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05-03-2004, 17.09.23 | #43 |
SiamoUniciPezzi di N.. :D
Data registrazione: 23-08-2003
Messaggi: 426
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Lo so che non ce l'hai con me, per me non sei fuori posto, e grazie per gli apprezzamenti. Ma devo ribadirti che: - Questa mia non è assolutamente una ricerca, visto che è da quando sono qui che insisto sul dire che 'la ricerca stessa è sofferenza'. Vedi, non ho fatto nessuna ricerca nel senso che la intendi tu per approvare e/o appoggiare dei fatti capitati a me e ad altri. Quello che ho scoperto l'ho scoperto da solo, senza l'obiettivo di scoprirlo, visto che era tutt'altro quello a cui, sebben con circospezione, mi avevano fatto credere di dover mirare. Neanche sto portando avanti ricerca su UG, lo ripeto anche ora, tutto è finito con la naturalezza degli eventi e della costatazione concreta in due ore in Svizzera. (non sto vivendo pensando a UG come Maestro, tantomeno pensando e non vedendo l'ora di ritornare da lui) - Quella che tu chiami consapevolezza è pur sempre 'coscienza della natura', che però è pur sempre pensiero. Tutte le volte che dico qualcosa sul pensiero non sto dicendo che in quella 'coscienza di natura' che anchio convalido, (solo cambiando il termine con 'intelligenza') il pensiero non ci fosse, al contrario anche per me il pensiero c'era ed era anzi, funzionale alle richieste dell'organismo per la sopravvivenza. Ma non è facilissimo accorgersi di tutto questo prendendo come esempio i bambini? Hanno una intelligenza di sopravvivenza, sppecialmente i neonati, a noi ormai del tutto etsranea. Poiché il loro pensiero è funzionale, e non hanno 'coscienza di se stessi' sennon in modo naturale, il loro rapporto con la vita è vivo, assunto tramite le ghiandole principali del corpo e non tramite la rete neuronale che ha solo la funzione appunto di setaccio e magazino, di ricetrasmittente. Per questo loro, che sono più naturali di noi, non hanno bisogno di 'consapevolezza', questa, e le immagini di se stessi conseguenti, gliele diamo noi con l'educazione dell'identità forzata e del riconoscimento in un modello 'perfetto', e moralmente. Non è una fisiologia-materialista, semmai una biologia-energeticomaterialista, ma sono solo etichette di comodo. Energia e materia sono la stessa cosa per me, a gradi diversi, tanto che anche qui è la distinzione dualistica che ci trae in errore.
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