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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 11-10-2005, 07.12.54   #21
jon
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il riso degli stolti

Ciao lobelia
il post che avevo mandato dovevo mandarlo nella discussione (L'AMICIZIA) ho sbagliato ha spedirlo e ho fatto del (casino)

in giornata credo che rispondero' al tuo post
Buona Giornata

Ciao Jon
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Vecchio 11-10-2005, 09.32.53   #22
jon
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LA SAGGEZZA DEGLI STOLTI?

LA MIA RICERCA
Giovanni Meneghello


RIDERE E' UNA COSA SERIA
Qualche commento mi ha incuriosito ed ho voluto vedere se, in effetti, vi fosse qualche rapporto fra ridere e psicoanalisi. Qualcosa ho trovato.
Io resto però dell'idea (semplicistica?) che ridere sia comunque la miglior ginnastica mentale (oltre che facciale) che si possa fare. Con o senza personal trainer. Anzi, più è di gruppo e meglio è.
In ogni modo ecco cosa ho trovato.


LA SAGGEZZA DEGLI STOLTI? È l’espressione umana più tipica, ma anche la più misteriosa. Perché ridiamo? La psicanalisi dice che attraverso il riso sfoghiamo gli impulsi aggressivi in modo non violento e quindi socialmente accettabile. Ma ridere fa bene, allenta le ansie, libera dallo stress e ha anche delle sorprendenti virtù terapeutiche.
Il riso è proprio una cosa seria. Ha fatto la sua comparsa con l’uomo e ne ha accompagnato tutta la storia. Nessuno tra gli altri esseri viventi sente il bisogno di ridere, mentre l’uomo, da quel che sappiamo, ha sempre riso volentieri, senza preoccuparsi di ciò che ne pensava il mondo. E il mondo generalmente non ne ha pensato granché bene, etichettando il riso come “segno di follia” o, più bonariamente, confinandolo “sulla bocca degli stolti”. D’accordo, il riso è vecchio quanto l’uomo. Ma perché si ride? Quali sono i meccanismi che scatenano una risata? Cosa accade nella nostra mente quando ci raccontano una barzelletta? Perché un signore che scende le scale e improvvisamente scivola ci fa morire dal ridere? A lungo tutto ciò è rimasto un mistero. Nel passato, diversi grandi pensatori hanno provato a rispondere. Risultato: solo argomentazioni esilissime e spesso contraddittorie. All’inizio del ‘900, il filosofo francese Henri Bergson sosteneva che il riso è per sua natura inconoscibile, anzi, è uno sforzo ridicolo pretendere di studiarlo. Chi ci prova si comporta come un bambino che crede di afferrare con la mano la schiuma di un’onda del mare, meravigliandosi poi di vedere scorrere tra le sue dita solo qualche goccia d’acqua. Riso e aggressività Oggi, almeno su una cosa tutti concordano: ridere è un'espressione umana innata, tutti i bambini di tutte le culture ridono, fin dalle prime settimane di vita. È questo il primo linguaggio infantile. Ma da dove viene e come si sviluppa? Qui iniziano i disaccordi. Alcuni psicologi credono che il primo sorriso nasca per caso, come un qualunque movimento facciale, ma poiché viene accolto con gioia dagli adulti il bambino tende a ripeterlo. Altri sostengono che l'azione fisica del ridere sia la naturale controparte del pianto. Altri ancora descrivono il riso come una risposta-riflesso in particolare al solletico di alcune aree del corpo. Ma perché si continua a ridere anche quando non si è più bambini? Qual è la funzione del riso nell’adulto? Falliti i tentativi di altre discipline, è merito della psicanalisi averci dato (e continuare a darci) delle risposte credibili. Fare una bella risata è soprattutto un modo per scaricare l’aggressività, le ansie e le frustrazioni. “Il primo uomo dotato di umorismo”, scrive Mario Farnè nel volume Guarir dal ridere (Bollati Boringhieri), “è quel tizio preistorico che, randellando violentemente il nemico, rideva a crepapelle”. Col tempo l’uomo ha (fortunatamente) imparato a controllare i suoi impulsi aggressivi, e ha “inventato” la battuta di spirito come uno strumento per sfogarli in modo non violento e, per di più, piacevole. “Con la battuta di spirito ci divertiamo anche senza sganascioni o randellate, proprio perché abbiamo una scarica dissimulata, e quindi senza sentirci in colpa per la nostra aggressività”. Insomma, la risata scarica l’aggressività, allenta le nostre ansie, sdrammatizza le frustrazioni e i tabù senza danneggiare gli altri e facendoci divertire. Un po’ di storia Nel corso dei secoli l’uomo ha dato valutazioni differenti. Per gli antichi il riso rientra nella sfera del divino: a volte le mitologie ne attribuiscono l'origine agli dei, per i quali ridere è segno di libertà suprema. Attraverso il riso l’uomo partecipa alla ri-creazione del mondo, come nelle feste dionisiache e nei saturnali. Le cose cambiano con il cristianesimo. Il riso abbandona il divino e diventa una rivincita del diavolo, che desacralizza il mondo. “Gesù non ha mai riso”, sostengono i Padri della Chiesa, perché nel Nuovo Testamento non è mai scritto. Di qui, una visione negativa culminata nel XVII secolo. Chi ha letto Il nome della rosa di Umberto Eco ricorderà la figura - emblematica in questo senso - di padre Jorge, che distrugge il secondo libro della Poetica di Aristotele dedicato al comico per impedire che il mondo conosca quelle “pericolose” teorie. Parallelamente, però, anche il cristianesimo riconosce al riso una funzione positiva, liberante. Per secoli si è conservata l’usanza del riso durante le funzioni pasquali. Nella messa di Pasqua, i predicatori solevano invitare i fedeli a ridere sonoramente. Questo rito (il cosiddetto Risus pascalis) era espressione della gioia per la forza di Dio che vince anche la morte. La Risurrezione è proprio l’espressione del “riso” di Dio sulla morte. E oggi? Non è cambiato molto: c’è un riso banale, volgarmente promosso da una vera e propria industria del divertimento. Ma c’è anche un riso rasserenante che serve a distendere l'animo senza banalizzare tutto, un riso che è gioia di vivere e perciò svolge una funzione importante sotto il profilo della psicologia individuale e sociale: serve a dare sollievo, a riconciliare con le contraddizioni del mondo e della vita senza rimuoverle e senza lasciarsi opprimere. Virtù terapeutiche A partire dagli anni ottanta, anche medici e psicologi hanno cominciato a guardare con interesse l’influenza che il riso, il senso dell’umorismo e altre emozioni positive esercitano sull’organismo umano. Tutto ebbe inizio dalla vicenda di un noto giornalista americano, Norman Cousins, bloccato a letto dalla spondiloartrite anchilosante, una grave malattia delle articolazioni. Speranze di guarigione, una su 500. Nonostante questa scoraggiante prospettiva, Cousins decise di non arrendersi e, d’accordo col proprio medico, prese ad assumere forti dosi di vitamina C e, soprattutto, si procurò il modo di fare delle abbondanti, intense risate (tra l’altro, guardandosi le registrazioni delle candid camera televisive). Ebbene, la “terapia” mostrò subito un effetto analgesico e, col tempo, portò a un lento e costante miglioramento di tutto il quadro clinico. Un caso isolato? Sicuramente sì, ma è servito a richiamare l’attenzione degli studiosi sui rapporti tra funzioni psichiche e organiche. “Il riso fa buon sangue” oggi non è più solamente un detto popolare, ma ha una base scientifica. Non è un mistero che essere sereni, ben disposti e avere un atteggiamento positivo sono validi presupposti per una buona salute. Ma, da qualche anno, sappiamo che la nostra vita psichica, attraverso il sistema nervoso, regola la produzione di sostanze che fanno aumentare o diminuire le difese immunitarie dell’organismo. E non è tutto: ridere è anche un buon esercizio per stimolare la circolazione, aumentare l'ossigeno nei polmoni, abbassare la pressione, attivare i muscoli…: insomma, la risata, intesa anche come semplice combinazione di fenomeni corporei (rapide inspirazioni e prolungarti sussulti espiratori) è una ginnastica molto utile, che dovremmo fare tutti i giorni. Partendo da simili presupposti, è nata la cosiddetta “gelotologia” (dal greco gelos, riso): una “cura” che cerca di stimolare le capacità di guarigione attraverso il buonumore e le emozioni positive. In America ormai ci sono diverse cliniche che attuano questa terapia, e anche negli altri ospedali a gestione più tradizionale c’è la consuetudine di far visitare i malati, oltre che dai medici, da clown che organizzano scherzi e intrattenimenti comici. Insomma, il riso non è solo una delle naturali espressioni dell’uomo, ma è anche una pratica utile e forse addirittura necessaria. Ridere è un gesto catartico: libera dallo stress, dal dolore e probabilmente aiuta a vivere più sani e più a lungo. Perciò, non perdiamo l’occasione di farci qualche bella risata. È segno di saggezza. Giovanni Meneghello

CIAO JON
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Vecchio 11-10-2005, 10.13.09   #23
klee
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Lady Scapeccia

A Londra,lady Ashcroft decise di dare un party sfarzoso,per il suo compleanno.E,per l'occasione,assunse una cameriera,da poco immigrata in Inghilterra,la signorina Scapeccia.
Passò il pomeriggio a istruirla e,alla fine,le disse:E non dimenticare le molette per lo zucchero..non è bello che gli uomini vadano in bagno,lo tirino fuori per urinare,poi lo rimettano dentro...
e poi prendano le zollette di zucchero con le dita!

La ragazza fece cenno di aver capito ogni cosa e,in particolare,l'ultimo consiglio.
Tutto andò per il meglio,ma quando gli ospiti se ne furono andati lady Ashcroft chiamò la signorina Scapeccia e le disse:"Mia cara figliola,ma non ti avevo raccomandato,in particolare,le mollette per lo zucchero?

"Sì,e le ho messe al loro posto,lo giuro!"
"Ma io sulla tavola non le ho mai viste!"
"Sulla tavola?Ma io le ho messe in gabinetto!"
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Vecchio 11-10-2005, 17.45.50   #24
rodi
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fumetto...e a volte sniffo

Accordo raggiunto tra Lapo Elkan e la Walt Disney per l'immissione della nuova auto sul mercato.
Si chiamerà 'Pippo'.
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Vecchio 23-01-2006, 18.06.20   #25
jon
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Re: Ridere

Citazione:
Messaggio originale inviato da jon
Riferimento
-----------------

Ci sono stati momenti anche drammatici nella mia vita, dove non riuscivo a vedere una via d'uscita, come per tutti, e non è facile coglierne subito il punto d'osservazione che rivoluziona tutto. Ed è anche bene starci dentro e sapere cosa significa annaspare nel dolore dell'impotenza. Ma poi arriva sempre il momento in cui riesco a vedermi annaspare, riesco a vedere la tenera comicità delle faticosissime strategie che cerco di mettere in atto, dei salti mortali per salvare capra e cavoli, dei miei opportunismi, delle favolette che mi racconto, delle prese di posizione gratuite. Quante volte da un pianto disperato è sgorgata una risata gorgogliante, magari amara, con le lacrime, ma una risata sincera. A volte anche piuttosto scomoda, non sempre consolatoria. E allora da lì comincia la risalita. Anche se lenta, piena di ricadute. Il problema concreto in cui mi dibatto non cambia, ma cambio io. Lentamente. Il seme è interrato e sta germogliando.



Non tutti sanno prendere questo pensiero
è giusto chi ha dei problemi personali
delle volte non ha voglia di ridere
Il fatto che qualcuno ride non dovrebbe far tanta impressione, mi sembra, se tutti sono in quest'animo. Ma altro che impressione! Suscita un fierissimo sdegno, e proprio perché tutti sono in quest'animo: sdegno come per un'offesa personale, che si possa avere il coraggio di ridere apertamente. L'incubo grava così insopportabile su tutti, appunto perché a nessuno par lecito ridere. Se uno si mette a ridere e gli altri seguono l'esempio, se tutto quest'incubo frana d'improvviso in una risata generale, addio ogni cosa! Bisogna che in tanta incertezza e sospensione d'animi si creda e si senta che la discussione è molto seria.

Ciao lobelia



Buona serata a tutti
jon



Ho ripreso queto thread vecchio per continuare a vedere la vita nel ridere e non nella depressione.

ciao jon
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Vecchio 23-01-2006, 18.44.39   #26
Essere
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Io sono solare e vorrei regalare il mio sorriso a tutti ma in alcune circostanze sono seria
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Vecchio 23-01-2006, 18.48.37   #27
Guccia
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Il riso ha un effetto catartico, è proverbiale il benessere che si prova dopo una risata fatta di cuore. Dopo tutto «Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo.» (Leopardi)

«La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto.» (Alberto Sordi)



Un'altra barzelletta:
E' la vigilia di Natale e siamo da Harrod's; un tipo un po' tarchiato di quelli "cattivelli" che amano dare fastidio va nel reparto frutta e verdura, chiedendo mezza anguria. Il commesso, perplesso, va dal caporeparto e gli dice "lì fuori c'è un deficiente che vuole mezza anguria". Il caporeparto intanto si sbraccia e gli fa segni; il commesso si gira, vede il signore che gli ha chiesto la mezza anguria e fa "e questo gentlemen vuole l'altra metà". Il caporeparto sistema la faccenda e chiede al commesso di raccontargli la sua vita. Il commesso gli racconta che viene da Liverpool: la città dei grandi giocatori e delle grandi p...... Il caporeparto replica: "Anche mia moglie viene da Liverpool" e il commesso risponde "Ah sì! In che ruolo gioca?"


TRATTI DA: http://www.manuscritto.it/stupidari.html

1) Occhio alle traduzioni letterali
Com'è noto il mouse dei computer si chiama in francese "souris", in
spagnolo "raton", in tedesco "maus" e solo noi, invece di chiamarlo "topo",lo chiamiamo "mouse". Gli americani della IBM non lo sapevano e hanno tradotto un po' troppo letteralmente un loro manuale di istruzioni distribuito in tutte le filiali del mondo, tra cui quella italiana.... Il seguente è un memorandum, realmente distribuito agli impiegati di tutte le filiali statunitensi IBM. Nelle intenzioni di chi lo ha scritto è assolutamente serio, la traduzione è stata fatta dagli americani per gli impiegati della IBM Italia:

Le palle dei topi sono oggi disponibili come parti di ricambio. Se il vostro topo ha difficoltà a funzionare correttamente, o funziona a scatti, è possibile che esso abbia bisogno di una palla di ricambio. A causa della delicata natura della procedura di sostituzione delle palle, è sempre consigliabile che essa sia eseguita da personale esperto. Prima di procedere, determinare di che tipo di palle ha bisogno il vostro topo. Per fare ciò basta esaminare la sua parte inferiore. Le palle dei topi americani sono normalmente più grandi e più dure di quelle dei topi d'oltreoceano. (e te pareva! NDR). La procedura di rimozione di una palla varia a seconda della marca del topo. La protezione delle palle dei topi d'oltreoceano può essere semplicemente fatta saltare via con un fermacarte, mentre sulla protezione delle palle dei topi americani deve essere prima esercitata una torsione in senso orario o antiorario. Normalmente le palle dei topi non si caricano di elettricità statica ma è bene comunque trattarle con cautela, così da evitare scariche impreviste. Una volta effettuata la sostituzione, il topo può essere utilizzato immediatamente ed ecco la vera perla del memorandum...) Si raccomanda al personale esperto di portare costantemente con se un paio di palle di riserva, così da garantire sempre la massima soddisfazione dei clienti. Nel caso in cui le palle di ricambio scarseggino, è possibile inviare richiesta alla distribuzione centrale utilizzando i seguenti codici: PIN 33F8462 - Palle per topi americani PIN 33F8461 - Palle per topi stranieri

Ecco perché si raccomanda sempre che le traduzioni vengano fatte da persone di madrelingua nella lingua d'arrivo del testo....



2)Lettera di una mamma al figlio carabiniere

Caro figlio,

ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti ho scritto. Se
ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi, fammelo sapere, così te la rimanderò. Scrivo lentamente perché so che tu non sai leggere in fretta.

Qualche tempo fa tuo padre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione. Allora abbiamo deciso di traslocare un po' più lontano. La nuova casa è meravigliosa. C'è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Proprio ieri ci ho messo dentro il bucato, ho tirato l'acqua e poi il bucato è sparito completamente.

Il tempo qui non è troppo brutto. La settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per tre giorni e la seconda per quattro.

A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Piero mi ha
detto che spedirtela coi bottoni sarebbe stato molto caro (per via del peso dei bottoni).
Allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi tutti
nella tasca interna.

Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso e ha chiuso di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi.
Allora è dovuto rientrare a casa a prendere il secondo mazzo di
chiavi, e così anche noi abbiamo potuto scendere dalla macchina.

Se vedi Margherita salutala da parte mia. Se non la vedi, non dirle
niente.

La tua mamma che ti vuole tanto bene

P. S.: volevo metterti anche un po' di soldi, ma avevo già chiuso la
busta.
Guccia is offline  
Vecchio 23-01-2006, 22.22.25   #28
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Re: Re: Ridere

Citazione:
Messaggio originale inviato da jon
Ho ripreso queto thread vecchio per continuare a vedere la vita nel ridere e non nella depressione.

ciao jon

Sorbole!
Al posto dei diritti d'autore, che devolvo in beneficenza all'opera pia dei poveri di senso di spirito, mi piacerebbe una grande scalinata in marmo bianco con fontane zampillanti chanel N°5, per fare delle entrèes nel forum come la Wanda Osiris.
Sentimentaaaaaaaaalllllllllll! !!!!!
E tutti così esclamerebbero....ohhhhhhh!!!! !
Ciao jon
lobelia is offline  

 



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