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Vecchio 29-01-2007, 20.58.56   #1
Fausto Intilla
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Fisica Unigravitazionale?

Fonte: http://it.geocities.com/cid10.geo/

Ho dato un'occhiata al lavoro di Palmieri (non sono riuscito comunque a trovare tutta la parte in notazione algebrica a dimostrazione delle sue teorie);ritengo valida l'ipotesi di una possibile uguaglianza tra fotone e gravitone (d'altronde lo stesso R.Mallett,negli esposti sulla manipolazione del tempo,accenna palesemente alle implicazioni fisico-matematiche della luce,quale "fonte" o "sorgente" primaria di gravità).Volendo accettare per buona tale ipotesi,rimane comunque un problema di fondo,che francamente non capisco come Palmieri sia riuscito a risolvere:un fisico teorico è in grado di calcolare matematicamente le interazioni del gravitone con il resto della materia,ma in questi calcoli si imbatte in quantità infinite.Numeri infiniti come questi erano già comparsi in precedenza,nel calcolo delle interazioni dei fotoni con la materia.Fortunatamente comunque,questi ultimi infiniti poterono essere dominati,ossia venire eliminati,tramite la rinormalizzazione,che si presenta come un procedimento coerente dal punto di vista matematico.Ma gli infiniti che compaiono nel caso delle interazioni del gravitone non possono essere eliminati con la rinormalizzazione (essendo assai "peggiori").La teoria dell'interazione tra gravità quantistica e materia non è rinormalizzabile,il che significa semplicemente che i fisici non sono in grado di darle un senso.Sono assai scettico invece su molte sue altre considerazioni,quali ad esempio:"(...)tale meccanismo esclude in modo assoluto la possibilità fisica di fenomeni come il "collasso gravitazionale", le "stelle di neutroni", i "buchi neri", il "big bang", l' "espansione dell'universo", la "fuga delle galassie(...).
Credo che tutte le idee-ipotesi di Palmieri, poggino fondamentalmente sul concetto di supersimmetria.Mediante una trasformazione supersimmetrica,ad esempio,i campi di bosoni con spin 0 possono essere convertiti in campi di fermioni con spin ½ e viceversa.Come differenti gluoni potevano essere considerati quali diverse componenti di un unico campo di Yang e Mills,così,in base alla supersimmetria,bosoni e fermioni con spin differente possono essere considerati come diverse componenti di un unico “supercampo” (in seguito a un’operazione di supersimmetria,le diverse componenti del “supercampo”,campi di spin differente,si trasformano l’una nell’altra).Agli inizi degli anni 70,la supersimmetria completa implicava che le particelle con spin 0 e quelle con spin ½ avessero la stessa massa (il che avviene anche in modelli supersimmetrici più complessi).Ma queste particelle di massa uguale e di spin differente non sono mai state osservate in natura, e questa è la ragione per cui il modello semplice non ha interesse dal punto di vista sperimentale.Per condurre a una descrizione delle particelle osservate
in natura,la supersimmetria deve quindi essere spezzata.In tal caso le masse delle particelle di differente spin correlate dalla supersimmetria, non devono necessariamente essere uguali.
restando in tema di supergravità,occorre innanzi tutto tener presente che la maggioranza di coloro che vi hanno "lavorato sopra",ha la sensazione che manchi ancora qualche idea decisiva,in assenza della quale le teorie semplicemente non descrivono il "mondo reale".Qualsiasi teoria che "origini" dalla relatività generale,comporta la gravità,cosicchè la supergravità è potenzialmente una teoria dei campi completamente unificata.In tale contesto quindi,tutti i campi,compresi quelli con spin 0, 1/2 e 3/2,sono conseguenza di una supersimmetria locale,mentre precedentemente solo i campi di Yang e Mills con spin 1 potevano essere dedotti dalla simmetria.
Il problema degli infiniti (a cui ho accennato all'apertura di questo topic),non ho voluto trattarlo a fondo per non complicare troppo le cose (già,presumo,per molti poco digeribili),ma visto che si parla di supergravità,purtroppo ...debbo farlo.Eseguendo dei calcoli di carattere quantistico (utilizzando la teoria della supergravità),gli infiniti che "affliggono" la teoria della gravità basata solo sul gravitone,scompaiono elidendosi con infiniti uguali e opposti generati dal gravitino.Il punto è che queste elisioni non sono casuali,ma rappresentano un effetto profondo della presenza della supersimmetria.Benchè ancora non si sappia se la teoria della supergravità sia completamente rinormalizzabile,questa "attenuazione degli infiniti",sembra costituire un progresso in direzione di una valida teoria quantistica della gravità.Una delle più grandi "fregature" che comunque sta alla base della teoria della supergravità,è che nella sua forma semplice comprende solo il gravitone e il gravitino (...e ciò ben difficilmente può rispecchiare il "mondo reale" con le sue numerose particelle).
Ribadisco ancora di non essermi addentrato veramente a fondo nelle idee-teorie di Palmieri;il fatto quindi che egli abbia costruito tutto il suo "castello matematico" sul principio di supersimmetria e su alcuni postulati inerenti alla supergravità,rimane semplicemente una mia supposizione.

Fausto Intilla
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Fausto Intilla is offline  
Vecchio 31-01-2007, 13.56.25   #2
nico rumeno
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Riferimento: Fisica Unigravitazionale?

Ciao, Fausto puoi spiegarmi come funzionano le particele e i loro campi secondo te. Come sono colegate tra di loro veramente? siguramente ce qualcosa fisico li!Grazie!
nico rumeno is offline  
Vecchio 13-12-2007, 20.25.22   #3
Fausto Intilla
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Riferimento: Fisica Unigravitazionale?

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Fisica_unigravitazionale

Anche se a molti potrà sembrare incredibile,le teorie di Palmieri sembra siano state prese seriamente in considerazione anche dagli "addetti ai lavori" di Wikipedia (...a voi i commenti,io a questo punto preferisco restarmene in disparte)...

La Fisica Unigravitazionale nasce come reazione alle due teorie su cui si fonda la fisica moderna, cioè la Teoria della Relatività e la Meccanica Quantistica. Nonostante l'assurdità dei concetti che propongono (come l'indeterminazione), la debolezza delle prove a loro favore, le contraddizioni in cui sono più volte cadute (vedere, ad esempio, la rinormalizzazione), e le confutazioni sperimentali (aberrazione della luce delle stelle, calcolo dell'orbita di Marte...), esse vengono sostenute a tutti i costi e integrate con ipotesi e teorie sempre meno accettabili man mano che si accumulano errori ed evidenze contrarie e comunque non riescono a spiegare molti dei fenomeni più frequenti in natura, come la polarizzazione della gravità e la ricorrenza delle forme spirali e pentaradiate. Da qui la necessità di una nuova fisica che non si limiti a quantificare, ma anche a spiegare i fenomeni.

La gravità è l'unica forza esistente in natura e l'elettromagnetismo è solo una delle sue manifestazioni. Il che significa che in natura tutto si attrae e niente si respinge: tutto ciò che sembra essere respinto da qualcosa in realtà è attirato da qualcos'altro. Di conseguenza, le forze nucleari non esistono (esse erano state introdotte per spiegare come mai i protoni potessero rimanere legati nel nucleo atomico pur dovendo, in teoria, respingersi). Il fotone è la particella che genera la forza di gravità, pertanto può anche essere chiamato fotone-gravitone; inoltre, il fotone-gravitone è l'unica particella esistente: tutte le altre particelle conosciute sono solo raggruppamenti di fotoni-gravitoni.

La forza di gravità è sempre stata intesa come "isotropa" (cioè a simmetria sferica), proporzionale alle masse che la subiscono (nel senso che, aumentando la massa, aumenta la forza e quindi l'accelerazione resta uguale) (fig.1)e trascurabile nel microcosmo (fenomeni atomici). Tutte e tre queste idee, però, sono false. Della apparente isotropia del campo gravitazionale e della gravitazione microcosmica si parlerà dopo; per quanto riguarda la sua proporzionalità rispetto alle masse, essa può essere smentita in base a un semplice ragionamento: quando un corpo A di una certa massa viene attratta da un corpo B di dimensioni estremamente più grandi, le forze applicate a ogni singola particella di A sono tra loro quasi perfettamente uguali tra loro (perchè, essendo enorme il campo generato da B, il suo valore puntuale da un punto a un altro di A cambia in modo trascurabile), così che, a parità di densità, aumentando la massa di A, la forza applicata sembra crescere in maniera proporzionale (fig.2). Ma cosa succederebbe se invece B fosse di dimensioni minori di A? In questo caso il valore puntuale del campo di B varierebbe moltissimo da un punto a un altro di A, come se la forza fosse applicata solo in una ristrettissima zona (fig.3), e aumentando o diminuendo (sempre a parità di densità) la massa di A, la forza applicata risulterebbe sempre quasi la stessa, cioè sarebbe non proporzionale alla massa. Ma questa è una caratteristica delle forze non gravitazionali (fig.4). Si può quindi tentare una unificazione della forza gravitazionale con ogni altro tipo di forza se si suppone che in realtà la forza di gravità oscilla (fig.5) tra la totale proporzionalità con la massa (quando il corpo agente è di dimensioni relativamente grandi) e la totale non-proporzionalità (quando il corpo agente è di dimensioni relativamente piccole) senza però mai arrivare precisamente a questi due estremi opposti, che vengono comunemente chiamati "gravità" (nel primo caso) ed "elettromagnetismo" (nel secondo caso). Come conseguenza di tutto questo, i corpi più grandi dovrebbero avere un'accelerazione leggerissimamente minore a quanto previsto, e ciò è stato confermato dalla caduta della cometa Shoemaker-Levy su Giove: nel percorso questa si è frantumata in vari pezzi di diverse dimensioni e i più piccoli sono caduti su Giove prima di quelli più grandi.

Però sembra esserci una differenza fondamentale tra la gravità e l'elettromagnetismo, e cioè che mentre la gravità è solo attrattiva, l'elettromagnetismo può essere anche repulsivo. Ebbene, questo non è vero: secondo la Fisica Unigravitazionale, tutto ciò che sembra respinto da qualcosa è in realtà attirato da qualcos'altro. Per esempio, quando due particelle "urtano" l'una contro l'altra, in realtà esse non si respingono, ma attraendosi tendono a girare l'una attorno all'altra per un brevissimo tempo per poi allontanarsi come in fig.6. ma siccome le particelle sono molto piccole, noi non possiamo vedere la deviazione e crediamo che siano andate a sbattere l'una contro l'altra, mentre in realtà l'unica forza agente è attrattiva e perciò non esistono "cariche positive" o "cariche negative". Neanche l'allontanamento dei poli omologhi di due calamite è repulsione: quando avviciniamo due poli uguali, le particelle che si trovano in quella zona ruotano nello stesso senso, ma (fig.7) quando arrivano a trovarsi l'una di fronte all'altra, il loro verso è discorde e la velocità di una rispetto all'altra è altissima; pertanto le due particelle faranno sempre meno presa l'una sull'altra e finiranno per essere vinte invece dall'attrazione dell'ambiente esterno, perciò si allontanano l'una dall'altra; al contrario, (fig.8) se si avvicinano due poli opposti, le particelle avranno una bassissima velocità relativa, e sarà l'attrazione tra di loro sarà prevalente rispetto a quella dell'ambiente circostante. Per finire, nel caso di due oggetti non magnetizzati, la rotazione casuale delle particelle al loro interno renderà quasi uguale l'attrazione tra i due oggetti e la fuga verso altre direzioni, così essi resteranno fermi. E l'"attrazione" di cui stiamo parlando è proprio attrazione gravitazionale: essa non è affatto irrilevante tra una particella e l'altra, semplicemente è mascherata dall'attrazione verso l'esterno, la quale può essere vinta facendo scorrere quante più particelle possibile nello stesso verso, come tra due poli opposti di una calamita o in due fili percorsi da correnti equiverse: in tal caso, essendo quasi nulla la loro velocità relativa, si manifesta pienamente l'attrazione gravitazionale tra di esse (fig.9). Nel caso opposto, cioè tra due poli uguali o tra due fili percorsi da correnti discordi, la velocità di ogni particella rispetto all'altra sarà così alta da sfuggire all'attrazione reciproca per cadere in quella dell'ambiente.

Da quanto detto prima (cioè che le particelle si attraggono e basta), risulta chiaro che non esiste nessuna "forza nucleare"; queste forze, infatti, erano state introdotte per spiegare come mai i protoni potessero tenersi insieme nel nucleo atomico pur essendo dello stesso "segno". Ma siccome abbiamo visto che non esistono forze repulsive, è ovvio che i protoni debbano attirarsi tra loro anche senza una forza addizionale a tenerli uniti. La stessa cosa vale per i neutroni, gli elettroni, o qualsiasi altra particella: queste sembrano respingersi tra loro quando sono in movimento disordinato (per i motivi che abbiamo visto prima), ma se costrette a stare le une vicino alle altre (per esempio, abbassando la temperatura), esse finiscono per attirarsi spontaneamente, come dimostrato dagli esperimenti di "elettricità liquida" e "fusione fredda".

L'equazione ortodinamica (fig.10) è la correzione della formula di gravitazione universale di Newton in modo da unificare anche i fenomeni del microcosmo. Per farlo, basta aggiungere i 2 elementi che sono trascurabili nel macrocosmo, cioè "densità" e "polarizzazione" (cioè la quantità di particelle che girano nello stesso senso). Svolgendo così i calcoli si vedrà che la forza gravitazionale agisce in modo macroscopico anche nei fenomeni microscopici.

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Fisica_unigravitazionale"
Fausto Intilla is offline  
Vecchio 14-01-2008, 12.31.00   #4
nuages
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Riferimento: Fisica Unigravitazionale?

Caro Fausto
Leggerti è sempre inebriante, complimenti per la tua vasta cultura e la tua semplicità ed umilta con cui esponi il tuo pensiero scientifico.
Dovresti essere preso come esempio da tanti luminari con cattedra.
Renato Palmieri io lo ho sentito e mi è sembrato un uomo attento a cosa gli sta intorno, dovrebbe anche lui scendere al confronto con le altre teorie, il fatto è che mi sembra che questi fisici sono tutti troppo trincerati a difendere il proprio giardinetto, mentre solo con il confronto ampio e genuino si potrebbe andare avanti.
nuages is offline  
Vecchio 14-01-2008, 18.08.03   #5
Marius
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Riferimento: Fisica Unigravitazionale?

Condivido l'interesse per la teoria di Fausto Intilla e, in particolar modo, per il concetto di fisica unigravitazionale.

Quando si parla di mediatori "quantistici della gravità" detti anche "gravitoni" ci si riferisce a enti che non sono stati mai scoperti.
In realtà Einstein teorizzava il "continuum" spazio - tempo e, quindi, più propriamente, parlava di "onde gravitazionali" intese come perturbazioni dello spazio - tempo generate dalla presenza di una massa o, ancora meglio, perturbazioni del campo gravitazionale dello spazio - tempo che circonda la massa.

La quantizzazione del campo gravitazionale dello spazio - tempo affiderebbe ai gravitoni, particelle massive tutte uguali, in grado di esercitare una forza di attrazione reciproca l'una verso l'altra, la responsabilità delle azioni gravitazionali che si esercitano tra i corpi celesti.

Se immaginiamo i gravitoni come delle sferette tutte uguali e consideriamo un certo volume di spazio, nel momento in cui sostituiamo alcuni di essi con particelle diverse, non massive o non in grado di esercitare azione di attrazione, automaticamente la superficie di spazio che contiene queste nuove particelle assumerà la forma di una superficie sferica.
Questo volume sferico, però, sarebbe istantaneamente e inesorabilmente "schiacciato" dalla restante porzione di spazio se non agissero forze anche dal suo interno ad equilibrare, parzialmente, l'azione di compressione.
Ecco il motivo per cui non è possibile una quantizzazione di un campo gravitazionale, ma occorre pensare a un continuo.
Tornando al primo volume sferico, se si ripete l'operazione e se ne crea, nelle vicinanze, un secondo ecco che i due tenderanno a collassare uno sull'altro a meno che non siano "macroscopicamente" dotati di sufficiente energia cinetica per innescare il moto orbitale.....E così via.....

Questi concetti valgono sia nel micro che nel macrocosmo e descrivono uno spazio a tre dimensioni infinito, con un tempo continuo e non relativo, dove esiste un'unica materia e una sola sola forza, quella gravitazionale, che poi è soltanto trasmissione di impulsi di quantità di moto e momento angolare fra onde di materia.

Una delle conseguenze più sorprendenti sarebbe che un fotone, in realtà, essendo "materiale" e, quindi, dotato di una sia pur piccola inerzia, percorrerebbe, in presenza di masse più "organizzate", uno spazio realmente incurvato, impiegando, cosi', molto più tempo per "collegare" due punti che, in "linea retta", sarebbero molto più vicini.....
Marius is offline  
Vecchio 15-01-2008, 10.47.37   #6
Il_Dubbio
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Riferimento: Fisica Unigravitazionale?

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Originalmente inviato da Marius
Questi concetti valgono sia nel micro che nel macrocosmo e descrivono uno spazio a tre dimensioni infinito, con un tempo continuo e non relativo, dove esiste un'unica materia e una sola sola forza, quella gravitazionale, che poi è soltanto trasmissione di impulsi di quantità di moto e momento angolare fra onde di materia.


Pensa te, ed io che ritenevo che l'unica forza a non esistere (ipoteticamente) era proprio quella gravitazionale. Ora si congettura che sia la sola esistente?
Troppo forte


ciao
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 15-01-2008, 19.25.44   #7
Marius
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Pensa te, ed io che ritenevo che l'unica forza a non esistere (ipoteticamente) era proprio quella gravitazionale. Ora si congettura che sia la sola esistente?

Troppo forte


ciao

Come corri.

Anzitutto quella dell'assenza di particelle elementari è una mia "pittoresca" ipotesi e niente più.

Mi risulta, anzi, che quest'anno Rubbia tenta di trovare la cosiddetta "particella di Dio" (il famigerato bosone di Higgs che, nel modello standard, unifica tre delle quattro forze fondamentali).
Il mio dubbio è che non si tratti di una particella, ma di uno "stato" energetico della materia e che, se si potesse costruire un acceleratore con diametro maggiore del LHC, si troverebbe una particella ancora più piccola e così via all'infinito.

Questo perchè, secondo me, la materia è in perenne stato di moto non potendo configurare una "singolarità" (problema di Cantor).

Sono, cmq, curioso di conoscere i risultati dell'esperimento, sperando che siano opportunamente divulgati.

Ciao.
Marius is offline  
Vecchio 15-01-2008, 22.46.11   #8
Il_Dubbio
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Originalmente inviato da Marius
Come corri.
Anzitutto quella dell'assenza di particelle elementari è una mia "pittoresca" ipotesi e niente più.


Hai ragione, ti ho involontariamente colpevolizzato di una cosa che non hai detto tu ma Palmieri (credo sia un fisico) quando suppone su:<<La gravità è l'unica forza esistente in natura e l'elettromagnetismo è solo una delle sue manifestazioni. >>

Non capisco se la tua pittoresca ipotesi (e quella di Palmieri) abbia qualche fondamento o no... certo sono anch'io curioso di conoscere cosa ne verrà fuori dagli esperimenti dentro il maxi acceleratore, e se sarà trovata anche mezza particella di quelle che si crede dovrebbe saltar fuori. Staremo a vedere.


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Originalmente inviato da Marius
Questo perchè, secondo me, la materia è in perenne stato di moto non potendo configurare una "singolarità" (problema di Cantor).

Quando parli di materia io non capisco mai a cosa stai pensando.
Particella o onda di probabilità?

ciao
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 16-01-2008, 07.39.14   #9
Marius
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Originalmente inviato da Il_Dubbio
Quando parli di materia io non capisco mai a cosa stai pensando.
Particella o onda di probabilità.............

Bella domanda.

La materia manifesta a volte caratteristiche di onda di probabilità, a volte di particella, ma cosa in realtà essa sia e da dove provenga (se proviene da qualche parte) nessuno lo può dire.

Una cosa è certa.......Più si riduce la scala degli "osservabili", più la materia risulta "indifferenziata" e, addirittura, "correlata" nei suoi stati (anche se manca la "reciprocità" delle osservazioni sulle particelle "entangled" a grandi distanze).

Questo dovrebbe far riflettere.....
Marius is offline  
Vecchio 16-01-2008, 17.19.35   #10
Il_Dubbio
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Originalmente inviato da Marius
Bella domanda.

La materia manifesta a volte caratteristiche di onda di probabilità, a volte di particella, ma cosa in realtà essa sia e da dove provenga (se proviene da qualche parte) nessuno lo può dire.

Una cosa è certa.......Più si riduce la scala degli "osservabili", più la materia risulta "indifferenziata" e, addirittura, "correlata" nei suoi stati (anche se manca la "reciprocità" delle osservazioni sulle particelle "entangled" a grandi distanze).

Questo dovrebbe far riflettere.....

Io infatti sto riflettendo... ma non riesco a trovare una grande conclusione.

Teniamo presente qualcosa che ci può essere utile:

1)L'universo nasce all'incirca 14 miliardi anni fa.

(perchè nasce non ci interessa per il momento).

2)Dopo la nascita, a distanza di qualche miliardi di anni (o giu di lì, le date che indico sono inventate) abbiamo la formazione delle stelle.

3) Senza stelle non avremmo avuto la formazione del carbonio di cui noi siamo fatti, e la formazione del carbonio è avvenuta per precise e determinate caratteristiche proprie della materia che altrimenti non avrebbero scatenato le reazioni che hanno portato poi alla formazione del mattone della vita.

Vi sono infinite coincidenze senza le quali la Vita non sarebbe nata.

Dopo 14 anni nasce una specie che prende coscienza di tutto questo (l'uomo), e nel chiedersi di cosa è fatto l'universo, quale è l'elemento primordiale alla base di tutto ciò che è fatto l'universo, scopre che la materia di cui si presumeva l'esistenza, in realtà non esiste. O meglio esiste ma ha anche la proprietà di non esistere (gioco di parole per sottolineare l'immaterialità contrapposta alla materialità).

Ora due sono le strade, o la materia c'è ed esisteva anche quando noi pensiamo sia nata (presumibilmente quando si trattava di creare le stelle) oppure la nostra scoperta (la MQ) sta a indicare che la natura delle cose è immateriale e tutta la storia che abbiamo desunto di 14 miliardi di anni sia in realtà inspiegabile.

Ciò che non capisco è perché la materia dovrebbe dissolversi quando io la sto studiando al microscopico ed invece dovrebbe riapparire quando presumo che essa assuma certe grandezze.

=>Ciò che mi chiedo soprattutto è: se io presumessi che la materia non assuma le sembianze che assume quando io non l'osservo, ma mantenesse per 14 miliardi di anni l'immaterialità propria della MQ, ciò che vedo ora avrebbe qualche senso?<=

E' possibile che l'universo si sia evoluto senza la materia fino ad arrivare comunque a legittimare la nostra esistenza, e che la mq, da noi stessi trovata, ne è la prova?
Il_Dubbio is offline  

 



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