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30-11-2005, 00.29.11 | #14 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 05-08-2005
Messaggi: 77
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Ma se è vero che il "terapeuta è la terapia", come rintracciare quello giusto? Ogni tanto arriva nel mio studio qualche paziente che mi racconta di sue precedenti esperienze psicanalitiche: è stato mesi (a volte anni) seduto di fronte ad un terapeuta che sentiva eccessivamente distaccato, oppure sdraiato su un lettino dietro il quale un altro terapeuta non pronunciava mai una parola, oppure ancora in relazione con qualcuno che non usava il suo stesso codice verbale ed esperenziale… e sempre mi sento confessare che ha pensato: "Deve essere colpa mia, forse è una resistenza che dovrei superare…" Quando mi accade cerco di spiegare alla persona che ho davanti che la psicoterapia è sostanzialmente un Incontro, una esperienza emozionale tra due persone, e che non ha senso abdicare il proprio giudizio a favore di dogmi teoretici e luoghi comuni. E' senz'altro vero: il lavoro analitico prevede il difficoltoso superamento di molte resistenze inconsce, ma non tutte le resistenze sono "resistenze" e occorre intuito da parte di entrambi per riconoscere le une dalle altre. L'aderenza incondizionata alla tecnica o alla teoria di turno è pericolosa. Perché sono le teorie che dovrebbero sforzarsi di aderire alla realtà dell'uomo, non l'uomo alle teorie, per quanto corrette quest'ultime possano apparirgli. Nessun terapeuta - spiego ancora - solo in virtù dei suoi attestati, dovrebbe essere considerato appunto un buon terapeuta o, comunque, il terapeuta adatto per chiunque; e dopo anni e anni di lavoro e di esperienze raccolte sul campo mi spingo certe volte a dire che non conta neppure il suo orientamento teorico (freudiano, junghiano, bioenergetico, comportamentista, relazionale o quant'altro…), bensì solo ed esclusivamente quello che è come persona. Ma come scoprirlo? A chi me lo chiede in genere rispondo: "Soprattutto con la pancia…. Lasciate parlare il vostro istinto, dategli credito, e otto volte su dieci quello vi darà la risposta giusta." Ma se la persona davanti a me non si fidasse del proprio istinto, e fosse perciò indeciso, gli suggerirei allora di contattare quanti più terapeuti possibili, rivolgere loro una sola innocente domanda: "Dottore, lei crede nella psicanalisi?" e scartare immancabilmente tutti coloro che rispondono: "Si!" Perché la certezza uccide e solo il Dubbio lascia spazio alle speranze. P.P. http://www.psicologiaonline.it/Quale%20terapeuta.htm |