ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
27-08-2004, 03.10.15 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
|
Il punto di vista di Wax
esprime la posizione "servile" rispetto al dovere.
Comprensibile, perchè questo nostro Paese ha sofferto secoli di dominazioni straniere, o comunque estranee alle volontà popolari che avrebbero potuto altrimenti esprimere nel corpus normativo la loro effettiva autonomia. Il Sud Italia, in particolare, ha sofferto profondamente questa mortificazione istituzionale, restituendola in forme tradizionali di opposizione aprioristica alla regola: poichè essa veniva percepita come asservimento avvilente e come osservanza e riconoscimento di privilegi. Non è questo, però, l'unico modo in cui possiamo interpretare e "sentire" la norma. Un popolo autenticamente autonomo e libero può avvertirla come un valore comune, e la sua osservanza come espressione di dignità. Concedere il passaggio ad un pedone, mettere il massimo impegno nell'operare qualcosa di cui altri fruiranno, applicarsi con dedizione e precisione ad un compito prescrittoci: tutto ciò, se viene arricchito del con-patire la comune appartenenza a ruoli sociali che si interscambiano, acquisisce al dovere un valore sociale che non gli è "aggiunto", ma intrinseco. L'anonimo "utilizzatore" di ciò che tu oggi confezioni potrebbe essere tuo figlio, tuo padre, tu stesso. Ed il piacere non è solo, necessariamente, e sempre, il dar "sfogo" oppure "sbocco" ad un bisogno, ma anche il con-piacersi dell'aver fatto "bene", "correttamente", "giustamente". De hoc satis. |
27-08-2004, 10.14.24 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
|
Re: Il punto di vista di Wax
Citazione:
Niente da dire Leibnicht, la tua preparazione e' davvero notevole. Quasi lo trovo banale a farti un sincero complimento riferendomi anche ad altri post scritti da te ultimamente. Mi e' piaciuta sopratutto la parte nella quale descrivi, piu umanamente di me, qualcosa che chiamo cultura del lamento....non solo Italiana. Personalmente l'ho sempre vissuta come un autoesibizionirsi incominciato da qualche parte nel tempo, un meccanismo, che induce l'organismo a produrre determinate sostanze, simile alla frase iniziale di Goethe, ma nel contesto delle lamentele: con-piacimento causato dall'autocommiserazione. Una forma di auto-sufficenza, auto-apagamento attraverso il gioco di pensieri negativi-positivi. Una forma per dimostrare il carattere anche questo, per cio ho detto esibizionismo. Non so' se solo per un fatto naturale-genetico, culturale o climatico-geografico o tutte le tre insieme. Dal punto di vista culturale aggiungerei l'ipotesi dell'influenza araba nei secoli sui popoli, i quali hanno molto marcata questa cultura del lamento-pianto ma per indagare sui perche si finisce a parlare di motivi religiosi. Inoltre, ho saputo che nei circoli borghesi del fine '800 inizio '900 andava di moda parlare della propria malatia psicosomatica come dimostrazione di consapevolezza di se'. Una forma di lamentela (raffinata) anche questa. Ciao |
|
27-08-2004, 11.06.34 | #25 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
imho, e' un gran bel consiglio per nn annoiarsi mai...
se per essere felici bisogna non fare quello ke c piace, nel momento in cui riusciamo a farci piacere quello ke non c piaceva, dovremmo andare a cercare qlks'altro d sgradevole da fare, pena l'infelicita' |
27-08-2004, 16.30.39 | #26 | ||
Telespalla
Data registrazione: 30-04-2003
Messaggi: 246
|
Re: Il punto di vista di Wax
Citazione:
Ho fatto un esempio nel sociale perchè è il primo che mi è venuto, ma potevo fare molti altri esempi, ad esempio "non mangiare troppa cioccolata o troppi alimenti a basse temperature altrimenti avrai dei dolori". Insomma... non sono gli esempi il fulcro del discorso Citazione:
Piacere e Dovere sono in buona misura concetti soggettivi, dove qualcosa che io sento come un dovere, per te è un piacere, e viceversa. Il con-piacimento per aver fatto del bene ad altre persone ci può essere come no; infatti se per tutti fosse un piacere non servirebbero leggi tutelative in merito. Ma qui stiamo uscendo dal seminato: la frase era "Ciò che rende la vita lieta non è fare le cose che ci piacciono, ma trovare piacere nelle cose che dobbiamo fare." soggettiva quindi |
||
27-08-2004, 16.37.12 | #27 | |
Telespalla
Data registrazione: 30-04-2003
Messaggi: 246
|
Citazione:
BRRRRRRR !! rabbrividiamo! se bisogna arrivare a farsi piacere le cose che non ci piacciono per provare piacere e non annoiarsi, stiamo veramente alla frutta!! cioè per non annoiarmi devo mettermi a mangiare teste di serpente, rospi e formiche fritte? devo spararmi 4 ore di fitta conversazione femminile sulla moda del prossimo autunno inverno ?? e magari passarmi il sabato e la domenica a guardar vetrine ??? PER TUTTI GLI DEI DELL'OLIMPO ! questo si chiama M A S O C H I S M O! altro che ricerca del piacere! |
|
28-08-2004, 06.58.02 | #28 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
era solo la risposta lla tua domanda eh?
come interpretiamo questa frase io la interpreto cosi', come un nonsense, cioe' se non sono le cose ke c piace fare a renedere la vita lieta e se dovremmo farci piacere quelle ke dobiamo fare, nel momento in cui ce le siamo fatte piacere a quel punto dobbiamo ripartire da capo, e' goethe ke lo afferma, io sono dell'idea ke nn vedo il perke' ci si debba fare piacere qlksa per forza.. non saprei nemmeno come fare |
28-08-2004, 08.27.15 | #29 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
|
Citazione:
Ciao Iris "Dobbiamo" vivere e fare/funzionare/lavorare altrimenti la morte ed addio il piacere in tutti i modi. La scelta e' tra il dovere che piace e il dovere che non piace. Il problema non e' il dovere ma la scelta tra tutte le divisioni mentali (piace/ non piace etc) che lo rende spesso pesante. Ciao |
|
28-08-2004, 10.03.08 | #30 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
|
Citazione:
Se non si comprende questo meccanismo psicologico si rischia la permanente frustrazione. Non é che una situazione, un compito sgradevole o faticoso oggettivamente, ci debbano obbligare a fare salti di gioia, ma sono la disponibiltà al ciò che é, uno spirito di fondo accettante - e non rassegnato, lo ribadisco - che creano i presupposti e l'atteggiamento che rendono la situazione migliore e lo stato d'animo più sereno e contento. E' una "filosofia" di vita che se é compresa appieno ci fa vivere meglio, molto meglio. Se poi preferiamo menarcela...allora continuiamo pure a pensare che un giorno, quando farò...allora sì...e intanto la vita presente passa sotto il nostro naso. Con questo non voglio dire che non si debbano cambiare le cose che non ci stanno bene ma, pur cercando l'eventuale cambiamento, non dobbiamo mai perdere il contatto con ciò che ci accade nel qui ed ora, e godercelo comunque per come ci é dato. Questo senso di gratitudine é una fortuna...che va però conquistata... Provare per credere...dopo aver trovato la chiave. |
|