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01-10-2002, 01.08.44 | #14 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Ciao a tutti
Non ho letto Galimberti:"Così si brucia la gioventù" ...il primo approccio non mi piace, lo dico così, senza conoscerlo minimamente: temo sia un'altro di quei libri scritti bene che tentano di esorcizzare la demoniaca gioventù bruciata; magari invece è il contrario, un libro onesto che non cerca niente e nessuno su cui adossare la colpa: non posso dirlo, infatti non lo conosco; la mia è solo un'impressione su due piedì, assolutamente basata su una simpatia\antipatia istintiva. Ma sono quasi certo non l'abbia scritto un vent'enne... che questo voglia dire qualcosa, sulla sua possibilità di comprensione: non credo. Dipende dal non-vent'enne. Su quello che spieghi, FalcoAntonio, mi piacerebbe invece discutere un momento. Non capisco la metafora della "tempesta", "mente arida..mai irrigata", "allora..." Sulla banalità del luogo comune ecstasy\discoteca\branco non mi sembra necessario discutere. Ma a grandi linee trovo interessante ciò che riesponi. Io credo che un giovene (bruciato o meno che sia), che: "A scuola non si va male, col prossimo ci si sa comportare; ci si sa vestire anche bene con le maschere: con le maschere che si indossano e si sostituiscono l’allenamento è collaudato" non è poi tanto bruciato. Saper usare bene le maschere è un segno di integrazione con la realtà: più abili si è a farlo meglio ci si integra. Proprio questa è la sintonia con il mondo; se si vuole, con questo mondo. "Formano quella miscela che sotterra l’io di questi giovani cui è stato insegnato tutto, ma non come mettere in contatto le emozioni con la ragione o, se preferite, il cuore con la mente e la mente con il comportamento, con il riverbero emotivo che gli eventi del mondo incidono nel loro cuore." perchè, questà "connessione", è una capacità che si insegna? (ovviamente lasciando perdere il luogo comune "giovani cui è stato insegnato tutto", ovvero una revisione del molto più materialista "giovani a cui viene dato tutto\che hanno tutto") "Queste connessioni che fanno di un uomo un uomo non si sono costituite e, perciò, nascono biografie capaci di gesti a tal punto slegati da non essere percepiti neppure come propri. " Ecco, credo che qui, come sopra, si faccia riferimento a casi della tipologia Erica\Novi Ligure, Maso ecc.. Giustamente si parla di connessioni e dissociazioni. Beh, io non sono un'esperto, ma (mi sembra sia stato detto) questi ragazzi avevano già dei disturbi di personalità al limite con la patologia, sebbene non-nella patologia, nessuna grave forma di malattia mentale, dunque. La generalizzazione ai "giovani" non mi sembra dunque giustificata. E il fattore "maschere" mi sembra adirittura fuori luogo. Usare bene le maschere è un segno di aderenza alla realtà, usarle male o usarne una sola in particolare è invece un sintomo. Dunque, W le maschere! Che sempre sono esistite W l'insincerità! condizione indispensabile all'adattamento alla realtà, alla società W Darwin! E, semmai, chiedersi se il disagio non sia quello di chi non riesce, non ha forse la capacità, di adattarsi ad una realtà in cui la falsità dev'essere senz'altro, e la sincerità ed i sentimenti sono i sintomi di una, poeticità forse? ma che viene demolita senza troppa fatica dal prossimo "VIVO" che avanza solo per procedere. La forza è l'aridità, la razionalità. "I geni sono tutti dei figli di putt..." (Anonimo) PS: "Non vorrei sembrar superficiale, ma non credo proprio che qui ci siano persone "vuote" da quel poco (troppo poco) che ho letto." io sono vuoto, invece. Per di più poco furbo, questo è imperdonabile. "And God is empty, just like me" (The Smashing Pumpkins -"ZERO"-) Bye |
02-10-2002, 11.21.30 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-08-2002
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Citazione:
Ciao a r.rubin, (Ripropongo qui solo parte del tuo intervento come riferimento) Non si tratta di un libro, ma di un”articolo”, proposto da me qui a “segmenti”. U. Galimberti è un filosofo psicologo (mi pare) docente all’università di Venezia. Si può non essere d’accordo con lui (anche a me che piace capita) ma è certamente fonte autorevole e preparata. Posso risponderti solo in maniera sintetica e affrettata. a) Sulle maschere: sì, si può fare un cauto elogio alla menzogna (compreso l’auto inganno) come necessaria alla sopravvivenza, ma bisognerebbe discutere sui vincoli necessari affinché sia mantenuto il bilancio costi benefici, che non riguarda solo il singolo (rispetto della libertà altrui). b) Sulle “connessioni” mente – cuore – comportamento: sono quasi certamente parte ereditate per via genetica, parte acquisite, soprattutto in ambito familiare nei primissimi anni di vita. Non si insegnano quindi, ma ce le ritroviamo in “dote non scelta”, così come tanto altro (compreso il nostro corpo). c) Non credo che l’autore alludesse a riferimenti specifici, egli ha sicuramente accesso a informazioni statistiche di esperti che noi ignoriamo. d) Su Darwin sarei più cauto ed eviterei l’errore di traslare le sue teorie in ideologia. e) Sarei anche molto più cauto nell’evitare di liquidare in maniera così sbrigativa tutti coloro che vivono il disagio dell’adattamento con la realtà esterna. Questa spada di Damocle pende sulla testa di ciascuno di noi. L’affermazione: “la forza è aridità e razionalità” (i geni sono tutti…) appare radicale, grossolana e un po’ fanatica; sembra tesa a nascondere il desiderio di esorcizzare la fragilità e l’insicurezza intrinseci alla nostra natura. Sì, perché nella nostra natura intima c’è emotività e affettività (anche altre specie animali ce le hanno). La ragione è solo uno strumento (il migliore che esista) di sopravvivenza che “media” tra il mondo interno a ciascuno di noi e quello esterno (la Realtà). Pensare di poter “governare” la nostra esistenza solamente con la ragione è falso ed illusorio. E’ stato dimostrato (secondo me in maniera sufficiente) che il vero padrone di noi stessi è il nostro inconscio, molto più attivo e determinante di quanto mediamente noto e di quanto uno stupido ed illusorio fanatismo per la ragion pura possano permetterci di intravedere. Ma anche se ci rifacciamo alla “maggior concretezza” razionale delle scoperte delle neuro - scienze i termini della questione non cambiano molto. Ciao |
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02-10-2002, 14.12.55 | #16 |
Messaggi: n/a
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Spero proprio che prima o poi questa società arrivi a un punto da non poter più sopportare questa gabbia di razionalità in cui si è rinchiusa,in questa limitata visione della ralatà che si è autoimposta e inizi a inglobare,ad accettare tutto ciò che è sempre stato demonizato e coperto da maschere di qualsiasi tipo.Così molti problemi verrebbero risolti,a partire dal disagio giovanile per arrivare ad esempio alla discriminazione.Ciò comporterebbe anche una maggiore sincerità nei rapporti interpersonali,più schiettezza e meno ipocrisia e falsità verso il prossimo.Ma fino ad allora giganteschi muri di cemento separeranno le persone nell'ambito della famiglia,del lavoro,delle amicizie....fino a quando uno,forse effettivamente un po' più debole mentalmente degli altri,arriva al limite della sopportazione e...boom!L'ennesimo caso di cronaca nera.
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02-10-2002, 16.00.34 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
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Per Catharsis
Citazione:
Concordo e aggiungo un’ulteriore riflessione. Non credo che sia la “razionalità” in sé il Male, bensì l’uso strumentale che se ne fa e la sua “ideologizzazione”. A ben guardare molti degli “adulatori” della razionalità la usano, distorcendola strumentalmente, per fini propri. Insomma non è l’abuso di razionalità che produce tanta sofferenza esistenziale; tutt’altro, questo nostro mondo (parlo dell’Occidente) soffre anche per difetto di razionalità: troppo spesso si tenta di coprire dietro questo termine operazioni inique ed egoistiche per aiutarsi a farle accettare. La razionalità è uno strumento, come tale in sé neutro, utile ma non sufficiente a dare senso esistenziale. |
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04-10-2002, 13.44.03 | #18 |
Messaggi: n/a
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Concordo sul fatto che la razionalità sia uno strumento ormai indispensabile per l'uomo,e che in sè non abbia effetti negativi..ma sia stata la sua cristallizzazione e fossilizzazione ed estremizzazione che nei secoli ha portato a tutta una serie di dogmi e regole inutili(religioni,certe leggi e burocrazie superflue,alcuni vincoli alle libertà personali,ecc...).
Infatti io non parlavo di distruggere la razionalità,ma affermavo la volontà che la società inglobasse in sè anche fenomeni considerati irrazionali,da sempre esiliati e visti di mal'umore(tutto ciò che riguarda il sesso,oppure i peccati cristiani.....che palle!) Infondo parlare di razionalità e irrazionalità è come parlare di bene e male...sono spaccature che per vari scopi(spesso molto spiccioli e personali) si sono venute a formare nella nostra cultura...bisognerebbe tornare ad una certa unicità del pensiero..essere meno sdoppiati,meno aut-aut...vedi la cultura greca,dove la razionalità apollinea si sposava perfettamente e senza attriti all'irrazionalità dionisiaca... |
04-10-2002, 23.23.58 | #19 |
può anche essere...
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Messaggi: 2,053
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Ciao, intanto grazie.
Fanatico...non me lo sono mai sentito dire! E' la prima volta! Mi spiace forse deluderti, ma non lo sono affatto!(forse impareremo a conoscerci ) Maschere e falsità imperano e sono la nostra condizione esistenziale. A me non piace, ma è così. Sincerità.. Sono fondamentalmente sincero, lo sono stato assolutamente in passato, dopo aver ricevuto le prime "mazzate" ho capito che non era concesso, era debolezza. Se è così è così, io faccio parte di coloro che, in qualche modo, sono disadattati. a) Elogio (cauto) della menzogna. Mi spiace, credo che il rispetto della libertà e dell'altro siano valori passati di moda. Almeno dalle mie parti (ogni tanto ci si chiede se sia ovunque così...mah!). Crudeltà, insensibilità, emarginazione a piacere sembrano essere costanti. Non c'è rispetto della persona, i sentimenti sono fatti per giocarci, calpestarli, i sottili giochi psicologici imperano. Il brutto è che non è una menzogna necessaria alla sopravvivenza, è quella necessaria alla sopravvivenza del "gioco" (ripeto, dalle mie parti...) b) Sulle "connessioni"... credo tu abbia ragione... d) sono certo che Darwin sia stato scienziato e non ideologo. Con Darwin, usandolo come riferimento se vuoi fuori luogo, intendevo parlare di selezione naturale:mi sembra si sia spostata su un piano strettamente psicologico. A me non piace, non ne sono felice. Credo rischi di diventare una cosa pericolosa. Governare la nostra esistenza solo con la ragione è illusorio...ma temo si stia procedendo verso un mondo dove l'uomo è più robotico che altro. E' fantascienza...ma il rischio io lo percepisco. L'affermazione che tu dici essere fanatica è invece, pur essendolo, molto condivisa. Questo mondo non mi piace, non ho mai capito perchè bisogna relazionarsi come di fronte ad un sistema psico-fisico, analizzarlo, analizzarne le reazioni e per questo procedere, senza farlo notare, a piccoli esperimenti...dopo tutto questo valutare la persona, a seconda della sua capacità o meno di reggere il confronto, tenendo presente la possibilità che questa capisca il gioco e rigiri la partita a suo vantaggio. Credo capiate, questo è un esempio grossolano di quella che chiamo sfida psicologica, che con annessi e connessi è molto diffusa...che posto vogliate che abbiano i sentimenti! Che sia bello, no di certo. Che sia così, è un dato di fatto (ripeto, almeno dalle mie parti). Certamente è molto eccitante, e pure frustrante, e giustamente qualcuno scoppia... La realtà (la mia, qui..) è ESTREMAMENTE PARANOICA. E per niente, quell'Anonimo, di qui, dice che "i geni sono tutti figl...". Certo, perchè il genio è colui che meglio riesce nel gioco, e non può essere altro che un figl...di p.... Qui ci sono molti "adulatori" della razionalità, molti abili manipolatori, e sono coloro che hanno successo. Ciao a tutti |
04-10-2002, 23.31.11 | #20 |
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Ps
a proposito del "non-ventenne" Galimberti...certo ha una preparazione che io posso iniziare a sognare tra due vite almeno: nonostante questo, mi sembrano veramente tanti i luoghi comuni. Ma di certo non ho nemmeno letto tutto l'articolo, dunque, dico solo che mi sembra strano. Ciao! |