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Psicologi e pubblicità occulta
Vorrei aprire anche qua una discussione sulla pubblicità occulta degli psicologi , iniziata sul forum di Percorsi Interiori. Riporto il post di apertura.
Il CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia), associazione di psicologi che si dichiara, non so in base a quali criteri, no-profit, promuove un progetto, coordinato dalla dott.a Barbara Rossi: "La settimana della prevenzione del disagio e promozione della salute mentale."
Quanti ne faranno richiesta, potranno usufruire di una consulenza psicologica gratuita, da parte di quei professionisti che aderiranno all'iniziativa.
Sono stato invitato a promuovere anche su Percorsi Interiori questo progetto, ma non mi sento di accettare, per i motivi che cercherò di illustrare.
Sembra che avvocati, psicologi, presidenti dell'ordine degli psicologi, autorità indiscusse del settore e, infine, oscuri personaggi di siti che hanno svenduto al miglior offerente l'interesse di chi sta male, plaudano all'iniziativa, ritenendola legittima e financo lodevole. Prima di inchinarmi deferente ai benefattori, vorrei però cercare di ragionare un po' con la mia testa, dato che, con sorpresa di molti, anche chi vive un disagio psicologico può essere in grado di farlo.
Intanto, il sospetto che l'iniziativa abbia come unico o principale scopo quello di procacciare subdolamente clientela agli psicologi, avvicinando loro i potenziali pazienti, è davvero molto forte. Ma, si sa, non si possono fare processi alle intenzioni, e inoltre un tale tipo di argomentazione sarebbe molto fiacca.
Quindi, voglio ipotizzare che tutti gli organizzatori dell'iniziativa siano mossi dalle migliori intenzioni: contribuire alla promozione del benessere psicologico, alla divulgazione scientifica, alla sensibilizzazione per i temi del disagio.
Chi vive uno stato di sofferenza esistenziale ha sicuramente più di altri il diritto etico a trovare il modo più opportuno di agire, in base a informazioni chiare , obiettive,complete, senza influenze esterne e condizionamenti, resi più gravi dalla situazione di particolare fragilità e ad essere particolarmente tutelato nella sua situazione di bisogno.
Non può ritenersi davvero gratuita quella attività che , anche indipendentemente dalle reali intenzioni, sia idonea a procurare un vantaggio economico a chi la pone in essere. Una singola seduta psicologica di consulenza, in quanto idonea a trasformarsi in un rapporto terapeutico a pagamento, spesso di lunga durata, non può davvero dirsi gratuita!
Tuttavia questa presunta gratuità condiziona in qualche modo l'utente, falsando l'immagine del professionista e ammantandola di una benevolenza non meritata, rendendo artificioso il suo giudizio e, celando l'interesse della controparte, oggettivizza più del dovuto la portata di verità della terapia.
Lo psicologo ha certamente il diritto di far conoscere il proprio nome e la propria attività, e quindi di fare pubblicità, ma proprio per la sua particolare e delicatissima posizione, deve porre in ciò una cautela particolare per non farla mai diventare occulta.
A questo fine, inoltre, sarà necessario anche che ogni attività pubblica di divulgazione o sensibilizzazione, abbia una portata e un valore scientifico senza alcun dubbio prevalente, rispetto al non eliminabile effetto di ritorni in termini di clientela.
Ma del resto, non è questo che chiede anche il codice deontologico degli psicologi, quando obbliga ad aiutare gli utenti a sviluppare in modo libero e consapevole giudizi, opinioni e scelte, o quando impone il rispetto della serietà e del decoro nell'attività di informazione e pubblicità ? (artt. 39 e 40).
E voi, che ne pensate?
Giacomo
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