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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
12-11-2006, 20.58.30 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-09-2006
Messaggi: 51
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Riferimento: Emozioni
Emozioni
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire Domandarsi perche' quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi e' tanto difficile morire E stringere le mani per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo per ritrovar se stesso Parlar del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore per non sentir che dentro qualcosa muore E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa nascere un giorno una rosa rossa E prendere a pugni un uomo solo perche' e' stato un po' scortese sapendo che quel che brucia non son le offese e chiudere gli occhi per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni Lucio Battisti hai citato un grande delle emozioni in musica! |
18-11-2006, 16.59.30 | #4 |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Il colore delle emozioni
Caro Arsenio,
rieccomi qua! Parto col ringraziarti per il consiglio di lettura... che seguirò al più presto (pare sia sempre in commercio). Provengo da un periodo, probabilmente ancora non del tutto superato, di, chiamiamola, apatia emotiva. Soltanto l'innamoramento è riuscito a toccarmi, diciamo negli ultimi 4 anni, il resto è rimasto fuori. Tanti i motivi, probabilmente un forte dolore/disagio per certe vicende familiari unito a qualcosa che - a questo punto - mi verrebbe da chiamare "non accettazione di me". Ovvero, è possibile che io - nel tentativo di rifiuto del dolore - abbia imputato a me stessa l'averlo provocato, ed abbia tentato di cambiare il mio modo di percepire e reagire al mondo esterno. Ad esempio, alla ricerca di materiale sulle emozioni, mi ero imbattuta in teorie che parlavano di trasformazione della rabbia in tristezza: se provo rabbia e non la esprimo - o tento di reprimerla - questa rabbia può trasformarsi in tristezza e/o depressione. Credo di averlo fatto. In gioventù, diciamo così, mi arrabbiavo tantissimo, e i miei familiari non facevano che ripertere che pessimo carattere avessi. Probabilmente, stanca di queste accuse, ho inconsapevolmente variato il mio modo di reagire, smesso di esprimere la rabbia, trasformandola però in tristezza e - aggiungerei - distacco. Ed infatti, l'unico modo per non farsi prendere dalle emozioni è tentare di rimuoverle tutte. Credo che prima o dopo tutti pensiamo di farlo, anche perché viviamo in una società che vive le emozioni negative come sconfitte e cerca strade per reprimerle. In realtà per star bene l'unico modo è esprimere le emozioni, siano esse positive o negative. La costruzione dello scudo, a dire il vero, mi ha impedito per molto tempo di provare reale empatia... prima negavo che ciò fosse avvenuto, poi mi sono resa conto che tutto mi "scivolava addosso" e, se posso usare un termine forte "mi sono fatta schifo"... perché l'essere incapaci di percepire il dolore altrui è cosa terribile e disumanizzante. E' poi successo, perché tutto ha un disegno, che sia accaduto un fatto grave alla persona che aveva generato il mio scudo... e così, quando l'ho visto e ci ho parlato ho sentito la sua rabbia, il suo dolore, la sua paura... e ho cominciato a provarle di nuovo anche io. Direi meno male, perché chi non sente il dolore non sente neppure l'amore, ed io l'amore voglio sentirlo!!!! Ora, giusto per aggiungere un tocco di stranezza agli avvenimenti, devi sapere che tali cambiamenti nel percepire le emozioni hanno coinciso col cambiamento del colore dei capelli... e così dal castano/biondo che mi rendeva un ghiacciolino son passata prima al rosso, che mi ha permesso di riprendere contatto con le mie emozioni, e adesso al castano scuro (forse dovrei dire moro) che mi ha aiutato ad esprimerle. Certo, se come bionda potevo sorridere e lasciar correre... come mora non più: ed infatti la ritrovata carica ha fatto saltare qualche testa... ma di questo magari parleremo in altra occasione... A presto |
21-11-2006, 10.33.15 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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apatia emotiva
Citazione:
Cara nevealsole Gran gioia di rivederti! I nostri incontri a Psicologia non sono frequenti, ma sempre ben sintonizzati e proficui. Come al solito esprimi i tuoi vissuti con estrema chiarezza e potrei non aggiungere nulla. Ritengo che tu possa raggiungere anche da sola l’autoconoscenza e le scelte per te più adatte. Della tua settoriale e irrealistica scarsa autostima, che spero superata, abbiamo parlato l’altra volta. Sul mondo delle emozioni hai già capito molto anche per esperienze personali, ed hai potuto risolvere la tua temporanea apatia emotiva. La società occidentale non attribuisce la dovuta importanza al provare, saper riconoscere e manifestare i propri vissuti affettivi; ad accettare e saper decifrare quelli altrui, anche nell’ambito familiare. Gli stati emozionali non andrebbero inibiti, ma incoraggiati, essendo un’importante fonte di conoscenza e di capacità intuitive. Mentre sono percepiti negativamente perché in genere si associano alla vulnerabilità della psiche e all’indecifrabilità dei processi mentali. Sbagliano i genitori che reprimono la libera espressione delle emozioni per una tradizionale convenzione di opportunità educativa. Secondo studi di psicologia infantile anche le manifestazioni di rabbia sono riprovate nella cultura attuale e quindi si tende a inibirle. Invece le origini della rabbia andrebbero talora indagate. Potrebbe essere anche la reazione verso una frustrazione dei bisogni essenziali, come il rifiuto affettivo a volte inconscio di un familiare. E’ possibile che tu la tua rabbia l’abbia convertita in tristezza o nel contrario di un distacco quale reazione di difesa a fronte di un impulso ritenuto inaccettabile. In seguito l’osservare certi sperimentati stati di disagio in una persona per te emotivamente significativa ha scatenato, per risonanza empatica, una coinvolgente condivisione e finalmente hai superato lo stato d’indifferenza. Oggi ancor più con la supremazia della mente tecnologica si svaluta l’emotività, l’intuizione, l’immaginazione. Ma anche gli stati d’animo che recano un disagio psichico, che pure non impediscono la vita sociale, andrebbero decifrati allo scopo di un cambiamento, e non sempre repressi con i farmaci. Cosa saremmo senza emozioni? Desiderio, gioia, tristezza, amore, sono la vita. L’amore, come hai capito, è uno dei bisogni fondamentali. Comprende un miscuglio di emozioni positive o negative, spesso contemporaneamente presenti. Per amore si può provare interesse, dolore, rabbia, gioia o noia. Si può passare da momenti di alta tensione a momenti di rilassata pacatezza. Non c’è alcuna stranezza nei tuoi comportamenti. E’ normale che con il superamento di apatia e tristezza tu abbia valorizzato maggiormente il tuo aspetto fisico. Modulando la tua femminile seduzione attraverso il colore dei capelli. Algida bionda, rossa passionale, mora aggressiva… quale sarà il tuo prossimo colore? arsenio (…) Non so come stremata tu resisti In questo lago d’indifferenza ch’è il tuo cuore; forse ti salva un amuleto che tu tieni vicino alla matita delle labbra, al piumino, alla lima: un topo bianco d’avorio; e così esisti! (Da “Dora Markus” in Le occasioni di Montale) |
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21-11-2006, 22.02.22 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 01-07-2006
Messaggi: 21
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Riferimento: L'intelligenza emotiva
Ciao Arsenio, reputo questa discussione molto interessante, anche perchè ultimamente rifletto molto sulla gestione delle emozioni... e sai cosa sto imparando a fare????
Ad "osservare" le emozioni che vivo durante la mia quotidianità al fine di comprenderle come stato oggettivo. Credo sia molto utile soprattutto nelle situazioni di rabbia e di ansia.. così da viverle con un pò più di distacco senza esserne totalmente coinvolta. A presto. |
22-11-2006, 12.11.51 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: L'intelligenza emotiva
Citazione:
Grazie, anche perchè mi dai l'occasione di un'ulteriore precisazione. La maturità affettiva prevede anche di provare tutta la gamma di emozioni, chiedendosene anche l’origine, soprattutto di quelle negative. Ciò che importa è osservarle in se stessi senza farsene travolgere, prendendone le distanze, senza agire d’impulso. Non è facile perché come ho in breve accennato, sono in gioco reciproche interazioni complesse ancora da studiare, tra intelligenza, personalità ed emozioni. Oggi sono in progetto anche test che misurino l’intelligenza emotiva, con alcuni reattivi, come per il QI. Inoltre, anche una persona intelligente e con tratti di personalità equilibrati, empatici, ecc. potrebbe agire a volte un po’ sconsideratamente. Quindi non si raccomanda mai abbastanza di esercitarsi a definire, controllare, bene incanalare, ecc. le proprie emozioni. A meno che non si decida di proposito di autorappresentarsi in una propria reazione emotiva. Per analogia, nei corsi per chi si dedica alla comunicazione in contesti di sostegno, si ripete che l’empatia è mettersi nei panni dell’altro ma senza farsene mai troppo coinvolgere, perché altrimenti non si riuscirebbe ad aiutare. Il rischio è che la persona presenti eventi della sua vita in cui noi ci riconosciamo e identifichiamo, e allora si parla di risonanza e di inquinamento affettivo. Si consiglia di fermarsi, e di cercare di elaborare tale emozione disturbante, e poi proseguire. |
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22-11-2006, 17.10.28 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 212
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Riferimento: L'intelligenza emotiva
Ho ascoltato ieri alla radio una interessante spiegazione del sciamanismo.
Lo sciamano guarda e ascolta l'ammalato e crea con neuroni di specchio una immagine mentale dello status quo dell´ammalato. Questo immagine è malato. Dunque lo sciamano crea un immagine sano e trasforma lo all´ammalato per curarlo. Una persona normale (non sciamano) fa la stessa cosa, ma meno intensamente. Si ascolta, si condivide la pena, si soffre come l´altro. |
23-11-2006, 10.19.27 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: L'intelligenza emotiva
Citazione:
Come lo sciamano chi si propone di dare un sostegno agli altri, con la parola e a qualsiasi titolo, non dovrebbe mai considerarsi nè un santo nè onnipotente. Lo sciamano cura gli altri sapendo di essere a sua volta ammalato |
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23-11-2006, 15.40.56 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2006
Messaggi: 211
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Riferimento: L'intelligenza emotiva
Citazione:
Bhe.. e lo sciamano come si cura... Scusa Arsenio... potrebbe sembrare una domanda provocatoria... ma se proposta con l'animo di chi ha passato esperienze non facili...non lo è... E...visto che stò percorrendo una strada di apprendimento in una scuola di discipline orientali come lo shiatsu.. dove si incontra la possibilità di dare aiuto...aquista ancora maggior valore... Certo... gli insegnanti della scuola sono un'enorme risorsa... ma avere più frecce al proprio arco... non mi sembra un'idea peregrina... Cmq... con profonda gratitudine |
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