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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
18-02-2005, 23.08.52 | #12 |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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Essere ironici e praticare l’autoironia può solo essere di sollievo in situazioni di difficoltà. Per stare meglio qualche volta è sano rompere con gli standard di razionalità ed usare un pò di fantasia, considerando l’ironia una forma dell’umorismo.
Per rappresentare il lato comico delle cose penso si debba avere una mente spiccata, attenta a quello che accade dentro e intorno a noi ed ecco che ridiamo alle battute sul sesso, su situazioni imbarazzanti ed anche su chi è diversamente abile. Perchè? Perchè il comico ci rappresenta, in qualche modo ci accomuna. Alla storiella di Mr. Bean io ho riso perchè anch'io conosco la situazione dei parcheggi riservati agli invalidi nel mio paesello bello, bello e di quanto sia vero quello che ha ironicamente descritto e sdrammatizzato, ma se mi fossi vista nella signorina con minigonna e tacchi a spillo.... avrei smesso di ridere, mi sarei sentita punta sul vivo e probabilmente avrei anche reagito. Battute sul sesso: il tipo che va a letto con un giornale perchè i giornalisti ingigantiscono tutto, la sai? Anche questa mi ha fatto ridere perchè è arcinoto di come gli uomini tengano alle loro misure......, ma sono sicura che non ha fatto ridere chi nel gruppo vive questo tipo di problema. A volte le “battutacce” sono tali perchè rivelano un lato del nostro carattere che non vogliamo far scoprire ad altri, ma con la psicologia mi fermo qui non è mia materia Ora con le mie personalissime elucubrazioni se il ridere insieme di cose che tutto sommato fanno parte della quotidianità di tutti: il riso o l’arte del far ridere si può stumentalizzare? Per me sì. Oggi l’umorismo tocca aspetti della vita differenti da quelli degli anni di Ridolini o Charlot (non mi addentro oltre) oggi il comico non si rivolge più solo a poche categorie di persone e la gente ha sempre voglia di ridere e c’è bisogno di ridere, quindi perchè non strumentalizzare l'umorismo ed usarlo come oppio? Si diceva che la religione è l’oppio dei poveri considerando che la religione è in crisi perchè non sfruttare l’umorismo? Se impari a ridere e se ridi delle battute sui politici non ti preoccupi della “Politica”; se ridi delle battute sui disoccupati non ti preoccupa la disoccupazione...ecc.ecc. Ho esagerato senz’altro, ma tutto può essere. Preferisco cmq pensare che il riso faccia buon sangue...... o era il vino? Ultima modifica di tammy : 18-02-2005 alle ore 23.14.51. |
18-02-2005, 23.37.52 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
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Girando nel web, ho trovato:
Risate e personalità In relazione alle caratteristiche della personalità, gli estroversi preferiscono le battute semplici e le barzellette a sfondo sessuale, gli introversi le battute più complesse e le storie non a sfondo sessuale. Coloro che hanno una autostima elevata e un forte senso di controllo sugli eventi della vita apprezzano vari tipi di humour e utilizzano un'ampia gamma di stimoli umoristici. I fatalisti, invece, prediligono e utilizzano l'umorismo aggressivo, che si esprime, ad esempio, in barzellette contro particolari gruppi etnici, classi sociali o categorie professionali, che li fa sentire superiori e consente loro di scaricare le tensioni. I conservatori preferiscono lo humour basato sulle incongruità, a connotazione sessuale e i nonsense, mentre gli innovatori apprezzano lo humour a sfondo sfumato, incerto e passibile di interpretazioni differenti. Le persone con tratti depressivi si definiscono poco spiritosi, fanno poche battute, per timore di offendere gli altri, ridono raramente, non amano fare scherzi, preferiscono la comicità basata sull'equivoco e tendono a ridere in situazioni imbarazzanti, o per gesti maldestri. Le persone fobiche utilizzano poco l'umorismo, anche se sono convinti che potrebbero trarre notevoli vantaggi da esso. Complessivamente, hanno un atteggiamento negativo nei suoi confronti e lo utilizzano soprattutto per aggredire gli altri. Dica33 -Psicologia |
19-02-2005, 00.11.10 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
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Come la pensa Vale
Io credo che l'autoironia sia una condizione dello spirito. E' una specie di dono. Esprime la capacità di leggersi bene in fondo e di saper riconoscere le proprie piccole manie e debolezze. Con intelligenza ma anche con affetto. Esprime inoltre la capacità di saper affrontare gli eventi, anche quelli più complessi, senza esserne travolti e annichiliti. Chi è capace di autoironia, ha anche il dono dell'ironia, quella buona, quella che sdrammatizza e aiuta. Sì, perchè la risata libera. La serietà presuppone un ordine senza vie di fuga, conosce solo la parola re-primere, spingere indietro, impone. Il riso è la dimostrazione che esiste uno spazio di libertà rispetto ai doveri e alle regole. E' proprio questo potenziale di diserzione che spiega perchè, nel romanzo Nel nome della rosa di Eco, all'origine di tanti delitti, c'è il proposito di tener nascosta agli uomini l'esistenza di un immaginario secondo libro della Poetica di Aristotele, dedicato alla Commedia. Il francescano Guglielmo si rivolge al suo allievo e gli suggerisce l'insegnamento finale: "Temi, Adso, i profeti e coloro disposti a morire per la verità, chè di solito fan morire moltissimi per loro, spesso prima di loro, talvolta al posto loro. (.....) Forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, "fare ridere la verità", perchè l'unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità" |
19-02-2005, 08.18.28 | #16 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Citazione:
Scusa, ma in genere io ragiono così: se rispondo al messaggio immediatamente precedente al mio non quoto nulla, diversamente do un riferimento.... |
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19-02-2005, 08.59.46 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Secondo me l'umorismo è la capacità dell'uomo di ridere di se stesso. Cosa assai difficile. Per farlo bisogna davvero tornare bambini, puri e innocenti.
L'umorismo sparisce quando una persona si prende troppo sul serio. Esempio:la totale incapacità di Berlusconi di ridere di se stesso, e per questo impedisce agli altri (vedi censura) di ridere di lui. La grande comicintà è un divertente prendersi in giro, è la capacità di sdrammatizzare i lati e gli eventi negativi dell'uomo. Voi avete mai riso di due innamorati che si baciano?! Ma vi è scappato da ridere per una roccambolesca caduta, di un altro ben inteso. La risata è una grande e stupenda medicina che cura il corpo e l'anima. Aggiungo solo che se non si impara a ridere prima di tutto di se stessi farlo con gli altri è molto rischioso perché si corre il rischio di fare del male. Ciao Mary |
20-02-2005, 10.18.45 | #18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
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Citazione:
Io, dovete sapere, questi mesi che frequento questo forum spesso mi compiacio delle vostre risposte. Fuori dal forum i momenti in cui si poteva parlare a 360 gradi erano/sono veramente rari. Legati da altri impegni, nei ambienti che frequentavo il socializzare consisteva per di più nello sfottò, zizzania e lamentele, rubare la parola, interruzioni di cellulari, improvvisi tempi scaduti...scusa, devo andare, etc, allora ho scoperto con piacere internet e questo forum in particolare. Avviene tutto con maggiore calma. Lo scherzare in gruppo poi, per non parlare...non sò, fuori pareva tutt'un: chi ci metteva la battuta più assurda, ne anche ci si ascoltava, ma mentre uno la faceva e se la gignava da solo, l'altro escogitava la sua aspettando il proprio turno per spararla, insomma anche lì (nell'umorismo) un espediente per competere e scaricare sotto, sotto all'altro le proprie frustrazioni. Sembra che si soffre da una parte, una sorta di precocità nel raggiungere quella tensione da far scoppiare in una risata potente, perciò molte esaltazioni e battute spinte; dall'altra parte è vero come dite: la risata centra stretta, stretta con l'intimità. Chi accoglie la battuta ridendo dimostra affinità, apertura al coinvolgimento e ricettività affettiva, e chi fà le battute dimostra la personale capacità di parlare indiretto per simboli, metafore oltre a doti teatrali, sopratutto svela il proprio irrazionale - "mondo fantastico". E credo che la bravura nell'arte del riso dipende dal grado di conoscenza di entrambi gli opposti: della serietà e dalla comicità...perchè si gioca proprio su questa polarità. Per questo ho chiesto se uno non conoscesse la serietà di un tema, se la può ridere con gusto? Per conoscenza intendo il vissuto io, il fare esperienze...Così, sulla 'storiella' di Mr. Bean per es. non ho riso, ma mi sono compiaciuto della sua forza di ironia..ho sorriso a questo. Ammetto, che mi sento di non avere il diritto di riderci sopra, il tema. Bah, anch'io poi sono un programma tutto da capire... Invece la battuta di Tammy, sui giornali..la trovo affine al mio gusto, però sarebbe interessante sapere cosa si può cogliere tutto da quella battuta. Obbiettivamente: Ho riso innanzitutto per l'originalità (nel senso, non la sapevo) di 'spacciare' una verità coniugando il giornalismo-triste realtà già da sè - con la triste realtà di qualcuno che ha difetti, difficoltà nella sfera sessuale. Allora cosa mi fà ridere? Il sentirmi esente a questa battuta, quindi la prendo con leggerezza, immaginando solo aprossimativamente la scena. Prevaleva la voglia di giocare. Ma già pensandoci la seconda, terza volta mi viene in mente il giornale che il tipo, magari un permalosone presente, si porta a letto...che senz'altro non è IL SOLE 24 Ore!!! La linea che separa la serietà dalla leggerezza è talmente sottile..e a dire che la tensione che si crea sta tutta su questa linea. Ora, queste considerazioni le faccio solo quando opportuno, l'ho fatto qui...per non pensare che sono...eh !!! Un'altro aspetto che mi interessa è, come detto, il linguaggio del comico, la creazione di una battuta e (perche non dirlo?) concettualizazzione, gestione della fantasia, i temi che tocca per es. Qui, volevo dire che concordo con Mary che, missà nel thread sull'ironia, ha distinto l'ironia dall'umorismo e quest'ultimo lo vedo come mezzo per agire sugli umori indistintamente se propri o degli altri. Si può definirlo strumento dell'ironia? Beh, se si, ecco che acquista un senso individuale e diventa una tecnica apprendibile da chiunque, magari sotto forma di condizionamenti sociali interiorizzati. Si, mi interessa perchè mi piacerebbe abbinare il discorso alla ricerca sul 'malato' immaginario e malatie psicosomatiche (le mie per primo, è ovvio ) dove il senso, la qualità d'umorismo vedo molto vicino a questi temi. Grande Vale !!! Ho cercato un sito del genere, avrei voluto chiarirmi meglio alcuni concetti prima di postare....ti ringrazio infinitamente anche per il tuo post lucido. Dici, le prendiamo per buone quelle categorie? Così, a prima vista darei valida la divisione per quelle categorie, ma non del tutto le caratteristiche attribuite. Saluto/e a tutti |
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