ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
25-08-2004, 15.15.41 | #22 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
ke peccato ke abbiate interrotto questa discussione, non vorrei fosse per colpa mia, tanto per me ke voi restiate in tema o no nn c capisco una cippa lo stesso
pero' tanto x partecipare se ho capito bene, per poter capire l'altro bisogna annullare la memoria, o tt quello ke dalla nostra nascita ad ora abbiamo appreso come skemi mentali, e e' davvero possibile fare una cosa del genere? x tormnare alla pragmatica ke ancora nessuno fin'ora mi ha davvero spiegato, ke cavolo e'? |
25-08-2004, 16.39.46 | #25 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
No epicurus, i tuoi soldoni sono bucati!
Allora, cos’è la Pragmatica della Comunicazione? Esistono tre settori nello studio della comunicazione umana: 1. sintassi (trasmissione dell’informazione) 2. semantica (si occupa del significato) 3. pragmatica (si occupa del comportamento) In questo testo i termini comunicazione e comportamento sono usati come sinonimi PRAGMATICA: teoria che considera la comunicazione umana come un'interazione tra due o più individui, e studia le modificazioni che essa determina sul comportamento. in ogni comportamento esiste una comunicazione che influenza il comportamento stesso; comunicando si trasmette insieme all'informazione anche il tipo di relazione (amicizia, dipendenza, indifferenza ecc.); -L'impossibilità di non-comunicare Tutti i comportamenti che si manifestano nelle situazioni interpersonali di interazione tra due o più persone ha valore di messaggio, è una comunicazione. Il comportamento non ha un suo opposto, non esiste qualcosa che sia un non-comportamento, non è possibile non avere un comportamento, ne consegue che non si può non-comunicare. L'attività o l'inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri a loro volta non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro. Due persone che salgono insieme in ascensore e durante il tragitto guardano fisso nel vuoto, si stanno comunicando il desiderio di non comunicare. Lo studente che se ne sta per conto suo in classe durante la ricreazione sta comunicando che non vuole parlare con nessuno e i suoi compagni in genere recepiscono il messaggio e lo lasciano stare. I messaggi inviati non corrispondono necessariamente ai messaggi ricevuti. -I livelli comunicativi di contenuto e di relazione Ogni comunicazione comporta un impegno e definisce la relazione tra i comunicanti, contiene cioè due aspetti: un aspetto relativo al contenuto, cioè il significato dell'informazione contenuta in un messaggio, e un aspetto relativo alla relazione, cioè al modo in cui si deve assumere la comunicazione ( l'emittente dimostra qual'è la sua posizione e quali reazioni vuol far scaturire nel destinatario) . E' diverso per esempio dire "vi prego di fare silenzio per consentire il proseguimento della lezione" da "fate silenzio e seguite la lezione". Anche se hanno più o meno lo stesso contenuto, le due frasi definiscono relazioni docente/allievi molto diverse tra loro. Questo aspetto della comunicazione è in genere meno consapevole. Si ritiene che l'aspetto di contenuto e l'aspetto di relazione siano indirettamente proporzionali: più una relazione è spontanea e "sana" più l'aspetto relazionale della comunicazione rimane sullo sfondo e, al contrario più una relazione è disturbata più è caratterizzata da conflitti continui per definire la natura della relazione e l'aspetto di contenuto diventa sempre meno importante. -La punteggiatura della sequenza di eventi Un'altro principio della comunicazione riguarda l'interazione tra i comunicanti, quella che è stata definita la "punteggiatura della sequenza di eventi" ovvero le valutazioni e le interpretazioni soggettive che finiscono per modificare a più riprese il processo comunicativo in corso. Con la punteggiatura, scambio interattivo, gli individui si definiscono e definiscono gli altri. Spesso i punti di vista soggettivi sono molto parziali e poco obiettivi e finiscono per creare delle visioni distorte della realtà. Si tratta di modelli di scambio (su cui le persone coinvolte in una sequenza comunicativa possono concordare o meno), secondo i quali ad ognuno dei partecipanti sembrerà che l'uno o l'altro abbia l'iniziativa, ascendente, che si trovi in posizione di dipendenza e così via. Tali modelli diventano poi regole contingenti che concernono lo scambio di rinforzo. Non è importante stabilire se la punteggiatura della sequenza di comunicazione sia buona o cattiva, ma sapere che essa organizza gli eventi comportamentali ed è quindi vitale per le interazioni in corso. Per es. generalmente diamo il nome di leader a una persona che si comporta in un certo modo in un gruppo e chiamiamo seguace un'altra persona che si comporta nel modo opposto anche se è difficile dire quale dei due abbia iniziato per primo o quale sarebbe la posizione dell'uno se non ci fosse l'altro. Molti conflitti di relazione sono dovuti al disaccordo su come punteggiare la sequenza di eventi. Prendiamo un insegnante e uno studente che hanno un problema di cui ciascuno ha la sua parte di responsabilità: lo studente affrontando lo studio in maniera insufficiente, l'insegnante comportandosi in maniera severa e criticando. Se spiegano il perché della loro condotta, lo studente afferma che non ha voglia di studiare perché l'insegnante ormai lo ha preso di mira e lo ha etichettato come svogliato, qualsiasi impegno scolastico sarebbe valutato in maniera insufficiente, l'insegnante invece considera questa spiegazione come una deformazione di ciò che succede realmente dal momento che lei si è fatta un'opinione negativa del ragazzo perché lui non ha voglia di studiare e critica lo studente per il suo scarso impegno. |
26-08-2004, 01.21.25 | #27 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
|
Citazione:
come sono bucati? non ho detto lo stesso nel mio precedente e negli altri? comunque vi avevo avvisato che non ero un professionista... |
|
26-08-2004, 09.07.04 | #28 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
Citazione:
e perke' io? quello ke mi interessava capire era se esistesse o meno un modo d comunicare il piu' possibile puro, senza interferenze del ns ego e il piu' possibile vicino al semplice scambio d informazione, senza ke desse adito a fraintendimenti, e da quello ke ho capito la pragmatica studia appunto tutte quelle interferenze ke si frappongono tra il contenuto della conversazione e la sua 'esposizione' di modo ke all'altro arrivano diversi messaggi ke a sua volta interpreta a diverse aree e' vero ke la non comunicazione e' impossibile, ma e' impossibile anke essere certi ke ci sia reale comprensione e non fraintendimenti |
|
26-08-2004, 11.13.20 | #29 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
epicurus, il buco con la moneta intorno
la pragmatica non studia "le interferenze", ripassati la definizione. (ok, la frase sopra la usiamo come spunto per un'analisi, che dite? dai dai dai che è una figata! ...possiamo confrontare le diverse interpretazioni! il contenuto è chiaro, ma la relazione che essa esprime... che relazione sottende quella frase?) |
26-08-2004, 11.36.43 | #30 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
|
uhm uhm
qui mi viene da risponderti piu' ke per quello ke hai detto a come lo hai detto, porterei avanti la mia teoria ke le relazioni ke intercorrono tra due persone, in questo caso la tua convinzione d avere la certezza assoluta d quello ke dici ti vorrebbe porre in una posizione d superiorita' rispetto ad alternative interpretative, dunque reagirei avvalorando ancora d piu' il fatto ke le relazioni in questione sono interferenze ke spostano la conversazione su un'altro livello cioe' sul come t vedo e come vedo ke mi vedi e la mia risposta sarebbe una reazione al tuo atteggiamento, piu' ke al contenuto dell'informazione. Potresti avere ragione, potrebbe nn essere interferenza, ma nn si tratta piu' d questo ormai quanto d definire la natura della relazione, da simmetrica a complementare |