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13-04-2005, 19.56.23 | #3 |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
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Il guaio di questa vicenda, a mio parere, è che la sofferenza di una ragazza rischia di venir manipolata a scopi pseudo-politici..
Neanch'io conosco più di quanto non venga detto dai mass-media. Una cosa è certa, però: a 17 anni, nonostante la ragazza non sia ancora maggiorenne, sicuramente è in grado di decidere per sé. Tant'è vero che lei ha cercato in prima persona un modo per aggirare il divieto materno. |
14-04-2005, 01.08.42 | #4 |
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X RODI,
ciò che mi ha colpito in questa vicenda è che , probabilmente la nonna è una donna dai rigidi principi morali, che ama talmente la vita da poter accettare la nascita di un “suo” figlio con gravi malformazioni. Tanto di cappello al suo rigore morale. Questa rigore morale è un bene o un male? Un male se imposto ad altra persona. Quando si decide di avere un figlio, lo si fa con la consapevolezza di mettere al mondo una nuova creatura da amare, educare, seguire, sostenere, ma non si può pretendere che assorba tutte le nostre convinzioni come se fosse una spugna. Ecco che questa madre è talmente accecata dalle proprie convinzioni da non svolgere adeguatamente il proprio ruolo. Secondo me (se le cose stanno come scritte nell’articolo) questa madre “ha abortito una figlia di 17 anni”. Per quanto riguarda la madre che “va contro una figlia di 14 anni in un processo di abuso sessuale ed istigazione alla prostituzione da parte del suo convivente”secondo me si tratta di una vicenda gravissima, ma che parte da motivazioni diverse. Sottolineando che non ho titoli per prendere questa posizione, ma mi avvalgo solo della mia esperienza di figlia, moglie, madre e nonna. Di donna considerata molto rigorosa e seria sul lavoro, tanto da ricordare solo i doveri e dimenticare i piaceri e…………….dover chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, ti mando un cordiale saluto. |
14-04-2005, 01.12.46 | #5 |
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PER YGRAMUL
Da ciò che ho letto nei tuoi precedenti interventi, penso che tu abbia anche i titoli professionali per dare una risposta. In effetti si è tratta di una risposta autorevole, ma con un sottofondo di sensibilità femminile. Sai, sono solidale con la figlia, ma sono molto triste anche per la madre, perché sono convinta che questa donna soffra moltissimo per questa posizione intransigente. Se solo ascoltasse il suo istinto materno!!! NON PERDEREBBE QUESTA OCCASIONE DI SOSTENERE E AIUTARE LA FIGLIA. Grazie |
15-04-2005, 16.04.49 | #6 |
Anima Antica
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LEONA
Sai, dare un parere "professionale" secondo me non è possibile con così pochi elementi. Infatti sinceramente gli opinionisti psichiatri o psicologi che in TV escono da quella che può essere la spiegazione teorica di qualcosa che ha a che fare con la mente, addentrandosi in dettagli di vite che non conoscono, fanno un vero abuso. Anche perchè la gente, ovviamente, prende per buona ogni loro parola, visto che è riversita dall'autorità del titolo.
Posso al limite fare alcune osservazioni generiche, ma preciso che sono personali, non professionali. LA MADRE Se è arrivata a impedire alla figlia di abortire presumo che sia cattolica convinta. E' una presunzione, in quanto NON LO SO. Ammettendo che questa presunzione corrisponda a realtà, la signora potrebbe aver scelto delle priorità che riteneva fondamentali: potrebbe aver pensato che la salvezza dell'anima della figlia valeva molto di più del sacrificio della ragazza. In questo senso, e nel suo personale modo di vedere la situazione, ha fatto quello che riteneva giusto. (Sempre PRESUMENDO che la situazione sia quella che ho citato) LA FIGLIA 17 anni è un'età particolare, se ce la ricordiamo tutti noi. E' l'età in cui una persona cerca di differenziarsi dal genitore. Soprattutto dalla genitrice, nel caso in cui la persona sia femmina. La ragazza nel suo restare incinta e nella sua dolorosa tenacia nel perseguire quest'aborto terapeutico a mio parere mostra comunque un buono sviluppo. Fa quello che ritiene giusto, anche a costo di rivolgersi a giudici e mettere in piazza una esperienza così delicata. Devo dire che sono rimasta ammirata per la forza di volontà di questa ragazza (sempre nella famosa PRESUNZIONE di conoscere anche solo pochi aspetti della faccenda) ALTRI INTERPRETI Sono sconcertata per la totale assenza dei maschi. E un pò meno per l'assenza del padre del bambino (non so se la ragazza sia rimasta incinta per un rapporto sessuale voluto o uno stupro, nè se il rapporto sessuale fosse tra adolescenti o tra una ragazzina e un uomo maturo...). Mi fa pensare l'assenza del padre della ragazza, a dire il vero. Come se neppure lui avesse il diritto di dire la sua sull'aborto della figlia minore. Mi sembra molto strano. In fondo padre e madre dovrebbero essere entrambi a pari merito responsabili della figlia. Altro sconcerto è la presenza dei giornalisti. Come cacchio hanno saputo la notizia? Chi l'ha divulgata? Questo mi risulta immensamente grave, che notizie così delicate possano finire sulla bocca di tutta Italia... |
17-04-2005, 23.17.05 | #9 | |
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Citazione:
E' da tanto che non rileggo la legge 194 che regola l'aborto, ma una cosa la ricordo con certezza: una ragazza minorenne ha diritto di abortire senza nemmeno informarli i genitori, se lo desidera, purchè si rivolga al tribunale dei minori che dicide sul caso in tempi brevissimi. (articolo 12 della legge 194) Non ho seguito attentamente il caso, ma in questo caso mi pare che il problema fosse che l'interruzione di gravidanza sarebbe avvenuta oltre il limite, di 4 mesi mi pare, consentito dalla legge. In questo casi la decisione, poichè si tratta di aborto terapeutico, spetta ai medici che devono decidere se è, appunto, terapeutico o meno. Poichè la donna incinta era minorenne c'è stata una non chiarezza sul fatto che la decisione dovesse provenire dal tribunale dei minori o dai medici. Il "divieto" della madre della ragazza non ha alcun valore legale. E' chiaro che la la situazione soffre un po' di ignoranza, e non solo della legge. Mi chiedo come faccia una ragazza di 17 (17, non 12) anni ad accorgersi di una gravidanza solo dopo 5 mesi. Quello che a me lascia perplessa è la pubblicità che ne hanno fatto i media. Inconcebibile proprio tenendo conto del fatto che la raggazza è minorenne e che ha quindi legalmente (e moralmente) un maggior diritto alla riservatezza. Riporto il testo dell'articolo 12 della legge 194 "La richiesta di interruzione della gravidanza secondo le procedure della presente legge è fatta personalmente dalla donna. Se la donna è di età inferiore ai diciotto anni, per l'interruzione della gravidanza è richiesto lo assenso di chi esercita sulla donna stessa la potestà o la tutela. Tuttavia, nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste, interpellate, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi, il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure di cui all'articolo 5 e rimette entro sette giorni dalla richiesta una relazione, corredata del proprio parere, al giudice tutelare del luogo in cui esso opera. Il giudice tutelare, entro cinque giorni, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere la interruzione della gravidanza. Qualora il medico accerti l'urgenza dell'intervento a causa di un grave pericolo per la salute della minore di diciotto anni, indipendentemente dall'assenso di chi esercita la potestà o la tutela e senza adire il giudice tutelare, certifica l'esistenza delle condizioni che giustificano l'interruzione della gravidanza. Tale certificazione costituisce titolo per ottenere in via d'urgenza l'intervento e, se necessario, il ricovero. Ai fini dell'interruzione della gravidanza dopo i primi novanta giorni, si applicano anche alla minore di diciotto anni le procedure di cui all'articolo 7, indipendentemente dall'assenso di chi esercita la potestà o la tutela." |
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17-04-2005, 23.31.44 | #10 | |
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Citazione:
Beh, no. La questione è il diritto alla maternità consapevole, scelta, voluta. Entro i famosi 90 giorni lo stato di salute del feto o della madre non contano, basta dimostrare che la donna non è in grado psicologicamente di portare a termine la gravidanza. Non so se hai figli. Le li hai, sai quanto mettere al mondo un figlio possa cambiare radicalmente la vita. E molto di più quando si è molto giovani e non pronti, quando ancora la vita non è "iniziata". Quando non c'è un padre, un lavoro, una casa in cui accoglierlo. Eccetera. Se poi il feto ha gravi malformazioni la cosa è anche più complessa. Non è una scelta facile, proprio per niente. Posso capire perchè tu la vedi così, ma non è solo così. |
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