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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
05-08-2004, 01.09.10 | #3 | |
Ospite abituale
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Re: diversi orientamenti psicologici...e tu?
Citazione:
beh difficile dire quale sia la migliore ... insomma alla fine ogni teoria psicologica e diversa da un altra ha delle caratteristiche diverse da uno al altra e puo avere delle utilita in diversi campi... il discorso da farsi sarebbe molto lungo da fare a dire il vero ... anche perche alcuni di queste teorie sono quasi passate ma cmq sempre con delle ottime caratteristiche ed esperimenti e assunti importanti che spesso sono perfetti per un campo specifico mentre pero sono inutili per altri scopi ... penso che la cosa migliore sia quella di usare per ogni situazione una teoria diversa ... insomma meglio conoserne una per poi capire cosa meglio poter usare in certe situazioni .... |
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11-08-2004, 09.55.57 | #4 | |
iscrizione annullata
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Re: Re: diversi orientamenti psicologici...e tu?
Citazione:
Poche idee ma ben confuse? Le scuole e gli indirizzi "Psi" sono molto ma molti di più di quelli che ha elencato Lai. E' impossibile conoscerle tutte, ma certamente se uno si occupa anche solo un pochino di psicologia, quantomeno lo sa se ha un approccio cognitivista o psicanalitico! Non ho problemi a schierarmi: approccio psicanalitico junghiano. Poi mi interessano anche altre cose, ma il taglio di fondo, il modo in cui le avvicino è quello. |
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11-08-2004, 10.03.29 | #6 |
Ospite abituale
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beh penso cmq che non si può ttralasciare quello che ogni disciplina ha fatto di buono negl'anni ...
insomma penso che solo un pazzo che si occupa di psicologia anche se appartenente ad una scuola di pensiero possa escludere tutto quello che è derivato dalle altre scuole ... insomma anche per un Freudiano non si puo eliminare gli esperimenti di Watson sui comportamenti o quelli di pavlov sul condizinamento classico, ne tanto meno i vari esperimenti dei congitivisti sull'attenzuione o sulla memoria ... penso che se uno psicologo di qualisasi orientamento ignori anche gli altri orientamenti richia di non capire nulla di quello che gli sta intorno diciamo che potrebbe essere come un turista che dice di sapere come è fatto il mondo avendo visitato solo l'italia |
11-08-2004, 10.36.39 | #7 |
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L'argomento è talmente vasto che credo che solo una persona dotata di una immensa presunzione possa dire di conoscere approfonditamente tutte la correnti psicologiche e psicanalitiche esistenti. Sono centinaia! Certo che è necessario conoscere anche gli approcci diversi dal proprio, ma conoscere davvero tutto in modo approfondito è impossibile, soprattutto per chi fa questo per lavoro. Per me conoscere l'approccio junghiano non significa aver letto un libro su Jung, significa aver studiato per anni e soprattutto aver lavorato a lungo su di me, aver sperimentato profondamente. Insomma, aver portato a termine un'analisi junghiana. Non mi basterebbe una vita (nemmeno dieci, forse) per sperimentare allo stesso modo tutti gli altri approcci.
Non è vero quello che dici, il mondo da visitare non è il vasto mondo degli esperimenti psicologici, è quello, molto più vasto e complesso, dell'interiorità. Lo posso percorrere viaggiando in bicicletta, a piedi, in autobus, in auto. L'importante è percorrerlo davvero. Mi fido di più di uno psicoterapeuta che ha lavorato a fondo su di sè e che non conosce qualche teoria che di uno psicologo che conosce in teoria tutte le teorie ma non ha fatto un solo passo dentro se stesso. Diceva una grande analista quando insegnava: "non sono le tecniche che curano, sei tu!" E' la relazione che cura, non la scuola di appartenenza. Personalmente non amo l'approccio cognitivista ma sono dispostissima ad ammettere che ci possono essere bravissimi terapeuti che usano quella tecnica e pessimi junghiani! Quello che fa la differenza in realtà è la persona e non la tecnica. Il mezzo che io ho scelto per fare questo viaggio dentro me stessa è stato, forse per caso, la psicanalisi junghiana, quindi questa è la mia prima formazione e, anche avendo sperimentato e studiato altrre cose, continua ad essere quella che preferisco. I motivi per cui la preferisco sono tantissimi, troppi per parlarne qui. Una parte, certamente, è anche il fatto che ho incontrato maestri splendidi. Li chiamo maestri e non insegnanti perchè non mi hanno trasmesso solo conoscenze teoriche. (dai, ti prendevo solo un po' in giro! ) |
11-08-2004, 15.53.56 | #8 | |
Ospite abituale
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Citazione:
ovviamente non si puo consocere tutte le techniche in profondità.... la psicologia si divide in tanti settori che ci vorrebbe un po di tempo per raccontarla tutta...penso cmq che un idea generale debba essere di tutti ...ok e chiaro che se uno fa il clinico non è importante quello che ha fatto tajfel o doise mentre forse sarebbe piu importante conoscere qualcosoinsa che riguarda kelly, roger e Freud , d'altronde penso che sia abbastanza strano per una persona dire ok hho letto un libro di jung per cui adesso mi faccio il percorso approfondito su di lui e basta ...mi sembra un percorso chiuso in se stesso, il voler guardare solo una strada ...questo ovviamente non esclude che debba ovviamente la persona faccia alla fine un solo percorso ma la minima conoscenza di quello che sta fuori ... penso anche che un buon terapeuta debba sapere che tipo di patologia si possano curare meglio con la sua terpia e che se quel paziente non ha buone possibilitàdi avere una guarigione con lui meglio indirizzarlo verso un altra persona.... un famoso analista che conoscevo mi diceva che per lui sia i fobici che i dipendenti non era in grado di aiutarli come faceva con altre patologie per cui spesso li indirizzava verso altri professionisti a volte anche di orientamento diverso dal suo ..... |
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11-08-2004, 16.54.37 | #9 | |
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Citazione:
A parte il fatto che esistono tonnellate di letteratura solo per stabilire se esiste una guarigione e cosa vuol dire guarigione... E' ovvio che un buon terapeuta deve capire se può o non può aiutare una persona, ma questo ha più spesso a che fare con lui come persona che con la sua formazione. Un bravo terapeuta deve capire se lui è la persona adatta ad aiutare quello specifico paziente e, se non lo è, deve inviarlo ad un collega, della stessa o di un'altra scuola. Quello che ritiene sia meglio per quello specifico paziente. Un grande analista a cui mi sono rivolta quando ho iniziato la mia analisi, ad esempio, mi ha detto che per me sarebbe stato molto meglio lavorare con una donna, mi ha dato degli indirizzzi e non mi ha presa in analisi. Perchè? Perchè avevo bisogno di lavorare soprattutto sul femminile. Stessa scuola, altra persona. La persona è importante più di ogni altra cosa! In psicologia, grazie a dio, ancora non esiste la relazione "sintomo-cura". Qualcosa tipo: le fobie dai cognitivisti, le depressioni dai freudiani. Non è così. C'è una persona che chiede aiuto, non una diagnosi. E una persona che aiuta, non una tecnica. Io la vedo così. Poi è ovvio che uno che studia conosce gli altri indirizzi. Li conosce perchè ci ha fatto su un esame all'università e poi conosce quelli che ha approfondito personalmente. Ma non li conosce come quello (o quelli) entro il quale si è svolta la sua formazione e il suo percorso personale. Non li conosce, insomma, sulla sua pelle. Quindi, secondo il mio modo di vedere, in realtà non li conosce. |
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12-08-2004, 00.16.55 | #10 | |
Ospite abituale
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Citazione:
beh certo pero è anche vero che dalla mia esperienza non ho mai visto un analista cercare di curare un tossicodipendente, o alnmeno chi ha provbato spesso ha ottenuto spesso insuccessi ... penso opinione personale che molti sintomi non sono curabili da alcune terapie mentre lo sono molto meglio con altri metodi .... poi come dicevo sono opinioni personali ... |
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