Il Divino che scaturisce dalla nostra interiorità va cercato e ritrovato ... non può esserci impartito o elargito dall'esterno ... è gia in noi ... attende soltanto che lo si riscopra.
Tuttavia, se poi siffatto straordinario e stupefacente anelito ultraterreno non si manifesta come amore per la vita, compassione per noi stessi e per gli altri, consapevolezza della bellezza e armonia del tutto, gratitudine ... non è possibile sostenere o credere che sia stato ritrovato sul serio.
Spesso, ciò in cui crediamo, é soltanto una sua parvenza, un simulacro del Vero. A furia di ripeterne il nome, immaginarlo, evocarlo, è molto semplice che ci si s'illuda d'averlo rinvenuto o persino conseguito. Al contrario, può trattarsi di una semplice e banale proiezione, la rappresentazione immaginifica del film della storia che il tempo ci ha già concesso di vivere innumerevoli volte.
Questa é la differenza imprescindibile fra il credere e l'avere fede. Chi ha fede ha trovato ... il Divino in sé stesso. Chi "crede" soltanto, oltre a non averlo ancora nemmeno rintracciato, si è arenato nel dominio psichico.
Ed è per questo che gli uomini di Fede tendono e vogliono incontrarsi, condividere reciprocamente la propria gioia ... mentre i cosiddetti "credenti", sovente ipocritamente timorati, lottano, combattono sino allo stremo, per affermare e imporre le loro presunte "verità"; circostanza ritenuta affatto saggia per chi, invece, ha esperito il senso dell'Unità interiore ed esteriore.
La Fede è Una, le "credenze" sono tante. Esse vanno tutte rispettate, sicuramente: sono vie, ma non sono la propria dimora, il tempio.
Lo so, forse non sono esattamente in linea con lo sviluppo ed il tenore delle discussioni religiose sulla pseudo-spiritualità contemporanea, ma il mio senso di appartenenza è onnicomprensivo.
Rispetto tutti i credi, e non mi permetto di provocare nessuno in merito alle proprie convinzioni religiose, qualunque esse siano, anche se mi piacerebbe rilevare che siffatto intendimento fosse, per lo meno, vicendevole. E che i credenti delle varie confessioni si dimostrassero sempre davvero tolleranti e non solo nel momento in cui intravedono il tragico risultato che le idee fondamentaliste comportano, di converso e riflesso, negli altri. E' davvero triste credersi brava gente e ravvisarsi repentinamente rispecchiati, seppure in minima parte, nei fratelli seguaci di altre ideologie alternative.
Ciò nondimeno, riguardo le "mie convinzioni spirituali", invece, sono completamente in accettazione di qualsiasi irrisione, satira, sberleffo. Mi sento completamente immune da questa problematica.
Il senso del Divino che è in me suscita tutt'altre sensazioni ... che lotta, divisione e competizione.