ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
27-09-2006, 12.11.57 | #3 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
E' uno scritto talmente bello e commovente, che non è possibile contestarlo. Magari ci si incontra su un altro 3d Ciao |
|
27-09-2006, 14.44.12 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-09-2005
Messaggi: 41
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
ricordo quando papà ci portava con la macchina a casa della nonna (avevo tre o quattro anni) io e le mie due sorelle stavamo sedute senza la cintura a ridere e giocare. Oggi porto mio figio con la macchina dalla nonna con la cintura e sediolino a norma di legge. Forse perchè papà aveva una "127" che non aveva un motore con prestazione di una macchina di oggi tipo 2000 TDI ecc... sai il mondo si migliora tecnologicamente e più si va avanti più ci sono rischi. E più ci sono rischi più si cercano i metodi per evitare rischi. Ciao |
|
27-09-2006, 17.01.37 | #5 | |
Ospite
Data registrazione: 20-09-2006
Messaggi: 29
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
Hai ragione. siamo vittime della corsa alle tecnologie sempre più evolute che ci accellera la vita e non so dove ci vuole portare. vorrei porre l'attenzione su un altro punto però: i nostri figli non riescono a muoversi cosi liberamente come qualche decennio fa. siamo noi che ci complichiamo la vita con la nostra ansia magari spesso fuori luogo o i nostri genitori erano più incoscienti? Ciao Flyfree |
|
28-09-2006, 00.39.12 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
La forza dei bambini di ieri erano il gruppo e gli occhi dei conoscenti, dei vicini, del parroco, dei nonni. E' vero che avevamo la libertà di uscire e tornare la sera, ma avevamo cortili, campi per giocare a pallone e parchi pubblici senza siringhe, e non si usciva da soli, anche se i nostri compagni di giochi erano bambini anche loro. I nostri genitori, anche senza cellulare, sapevano sempre dove ci trovavamo. C'erano meno auto, e questa cosa fa la differenza: la via dove abito, molto stretta, nelle ore di punta diventa pericolosa anche per attraversare, mentre in agosto si può tranquillamente uscire in bicicletta. Se le città non sono più a misura d'uomo, lo sono ancor meno a misura di bambino: mio figlio dietro al cofano di un auto non si vede. Per tornare allo scritto iniziale, è vero anche quello che suggerisce Weyl: i ricordi dell'infanzia si tingono di un sapore perduto per sempre, e questo a prescindere da ciò che si è vissuto. Non è raro sentire persone che hanno vissuto nel tempo di guerra racconti che rivelavano almeno in parte la nostalgia per qualcosa che comunque era diverso e più vero. Il fatto nuovo di questi anni rimane la tecnologia: tv, playstation e computer tolgono ai bambini esperienze sensoriali e sociali la cui percezione formerà i ricordi a venire; a volte sembra non esista alternativa quando non c'è un amico con cui giocare o nelle domeniche invernali, ma stare davanti a uno schermo non è vivere. |
|
28-09-2006, 04.50.51 | #7 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
Vedi, Aristotele sosteneva che l'"essenza dell'Uomo fosse data una volta per tutte". In questa apparente certezza io sono piuttosto il "vecchio" sulla panchina, assai più che me stesso. Ma quando mi confronto con la seguente idea: forse quell'atmosfera lontana, della mia infanzia, è data anch'essa per tutti e per ogni generazione... mi prende una specie di vertigine! La vertigine di un avvitamento, di una circolarità del dolore e della speranza. Sono assai incerto su questo punto: può essere che quel piccolo Paese, quell'Italia ingenua degli anni '60, sia la verità di quel tempo? Ed è lecito credere che quelle intenzioni fossero più genuine e autentiche? Strano e sciocco è invecchiare senza riuscire a dar conto neppure di queste evidenze. "Arrivederci Roma" mi commuoveva alle lacrime, quando avevo tre anni, e non capivo che poche tra le parole della canzone: bilingue per forza, ho ancora nitido il ricordo di quando, tra mille ritagli di giornali in cui mi acquietavo, giocando con le strisce, con orgoglio mi accorgevo di capire e non capire le "parole". Le parole che mia madre, in tedesco con me e in italiano con le amiche, pronunciava,e che non trovavano spesso alcuno spazio mentale in cui specchiarsi. Tagliare le pagine delle riviste, ricondurle in strisce, dominarne la composizione e ancora "spezzarne il senso" come il frantumare l'immagine di un volto dal bianconero delle colonne di commento: avverto ancora, in me stesso, l'eco di quelle intenzioni, che mi trattenevano e permettevano a mia madre e le sue amiche di esercitare la "parola". Conservo il ricordo delle mie intenzioni "senza pensiero compiuto", eppure indirizzate all'esecuzione di azioni assai precise: fare la "gondola", tagliare in strisce uguali la pagina di giornale, "Ciao ciao bambina" tra le bobine del vecchio Gelosino... Debbo confidare che ciò che più mi angoscia non è questo, ma l'impossibilità di rintracciare antecedenze e forme improprie di "singolarità" mentali. Per qualche strana ragione, mi sconvolge assai più il "nulla prima" che non il "nulla dopo" della vita. A quest'ultimo mi pare di potermi riconsegnare, così come al sonno che consegue alle fatiche di una giornata densa di impegni, i quali spero di aver saputo assolvere. Ma il primo, quello davvero mi inquieta: da quale sonno tormentato della materia, ma privo di intenzioni e pensiero, sia insorta questa breve veglia. |
|
28-09-2006, 12.12.01 | #9 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
Citazione:
La memoria, il ricordo... sono come creature che nascono a nuova vita: Passato che si ripresenta alla coscienza, costituendosi in una discontinuità di immagini e movimenti, dove abbiamo la possibilità di riconoscere l'essenza stessa della nostra fragilità. Mi perdo tra corporee visioni e vaghi sentimenti, ansiosa di tracciarne i contorni, di fermarne la fuga verso l'indefinibile. Danzano i ricordi con la musica di una struggente nostalgia, o con il ritmo inquietante di un vorticoso crescendo. Prigioniera a volte, a volte tentata invece di trovare rifugio in quel passato che è la mia verità. E allora sì, tornano gli odori, l'arrosto della domenica, il profumo di mia madre, la Leocrema sulla spiaggia, il tiglio che dava il via alle estati Tutti i libri con le fate , la bicicletta rossa, il gioco a nascondino, le attese al tramonto del ritorno di mia madre ... Io sono anche e soprattutto ciò che sono stata e con questa certezza posso sopravvivere. Ciao |
|
28-09-2006, 15.02.42 | #10 |
Ospite
Data registrazione: 20-09-2006
Messaggi: 29
|
Riferimento: come abbiamo fatto a sopravivere
so reich waren wir nie wie heute
so habgierig aber waren wir nie wie heute so satt waren wir noch nie wie heute so unersättlich aber waren wir auch nie wie heute so hoch entwickelt waren wir nie wie heute so sehr am Ende aber waren wir nie wie heute. Johann Wilhelm Wilms non siamo mai stati cosi ricchi come oggi ma non siamo mai stati così avidi come oggi non siamo mai stati così sazi come oggi ma non siamo stati nemmeno così insaziabili come oggi non siamo mai stati così altamente evoluti come oggi e non siamo mai stati cosi vicini alla fine come oggi. |