me lo chiedo da molto, ma mi riesco a dare solo risposte che non mi soddisfano.

la questione è così 'frivola' che non mi era mai passato per la mente di creare un topic, prima di questo pomeriggio.
mi stavo recondo in città in vespa per andare a prendere un libro in libreria (Attraverso lo specchio e Alice nel paese delle meraviglie, di Lewis Carroll): sapete com'è quando si viaggia con un caso addosso, il nostro cervello viaggia per conto suo...


perchè i bimbo quando giocano tra loro e simulano ruoli da impersonale, parlano al passato?




P.S. ve l'avevo detto che era una domanda stupida, non lamentatevi.

Perché è come se stessero proiettando l'avventura in un passato mitico, nella dimensione del "c'era una volta...", delle fiabe, dove tutto può accadere.

ma perche` non nel futuro, il passato e` determinato il futuro e` piu` mistico?

vuoi dire che i bimbi sono stati influenzati dal 'c'era una volta...' delle storie, o e` una loro cosa originale?

non ci ho capito una MAZZA !
rileggi il post e trova gli errori nascosti.

L'avventura immaginata può anche aver luogo in un imprecisato futuro (come una storia di fantascienza), ma nel momento in cui si assegnano i ruoli ("io ero un astronauta", "io un guerriero", ecc.) questi vengono già dati per acquisiti: nella prospettiva del presente, quindi, anche quel futuro (ipotetico) è già passato.



Io sarei per la prima ipotesi: il tempo al passato è la soglia dell'Altrove, dove le leggi di natura e della realtà sono sospese, come nelle fiabe; ma... perché non provare a chiedere ai diretti interessati?

grazie mille

comunque accetto il tuo suggerimento di rivolgermi direttamente alla fonte...

edera

....altro che domanda frivola...secondo me perche' le favole dette al passato danno piu' un senso di sicurezza.
Se penso alle favole di quando ero bambina l'idea che l'orco ,la strega, la matrigna, il drago ecc...erano al passato mi dava l'idea che non potevano piu' spaventarmi....
...bo' non so ho detto la mia forse e' una sciapata...

è un'interpretazione interessante, tanto più perché sei riuscita a richiamare una sensazione della tua infanzia: un'informazione 'di prima mano', quindi.

un saluto a te e ad Epicurus

Credo perche ha qualcosa a che fare con le prime scoperte del mondo/realta', di se stessi: la mente come giocatolo ed esistenza del tempo, ma altretanto storie ed idoli a cui immedesimarsi appresi da qualche fonte d'informazioni esteriore nel passato recente ( TV, o libri letti, compagni di gioco etc). Credo che abbia qualcosa a che fare anche con la sincerita' dei bambini a communicare le cose esternandosi. Si esprimono esattamente come vivono gli eventi reali o fantastici che siano, cercando di ripristinare il tempo e la seguenza con cui hanno imparato le cose, non neccessariamente di facile comprensione. Io almeno mi ricordo cosi di me da bambino....ed era solo per aggiungere un'altra teoria alle vostre. Ciao a tutti

"imperfetto" è quello ideale dell'immaginazione e del possibile escluso.
Ciò che avrebbe potuto essere, ma non è, senza smettere di implicare i suoi "conseguo" è l'imperfetto del: "accadeva".
Per un certo, indefinito, tempo, in un certo, indefinito luogo, dentro aspettative incerte, ma "rappresentabili": "ERO".
L'imperfetto è il tempo della genialità ingenua dei bambini.