Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Psicologia
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze


Vecchio 26-01-2006, 12.08.53   #1
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
humour

Questa riflessione ha origine dalla notizia di due recenti ricerche negli Stati Uniti (Massechusetts e Ontario) sul potere dell'umorismo su cui finora si sono fatti pochi studi.
In conclusione chi sa far ridere viene apprezzato perchè risulta simpatico e sagace, qualità che prevalerebbe su ogni altra in un rapporto di coppia, e quindi renderebbe seduttivi specialmente gli uomini. Anche da un questionario proposto nell'ultimo saggio di P. Angela (“Ti amerò per sempre”) tale capacità risulta vincente.
Non sono un umorista ma riconosco l'importanza dell'humour nei rapporti interpersonali, e ho sempre ammirato e invidiato i tipi alla W. Allen geniali nelle loro battute. Tuttavia alla luce di esperienze avrei qualche dubbio sul considerarlo così valorizzato nelle preferenze delle donne, che piuttosto trovano spiritoso a posteriori il maschio verso cui provano attrazione. Inoltre non limiterei l'humour ad una comicità immediata che suscita simpatia, perchè a volte manifesta una divergenza inquietante da schemi abituali di vedute. Confermo in ogni caso che oggi ci si lamenta perchè in famiglia non si ride abbastanza per alleviare i disagi e le pesantezze dell'essere. Come dice Leopardi “chi ha coraggio di ridere è padrone del mondo”.

A questo proposito indico un illuminante saggio da poco uscito: “Ridere, ridere, ridere ancora...” di D. S Camillocci e M. Vella. In particolare per il capitolo “Riso e psicoterapia”.
La comicità sarebbe uno dei più efficaci e strategici strumenti di adattamento, essendo le patologie forme comportamentali di rigidità e ripetitività che il riso può contrastare perchè suo bersaglio sono proprio certi stereotipi e automatismi della vita dove può soccorrere un pirandelliano “sentimento del contrario”. Il terapeuta abbandona la posizione di potere dell'”esperto” e mette a disposizione la sua giocosa “irriverenza”. Non prende troppo sul serio nessuno, a cominciare da se stesso, usando al caso anche idee paradossali o bizzarre. Sa cogliere il risvolto comico anche nelle situazioni drammatiche, sia pure con leggerezza e sensibilità. E' sempre se stesso, ma sa dimostrare distacco e ironia, non manifesta paternalismo, presunzione o sentimenti falsi, riconosce i propri limiti sapendo uscire dalla maschera imposta dal suo ruolo. Con immaginazione riduce le tensioni e fa vedere le cose da un diverso punto di vista e con una flessibilità linguistica che non impone convinzioni. Abbandona il territorio delle certezze e delle verità per entrare nel mondo del possibile accettando ambivalenze e rifiutando l'inflessibilità degli aut-aut.

Ma già Wathlavick ne “Il linguaggio del cambiamento” notò che lo stesso Freud aveva studiato il motto di spirito nel passaggio dall'inconscio al conscio ma non le influenze positive che potrebbe avere un linguaggio condensato e rivelatorio, espresso in “battute” metaforiche e significative che dal conscio arrivino fino all'inconscio.

Credo si sia capito quali sono i presupposti ed il valore di un autentico sense of humour.

Ma quanto è importante nella vostra vita?
arsenio is offline  
Vecchio 26-01-2006, 14.10.30   #2
oizirbaf
Ospite abituale
 
 
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
Che differenza c'e' tra una prostituta una ninfomane e una moglie?
La prostituta: " Ma come non hai ancora finito?"
La ninfomane : " Ma come hai gia' finito?"
La moglie : ".... Beige, faro' il soffitto beige!"


Lo humor nella sua ambiguità ci sprofonda nell'impossibilità di giudicare gli altri (humor non è derisione dell'altro) e quindi ci pone in relazione senza maschere. Lo sdrammatizzare fa cadere la maschera, allenta le difese e favorise la confidenza (cum-fidens, fiducia reciproca) e quindi la spontaneità, dimenticata dall'infanzia.
oizirbaf is offline  
Vecchio 26-01-2006, 14.28.56   #3
klara
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-06-2005
Messaggi: 455
...lo stato d'animo del momento predispone se qualcosa ti fa ridere o meno...convinzione personale naturalmente...

...ho trovato queste interessanti affermazioni...potete concordare o meno...




Dalla farsa ai giochi di parole, sono i 6 principali tipi di umorismo.




A) La farsa è caratterizzata dalle espressioni buffonesche, dai gesti esagerati: tipiche le torte in faccia e le cadute sulle bucce di banana.
Questo modo di far ridere compare per la prima volta nel Moedioevo e, con la nascita in Inghilterra dei clown prima e con i personaggi della Commedia dell'arte poi, si evolve in un genere vero e proprio.
Di solito è rappresentata in coppia: l' "Augusto", cioè un tipo di comico volubile e gesticolante (alla Ollio o, per restare in casa nostra, alla Totò) e il "clown bianco", cioè il comico più "serio" dei due (Stanlio o Peppino De Filippo).
Per quanto a volte considerata con sufficienza dal pubblico colto, la farsa permette di esorcizzare il dolore di certe condizioni umane e a un'analisi più attenta si rivela più profonda di quanto sembri.

A casa nostra, nel caffelatte non ci mettiamo niente: nè il caffè nè il latte (Totò).

B) La satira si pone come obiettivo quello di fustigare i potenti e le ingiustizie della vita sociale.L'arte di contraffare il vero per meglio mostrare una verità profonda ha una lunga storia.Sviluppata da Socrate come strumento per stimolare la riflessione filosofica, la satira diventa con Voltaire un mezzo per intervenire contro le disuguaglianze sociali e l'intolleranza religiosa.
Attraverso la parodia, cioè l'imitazione delmodo di parlare o gestire della figura presa di mira, e la caricatura, vale a dire l'accentuazione di atteggiamenti o tratti ridicoli della stessa, l'umorista trasforma ed esagera l'oggetto della satira.E' la specialità di pubblicazioni satiriche come "Cuore" o dei programmi televisivi di Serena Dandini e Corrado Guzzanti o del Bagaglino.

"Pronto? Parlo con Giulio Andreotti?"
"Dipende.." (Stefano Benni)

C) L'autoironia è un elemento importante dell'umorismo. "Il miglior senso dell'umorismo" spiega Alberto Spatola, psichiatra presso il Servizio di Salute dell'Asl n° 6 di Palermo, "consiste proprio nella capacità di cogliere non solo i fallimenti altrui, ma anche i propri e nel saperli accogliere e superare con maturità.
E sovente è caratteristica di comunità che si sentono differenti e sorridono delle proprie traversie.
E' l'arma privilegiata delle minoranze: famoso l'umorismo ebraico di Woody Allen o di Moni Ovadia.
Prendersi in giro diventa così un modo per disarmare chi è ostile e per attirarsi le simpatie del prossimo.
Ironia della sorte, la storia dimostra però che ciò che le minoranze raccontano di se stesse diventa per i loro nemici una conferma dei proprio pregiudizi.

"Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me" (Groucho Marx)

D) Lo humor nero ha lo scopo di far ridere di ciò che normalmente non farebbe ridere: la morte, le malattie, la guerra, le catastrofi...
Spiega Mario Farnè, titolare della cattedra di Psicologia Medica all'Università di Bologna: "Chi ha paura della malattia e della morte le esorcizza proprio ridendoci su".
Anche chi ride delle disgrazie altrui sfoga la paura: "Significa" dice Farnè "che si teme di subire la stessa sorte".

Finalmente una bella notizia: l'atomica non fa venire il cancro (Marcello Marchesi).

E) Per l' umorismo sessuale vale lo stesso discorso fatto per lo humor nero: "Chi si diverte a raccontare o ad ascolare barzellette spinte" dice Farnè "probabilmente deve liberarsi da un'ansia legata alla sessualità".

Un uomo rincasa gridando:"tesoro, dobbiamo andarcene da questa casa. Ho appena saputo che il portinaio è andato a letto con tutte le donne del palazzo eccetto una".
"Si, lo so" risponde la moglie. "E' quella smorfiosa del terzo piano."

F) Nel non-sense ci si diverte a creare confusione tra vero e falso e a sovvertire il senso comune.
E' una forma di umorismo fatta di giochi di parole spesso molto arguti che, secondo alcuni psicologi, rappresenta un retaggio dell'infanzia.
Totò fu un maestro nel creare spassosissimi giochi di parole e non-sense, molti dei quali rimasti famosi:

"Ogni limite ha una pazienza!"
"Parli come badi!"
"Io sono parte napoletano e parte nopeo, cioè due volte napoletano!"
"E' stato un lapis!"

Tratto da un articolo di Focus 40/2001


,klara
klara is offline  
Vecchio 27-01-2006, 09.39.11   #4
feng qi
Ospite abituale
 
L'avatar di feng qi
 
Data registrazione: 15-10-2005
Messaggi: 560
Re: humour

Citazione:
Messaggio originale inviato da arsenio
..La comicità sarebbe uno dei più efficaci e strategici strumenti di adattamento, essendo le patologie forme comportamentali di rigidità e ripetitività che il riso può contrastare perchè suo bersaglio sono proprio certi stereotipi e automatismi della vita dove può soccorrere un pirandelliano “sentimento del contrario”.

Il terapeuta abbandona la posizione di potere dell'”esperto” e mette a disposizione la sua giocosa “irriverenza”. Non prende troppo sul serio nessuno, a cominciare da se stesso, usando al caso anche idee paradossali o bizzarre. Sa cogliere il risvolto comico anche nelle situazioni drammatiche, sia pure con leggerezza e sensibilità. E' sempre se stesso, ma sa dimostrare distacco e ironia, non manifesta paternalismo, presunzione o sentimenti falsi, riconosce i propri limiti sapendo uscire dalla maschera imposta dal suo ruolo. Con immaginazione riduce le tensioni e fa vedere le cose da un diverso punto di vista e con una flessibilità linguistica che non impone convinzioni. Abbandona il territorio delle certezze e delle verità per entrare nel mondo del possibile accettando ambivalenze e rifiutando l'inflessibilità degli aut-aut.

Credo si sia capito quali sono i presupposti ed il valore di un autentico sense of humour.

Ma quanto è importante nella vostra vita? [/b]

Lo avrei quotato tutto, perché era interessante. Mi limito alle parti più succose.
Grazie arsenio. Tra l'altro io avevo già letto un libro di Goleman in cui si fa cenno a questa capacità di vivere anche le situazioni difficili della vita con humor, che non é stupidità bensì, come anche tu dicevi, quella capacità di prendere le cose con ottimismo, ridere di se stessi, essere morbidi e non rigidi, osservarle da altri punti di vista, essere distaccati seppur sensibili.

E come terapisti é questo che bisognerebbe trasmettere agli altri, che siano amici, parenti, pazienti..

In linea di massima poi io apprezzo chi sa sdrammatizzare e fare sorridere gli altri; non apprezzo molto il ridere fine a se stesso, sterile, il ridere forzato; mi piace chi sa ridere e far ridere, ma che sa anche fare la persona più seria secondo i tempi e le necessità anche di chi ascolta.
Personalmente ho imparato da poco a ridere di me stessa, anche se molte volte mi autocompatisco più del dovuto. Però se mi ricordo di sorridere mentre ci incespico..le cose mi vanno meglio.

un saluto
feng qi
feng qi is offline  
Vecchio 27-01-2006, 15.22.32   #5
Essere
Ospite abituale
 
L'avatar di Essere
 
Data registrazione: 22-12-2005
Messaggi: 320
Io sono solare positiva più verso gli altri che con me stessa perchè sono una fifona prima ho visto giocare alle palle di neve avevo una paura !quando sono andata all'ospedale i medici e le infermiere mi volevono tutti bene dicono sempre che le faccio ridere e sono simpatica mi hanno fatto anche dei regali caramelle pupazzetti .
A me piaciono molto i clown appena li vedo incomincio a ridere e chi mi ferma ahahahahaahh che ridere .
In internet quando leggo persone tristi vorrei tanto che mi potessero vedere e scommetto che riescono a sorridere .
Tante volte penso che porto una maschera perchè come posso sorridere se ho tanti problemi forse sono un clown ?
Secondo me ridere fa bene
Essere is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it