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05-12-2006, 13.38.02 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Riferimento: I/le rovinafamiglie esistono?
Citazione:
beh rovinafamiglia mi sembra un termine eccessivo ... ovvero ... questa qui puntava al tuo ragazzo ma probabilmente l'ha fatto solo con lui e non in comportamento automatico, cercando di rovinare un rapporto ... o meglio si l'ha fatto una volta ma immagino che sia stato un caso isolato ... anche se devo ammettere che il termine per questa ragazza non è tanto quello di Rovinafamiglia ma di verme mi suona meglio o di donna schifezza ... insomma la colpa è si della ragazza ma penso che anche il tuo ragazzo ci ha messo del suo ... |
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05-12-2006, 18.19.27 | #24 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Riferimento: Istinto di coppia
Citazione:
Gli Archetipi Anche il tuo mi sembra un ottimo intervento, ed ogni frase meriterebbe senz’altro approfondimento e meditazione; ma temo di diventare prolisso, più del mio solito. Ho titolato “Gli archetipi”, perché questo penso sia il punto di fondamentale differenza fra il tuo dire ed il mio, modelli su cui non sembri aver alcun dubbio e che invece lasciano me molto incerto. Il tuo distinguere fra l’uomo “emerso dalla vita selvatica” e gli altri animali, fu tema caro al Flammarion, grandissimo del XIX secolo, ma sembra aver perso molto smalto. I “bruti”, come Flammarion definiva gli animali, non appaiono più così bruti ed il dono dell’intelletto un salto di qualità così immenso. Certo se partiamo dal definire come anima “quella cosa che hanno solo gli uomini eccetera eccetera…” o chiamare socialità “quel sistema unico inventato ed applicato dagli uomini…” o infine individuare coppia, amore, fedeltà, matrimonio come “patrimoni di dolcezza e bellezza precipui ed esclusivi dei bei tempi andati…”, possiamo giungere dove vogliamo, ma solo perché abbiamo creato appunto degli archetipi specifici e ci rifacciamo ad essi come valori assoluti. Ma è giusto?... Che l’uomo abbia un’anima ne siamo persuasi, ma è lecito escluderlo per gli “altri” animali?, magari un’anima affatto differente dalla nostra, ma con funzioni e significati analoghi?... L’elefante non seppellisce i suoi morti, ma (è accertato) periodicamente torna a visitare i suoi cari e ne riconosce le ossa spolpate, e le carezza e le sfiora, riconoscendole, in un rituale bizzarro. Saprebbe l’uomo fare altrettanto? E non è ipotizzabile che i cetacei, delfini e balene dalla vita sociale complessa abbiano fatto una scelta evolutiva (inconsapevole come quella dell’uomo!) non tecnologica ma gioiosa?... Senza capiufficio, senza miniere e fabbriche per costruire un illusorio benessere, si nutrono di quanto la natura offre ed usano ogni energia per gioire insieme, ed amare e cantare e giocare, in un umido Eden simile a quello che noi rinnegammo per violentare la terra a darci più frutti e biciclette e PC? Vedendo la cosa da quest’ottica, quale scelta è stata più intelligente? Il nostro sistema sociale, è veramente degno dell’ “unico intelletto del pianeta”?. Api e termiti hanno fatto molto meglio, anche se con scelte diverse dalle nostre e che noi non accetteremmo. Ma le loro società funzionano meglio delle nostre, funzionano da molto più tempo e presumibilmente continueranno a funzionare indisturbate anche quando noi avremo tolto il disturbo! Ed i rapporti interpersonali!... lì davvero possiamo essere superiori agli altri, ma proprio perché siamo più abili e duttili, e sappiamo trasformarci rapidamente secondo le opportunità del momento, come dicevo anche in “Istinto di coppia”! e meglio adeguarci alla realtà. Lo sbaglio che facciamo è ancora il crearci dei modelli statici, e pretendere che il “bene”, il “giusto”, il “santo”, siano stabiliti nel dettaglio una volta per tutte e cristallizzati per l’eternità! Concettualmente forse sono davvero principi universali, come linee guida della Creazione, ma il dettaglio, l’abito, la corazza gliela imponiamo noi, per renderli sensibili, salvo poi per pigrizia e superficialità assimilare in un universo dinamico l’archetipo alla legge, l’immagine alla norma, l’esempio al tabù, l’allegoria alla verità di fede. Così il maiale diviene immondo, il nudo sconcio, la danza immorale ed il desiderio peccato. Lamenti, amico mio, i buoni principi di una volta che ora non ci sono più, i valori, ed il senso morale dei nostri padri e dei nostri nonni. Io sono con te; mi rammarico anch’io di queste cose, e mi dispiace per la scomparsa del condizionale ed ormai anche del congiuntivo nella coniugazione dei verbi, e le buone norme di educazione e di etichetta di Monsignor della Casa… Ma ancora una volta mi chiedo: è giusto?... O non è che forse quelle cose sono passate come ooteche vuote e spoglie di crisalidi emerse, e la mia è solo la nostalgia di un vecchio? ed io stesso, inconsapevolmente ma giustamente vado a concludere la funzione per la quale nacqui e che fu buona, ed oggi superata? Il matrimonio monogamico, la fedeltà al coniuge ed il rispetto assoluto e intransigente, sono valori assoluti?... Per noi lo furono, ed il mio matrimonio “regge” da 44 anni, acciaccato ed ammaccato certo, ma ancora più o meno intero, ma ci riuscirebbe adesso?... bene o male ha funzionato raggiungendo gli obiettivi sperati, ma assolverebbe altrettanto bene il suo scopo oggi?… Francamente non lo so, anche perché gli obiettivi sono diversi, ed occorrono altri strumenti. Ai tempi della nonna le donne portavano la sottana ai piedi, ai miei la minigonna ed oggi i pantaloni. Il mio direttore non rivolgeva la parola “ai dipendenti senza cravatta”, ma il suo successore di oggi va in jeans, e l’azienda va avanti tal quale. Erano funzionali queste cose, non vuoti vezzi. Conservano il loro messaggio? Io non credo che la cravatta fosse più o meno morale dei jeans; una volta serviva averla, ed ora non serve più, così come il resto. Non siamo né migliori, né peggiori di ieri io credo, o almeno non possiamo dirlo, perché non abbiamo una visione d’insieme. Siamo cambiati, semplicemente, trasformati di un'altra minuzia, “evoluti” un poco su quella misteriosa strada che ineluttabilmente, nel meraviglioso processo creativo di cui siamo piccole schegge, dalla polvere porta alla perfezione. Cordialià Rudello 5 dicembre 2006 |
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06-12-2006, 01.30.18 | #25 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Riferimento: Istinto di coppia
Citazione:
Sono convinto del fatto che i miei convincimenti non siano stati capiti. Pazienza. L'Uomo non possiede istinti, bensì "pulsioni". C'è una differenza radicale tra le due "predisposizioni al comportamento". "Pulsione" è ciò che spinge, in modo aspecifico ed indeterminato, verso un'azione, tuttavia non "impone" alcuna sequenza rituale del comportamento. La pulsione si "apre" ad un ventaglio di possibili strategie, impone solo l'obbiettivo. L'istinto, invece, prestabilisce passo passo tutte le scansioni delle azioni volte ad uno scopo, in "uno" con lo scopo stesso. Avere pulsioni, dunque, è ben diverso dall'avere istinti. La pulsione, come l'istinto, nel caso specifico, è quella della riproduzione sessuale. E l'uomo ha pulsioni, non istinti. Ora, ciò che io rimarco, è il semplice, seguente fatto: il corso dell'evoluzione ha squilibrato drammaticamente il rapporto tra i sessi nella specie umana. Le femmine vi sono quasi del tutto emancipate da quella istanza basilare (quella riproduttiva, intesa come desiderio dell'accoppiamento). I maschi della specie, al contrario, soggiacciono loro malgrado a tali pulsioni: "loro malgrado" è detto in quanto i più evoluti della propria specie, al pari delle donne, non desiderano affatto alcun rapporto di coppia, e neppure vorrebbero alcun rapporto sessuale, se non vi fossero "compulsi" da atavismi biologici. Ne è prova l'annullamento di interesse per la donna che può essere ottenuta mediante alcune associazioni farmacologiche che, al contempo, stimolano i processi intellettuali nel maschio. Altra prova, più ovvia, è la repulsione che l'uomo ha per il corpo femminile negli istanti che seguono l'orgasmo. Ora, non è che la donna sia priva di una pulsione all'accoppiamento, ma l'unica pulsione che che l'alimenta effettivamente (al di là di ogni orpello culturale) è la pulsione di maternità. Questo sbilancia e squilibra radicalmente il rapporto tra i sessi, in modo tale per cui, mentre l'uomo "tende" a fare della donna l'oggetto pieno e sufficiente delle sue aspettative affettive, la donna accetta l'uomo soprattutto passivamente. Con ciò voglio dire che la donna non ha mai per obiettivo il suo uomo, ma ciò che egli può rappresentare, costituire o consentire: lo scopo "reale" della coppia, per la donna, è di fornire una risposta alla pulsione di maternità, peraltro assai più blanda in essa di quanto non sia la pulsione all'accoppiamento nell'uomo. L'uomo è, quindi, destinato a fare da "fuco riproduttore" nella migliore delle ipotesi: e questo in risposta alle sue aspettative di soddisfacimento "globale" dentro la relazione di coppia. Ne consegue una condizione di "scacco" e "irresoluzione" del rapporto, di solito sostenuto dalla femmina, la quale conduce il gioco e realizza, al di là dei media di contenimento sociale, un rapporto "narcisistico" all'interno della relazione duale. Tali dinamiche comportano, per definizione, il "rialzo" come metodologia del rapporto: "ti chiederò sempre un po' di più di quanto tu sia, immediatamente, capace di concedere", con una crescita esponenziale che rappresenta la causa più autenticamente comune dell'esplosione delle coppie. Io sono certo del fatto che tutto ciò rappresenti una profonda distorsione del rapporto tra le due sole forme di vita intelligente su questo pianeta. In quanto forme intelligenti esse sono necessariamente "conflittuali" con le proprie istanze pulsionali, che rappresentano atavismi biologici. Anche il nostro corpo mostra di queste tare genetiche: basti pensare alle vertebre coccigee (destinate alla coda), presenti in vario numero in ciascun individuo, ma del tutto inutili. Liberare l'uomo da questa illusione biologica permetterebbe un rapporto spassionato e più creativo tra le due intelligenze prodotte dall'evoluzione: con beneficio, credo, di entrambe. |
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06-12-2006, 06.22.43 | #26 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
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Riferimento: I/le rovinafamiglie esistono?
Carissimo Weyl, vorrei sottolineare soltanto questa tua affermazione ed approfondirla insieme, se è possibile.
Citazione:
A che scopo una vita basata soprattutto sui processi intellettuali? Per me è troppo “robotizzante” E se dietro a questa intellettualità ci si vuole rifugiare dal dolore? Il dolore si può eludere, ma l’essere rimarrà sempre con certe sensibilità ancora da affinare, con quelle gocce mancanti che potrebbero portarci alle rivelazioni. Mi scuso di essere stata completamente off topic, ma in questo post, ho voluto seguire il ragionamento di Weyl |
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06-12-2006, 06.24.03 | #27 |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Riferimento: I/le rovinafamiglie esistono?
Adesso on topic.
Non voglio entrare in merito ai fidanzamenti così lunghi. Ci sono sempre una marea di ragioni. Così come non intendo neanche ad entrare nel merito delle convivenze. Però. Non sono esattamente queste forme: fidanzamenti, convivenze ecc le conquiste di una maggiore libertà? Libertà. Sì, la libertà di troncare un rapporto che non funzioni più. Per altro, questo rapporto, (mi scuso per la drasticità) mi pare che non abbia funzionato fin dall’inizio. Se è stato amore, non capisco perché questo amore non ha eliminato la disistima del partner? In tutta questa storia io vedo soltanto orgoglio ferito e un fallimento. Ma dieci anni sono troppi per farsi la violenza in questo modo. Con queste mie parole non voglio infierire su Darkangel, ma vorrei dirle semplicemente di chiudere la tomba e di fare un respiro liberatorio. La vita è ancora da conoscere. |
06-12-2006, 16.57.10 | #28 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Istinto di coppia
Citazione:
Il mio intervento sopra riportato era solo per affermare che ricercare le ragioni dell'instabilità di coppia in meccanismi biologici o chimici, in istintualità o altro, ci porta solo fuori strada, poichè tutti queste cose, ammesso e non concesso che abbiano un gran peso nella questione, sono esistite da sempre e non spiegano come mai, solo nel ns attuale contesto temporale e storico producono rapporti instabili : prima c'era il matrimonio pre-determinato dalle famiglie, l'assenza del divorzio, la carenza di occasioni e luoghi di incontro e frequentazione, ma i rapporti erano un po' più stabili, anche se alcuni erano forzatamente stabili, ma oggi ? Con la maggiore libertà ed apertura mentale, non dovevano migliorare le cose ? Se l'instabilità è dovuta a fattori biologici, ormonali, istintuali, ecc.ecc., perchè oggi, più che ieri accadono fatti come quello di cui il presente thread è oggetto ? Non scendo nel dettaglio postato da Weyl o Rudello, nonostante aprano una questione molto interessante, perchè, a mio avviso ci porterebbe fuori thread (è meglio aprire un thread a parte)...penso sia opportuno ragionare sulle motivazioni umane e spirituali che spingono una coppia a lasciar andare il proprio rapporto e a cogliere l'occasione di un incontro con una rovina-famiglie, per dargli definitiva sepoltura. Ciao. |
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06-12-2006, 19.05.26 | #29 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
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Riferimento: Istinto di coppia
Citazione:
Naturalmente concordare su cosa sia il meglio, e cosa il peggio non è banale Solo alcuni flash esemplificativi, per non appesantire il thread. Faccio riferimento agli anni 50/60 - L’agricoltura non aveva quasi macchine. Il campo aveva bisogno di molte braccia. Famiglia Patriarcale con molti figli. - L’analfabetismo era assai diffuso. Niente TV e poca radio. L’educazione ai figli la dava la madre e, quando possibile, il padre. “Realizzazione” professionale delle donne quasi impossibile fuori di casa. - Niente discoteche e Night Club cari e per adulti. I giovani socializzavano e si divertivano nei “balletti” casalinghi, con figli e figlie di amici dei genitori e sotto continuo controllo di Mamme e Babbi. Scelta limitata “a priori” e condizionata da precisi interessi familiari e di clan. - I rapporto paghe/costi era assai più sfavorevole di oggi (checché ne diciamo) con meno margini. Molto più tempo dedicato al lavoro e meno alle “distrazioni”. E per conseguenza: - Filosofia sociale diretta alla “conservazione” piuttosto che al “consumo”. La bicicletta, la casa, il frigo dovevano “durare” tutta la vita, ed erano costruiti con quella logica. Ma oltre all’indigenza anche la mentalità era quella del “rispetto del bene”. Ed il bene più prezioso, era naturalmente il coniuge. Quindi per quanto grottesco il paragone, come non si “concepiva” di cambiare l’elettrodomestico se non in caso estremo, così era per il resto; moglie e marito compreso. Come esempio dirò che (anche in famiglie evolute e di cultura) l’imperativo categorico era “sistemare le figlie”, cioè farle sposare, per garantir loro la sicurezza (atavica)della protezione dell’uomo. - “Il paese è piccolo e la gente mormora”. In situazioni di minor apertura, nella comunità più stretta l’opinione pubblica è più “condizionante”. Si può sgarrare punto o poco dal costume generalizzato. Cento, mille altre realtà oggettive come queste rispondono esaustivamente, secondo me, al quesito proposto. Rudello 6 dicembre 2006 |
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06-12-2006, 19.33.29 | #30 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
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Riferimento: Istinto di coppia
Citazione:
Considerazione di tutto rispetto la tua, Tommy2005. Evidentemente nn si tratta tanto di regole sociali o di norme legislative. Forse siamo ancora al discorso della crescita personale: molti non riescono a varcare la soglia dell'autonomia, pericolosa per costoro, in quanto devono rimanere a vivere in un limbo di potenzialità inespresse e di desideri negati. C'è anche che vorremmo che le persone da cui ci allontaniamo non soffrissero troppo, o - all'opposto - continuassero ad amarci. Si finisce il più delle volte con il rimanere assieme in uno pseudo-rapporto e basta che un altro o un'altra faccia una mossa anche solo vagamente seduttiva, che il gioco si rompe, perchè il nostro ego, non ancora maturo, ama l'essere amato, adulato, lusingato. Ciao a tutti |
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