno, per cui anche se non crediamo e non accettiamo qualcosa che Dio ha fatto, non per questo possiamo dire che non esiste! COS'É L'INFERNO? Come punto di partenza dobbiamo fare una distinzione tra il luogo di tormento in cui vanno i peccatori che non hanno voluto ricevere la Grazia, e il luogo, di tormento anch'esso, chiamato "Lo Stagno di Fuoco e di Zolfo", in cui vanno a finire, sempre gli stessi, dopo il Giudizio finale o universale, più Satana con i suoi demoni, la Bestia, il Falso Profeta, e gli angeli ribelli che sono incatenati nell'Abisso. Spesse volte, sia il primo che il secondo luogo, vengono chiamati con lo stesso nome di INFERNO. La differenza è nel fattore tempo. Nel primo luogo vi vanno tutti i peccatori che sono morti e muoiono prima del Giudizio finale, il secondo luogo è definitivo e sarà attivo dopo la vittoria di Cristo sulla Bestia e sul Falso Profeta. Riguardo la condizione di tutti e due i luoghi non vi è differenza: sono luoghi di tormento, di dolori, di sofferenze e di pianto. Questa realtà ci fa comprendere un aspetto importantissimo nell'economia del Regno di Dio, cioè che la destinazione nell'aldilà si decide solo in questa terra, per cui tutte le credenze che incoraggiano le pratiche di intercessioni per i morti con i rituali annessi sono speculazioni arbitrarie. Dio lascia al singolo individuo la facoltà di stabilire la propria sorte eterna, e questa sulla terra, per cui alla morte ognuno sarà portato nel luogo prestabilito: quelli a perdizione eterna nell'inferno o Ades, senza vedere Dio; quelli salvati, nel cielo alla presenza di Dio. Nel Giudizio Universale anche quelli che sono nell'inferno compariranno davanti a Dio, il quale confermerà loro l'eterna condanna. Il luogo o condizione INFERNO racchiude diversi concetti biblici che, seppur descritti con termini diversi nelle lingue ebraica e greca, hanno in comune un predominante concetto, che è quello dell'esistenza di una realtà, dopo la cessazione dell'esistenza dell'uomo sulla terra, di condizione eterna, lontana da Dio e nella sofferenza. D'altronde, la creazione di Dio, il Suo impegno per la realizzazione della salvezza dell'umanità, con la necessità della nascita, della morte e risurrezione di Cristo, sarebbero state inopportune in una realtà dove non ci sarebbe una punizione eterna e dove alla fine tutto sarebbe tornato nel nulla assoluto o nella eterna scomparsa dell'uomo malvagio e peccatore, tutte cose, queste, che ci portano alla deviazione totale dall'insegnamento di Cristo e completamente fuori dal cristianesimo. Anche se la dottrina dell'inferno non è la dottrina centrale del cristianesimo, possiamo tranquillamente dire che è, insieme alle altre, un insegnamento importantissimo, per cui negando la sua esistenza saremo costretti a rifiutare le altre che sono ad essa collegate. Tutte le dottrine e gli insegnamenti fondamentali di Cristo sono vitali per il credente, sono come i raggi di una ruota, per cui venendone a mancare uno, viene compromessa la funzionalità della ruota stessa. I termini che riscontriamo nelle lingue bibliche sono: • Abyssos (greco) cioè "abisso", "inferi", in particolare "prigione dei demoni e degli angeli ribelli in punizione" dei passi di Luca 8:31 e Apocalisse 9:1; un significato simile è attribuito a "tartaros" di 2° Pietro 2:4; • Sceol (ebreo) ovvero Ades (greco), comunemente chiamato "inferno" e "soggiorno dei morti", ed è il luogo provvisorio ed intermedio di soggiorno dell'anima della persona deceduta sino alla resurrezione finale. Lì Gesù è andato a predicare il Vangelo agli spiriti dei morti (1° Pietro 3:19, 4:6), ed è pure da lì che, quando se n'è salito in alto, nel cielo, ha liberato molti che erano prigionieri, portandoli con se (Efesini 4:8). Quindi Sceol o Ades, adesso, dopo la resurrezione di Gesù, è la condizione e il luogo dove vanno le anime di coloro che saranno giudicate e condannate da Dio ed è tutt'ora un luogo in cui si soffre. (Leggi le testimonianze); • Geenna (greco) è l'inferno finale di fuoco e zolfo, o "stagno ardente di fuoco e zolfo" di Apocalisse 20:10 e 20:15. E' il termine tradotto in greco dall'Aramaico di "gehinnam", cioè valle di Hinnom, luogo a sud di Gerusalemme, dove al tempo del dominio cananeo venivano eseguiti sacrifici di bambini tramite roghi e che valeva come luogo di giudizio divino. Quando Gesù parla di questo luogo non si riferisce al luogo geografico, ma a quello che esso rappresenta, cioè il luogo della punizione. Dunque i passi della Bibbia che ci parlano di queste realtà non ci vogliono trasmettere dei concetti puramente simbolici, come vogliono credere quelli che rifiutano il sano insegnamento di Cristo per abbracciare le tesi dell'annichilimento e del condizionalismo, ma ci descrivono, seppur aiutati da figure immaginarie, delle realtà presenti e future. La Geenna, o lo Stagno di Fuoco e di Zolfo sono veramente dei luoghi in cui si soffre. Gli elementi del fuoco e dello zolfo possono essere immaginari, ma quello che la Parola di Dio ci vuole trasmettere sono gli effetti che questi elementi hanno sulla persona e sono effetti che causano dolore e sofferenze. Infatti, dice ancora la Gesù: "...lì sarà il pianto e lo stridor di denti". Segue (seconda e ultima parte) |
02-04-2007, 12.57.48 | #50 |
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Riferimento: non se ne parla, ma l'inferno esiste...
Buon giorno e salve a tutti,
vedo con piacere che si riesce a postare lasciando da parte citazioni varie e si leggono pensieri molto interessanti e che accomunano "sentire" differenti; su le "virtu" dello Spirito siamo parzialmente daccordo...è il rendersi "manifesto" che gli "impone" la 4° qualità, su i due punti successivi ci si discosta un pò , non credo che ci possano essere ricompense e punizioni nell'altro mondo; quando si afferma :I mondi di Dio sono infiniti, lo Spirito dell'uomo dopo la morte materiale continua la sua evoluzione nella direzione di DIO il Creatore, la differenza tra "Paradiso ed Inferno" sta nel diverso grado di perfezione raggiunto in questa vita. è molto importante perchè si sottointende una ulteriore evoluzione al termine della manifestazione impermanente (la vita terrena) ; ma siccome l'evoluzione continua fino a raggiungere "il Creatore" la "dannazione" non sarà mai eterna perchè il ricongiungimento a "dio padre" è nella Sua Volontà ;(ho usato una terminologia che umanizza il volere divino per comprensione...non credo che l'E' possa essere "razionalizzabile" ; grazie per la con-divisione claudio |